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Petizione contro la discriminazione della pesca in apnea nell’AMP della Meloria


I confini dell’AMP Secche della Meloria

E’ giunto il momento di dire basta alla tutela del mare fatta unicamente sulle spalle dei pescatori in apnea amatoriali e sportivi. La recente istituzione di quattro nuove AMP con annesso divieto di pesca in apnea nell’intero perimetro delle aree protette è la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Il dialogo instaurato dalla FIPSAS con il Ministero, nonostante gli incoraggianti elementi di apertura emersi anche nel recente incontro all’Eudi Show 2010, per il momento non è stato capace di produrre risultati tangibili, e nel frattempo le AMP continuano a fiorire.

I pescatori in apnea non sono affatto contrario alle aree marine protette, senza dubbio importanti per una gestione razionale delle risorse, ma trovano inaccettabile un complesso normativo che fa uscire dalla porta ogni tipo di attività impattante (art 19 comma 3 Legge quadro sulla aree protette 394/91) per poi far rientrare dalla finestra, sotto forma di “deroga” – e quindi di eccezione – praticamente tutte le attività impattanti, inclusa la pesca professionale, quella sportiva, l’escursionismo subacqueo e la navigazione da diporto, vietando unicamente la pesca in apnea e senza alcuna motivazione oggettiva o scientifica.

In attesa di valutare i margini per un ricorso al TAR del Lazio contro i decreti ministeriali che escludono la possibilità di regolamentazione della pesca in apnea all’interno dei confini delle AMP, totalmente ingiustificata e frutto di un comodo pregiudizio che equivale ad un marchio di infamia per la nostra categoria, ci uniamo allo sforzo dei pescasub labronici, attualmente impegnati in una battaglia per la riaffermazione dei loro sacrosanti diritti.

Invitiamo TUTTI gli appassionati di pesca in apnea a partecipare alla raccolta di firme promossa dal comitato scaricando il modulo di raccolta delle firme, compilandolo e inviandolo al numero di fax 06 233 23 04 95 oppure via email all’indirizzo asd@apneamagazine.com

Per firmare non occorre essere tesserati FIPSAS, la raccolta è aperta al contributo di tutti i cittadini!

LA LETTERA DI PRESENTAZIONE

Pubblichiamo di seguito la lettera di presentazione della petizione contro l’ingiusta esclusione della pesca in apnea dall’AMP Secche della Meloria, ormai una triste costante di tutte le AMP istituite in Italia, eccetto la sola AMP delle Isole Tremiti.

Preg.mo Sig. Ministro dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del Mare
On. Stefania Prestigiacomo

Preg.mo Ministrero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del Mare
Direzione generale per la protezione della natura

Preg.mo Sig. Presidente della Regione Toscana
Dott. Enrico Rossi

Preg.mo Sig. Presidente della Provincia di Livorno
Dott. Giorgio Kutufà

Preg.mo Sig. Presidente della Provincia di Pisa
Dott. Andrea Pieroni

Preg.mo Sig. Sindaco del Comune di Livorno
Dott. Alessandro Cosimi

Preg.mo Sig. Sindaco del Comune di Pisa
Dott. Marco Filippeschi

e, p.c. Parco Naturale Regionale ‘Migliarino – San Rossore ‘Massaciuccoli’
Sig. Presidente

Epigrafe:

1) Oggetto.
2) Premessa.
3) Pesca in apnea: selezione, preparazione atletica, conoscenze marine.
4) Considerazioni sulla Legislazione della Pesca in apnea.
5) Ricerche scientifiche.
6) Ripercussioni sulla diportistica locale.
7) Conclusioni.
8) Proposte

1) Oggetto: D.M. 21 ottobre 2009 ‘Istituzione dell’Area marina protetta denominata «Secche della Meloria»’.
Petizione con raccolta di firme contro l’esclusione della Pesca sportiva in Apnea dall’Area Marina Protetta ‘Secche della Meloria’.

2) Premessa

Ci pregiamo di scrivere alle SS.VV. illustrissime per denunciare, ahimé, un nuovo ed insopportabile atto discriminatorio nei confronti dei Pescatori sportivi in Apnea, cittadini che amano il Mare, ovvero l’ambiente in cui svolgono la propria attività; attività che, è palese, risulta tanto più emozionante e gratificante quanto più l’ambiente è ben conservato e ricco di vita. Ragion per cui i Pescatori in Apnea sono e saranno sempre favorevoli ad ogni iniziativa volta alla tutela del Mare1, bene per loro prezioso e parte della loro stessa vita.

Sulla Gazzetta Ufficiale 6 aprile 2010, n. 79 sono stati pubblicati il D.M. 21 ottobre 2009, ‘Istituzione dell’Area marina protetta denominata «Secche della Meloria»’ ed il D.M. 28 luglio 2009, n. 217 ‘Regolamento recante la disciplina delle attività consentite nelle diverse zone dell’area marina protetta «Secche della Meloria»’.

Orbene, come già accaduto in altre Aree Marine Protette, ancora una volta il Regolamento approvato esclude in modo categorico, dall’Area Marina Protetta, la tipologia di pesca che obiettivamente risulta, in assoluto, tra tutte quelle ammesse, la maggiormente selettiva. Esclusione che incredibilmente equipara, di fatto ed ancora una volta, la pesca in apnea alle forme più distruttive della pesca professionale a strascico e con reti da circuizione2.

3) Pesca in apnea: selezione, preparazione atletica, conoscenze marine.

La pesca in apnea si distingue, senza dubbio, dalle altre forme di pesca sportiva non solo per l’ambiente in cui si svolge e l’attrezzo utilizzato, ma principalmente per la sequenza che la caratterizza: individuazione della possibile preda e tentativo di cattura. Per questa ragione, nessuna altra forma di pesca professionale o sportiva può vantare una selettività di così alto livello. Inoltre, il pescatore in apnea dispone di una manciata di secondi per portare a termine l’azione di pesca – il tempo della sua apnea -, fatto che limita fortemente anche le sue profondità operative e, conseguentemente, le zone di mare in cui gli è possibile operare. A queste difficoltà si aggiunge il fatto di avere a disposizione un’unica possibilità di cattura, rappresentata dall’unico colpo disponibile: è proprio per queste difficoltà che la pesca in apnea regala emozioni e stimoli unici ai suoi praticanti.

Il pescatore sportivo utilizza soltanto strumenti a caricamento manuale impropriamente definiti ‘fucili’: si tratta in realtà di qualcosa di simile alle frecce di un arco utilizzate però sott’acqua. La sportività del gesto è massima ed assoluta, le catture sono sempre rare e difficili e sempre e soltanto di esemplari adulti; non si assiste ad alcun spreco del pescato, come avviene invece con le reti od i palamiti che uccidono molto più pesci di quanti ne vengano ‘raccolti’.

Non disponendo di vantaggi tecnologici, il pescatore in apnea riesce a vincere la difficile sfida con la preda solo se impara a conoscere in modo approfondito l’ambiente marino ed i suoi abitanti. Nel tentare la cattura di un pesce, il pescatore in apnea sviluppa un profondo rapporto con il mare, maturando una grande esperienza diretta sulle sue condizioni e sulla presenza e distribuzione delle specie ittiche.

Appare evidente come il pescatore sportivo in apnea sia stato discriminato ed escluso dalle AMP sull’onda emotiva e senza alcuna base scientifica. Il prelievo è regolamentato dalle normative vigenti, che impongono taglie minime ed un limite giornaliero ad ogni pescatore sportivo3, ma gli unici dati disponibili circa il prelievo del pescatore in apnea – raccolti dalla FIPSAS nell’ambito delle competizioni di alto livello4 – testimoniano un prelievo medio individuale notevolmente inferiore al limite legale dei 5 Kg. Se questi dati vengono confrontati con quelli della pesca professionale, poi, è agevole concludere che la pressione esercitata dai pescatori sportivi in apnea rappresenti una frazione infinitesimale del totale, risultando del tutto trascurabile. Sotto il profilo del prelievo, quindi, non ci sono argomenti utili a giustificare una regolamentazione più stringente per la pesca in apnea. Se poi si considera la notevole selettività di questa forma di pesca, si ottiene conferma del suo alto grado di compatibilità con le esigenze di tutela del mare, sicuramente maggiore di quello che caratterizza altre forme di prelievo attualmente tutelate e promosse5.

Pensiamo per un attimo ai danni che in una sole notte può fare un palamito od una rete che spesso uccide anche il novellame in modo indiscriminato e senza alcuna possibilità salvezza per gli esemplari pescati.

Diversamente, supponiamo di voler salvaguardare per un determinato periodo, in un’AMP, la popolazione dei saraghi: il subacqueo potrà indirizzare la propria attenzione ad altre specie, mentre la rete ed il palamito non hanno alcuna possibilità di selezione.

4) Considerazioni sulla Legislazione della Pesca in apnea.

Ci consentano, le SS.VV., alcune brevi considerazioni giuridiche. La normativa nazionale e comunitaria riconosce la pesca in apnea come una forma di pesca sportiva, al pari di altre forme di pesca di superficie. Il regolamento CE n° 1967/2006 entrato in vigore a fine gennaio 2007, qualifica la pesca subacquea come pesca sportiva, imponendo agli stati membri di regolamentarla e di proibire la pesca notturna e quella con apparecchi ausiliari di respirazione. In Italia tali limitazioni sono operative da oltre un quarto di secolo.

A livello nazionale, l’art 138, lett. e), del D.P.R. 1639/68 annovera il fucile subacqueo tra gli attrezzi consentiti per la pesca sportiva; l’art. 142, come accennato, detta limiti di prelievo validi per tutti gli sportivi, inclusi gli apneisti, mentre gli artt. 128-Bis e 129 stabiliscono limitazioni specifiche e più stringenti per la sola pesca in apnea. A fronte di un simile inquadramento giuridico, appaiono arbitrarie e difficilmente comprensibili tutte le discriminazioni fondate sulla presunzione di un maggiore impatto della pesca in apnea rispetto alle altre forme di pesca sportiva o sulla natura degli attrezzi utilizzati dai suoi praticanti6.

Ci consentano poi, le SS.VV., di evidenziare come l’attuale sistema normativo sia subdolo: la legge quadro sulle aree protette proibisce, in linea di principio, ogni tipo di attività impattante all’interno dei confini dell’area protetta (art. 19 L. 394/91), ma poi consente ‘deroghe’ a questa disciplina generale, in virtù delle quali gli attuali regolamenti, quali quello dell’AMP ‘Secche della Meloria’, ammettono nelle zone B e C praticamente ogni attività di pesca professionale e sportiva, ad esclusione della pesca in apnea e di quella industriale. Anche l’escursionismo subacqueo può danneggiare l’ambiente e provocare disturbo alla fauna7, ma viene incluso anch’esso fra le eccezioni alla regola.

5) Ricerche scientifiche.

I pescatori in apnea e gli altri cittadini sottoscrittori del presente documento si domandano su quali basi scientifiche si fonda lo studio di compatibilità della pesca sportiva. E quello sulla pesca in apnea? La risposta, a quanto ci risulti, è: nessuno. Nel Libro Bianco sulla Pesca in Apnea predisposto dalla FIPSAS, il biologo marino dott. Antonio Terlizzi attesta che la pesca in apnea risulterebbe esclusa dalle AMP in virtù dell’applicazione del cosiddetto ‘principio cautelativo’, secondo il quale un’attività sospettata di essere dannosa viene proibita in via cautelare, in attesa che evidenze scientifiche confermino (o smentiscano) i sospetti. In pratica, in assenza di risultanze scientifiche che attestino la sua dannosità, la pesca in apnea sarebbe proibita per precauzione. Il problema è che anche per le altre forme di pesca sportiva e professionale e, in genere, per le attività impattanti ammesse nelle AMP mancano prove scientifiche della loro non pericolosità. A rigor di logica, ciò dovrebbe suggerire un’identica applicazione del principio cautelativo, con conseguente proibizione di tutte le forme di pesca e disturbo dell’ambiente, fatto che invece non si verifica. Non è questa, consentiteci, pura e semplice discriminazione?

Non entreremo nel merito, non è questa la sede, del perché in molte Aree Marine Protette istituite all’estero8, nella quali la Pesca in Apnea è consentita, i risultati di protezione dell’ambiente marino siano migliori di quelli ottenuti in quasi tutte le AMP Italiane.

Per noi, cittadini amanti del Mare in modo assoluto ed incondizionato, perché esso è parte della nostra stessa esistenza, ritrovarsi unici esclusi dall’AMP ‘Secche della Meloria’, ed additati di essere distruttori del ‘nostro mare’, equivale ad essere tacciati di tradimento della cosa che più amiamo. Ciò è assolutamente inaccettabile, svilente ed offensivo: a questo atto di tremenda ingiustizia ci opporremo, non solo come pescatori ma ancor più come cittadini; e lo faremo, statene certi, con tutti i mezzi a nostra disposizione, in modo civile sì, ma certamente con forza e con la dignità e la tenacia che caratterizza gli amanti di questo sport.

Nell’AMP ‘Secche della Meloria’ si consentono tutte le forme di prelievo eccetto quelle della pesca industriale e della pesca sportiva in apnea; quest’ultima però, con argomentazioni di sicuro impatto emotivo, ma prive di ogni fondamento logico, giuridico e scientifico. Analoghe considerazioni valgono per la solo supposta impossibilità di ammettere la pesca in apnea sulla base delle Leggi 974/82 o 394/91, che stabiliscono sì un generale divieto, ma anche la possibilità di deroghe per tutte le attività impattanti e quindi anche per la pesca in apnea. La solo immotivatamente supposta dannosità della pesca in apnea, da cui si deduce una sua totale incompatibilità con le finalità istitutive delle AMP, non può continuare ad essere motivo di proibizione integrale nella zona C delle AMP, almeno finché questo principio cautelativo non troverà applicazione nei confronti di tutte le attività potenzialmente impattanti.

Il presente documento nasce come azione di protesta e di totale dissenso all’esclusione, pregiudizievole, della pesca sportiva in apnea dall’AMP ‘Secche della Meloria’, e costituisce una richiesta motivata e propositiva affinché sia rimediato a questo grossolano errore di valutazione, basato su false convinzioni anziché su valutazioni scientifiche. Da essere un potenziale alleato dell’AMP ci ritroviamo paradossalmente a combatterla. Tutto questo ci costringe a sostenere in massa ogni appoggio politico che difenda la nostra causa e che possa mettere fine a questa ingiustizia che, senza valide ragioni, priva degli onesti cittadini di una parte importante della loro esistenza.

6) Ripercussioni sulla diportistica locale.

Occorre altresì rilevare che l’esclusione della Pesca sportiva in Apnea dall’Area Marina Protetta determinerà, inequivocabilmente, ripercussioni sulla diportistica locale, settore ad oggi in piena crisi. E’ noto che i Pescatori in Apnea frequentatori delle coste livornesi e pisane hanno avuto, quale unica meta alieutica diversa dalle coste rocciose, i fondali delle Secche della Meloria; non vi sono, infatti, altri luoghi fruibili entro le 3 miglia, raggiungibili dai numerosi porticcioli dislocati tra Marina di Pisa e Cecina. Tolto loro questo sito, molti non avranno quindi più ragione di mantenere un mezzo nautico, considerando le spese che, il solo tenerlo all’ormeggio, comporta.

Il settore della nautica da diporto locale subirà quindi un altro brutto colpo, dovuto anche alle restrizioni alla navigazione ed alla fruizione delle Secche della Meloria stabilite dal Regolamento dell’AMP, che andrà a pesare sulla già grave situazione in cui esso riversa a livello nazionale, a causa della crisi economica mondiale che ha investito anche il nostro Paese; crisi che gli studiosi del mercato della nautica hanno rilevato riflettersi, in particolare, sulla piccola nautica da diporto. Tant’è che il settore della nautica da diporto è stato inserito tra i beneficiari degli incentivi statali di cui al Decreto Legge approvato dal Consiglio dei Ministri n.87 del 19 marzo 2010.

E’ paradossale che vengano destinati fondi pubblici a sostegno di tale settore per poi penalizzarlo, in sede locale, sottraendo alla nautica da diporto gli spazi fruibili e contraendo il bacino di utenza con improvide ed immotivate iniziative discriminatorie nei confronti di una categoria, i Pescatori sportivi in Apnea, che costituiscono una fetta importante di tale bacino.

7) Conclusioni.

Preme, infine, segnalare quanto emerso nel corso della Tavola Rotonda patrocinata dalla FIPSAS – intitolata ‘Pesca Sportiva e AMP: necessità di valutazioni oggettive per la regolamentazione della pesca sportiva, sia di superficie che in apnea, nelle AMP italiane’ – tenutasi il 14 febbraio 2010 presso l’EUDI SHOW 2010.

Presenza d’eccezione è stata quella del Sottosegretario al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare On. Roberto Menia, insieme ai direttori di AMP dott. Paolo D’Ambrosio (Porto Cesareo), dott. Antonino Miccio (Punta Campanella), dott. Riccardo Strada (Regno di Nettuno) e al prof. Giovanni Fulvio Russo, Docente di Ecologia Marina All’Università Parthenope di Napoli, dott. Antonio Terlizzi, Docente di Zoologia Marina all’Università del Salento e componente delle Commissioni Tecnico Scientifiche del Settore AS e di quello Acque Marittime, prof. Ugo Claudio Matteoli, Presidente Federale e prof. Alberto Azzali, Presidente Settore AS.

Nel corso di tale incontro il Sottosegretario ed i Direttori delle AMP hanno convenuto che l’esclusione tout court della pesca in apnea dalle AMP, divenuto regola per tutte le aree marine di nuova istituzione dalla fine degli anni novanta, sia indubbiamente frutto di una cultura pregiudiziale e che poggi su basi scientifiche inesistenti, come ampiamente suggerito dall’analisi della letteratura scientifica internazionale.

In rapporto alla compatibilità della Pesca in Apnea nelle AMP sono state, infine, effettuate considerazioni analoghe a quelle riportate nel presente documento, con proposte simili a quelle elencate al successivo punto 8.

Tutto quanto sopra esposto, evidenzia ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, come l’esclusione della Pesca in Apnea sia obiettivamente un atto discriminatorio.

8) Proposte.

Tutto ciò premesso, i sottoscrittori del presente documento,

CHIEDONO

CHE SIA MODIFICATO IL REGOLAMENTO DELL’AREA MARINA PROTETTA ‘SECCHE DELLA MELORIA’, INTRODUCENDO L’ESERCIZIO REGOLAMENTATO DELLA PESCA IN APNEA, ALMENO IN ZONA C.

A tal fine,

PROPONGONO

1)Se ritenuto opportuno, l’accesso potrebbe essere riservato a pescatori sportivi qualificati (tesserati FIPSAS, in possesso di brevetto federale di pescatore in apnea) nell’ipotesi di dover istituire un permesso a pagamento per accedere alle zone B e C, esso dovrebbe essere esteso a tutte le categorie di pescatori.

2)L’accesso dei subacquei alle zone individuate potrebbe essere regolato stabilendo un numero massimo di pescatori al giorno; ad ogni subacqueo potrebbe essere consegnato un questionario che raccolga dati sul mare, esempio: temperatura, correnti, vento, specie avvistate, specie catturate, ecc’; questionario che il pescatore, a fine battuta, dovrebbe compilare e riconsegnare all’ente preposto in modo da collaborare al monitoraggio. L’attivazione del permesso potrebbe avvenire tramite sistema informatico.

3)La pesca sportiva nell’AMP ‘Secche della Meloria’ dovrebbe essere compiutamente regolamentata. Per quanto riguarda la pesca sportiva in apnea, fatte ovviamente salve tutte le norme vigenti, già molto restrittive rispetto agli altri tipi di prelievo, esse potrebbero essere integrate come da esempi seguenti:

A) alzare la taglia minima per specie
B) limitare il numero di esemplari per specie
C) proibire la cattura di specie nel periodo riproduttivo,
D) vietare l’utilizzo di torcia e fiocina.

Queste ed altre potrebbero favorire una selezione ancora più accorta delle catture e garantire una maggiore compatibilità del prelievo.

4)Tutto il prelievo operato dalla pesca (professionale e sportiva) nelle AMP dovrebbe essere misurato. A tal fine, sarebbe opportuno introdurre appropriati obblighi di annotazione delle catture da parte di tutti i soggetti che operano un prelievo, al fine di misurare con precisione la pressione di pesca e verificare l’apporto quantitativo di ogni singola tipologia di prelievo. Ai fini qualitativi invece permetterebbe una ricerca scientifica sullo stato di crescita, sulla taglia media e sulla presenza delle specie ittiche.

5)Sarebbero opportuni limiti dimensionali, per specie, anche superiori, in modo da proteggere gli esemplari molto adulti e rari di alcune specie.

6)La pesca subacquea selettiva consentirebbe di salvaguardare le specie in declino in modo totale, così come in Corsica è avvenuto, con successo, il ripopolamento della Cernia in zone comunque aperte alla pesca subacquea sportiva.

7)La presenza dei pescatori in apnea potrebbe garantire un migliore controllo del territorio. Una volta concordato un metodo per avvertire le autorità preposte, il pescatore in apnea potrebbe diventare un efficace segnalatore di anomalie o di illeciti, lasciando comunque alle autorità il compito di intervenire.

8)Il pescatore subacqueo è l’unico che può collaborare con il comitato scientifico nello stendere report di avvistamenti di specie rare ma presenti: ad esempio tartarughe, delfini squali etc’; a tale proposito, i sub potrebbero partecipare ad appositi corsi di formazione.

9)Il pescatore sportivo in generale è il più interessato alla conservazione dell’ambiente e del mare e può essere il migliore alleato del Parco così come avviene in altri Paesi Esteri.

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