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Pesca Sportiva: solo il 5% delle Catture (Professionale il 95%) ma 90 Milioni di Indotto

| 31 Agosto 2020

Un rapporto realizzato in Spagna, e pubblicato a fine luglio da ICATAMAR (organismo di cooperazione tra la Direzione Generale della Pesca e degli Affari Marittimi  della Catalogna e l’Istituto delle Scienze del Mare), ha nuovamente confermato come l’impatto della pesca sportiva sia ben poca cosa rispetto a quello della pesca commerciale.


Lo studio (QUI la versione completa) si è focalizzato sulla costa mediterranea spagnola, e la Catalogna in particolare; con l’obiettivo di quantificare il prelievo ma soprattutto le ricadute economiche che la pesca sportiva è in grado di generare sul territorio.

Il Prelievo

Gli sportivi, nell’annualità 2019, hanno prelevato un totale di 1.366 tonnellate di pescato, che costituiscono il 5% scarso dell’intero prelievo ittico nella regione. Il restante 95% del prelievo è interamente effettuato dalla filiera commerciale.

Scendendo ancora più nel dettaglio si scopre come 508 tonnellate siano riconducibili alla pesca da terra, 760 a quella dalla barca e solamente 98 attribuite alla pesca in apnea. Oltretutto si conferma come la pesca sportiva sia un’attività marcatamente stagionale, che quindi lascia ampi periodi di “respiro” agli stock ittici.

Le Ricadute Economiche

Quelle 1.366 tonnelate prelevate dai pescatori sportivi, generano un economia indotta stimata in circa 90 milioni di euro. Di questi circa un terzo sono spesi per materiali e attrezzature, e altrettanti sono impiegati in spese relative a gestione e manutenzione delle imbarcazioni.

Ad una stima veloce, ogni singolo chilogrammo di pescato sportivo genera quasi 66 euro (la ricaduta in realtà varia a seconda della tecnica di pesca) che restano sul territorio e contribuiscono a far vivere negozianti, produttori e distributori di attrezzature e di imbarcazioni, a cui si aggiungono anche gli albergatori e gli imprenditori della ristorazione.

La Situazione Europea

In Europa invece non si esaurisce lo scontro tra la pesca professionale e quella sportiva, anzi, si acuisce dopo l’ennesimo tentativo della filiera commerciale di imporre una ulteriore limitazione degli attrezzi e del prelievo dei dilettanti.

Ma gli studi che continuano a dimostrare come il prelievo dilettantistico sia attività di basso impatto ambientale, oltrechè un importante volano economico per tante attività del territorio, finiscono sistematicamente chiusi nei cassetti dalle pressioni della potente lobby professionale.

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