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Pesca e Sport dal 4 maggio: la Questione degli Spostamenti (RISOLTA)

| 1 Maggio 2020

ATTENZIONE leggi gli aggiornamenti a fondo pagina

Da alcuni giorni le regioni stanno provvedendo ad emanare proprie ordinanze alla luce di quanto previsto dal DPCM del 26 aprile che, senza modifiche sostanziali, è stato intanto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.

La Situazione Attuale

Al momento attuale si può dire che le regioni si dividono tra quelle che hanno scelto la strada della fuga in avanti, anticipando le aperture (come la Calabria) e altre che invece mantengono un approccio più prudente (come la Toscana). In mezzo ci sono quelle che hanno fatto delle ordinanze della durata di pochi giorni e che andranno rinnovate (Liguria e Puglia) e altre che ancora non si sono pronunciate (tra le altre Sardegna e Campania).

Difficile dire se lo scontro istituzionale tra il governo, rappresentato dal ministro per gli affari regionali e autonomie Francesco Boccia, e le regioni che avrebbero intrapreso “iniziative improvvide”, come definite dal presidente Conte nel suo discorso alla Camera, sfocerà davvero nelle impugnazioni davanti ai TAR, certo è che la situazione è tutto fuorché chiara, anche in molte delle regioni in cui sono state emanate apposite ordinanze. Complicata poi dall’ulteriore scontro con i sindaci che stringono o allargano le maglie delle disposizioni regionali a piacimento.

L’Enigma degli Spostamenti

Ammesso che sia corretto definire la pesca sempre come un’attività sportiva (la definizione di cosa sia sport è tutt’ora variegata e per nulla unanime) esiste però un nodo di fondamentale importanza, e piuttosto trascurato, tanto che anche in alcune ordinanze di deroga (come quella della Sicilia) non è stato affrontato, lasciando più di qualche perplessità. Nodo che oltretutto riguarda anche molte altre attività indubbiamente riconosciute come sportive.

Riguarda il fatto che il DPCM del 26 aprile consente gli spostamenti intra-regionali solo per 4 giustificati motivi (salute, lavoro, necessità e visita ai congiunti). Nessuno però sembra aver ancora saputo spiegare come siano da considerare gli spostamenti per effettuare attività sportiva.

Alcune regioni hanno risolto l’ambiguità autorizzando esplicitamente tali spostamenti, ma altre, come ad esempio la Lombardia, hanno semplicemente ritenuto che debbano essere considerati permessi, già alla luce dell’ultimo DPCM.

Cosa Intende il DPCM?

Bisognerebbe quindi capire se il DPCM si sia dimenticato qualcosa, ad esempio non ricomprendendo gli spostamenti per effettuare attività sportiva tra quelli giustificabili, oppure se non li ricomprenda perché da ritenere vietati, o ancora se ci sia modo di ritenerli implicitamente permessi.

L’ipotesi della dimenticanza è possibile, ma francamente improbabile, mentre invece leggendo il DPCM soprattutto alla luce di tutti quelli che lo hanno preceduto, e anche di alcune FAQ governative (leggere la risposta sulle passeggiate al mare o in montagna), una lettura concordante ci sarebbe, ed è purtroppo restrittiva.

Infatti, il DPCM del 26 aprile, quanto alle attività sportive, ha semplicemente rimosso il vincolo di esercizio in prossimità della propria abitazione. Ritenere che la rimozione di questo vincolo, autorizzi in automatico anche gli spostamenti per la pratica, appare però un salto logico eccessivo.

Fare Sport non è MAI stato Vietato

Fare attività sportiva non è MAI stato oggetto di divieto né dai DPCM né dalle Ordinanze del Ministero della Salute (al massimo da provvedimenti locali). L’unico divieto ha riguardato gli allenamenti all’interno degli impianti sportivi, per il resto è stato solo imposto il vincolo della prossimità all’abitazione, a partire dal 20 di marzo. Oltretutto per uscire di casa e fare attività sportiva o motoria non c’è mai stato nemmeno bisogno di avere al seguito alcuna autocertificazione, perché?

Perché le autocertificazioni servono a giustificare un trasferimento dal proprio domicilio ad un luogo, più o meno distante, nel quale si svolge un’altra azione. L’attività sportiva e motoria, invece, è sempre stata autorizzata quando non richiedeva spostamenti, ovvero quando iniziava già dal proprio domicilio.

In altre parole, è sempre stato permesso uscire di casa per correre e/o andare in bicicletta, dal 20 marzo solo a distanza di massimo 200 metri dal domicilio, ma MAI è stato autorizzato uno spostamento (con mezzi pubblici o privati) per recarsi in un posto distante dal proprio domicilio, nel quale poi effettuare attività sportiva o motoria.

Interpretazione Restrittiva ed Estensiva?

Ecco che quindi il DPCM sembra aprire solo alla pratica delle attività sportive che si possono iniziare a praticare appena oltre l’uscio di casa o il portone del palazzo, quindi senza effettuare spostamenti.

E che il DPCM sia da intendere in maniera restrittiva, lo lascia intendere il fatto che, se fossero permessi gli spostamenti a fini sportivi, tutti i 20 milioni di italiani (statistiche ISTAT) che si dichiarano praticanti di una attività sportiva, sarebbero contemporaneamente liberi di spostarsi. Un po’ troppi per pensare che sia una lettura concorde con la prudenza mostrata dal presidente Conte.

A titolo di esempio, è possibile vedere in questo video (dal minuto 4:35) quale sia l’interpretazione che applicano le autorità di controllo nella zona di COMO, ricordando che la Regione Lombardia non ha emanato particolari deroghe a quanto previsto dal DPCM 26 aprile.

La tesi secondo cui gli spostamenti sarebbero invece permessi o da ritenere tali, non spiega per quale ragione la pesca, se attività sportiva e come tale mai vietata esplicitamente (le ordinanze delle CP non hanno coperto tutto il territorio italiano), sia stata vietata dall’8 di marzo e non semplicemente limitata dal 20 marzo, continuando a permettere a chi abitativa vicino al mare di praticarla, perlomeno quella di superficie da riva.

Riassumendo

Insomma, saranno fondamentali dei chiarimenti ufficiali urgenti, che sono stati richiesti a Presidenza del Consiglio e ministeri, sia dalla FIPSAS che dal Comando Generale delle Capitanerie di Porto. Nel frattempo, solo chi vive in una delle regioni che hanno esplicitamente autorizzato gli spostamenti per svolgere attività sportiva e motoria possono stare reagionevolmente tranquilli (per sapere quali, CLICCA QUI e scorri gli aggiornamenti a partire dal 26 aprile). Pare che i chiarimenti potranno arrivare già domani (2 maggio), in modo che la situazione sia finalmente chiara per il 4 maggio.

ATTENZIONE: si consiglia comunque di contattare le autorità di controllo per verificare che abbiano ricevuto opportune direttive in merito.

AGGIORNAMENTO 2 MAGGIO

Nelle FAQ di chiarimento apparse oggi sul sito della Presidenza de Consiglio è stato fugato il dubbio sugli spostamenti per attività sportiva, che sono autorizzati anche con mezzi pubblici e privati. La nota dice:

“È consentito fare attività motoria o sportiva? L’attività sportiva e motoria all’aperto è consentita solo se è svolta individualmente, a meno che non si tratti di persone conviventi. A partire dal 4 maggio l’attività sportiva e motoria all’aperto sarà consentita non più solo in prossimità della propria abitazione. Sarà possibile la presenza di un accompagnatore per i minori o per le persone non completamente autosufficienti. È obbligatorio rispettare la distanza interpersonale di almeno due metri, se si tratta di attività sportiva, e di un metro, se si tratta di semplice attività motoria. In ogni caso sono vietati gli assembramenti. Al fine di svolgere l’attività motoria o sportiva di cui sopra, è consentito anche spostarsi con mezzi pubblici o privati per raggiungere il luogo individuato per svolgere tali attività. Non è consentito svolgere attività motoria o sportiva fuori dalla propria Regione.

Poichè il modello di autocertificazione attuale, non prevede questa eventualità di spostamento, è probabile che ne debba essere emanato uno nuovo o che debbano essere date ulteriori disposizioni su cosa scrivere.

Allo stato attuale quindi, resta solo da chiarire se la pesca sia da considerare SEMPRE attività sportiva o, in caso contrario, quale sia la sua dimensione sportiva.

AGGIORNAMENTO 3 MAGGIO

Abbiamo deciso di fare un riepilogo generale della situazione, alla vigilia del tanto atteso ritorno in mare, che puoi leggere CLICCANDO QUI. Per forza di cose NON può ancora essere un chiarimento definitivo perchè ci sono ancora dele riserve che devono essere sciolte, speriamo quanto prima.

AGGIORNAMENTO 7 MAGGIO

A distanza di alcuni giorni sono arrivatoi alcuni chiarimenti, ma la situazione nel complesso rimane molto frammentata e confusa. La possibilità di andare a pescare in molte località d’Italia, è purtroppo soltanto teorica e finisce per infrangersi contro il muro di gomma creato da interpretazioni incomprensibili e ordinanze locali immotivatamente repressive.

Ad ogni modo, sul sito della Presidenza del Consiglio sono apparse due FAQ che ci riguardano. La prima riguarda l’autocertificazione:

“Chi svolge attività sportiva o motoria deve portare con sé un modello di autocertificazione? Non è necessario. L’autocertificazione può essere compilata se richiesto dalle autorità che effettuano il controllo.”

La seconda invece riguarda la legittimità o meno di praticare la pesca sportiva:

“È possibile fare pesca sportiva? È possibile in quanto rientra nell’ambito delle attività sportive individuali, che sono consentite. Devono comunque essere seguite le regole generali valide per ogni attività sportiva e per gli spostamenti (vedi faq).”

Francamente, di questo secondo chiarimento, nessuno sentiva il bisogno e diciamolo, suona un po’ come chiedere di quale fosse il cavallo bianco di Napoleone! Che la pesca sportiva sia un’attività sportiva era cosa certa anche senza la FAQ governativa. Quello che resta ancora un mistero è cosa sia da definire pesca sportiva in contrapposizione alla pesca ricreativa.

Senza una scelta ufficiale, non si può neppure obiettare alle Capitanerie (alcune, non tutte) che seguitano ad affermare che si può parlare di attività sportiva solo in presenza di un tesseramento con una organizzazione sportiva riconosciuta.

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