La mattina della gara il cielo è terso e il sole fa capolino. Il mare è calmo e sulla banchina si respira un’aria di rilassatezza generale. Il clima goliardico stempera le tensioni che, comunque, sono sempre palpabili in questi appuntamenti. All’appello manca solo Nicola Riolo che poi scopriremo essere in ritardo ed iniziare la prima giornata circa mezz’ora dopo rispetto a tutti gli altri. Nel frattempo, prima di dirigerci a centro campo gara, preparo con cura l’attrezzattura controllando sopratutto il mio Supersten ed il Medisten che, credo, saranno i due fucili che userò di più. Arrivati nella zona dove verrà dato il via ho le idee chiare: mi dirigerò all’estremo sud del campo gara dove ho marcato la bella cernia sul costone di roccia, che mi sembra un pesce sicuro.
Siamo sullo spot e, grazie a mire molto precise, al primo tuffo sono sulla pietra. Potrei già sparare un bel pesce ma preferisco organizzare bene la tattica di pesca. Conto diverse vie di fuga per i pesci e quindi decido di alternare uno sparo ad un’ispezione da diversi buchi. Inoltre voglio sparare solo a colpo sicuro.
Metto il Medisten in minima e, alla seconda discesa, da uno spacco laterale fulmino un bello sparide che viene a vedermi curioso. I pesci si spostano dall’altra parte ma non sono spaventati. Alla seconda discesa di controllo, mentre sto planando sulla pietra, vedo un marvizzo che mi osserva sollevandosi dalla posidonia: il colpo parte immediato e preciso mettendo a paiolo il labride. Continuo con la strategia di pesca “tocca e fuga”, “un buco poi l’altro” ed in breve altri 4 grossi saraghi finiscono nel cavetto. Ora i pesci sono molto nervosi e, ad ogni risalita, ne vedo qualcuno fuggire nell’alga. Nuovo tuffo e, mentre controllo quale sparare, con la coda dell’occhio ne scorgo uno che sfiora il chilo che sta per uscire alla chetichella dallo spacco. Mi tiro appena fuori aggiro lo scoglio e lo colpisco da dietro mentre sta per sparire nelle alghe. Ottimo, sono carichissimo. Ne prenderò ancora uno nella tana e poi decido di cercarli intorno, tra pietre e posidonia. Ne scovo altri tre che catturo, più una bella murena che, probabilmente attratta dal sangue, esce dalla sua tana. Rimonto sul gommone, a circa tre quarti di gara ho una bella cernia over 10 kg più una dozzina tra pesci bianchi e pesci a coefficiente. Sono molto soddisfatto e con il mio secondo “battiamo” un cinque. Sciolto, carico e molto motivato dico al mio barcaiolo che è l’ora di andare sulla cernia nell’abisso!