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Impiombatura dell’arbalete

| 12 Ottobre 2003 | 1 Comment

La questione del fissaggio dell’asta tahitiana all’arbalete è molto discussa e riveste una notevole importanza nella cura generale delle attrezzature del pescatore subacqueo. E’ accaduto un po’ a tutti, di perdere un bel pesce a causa di una inadeguata “impiombatura”, o per difetti e superficialità nel metodo e nei materiali utilizzati. Io stesso, recentemente, ho dovuto “salutare” una bella ricciola di una quindicina di Kg a causa di un fissaggio frettoloso e superficiale dell’asta al terminale di nylon, potete immaginare le relative tristi conseguenze in termini di emozioni.
Quest’articolo quindi, ha lo scopo di fornire indicazioni per una insagolatura puntuale ed affidabile che forse in alcuni passaggi potrebbe risultare addirittura troppo pignola”ma non bisogna dimenticare che la precisione è sempre un tassello importante nella formazione di un buon pescatore subacqueo.
Tutti i lettori (io per primo), che seguiranno punto per punto quanto descritto, diminuiranno di molto il rischio di riemergere con la maschera allagata di lacrime per aver perso una preda di mole e di valore.

Punto I°: regola di base

Non sottovalutare mai la potenza di una preda arpionata. Quello che, in termini di sagole e fissaggi, ci sembrerà adeguato fuori dall’acqua, spesso sott’acqua si dimostrerà fragile e facilmente vulnerabile di fronte ad una preda di peso o molto combattiva.

Punto II°: i materiali utilizzati

Fig. 1: Materiali ed attrezzi occorrenti per l’impiombatura

Ipotizzando di pescare con un fucile medio-lungo, da 90 cm in su, alla ricerca di prede di mole o particolarmente combattive (dentici, ricciole ma anche lecce, serra ecc) naturalmente utilizzeremo un mulinello capiente con minimo 50 mt di sagola robusta. La sagola dovrà essere di qualità (ad esempio quella con anima in Kevlar) e di diametro non inferiore ai 2 mm.
Per la parte terminale, di collegamento della sagola all’asta utilizzeremo del filo di nylon del 160. Consiglio ad ogni modo di non scendere mai al di sotto di tale misura.

Fig. 2: Ad ogni nylon il suo rivetto

Il nylon dovrà essere fissato con dei rivetti in metallo da palamito, il minimo possibile adeguati allo spessore del filo e mai sproporzionati, ricordiamoci che ogni spessore di nylon ha il suo corrispondente rivetto (fig. 2). L’utilizzo di spessori di nylon più elevati va curato con particolare attenzione in quanto vi sono difficoltà maggiori proporzionali all’aumentare dello spessore del nylon.

Fig. 3: Il corretto fissaggio del sagolino al mulinello

Dovremo compiere una operazione senza significato apparente, infatti dovremo studiare la direzione di inserimento del nylon nel foro dell’asta secondo una direzione precisa. Inseriremo il filo nel foro della tahitiana da sinistra verso destra, se il capo sagola che proviene dal mulinello uscirà in testata sul lato sinistro (dopo essere entrato da destra dal foro di testata). In questo modo avremo il nylon che manterrà una posizione rettilinea e leggermente laterale rispetto all’asse longitudinale dell’asta e delle tacche di carica. Questo ci faciliterà nelle operazioni di caricamento, eviterà all’ogiva di intaccare il nylon indebolendolo e ridurrà allo zero assoluto sorprese in fase di tiro (aggrovigliamenti, cedimenti del filo, imprecisioni nel tiro). Naturalmente avremo avuto l’accortezza di fissare saldamente la sagola al mulinello.

Fig.4 : Regolare la frizione al punto giusto è cruciale

La sagola deve essere arrotolata in modo che la trazione forte della preda srotoli il filo dal mulinello allentando ulteriormente la frizione anziché stringerla e facendo bloccare tutto.
Un ultimo consiglio”.accertarsi che anche il mulinello sia saldamente ancorato al fusto del fucile e per maggiore sicurezza rinforziamo l’aggancio con delle viti in acciaio inox.

Punto IV°: fori sulle aste tahitiane

Le aste tahitiane hanno due fori di fissaggio situati sulla parte terminale, il primo alla parte estrema del codolo ed il secondo nei pressi della tacca di maggiore potenza o, in alcuni modelli, tra la prima e la seconda tacca. Se si è abituati a pescare in acqua libera può essere utile fissare il nylon al foro centrale, in modo che, una volta trapassata la preda, l’asta si mette per traverso trattenendo con migliori garanzie il pesce che non arriverà a forzare solo sull’aletta. Il fissaggio nel foro estremo del codolo è comunque il più usato ed ha il vantaggio di non ostacolare troppo la fase di caricamento. Inoltre nel caso di tiri in tane profonde, si recupera l’asta tirando il filo di nylon, senza rischi di intraversare ed incastrare l’asta.

Punto V°: punto fissaggio nylon – asta

Fig. 5: Con un taglierino appuntiamo il nylon

Dovremo per prima cosa smussare il filo di nylon creando una punta per meglio inserire il rivetto durante la creazione del cappio.

Fig.6 : Dopo aver inserito il nylon nel rivetto, si passa nel foro dell’asta per poi creare il cappio passando una seconda volta con il nylon nel rivetto.

Poi inseriremo lo stesso rivetto facendolo entrare nel filo dalla parte del foro piccolo (in genere i rivetti hanno il fori di dimensioni diverse) per meglio sfruttare il foro grande al ritorno.
Una volta creato il cappio attorno al foro dell’asta prescelto e secondo la direzione prefissata chiuderemo il cappio accorgendoci della comodità dello “smusso” effettuato in precedenza.
A questo punto va regolata la lunghezza del cappio che fisserei in 2cm, 2,5 cm minimo di distanza dalla tacca di carica, sempre per non ostacolare il caricamento, e comunque fuori dall’alloggio dello sgancio. Il rivetto dovrà essere schiacciato con cura, con un paio di pinze (Fig. 7), facendo molta attenzione a non intaccare il nylon e a dargli la giusta stretta.

Fig. 7: A quel punto possiamo schiacciare il rivetto per bloccare il nylon

 

Fig. 8: Con un accendiamo creiamo una

Dopo aver tagliato il nylon in eccedenza, dovremo, con un accendino, creare una rigonfiamento sulla sua estremità (Fig 8). Così facendo, avremo la garanzia contro lo sfilamento del filo dal rivetto, in caso di forte trazione.

Fig. 9: Occhiello in nylon

Punto VI°: punto fissaggio nylon – caposagola

E’ meglio far passare la sagola proveniente dal mulinello dal foro della testata del mulinello predisposto per il secondo elastico, che offre piu’garanzia di resistenza a rottura dei forellini classici predisposti. Alcuni subacquei usano autocostruirsi un occhiello di nylon come mostrato nella figura n° 9, o inserire sulla testata un occhiello in acciaio inox.

Fig. 10 Collegamento sagola- nylon

Poi misureremo la lunghezza del terminale di nylon direttamente sul fucile simulando una oppure due passate a seconda delle abitudini di pesca. A questo punto con un nodo particolare a bocca di lupo (fig 10) fisseremo alla sagola il secondo cappio del nylon, creato con le stesse modalità del punto 5.

Fig. 11 Dettaglio impiombatura sull’asta

 

Fig. 12: Posizionando un o-ring sull’aletta se ne evita l’apertura indesiderata

L’impiombatura è stata realizzata, non resta altro che andare in acqua e provare. Scegliendo un or molto piccolo (5-6 mm) potremo fissarlo sull’aletta dell’asta (fig. 12). Questo accorgimento serve ad evitare aperture improvvise dell’aletta in fase di pesca, con il conseguente fuga della potenziale preda.

Se poi anche tutto questo non regge……..allora dovete proprio smetterla di pescare i tonni’

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