Mario Calì Inviato Novembre 7, 2015 Segnala Condividi Inviato Novembre 7, 2015 Ragazzi che tristezza, sono di Palmi (RC) escrivo a nome di tutti i pescatori locali, professionisti e non, per mettervi al corrente che lungo le nostre coste sembra che il virus abbia colpito le cernie di grosse dimensioni. Ho letto solo ieri il vostro articolo il quale ben descrive L’Encefaloretinopatia Virale (ERV).Sono stati già trovati circa 10 esemplari, 6 dei quali nella stessa giornata, tutte cernie di grossa taglia, tutte in superficie a pancia in alto, ventre gonfio, agonizzanti e stordite. Siamo tutti molto preoccupati di ciò che sta avvenendo con la paura che tutto possa peggiorare e compromettere quindi la riproduzione della specie ed in caso ancor più estremo, la scomparsa, Ho letto, se errore non faccio, che questa malattia potrebbe anche colpire i dentici, ad oggi però, fortunatamente, non è stato trovato alcun esemplare moribondo.Chiedo gentilmente delucidazioni su come e su cosa si potrerebbe fare per frenare in qualche modo il diffondersi di questo maledettissimo virus.Purtroppo non abbiamo un campione ed alcune cernie sono state consumate da chi le ha trovate. Ho già contattato tramite mail il Dott. Terlizzi con la speranza che risponda al più presto. So che non è accaduto solo da noi ma in più parti d'Italia, com'è stata affrontata questa epidemia?La cosa non va assolutamente ignorata, già la cernia, specie in giovanissima età, è continuamente sotto il mirino dei neofiti e non che ne fanno carneficine per poi venderle illegalmente, aggiungiamoci i bombolari e questo virus!!Possiamo andarcene a caccia mi sa!!Attendo vostre risposte. Grazie. Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
OLOTURIA Inviato Novembre 7, 2015 Segnala Condividi Inviato Novembre 7, 2015 Prova a contattare questo vero esperto:Dott.Giovanni Loris AlboraliCapo del servizio veterinario del dipartimento di diagnostica veterinaria dal 1999 ad oggi presso Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna, Via Bianchi, 7 – 25124 BresciaE' sicuramente competente perchè è co-autore del testo del 2005:"Messa a punto di saggi sierologici per la valutazione di anticorpi verso il Nodavirus della Encefaloretinopatia del branzino (Dicentrarchus labrax)"Puoi scaricare il pdf direttamente dal sito SIPI:http://www.sipi-online.it/ittiopatologia/2005/01/default.aspxo anche da qui:http://sipi-online.it/html/Rivista/INDICI DI TUTTI I VOLUMI/2005 2 (1).htmIndirizzo privato:Via Odorici , 2 - 25087 Salò BresciaTelefono:+39 030 2290 305Fax:+39 030 2290 552E-mail:giovanni.alborali@izsler.it Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Mauro Sanvito Inviato Novembre 7, 2015 Segnala Condividi Inviato Novembre 7, 2015 Di solito il pesce ha dei cicli e il grande regolatore è proprio l'epidemia. Se c'è un'epidemia significa che ci sono le condizioni sotto forma di densità di popolazione. Sicuramente la situazione va tenuta monitorata, ma le perdite per malattia ci sono sempre state e di sicuro è già capitato. Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Davide Serra Inviato Novembre 8, 2015 Segnala Condividi Inviato Novembre 8, 2015 Purtroppo ad oggi non esiste modo di fermare i focolai patologici. È probabile che con l'inizio dell'inverno la reattività del virus andrà scemando con il ridursi della temperatura dell'acqua. La positività al virus è stata riscontrata in diverse specie, anche dentici mi pare di aver letto, ma perché i pesci positivi sviluppino la malattia serve un ulteriore passaggio che non sempre si verifica. Sono numerose comunque le morie di cernie registrate nel mediterraneo, purtroppo solo alcuni degli ultimi episodi sono stati certamente attribuiti all'ERV, per altre non è dato sapere. Negli anni 80 ce ne fu una in Sicilia, zona Marzamemi, che fece contare oltre 2000 esemplari morti. Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Mauro Sanvito Inviato Novembre 8, 2015 Segnala Condividi Inviato Novembre 8, 2015 Purtroppo ad oggi non esiste modo di fermare i focolai patologici. È probabile che con l'inizio dell'inverno la reattività del virus andrà scemando con il ridursi della temperatura dell'acqua. La positività al virus è stata riscontrata in diverse specie, anche dentici mi pare di aver letto, ma perché i pesci positivi sviluppino la malattia serve un ulteriore passaggio che non sempre si verifica. Sono numerose comunque le morie di cernie registrate nel mediterraneo, purtroppo solo alcuni degli ultimi episodi sono stati certamente attribuiti all'ERV, per altre non è dato sapere. Negli anni 80 ce ne fu una in Sicilia, zona Marzamemi, che fece contare oltre 2000 esemplari morti. Sarebbe interessante capire se è stata osservata una correlazione tra infezioni e presenza di allevamenti di pesci, e se quando viene rilasciato il permesse di costituire un allevamento c'è una valutazione dei rischi patologici. Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Davide Serra Inviato Novembre 8, 2015 Segnala Condividi Inviato Novembre 8, 2015 Questo tipo di infezione è già noto da molti anni negli impianti di acquacoltura ed è sicuramente legato a situazioni di sovraffollamento. Ora è difficile capire se gli allevamenti siano stati o meno il punto di partenza per la diffusione del virus, anche se sarebbe più utile riuscire a capire quali sono le condizioni che provocano un aumento di virulenza dell'agente patogeno e le conseguenti epidemie. Probabilmente non è un caso che diverse di queste morie si siano verificate dentro le AMP (capo rizzuto, Ustica) e ora in Corsica, per giunta in specie di pesci che in queste zone si affollano numerosi. Sinceramente non credo che si facciano valutazioni di rischio patologico, sicuramente non negli allevamenti da cui poi arrivano spigole e orate a 6 euro/kg al dettaglio. Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
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