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Tonno rosso: Ue, solo italiani continuano campagna pesca


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Commissaria Damanaki, tutto sta andando secondo le regole

11 giugno, 18:54

 

(ANSA) - BRUXELLES, 11 GIU - "La campagna di pesca Ue per il tonno rosso 2014 si sta svolgendo nel migliore dei modi. Quasi tutti i Partner europei che vi partecipano hanno esaurito le loro quote di pesca, solo gli italiani continuano l'attività perché hanno ancora alcune disponibilità".

 

Lo ha detto la commissaria europea alla pesca Maria Damanaki rispondendo alle domande dei cronisti a Bruxelles. (ANSA).

 

Noi abbiamo ancora alcune disponibilità ...... non commento

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Diciamo che in questa storia del tonno mi sfugge qualcosa (non mi prendete sul serio... è solo un eufemismo), almeno per quello che riguarda quello che vedo da consumatore.

Da una parte la marineria di Mazzara del Vallo si è lamentata di aver esaurito la propria quota alla prima uscita di pesca (e il Sindaco li ha autorizzati a sforare, vorrei capire sulla base di quali presupposti giuridici), dall'altra sui banchi delle pescherie nei mercati palermitane il tonno rosso si trova a 8,00 euro al chilo e qualcuno mi ha riferito che all'ingrosso non arriva ad 1,00 (un euro).

 

Bohhhhhhh...

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Diciamo che in questa storia del tonno mi sfugge qualcosa (non mi prendete sul serio... è solo un eufemismo), almeno per quello che riguarda quello che vedo da consumatore.

Da una parte la marineria di Mazzara del Vallo si è lamentata di aver esaurito la propria quota alla prima uscita di pesca (e il Sindaco li ha autorizzati a sforare, vorrei capire sulla base di quali presupposti giuridici), dall'altra sui banchi delle pescherie nei mercati palermitane il tonno rosso si trova a 8,00 euro al chilo e qualcuno mi ha riferito che all'ingrosso non arriva ad 1,00 (un euro).

 

Bohhhhhhh...

 

Quello che trovi in pescheria dovrebbe essere quello pescato abusivamente mentre quello fatto in regola con i palangari viene distribuito a fattura nei ristoranti del nord a 20 euro al kg. Al pubblico al dettaglio invece sempre al nord viene venduto sui 28/30 euro al kg ma è difficile trovarlo e quando lo trovi è già a fette e questa è una anomalia. L'anomali è che da anni non vedo un tonno intero su un banco al nord, ma sempre queste fette con un colore leggermente più rosato del dovuto. Per me....... non è rosso ma obesus.

 

Di tonni fatti con la circuizione (le 1550 tons) sul mercato italiano non ne vediamo neppure 1, viene esportato da vivo, tenuto nei gabbioni ed addirittura "ucciso" in un modo barbaro che prevede la paralisi del pesce vivo tramite la rimozione del midolloin modo di mantenerne alcune qualità care al consumatore giapponese (quello che non capisco è se li dissanguano o no).

 

Sul sindaco che autorizza la pesca è cosa che può accadere solo in Itaglia, vorrei sapere se la sanzione che ci becchiamo dalla UE la pagheremo noi o la pagherà il sindaco.

In qualsiasi caso, tutta la pesca del tonno è gestita in modo mafioso da asolo alcune "onorate società", i professionisti avrebbero molte ragioni per protestare in modo anche pesante.

Va vietata qualsiasi forma di esportazione di tonno vivo o non lavorato dall'Italia se si vuole tornare ad una gestione non mafiosa.

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DIciamo che anno dopo anno, la situazione degli stock ittici pregiati, si fà sempre più tragica, e quella del tonno rosso e pesce spada, sono in cima alla lista!!... :banging:

 

I pelagici hanno capacità di recupero degli stock sorprendenti, basta non massacrarli sulle freghe (cosa che i nostri mafiosi della circuizione fanno sistematicamente).

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Va vietata qualsiasi forma di esportazione di tonno vivo o non lavorato dall'Italia se si vuole tornare ad una gestione non mafiosa.

 

Non credo che sia sufficiente perchè gran parte delle catture avvengono in acque interne ma internazionali dove il legislatore italiano è incompetente. Servirebbe un'azione di forza in sede internazionale e solo la UE può farlo oppure un estensione arbitraria del limite delle acque internazionali ma l'ultimo che ci ha provato si chiamava Gheddafi che ci ha subito buscato le bombe...

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Va vietata qualsiasi forma di esportazione di tonno vivo o non lavorato dall'Italia se si vuole tornare ad una gestione non mafiosa.

 

Non credo che sia sufficiente perchè gran parte delle catture avvengono in acque interne ma internazionali dove il legislatore italiano è incompetente. Servirebbe un'azione di forza in sede internazionale e solo la UE può farlo oppure un estensione arbitraria del limite delle acque internazionali ma l'ultimo che ci ha provato si chiamava Gheddafi che ci ha subito buscato le bombe...

 

 

La gestione del tonno è già stata internzionalizzata tramite l'Iccat che raggruppa tutti gli stati del mediterrano e dell'atlantico, quindi include anche a gestione delle acque internazionali.

Il problema tutto italiano è che quasi 2000 tons il 75% delle quote è esclusiva di 12 barche forse di proprietà di sole 5 o 6 persone, il 12% è in mano a 30 pescherecci con il palangaro, l'altro 10% alle tonnare fisse e solo il 3% è disponibile per tutti gli altri pescatori professionisti sotto forma di quota indivisa per la mirabolante limitazione di 750 kg a peschereccio di cattura occasionale.

Ai pescatori ricreativi che sono 6000 barche per circa 20.000 persone vanno 10 tons, per cui ogni singolo pescatore ricreativo ha a disposizione 0,5 kg (il peso del cefalo medio).

 

I pescatori ricreativi con le loro 6000 barche concorrono per un 10% a tenere in piedi il settore della nautica da diporto che tra produttori, porti, meccanici ed indotto vale circa 5 miliardi di euro, cioè lo 0,3% del PIL, e paga le tasse ed i carburanti a prezzo pieno.

La pesca professionale tutta italiana vale lo 0,5% del PIL, e non solo paga pochissime tasse ma non paga le accise sui carburanti e si becca contributi a pioggia (che sono quelli che fanno fallire l'Italia).

Nella pesca professionale, le 12 barche da circuizione non scaricano 1 kg di tonno in Italia, e c'è da scommetterci che non portano 1 euro in Italia visto che i soldi certamente si fermano prima tra incassi e spese estero su estero (non a caso fanno tutto a Malta che rappresenta un piccolo paradiso fiscale), e oltre a non portare denaro non portano occupazione diretta (gli equipaggi a parte il capitano sono fatti da magrebini) e neppure indotto per la lavorazione.

Andrebbero cancellate le 12 barche da circuizione, divise le quote in modo equo tra tutti i professionisti con obbligo di sbarco e lavorazione in Italia e lasciato un doveroso 10% di quota per i ricreativi (gli unici che alzano per davvero il PIL).

 

Ma non lo faranno mai perchè l'Italia è ostaggio della mafia e i dirigenti dei ministeri sono corrotti (avessimo una politica sana lo stock attuale dei dirigenti ministeriali verrebbe decimato ogni anno fino all'estinzione)

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DIciamo che anno dopo anno, la situazione degli stock ittici pregiati, si fà sempre più tragica, e quella del tonno rosso e pesce spada, sono in cima alla lista!!... :banging:

 

Sullo spada non mi pronuncio, ma per il tonno non ha senso che un pesce considerato in via di estinzione sia talmente abbondante da far esaurire le quote nazionali in una sola uscita. E' vero, è diminuita la taglia media, ma il tonnellaggio resta pressochè invariato dagli anni 80.

 

Ergo tanto male come dicono non deve stare...

 

:bye:

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La gestione del tonno è già stata internzionalizzata tramite l'Iccat che raggruppa tutti gli stati del mediterrano e dell'atlantico, quindi include anche a gestione delle acque internazionali.

...omissis...Nella pesca professionale, le 12 barche da circuizione non scaricano 1 kg di tonno in Italia, e c'è da scommetterci che non portano 1 euro in Italia visto che i soldi certamente si fermano prima tra incassi e spese estero su estero (non a caso fanno tutto a Malta che rappresenta un piccolo paradiso fiscale), e oltre a non portare denaro non portano occupazione diretta (gli equipaggi a parte il capitano sono fatti da magrebini) e neppure indotto per la lavorazione....

 

..ma anche..

 

Di tonni fatti con la circuizione (le 1550 tons) sul mercato italiano non ne vediamo neppure 1, viene esportato da vivo, tenuto nei gabbioni ed addirittura "ucciso" in un modo barbaro che prevede la paralisi del pesce vivo tramite la rimozione del midolloin modo di mantenerne alcune qualità care al consumatore giapponese (quello che non capisco è se li dissanguano o no).

Ecco il busillis.. se i 12 pescherecci itagliani non vanno fino in Giappone allora i tonni rossi itagliani vengono trasbordati sulle navi officina giapponesi in pieno alto mare cioè in acque internazionali.

E' un passaggio logico forzato a meno che tu non abbia una spiegazione migliore perchè quei tonni non transitano sul territorio nazionale itagliano! Noi neanche li vediamo passare e mai li vedremo neanche in fotografia..

E' in questo passaggio logico forzato che deve mancare la necessaria supervisione dell' ICCAT.

Che a ben leggere ICCAT è solo un organo scientifico dedito alla "moral suasion" e non è un organo giuridico o amministrativo capace di controllare, moderare e sanzionare, basta leggere qui.

 

"ICCAT compiles fishery statistics from its members and from all entities fishing for these species in the Atlantic Ocean, coordinates research, including stock assessment, on behalf of its members, develops scientific-based management advice, provides a mechanism for Contracting Parties to agree on management measures, and produces relevant publications."

 

Tradotto: tutta fuffa o mezza truffa. :thumbdnn:

 

Forse dai per scontato un controllo operato a mare da parte di organi inesistenti e che in realtà non esiste se non solo sulla carta per evidente incompetenza territoriale e giuridica.

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In teoria i 12 pescherecci a circuizione sono ipercontrollati nelle quote, sempre in teoria i pesci vengono contati e pesati in acqua tramite telecamere e sensori subacquei. Il meccanismo dovrebbe funzionare che i poveri tonni dopo essere stati circuiti vengono fatti entrare nei gabbioni 1 alla volta ed in questa fase vengono "pesati" tramite sensori.

Tutto il pesce in eccesso viene invece liberato.

 

In teoria.

 

La realtà è che tutto ciò che viene fatto dall'Italia avviene in acque itagliane, cioè fuori dalle acque territoriali ma all'interno delle acque di competenza per soccorso e sfruttamento.

Le 1550 tonnellate di tonni vengono poi portati in acque maltesi per l'ingrasso e da Malta vengono esportati direttamente in Giappone dove il tonno ha un valore almeno triplo ripetto al mercato nazionale.

Potrebbe sembrare tutta una cosa normale e per bene, ma accadono le seguenti cose:

- abbiamo una legge che vieta categoricamente e punisce penalmente con il carcere la pesca di pesce sottomisura (115 cm o 30 kg di peso minimo), ma nel caso della circuizione questa legge non vale perchè proprio la stessa permette di prendere pesci sottomisura (che significa anche infinitamente sottomisura). Evidentemente la legge non vale per la pesca industriale, mentre vale per il piccolo professionista o il ricreativo

- abbiamo delle leggi sulla tracciabilità del prodotto, ma se il prodotto finisce estero su estero cosa si traccia in Italia?

- abbiamo delle leggi fiscali, ma se un prodotto non è mai entrato in Italia, chi e come viene fatturato?

- e poi, il pesce in eccesso che a questo punto a logica di mercato sono i pesci più grossi, vengono davvero pescati o liberati? Corre qualcosa di più di una voce, che vengano si liberati i tonni già grandi, ma da morti perchè i meccanismi non permettono di rilasciare pesci vivi grandi perchè in tal caso scapperebbero prima i pesci vivi piccoli. Pare che stiano per arrivare dei filmati in merito proprio della campèagna di quest'anno, vedremo se è vero.

- e non per ultimo, come mai gli altri Stati del Mediterraneo hanno esaurito le loro quote al primo giorno di pesca di circuizione ed a noi itagliani non basterà tutto il mese?

 

 

L'evidenza è che questi itagliani rubano, rubano alla natura, al mare, allo Stato e a tutti gli Italiani che non hanno più accesso al mercato legale del tonno. Al cittadino Italiano gli tocca o i succedanei del tonno o il tonno pescato illegalmente.

 

Ora è vero che l'Iccat è una struttura di gestione ad adesione volontaria senza poteri reali, ma è anche vero che il Mipaf è organo ministeriale e che ciò che non fa l'Iccat lo fa la UE sotto forma di infrazioni e sanzioni economiche.

Ora, quanto ci costa in multe la pesca del tonno itagliano per sforamento sistematico delle quote?

E la colpa, è davvero del singolo peschereccio professionista senza quota che vende di sottobanco e del ricreativo che braccona, o del Mipaf stesso che ha creato un sistema ad uso e consumo di "12 piccoli indiani" tutto a danno della Nazione?

 

 

 

ps: si ai gabbioni a selezionare e prendersi i tonni ci sono proprio i Giapponesi stessi, sono loro che decidono quando un tonno vale di più ed è pronto per il trasporto in Giappone (che viene fatto in aereo) e sono loro che uccidono i pesci senza ucciderli per mantenerli più freschi, rimuovendogli da vivi il midollo spinale.

Modificato da Mauro Sanvito
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Potrebbe sembrare tutta una cosa normale e per bene, ma accadono le seguenti cose:

- abbiamo una legge che vieta categoricamente e punisce penalmente con il carcere la pesca di pesce sottomisura (115 cm o 30 kg di peso minimo), ma nel caso della circuizione questa legge non vale perchè proprio la stessa permette di prendere pesci sottomisura (che significa anche infinitamente sottomisura). Evidentemente la legge non vale per la pesca industriale, mentre vale per il piccolo professionista o il ricreativo

- abbiamo delle leggi sulla tracciabilità del prodotto, ma se il prodotto finisce estero su estero cosa si traccia in Italia?

- abbiamo delle leggi fiscali, ma se un prodotto non è mai entrato in Italia, chi e come viene fatturato?

- e poi, il pesce in eccesso che a questo punto a logica di mercato sono i pesci più grossi, vengono davvero pescati o liberati? Corre qualcosa di più di una voce, che vengano si liberati i tonni già grandi, ma da morti perchè i meccanismi non permettono di rilasciare pesci vivi grandi perchè in tal caso scapperebbero prima i pesci vivi piccoli. Pare che stiano per arrivare dei filmati in merito proprio della campèagna di quest'anno, vedremo se è vero.

- e non per ultimo, come mai gli altri Stati del Mediterraneo hanno esaurito le loro quote al primo giorno di pesca di circuizione ed a noi itagliani non basterà tutto il mese?

...e ci scommetto qualcosa che i conti correnti aperti a Malta sono stati aperti in Yen o meglio in USD perchè 'sto cappio di Euro è troppo caro anche per i buongustai giapponesi... :frustry:

Perciò transazioni in valuta non-UE su conti estero su estero sono fuori portata non solo della Finanza ItaGliana ma addirittura fuori da ogni possibile controllo e verifica da parte di ogni Stato dell' Unione Europea e di ogni stato che si affaccia sul Mediterraneo e non (..io penso ai portoghesi che hanno il quasi-monopolio del pinnagialla in olio d'oliva) :thumbdnn:

Perciò l'evasione non è solo a spese dell' ItaGlia e non è solo evasione fiscal-tributaria ma è anche evasione valutaria fatta alle spalle di tutto questo sfaccimm di UE gestita dagli quegli imbecilli raddrizzatori di euro-banane dei nostri euro-deputati di Bruxelles. :death:

E così probabilmente a Malta ci sono aperti i conti correnti uguali e analghi aperti in Yen e USD dai pescatori di tonni di tutto il Mediterraneo. :pile:

Sopratutto dai padroni dei pescherecci UE cioè greci, spagnoli, francesi, portoghesi et cetera. :wacko:

Una truffa colossale e di mafie tirate in ballo ce ne è dentro ben più di una. :vomito:

Modificato da OLOTURIA
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Sullo spada non mi pronuncio, ma per il tonno non ha senso che un pesce considerato in via di estinzione sia talmente abbondante da far esaurire le quote nazionali in una sola uscita. E' vero, è diminuita la taglia media, ma il tonnellaggio resta pressochè invariato dagli anni 80.

 

Ergo tanto male come dicono non deve stare...

..oppure c'è un'altra spiegazione molto più dolorosa.

Le quote nazionali sono soltanto l'ennesima presa per il coulomb. Vedi, a pensare male faccio peccato ma probabilmente ci prendo :devil:

Siccome non è possibile che i pescherecci siano in mano ai pescatori più pippe di tutto il Medi-Terroneo perchè per tutta la stagione di pesca ufficialmente non s'accattano neppure un tonnetto bruciando più gasolio di tutti salvo fare la quota nazionale solo all'ultimo minuto mentre tutti gli altri pescherecci mediterronei la loro quota la hanno già chiusa fin dalla prima settimana, per me ciò significa che questi banditi il tonno rosso lo pescano pure da subito come tutti gli altri ma il loro pescato pregiato lo trasbordano umma umma sulle navi giapponesi off-shore e poi se ne tornano in porto d'armamento con un bel carico di pinnagialla congelato o addirittura già inscatolato dai portoghesi.

Così 1/3 dei loro proventi sembra legale e passa per il mercato itagliano mentre i 2/3 dei proventi che vengono dal tonno rosso pescato illegalmente finiscono su conti esteri in valuta naturalmente al lordo delle ingenti mazzette e provvigioni che questi maledetti pagano ai corrottissimi controllori della pesca UE. :rifle:

Funziona così? O sono io che ho imparato troppo bene da Andreotti? :devil:

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e intanto la storia continua .....

Sequestrate 1,7 tonnellate
di tonno e orate a Brindisi

http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/foto/2014/06/51135.jpgBRINDISI – Circa 1700 chili di prodotti ittici, dal valore complessivo di 15.000 euro, sono stati sequestrato in due diverse operazioni da militari della Capitaneria di porto di Brindisi. Una parte di prodotto è stata trovata in una cella frigo di un centro di distribuzione di Fasano: si tratta di tonno rosso, specie protetta e soggetta a quote di cattura annuale, privo di documento di cattura.

Secondo quanto accertato dalle indagini, proveniva dalla Sicilia e sarebbe stato messo in vendita in Puglia. Gli esemplari sono stati confiscati e venduti all’asta e il ricavato depositato nelle casse della Tesoreria provinciale dello Stato. Multa da 4.000 euro per il commerciante.

In un altro centro di distribuzione della provincia di Brindisi, il nucleo di polizia giudiziaria ha sequestrato 650 Kg di orate sprovviste di informazioni che ne indicassero il nome, la provenienza e la ditta produttrice. La sanzione per il commerciante ammonta in questo caso a 1.500 euro.

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...Secondo quanto accertato dalle indagini, proveniva dalla Sicilia e sarebbe stato messo in vendita in Puglia. ...

C' era da giurarci. <_ oltre alle truffe sul mercato ufficiale di cui ampiamente esposto esiste pure tutto un sommerso e una catena distribuzione parallela organizzata in capillare fatta pescherie ristoratori trasportatori perfino grandi banchi frigoriferi.>

Tutto illegale e tutto sconosciuto ai tutori della legge del kakestan.. almeno così vogliono farci credere B)

Cosa nostra cu 'iè. :rifle:

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