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il "Depiranon" di Giovanni Boccabonifaccio


Ospite RickCT75

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Ospite RickCT75

Carissimi amici del forum. Mentre rovistavo per non so quale accessorio da ritrovare nella mia cantina, la stessa dove ho riposto il cuore e l'attrezzatura durante questo interminabile inverno, rovistando tra le dimentiche cose, ho ritrovato un vecchio e polveroso manoscritto, non so da quanto tempo nè da chi abbandonato fra i vetusti oggetti, il quale raccoglieva, sotto forma di novelle, molte storie tratte da questo forum. Il titolo del libro è "Depiranon", e l'autore autografo, credo copertosi con uno pseudonimo, è un certo Giovanni Boccabonifaccio. Essendo il libro interessantissimo e confacente alle tematiche sempre da noi discusse, ve ne propongo alcuni brani. Invito Zefiro, e chiunque ne sia in grado e ne abbia una copia (o ne abbia ricordo delle sue storie in mente) a partecipare inserendo una novella di suo gradimento inerente la PIA (sempre, però, nel rispetto della gente, della simpatia, e di tutti i personaggi mensionati nelle storie) Comincio col postarvi l'incipit e la prima novella così come li ho trovati:

Ogni riferimento o somiglianza a persone realmente esistenti è da ritenersi del tutto CASUALE, hihih! :D

 

Buon divertimento!

Depiranon di G. Boccabonifaccio-Proemio, 1a giornata e 1a novella.doc

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Miglior contributo in questa discussione

Ci tenevo a esser lo primiero a complimentarmi con lo stimatissimo autore per la sagacia, l'inventiva e lo purissimo tuscolano del Boccaccio sfoderato. Roba per palati fini e augelli tosti. Aspetto la seconda novella. Grande, anzi, Magno :lol: :lol: :lol:

Modificato da zefiro
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Ospite RickCT75

...a se ce fosse er Goracci!!

Ma chi è "er Goracci"?

Se è un personaggio pittoresco che ben venga.... Anche le storie in dialetto laziale (alla Enrico Montesano) sono ben accette!!!!

Modificato da RickCT75
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Ospite RickCT75

Vabhè... presto vi verrò in aiuto io con la seconda novella...

Poi c'è Zefiro che sicuramente è già al lavoro....

In ogni caso basta trovare il testo di una novella/storia, cercaare di adattarne la struttura degli avvenimenti a una cosa di PIA che fa ridere, e poi cambiare le parti del testo per farlo diventare al storia che vuoi... così è più facile.

Modificato da RickCT75
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Genialità allo stato puro !!!

 

Purtroppo penso di essermi perso quache passaggio del forum per cui non riesco a dare la giusta collocazione "storico-interpretativa" alla mirabile novella. :D

 

Ma aspetto con ansia il prosieguo.

 

PS: Complimenti davvero per le capacità narrative

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INTERMEZZO. BREVE NOVELLA APOCRIFA RINVENUTA IN UN BOTTIGLIONE DI VERMENTINO. IL FIUTO PER IL PESCE

Ordunque i dieci convenuti stanchi di srotolar e sfettucciar delle rispettive appendici lignee spostaron l'epicentro delle loro terremotate disquisizioni sul manico, anziché sull'appendice lignea, o fibrosa che fosse. E di fronte alla rigida autorità del manico pare che le liti improvvisamente si placaron: tutti furon d'accordo sul fatto che per fare il pescatore ci volesse il manico, così come per fare il legno ci vuol a l'albero, e così via; pace e amore finalmente.

-Già, disse uno dei convenuti. Ovvio. Ma cosa mi dite del fiuto del pesce?

-Beh, cosa c'è da dire? - risposero gli altri - è un talento come gli altri, o lo si ha o non lo si ha.

-Oppure lo si impara, giusto? Allora sentite come io e altri pescatori del Levante sviluppammo il fiuto del pesce.

Gli altri incrociaron le gambe e stettero a vedere dove portava il filo di quel ragionamento.

-Il nostro maestro - perché questo pescatore ebbe molti allievi, anche se nessuno se ne vanta pubblicamente, molti di più del grande Dapiranio, o del didattico Bardo - il nostro maestro, dicevo, fu Mastro Andreuccio da Bonassola, gran pescatore e grandissimo pasturatore. Codesto Andreuccio aveva un gran fiuto per il pesce, gran tanaiolo, individuava spacchi di corvine e poste da Cirenghe grosse come vitelli col fiuto di un can da trifola e vi si buttava con la veemenza di un cinghialone. Ma non poteva con ciò dirsi pescatore completo. Non tanto per il fatto che era solo tanista, dato che all'epoca tutti pescavamo così, ma perché soffriva del mal dello sfintere. Il suo era stato diagnosticato come un caso conclamato di defecazio isterica! Emotivo assai, di sangue caldo e di corpo sciolto, non appena si avvicinava a una buona tana...vraaaam...gli partiva un tremenda scarica di bombarda ed era costretto volare sul primo scoglio, per alleggerirsi dell'emotività in eccesso per poter riprendere a pescare.

Ma non dovete credere che l'Andreuccio fosse solo gran cagatore, egli era anche pescatore ingegnosissimo. così girò il difetto a suo vantaggio: avvistata la tana usciva fuori e lasciava un primo segnale; proseguiva la pescata e al ritorno...vrammm nuovo segnale su un altro scoglio vicino. Bisogna sapere che all'epoca non c'era gps e si pescava con le mire, che io tra l'altro non ero capace di prendere. Ma per questo c'era Andreuccio, dal cul a gps, che triangolava le sue deiezioni a perfetto angolo retto. Bastava seguirlo...e vraaam corvina....vraaam cirenga. In breve Andreuccio ebbe una muta formata da mezzo paese alle calcagna mentre pescava, tutti molto più attenti a individuare i piccoli menhir formati dai galusci sulla costa che a guardar il fondo del mare. Vedendoci Andreuccio s'incazzò talmente che fu colto da un tremendo spetazzamento isterico, e così rimaneva costantemente bloccato sulla spiaggia, mentre noialtri con poca fatica e molta malizia gli saccheggiavamo le tane.

Fu così che io e altri allenammo il fiuto per il pesce e più che "sento puzza d'orata", nel nostro caso era più corretto dire: sento spusa d'andreuccio. E, come spesso accade, quando perdi un nemico, se ne va anche la parte migliore di te stesso: da quando Andreuccio ha appeso il fucile al chiodo per la rabbia e per la sciolta, purtroppo, ultimamente si è registrato anche un vistoso calo di pasturazione e di pescagione nel Levante Ligure.

Modificato da zefiro
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