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Nuotare rasenti al fondo piscina


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E' un po' che ci penso prima di scrivere questo post, perché so già che mi direte che ho le allucinazioni acquatiche :lol:

Fatto sta: quando faccio apnea in piscina, soprattutto a rana sub, che permette di rimanere molto vicini al fondo, mentre con le pinne bisogna stare staccati per non perdere una fase della pinneggiata, mi sembra di essere più veloce. La sensazione viene amplificata quando nelle piscine con il fondo che scende di colpo verso la buca, passo dall'apnea rasente il fondo all'apnea con un metro e mezzo di acqua sopra e altrettanta sotto. Io all'inizio pensavo che fosse solo un mio errore di assetto. Credevo cioè che appena il fondo cominciava a scendere io istintivamente tendevo ad andare verso il fondo e quindi a spingere non solo in avanti ma anche verso il fondo vasca. Ma poi, prova e riprova a mantenere la stessa profondità, continuo ad avere la stessa sensazione. E la cosa la sento anche al contrario, cioè, quando parto dalla parte profonda della vasca e rimanendo a mezz'acqua, arrivato a metà vasca rimanendo vicino al fondo, sembra che la velocità aumenti. Dicevo che con le pinne non sto mai molto attaccato, ma se provo a rimanere molto vicino al fondo, soprattutto con pinne corte e gambata delfino, ho lo stesso tipo di sensazione.

Innanzitutto chiedo a voi se è una sensazione che ho solo io :oops:

Se è così non vado neanche oltre :P :P

Ma se non solo l'unico a percepire questo... la domanda è: perché succede? :robot:

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Scusa come fai a fare la rana se lecchi le piastrelle? La passata di braccia non la si riesce a dare, ugualmente per la gambata è un po problematica la cosa. Magari ti sembra di andare più velcoe perchè riesci a vedere meglio la linea delle piastrelle che scorre sotto di te. Magari prova a cronometrarti ogni volta così hai un idea precisa di come tu stai andando.

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La bracciata si dà senza molti problemi, le mani con il pollice sfiorano il petto quindi non dico che se vuoi rimani attaccato ma poco ci manca. La gambata nella rana ha un movimento che in pratica non va mai verso il basso perché unisci le ginocchia, allarghi i piedi e poi dai la gambata, le ginocchia si avvicinano ma le gambe non si raggruppano mai verso il il petto. Almeno io la ranasub la faccio così.

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A mio parere ed esperienza, nuotando vicino al fondo riesci (e sei costretto) a procedere inn modo perfettamente lineare, ovvero senza salire o scendere, senza sdalire perchè hai un riferimento preciso di distanza dal fondo, senza scendere perchè oltre al riferimento di cui prima se lo fai sbatti sul fondo o, quantomeno, non riesci più a nuotare. Ecco che nuotando in linea perfettamente orizzontale ci sono minori dispersioni e la velocità è, lievemente o sensibilmente, maggiore.

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A mio parere ed esperienza, nuotando vicino al fondo riesci (e sei costretto) a procedere inn modo perfettamente lineare

Ciao Manuele! E' proprio uno dei motivi che sono venuti in mente anche a me. ;)

 

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Credo che si tratti di una sensazione dovuta alla "vicinanza" del riferimento fisso...faccio un esempio un pò esagerato: se un aereo volasse a dieci metri dal suolo la velocità percepita dai passeggeri sarebbe sicuramente superiore a quella percepita a 8000 m di quota proprio per la posizione del riferimento.

Tuttavia, per vari motivi, è ragionevole pensare che l'attrito tra fra gli strati d'acqua attigui al fondo sia superiore rispetto a quello fra strati d'acqua "indisturbati" dagli effetti della parete, ciò per il principio di azione-reazione dovrebbe dare vita ad una spinta superiore nei pressi del fondo...ma non credo che tale differenza sia percepibile.. :bye:

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La differenza si sente eccome, sia per i motivi legati alla fisica dei fluidi sia per gli effetti sulla linearità della traiettoria accennata da Manu, ma i benefeci di cui sopra (specialmente quelli legati alla dinamica dei fluidi) vanno posti in relazione rispetto a parametri anche più importanti; ad esempio, se uso delle pinne (ovviamente non sto a prendere neanche in esame la possibilità di utilizzo della mono perché lì valgono delle "regole" completamente diverse...) estremamente morbide o con un coefficente di restituzione della forza impressa piuttosto elevata (in buona sostanza leggi carbonio....) l'ampiezza della pinneggiata, consente economie di movimento ed efficacia degli stessi sicuramente superiori a qualsiasi legge fisica o condizionaamento psicologico.

E allora, se sono un semplice pescatore e vado in piscina solo per fare/mantenere un minimo di condizione fisica, assetto, posizione, pinneggiata, e quota di esercizio, entro certi parametri sono dettagli tuttosommato trascurabili, ma se me faccio un mazzo tanto due o tre volte a settimana per migliorare la mia tecnica in apnea pura e raggiungere determinati obiettivi (da traslare poi in ambito agonistico...) la questione non si affronta neanche, la quota operativa migliore la trovo - approssimativamente - ad un buon 50% della profondità media ed è costante lungo tutto il tragitto, indipendentemente dalle variazioni di profondità della corsia, stessa cosa (cioè diversa tecnica impiegata a seconda della meta finale, volendo aggiungere carne al fuoco) vale per la virata a fine vasca.... non so se ho reso....

 

Ahh ovviamente trattaasi di parere personale.... :PB)

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Credo che si tratti di una sensazione dovuta alla "vicinanza" del riferimento fisso...faccio un esempio un pò esagerato: se un aereo volasse a dieci metri dal suolo la velocità percepita dai passeggeri sarebbe sicuramente superiore a quella percepita a 8000 m di quota proprio per la posizione del riferimento.

Tuttavia, per vari motivi, è ragionevole pensare che l'attrito tra fra gli strati d'acqua attigui al fondo sia superiore rispetto a quello fra strati d'acqua "indisturbati" dagli effetti della parete, ciò per il principio di azione-reazione dovrebbe dare vita ad una spinta superiore nei pressi del fondo...ma non credo che tale differenza sia percepibile.. :bye:

 

L'aereo che vola a dieci metri di quota subisce un effetto di portanza ben conosciuto dai progettisti e dai piloti che si chiama effetto suolo. L'effetto aumenta la portanza e quindi la velocità, è il principio ispiratrice degli ekranoplani

http://it.wikipedia.org/wiki/Ekranoplano

 

In piscina la meccanica dei fluidi è abbastanza simile a quello di un ekranoplano.

Il corpo in avanzamento produce portanza, l'effetto più vistoso è l'onda di spinta che sostiene (e spinge) il nuotatore.

Questo vale anche per l'apneista.

Se il corpo procede vicino al fondo è sostenuto da un onda di spinta di altezza maggiore. Se la distanza dal fondo aumenta l'altezza dell'onda è minore, e minore è la spinta. Chiaro che l'apneista però non deve avere il movimento intralciato dal fondo stesso.

Se una piscina ha la fatidica buca con gradino, la piscina è più lenta rispetto ad una pari piscina senza buca.

Però per distinguere una piscina lenta da una veloce entrano in gioco altri fattori tra cui i più importanti oltre alla già citata buca sono le corsie e gli sfioratoi (onda riflessa che rallenta il nuotatore) e la durezza dell'acqua (a gh più basso corrisponde acqua meno dura e quindi più veloce).

La piscina migliore deve quindi essere abbastanza bassa con profondità costante per favorire l'onda di spinta, deve avere ottime corsie e sfioratoi per eliminare l'onda riflessa, deve essere riempita con acqua molto dolce quindi ottima è l'acqua di fonte e pessima quella di pozzo molto profondo, deve essere di materiale poco sensibile all'attrito dell'acqua (bene piastrelle ceramiche non fugate o pvc molto liscio, male piastrelle fugate o pvc granuloso).

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:huh: :huh: anvedi!!! :huh: :huh:

allora non sono così visionario, esiste per davvero questo fenomeno!!

Grazie a tutti della spiegazione!

 

ad esempio, se uso delle pinne estremamente morbide o con un coefficente di restituzione della forza impressa piuttosto elevata (in buona sostanza leggi carbonio....) l'ampiezza della pinneggiata, consente economie di movimento ed efficacia degli stessi sicuramente superiori a qualsiasi legge fisica o condizionaamento psicologico.

Sì su questo perfettamente d'accordo, in questo periodo sto usando alternativamente in piscina le pale in carbonio e quelle in plastica e quando metto su le pinne in plastica c'è una differenza abissale di resa e di sforzo. Pare di avere due legni appiccicati ai piedi. Poi per carità... ci vuole anche la tecnica giusta altrimenti la pinna non serve a niente, se però negli anni si è acquistata un po' di sensibilità all'acqua certe cose si sentono molto.

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Ospite Forchetta

se avete la passione di correre, potete avere la stessa sensazione che prova vare , basta andare a correre vicino a un muro , se state a un paio di metri dal muro non percepite niente , ma appena vi avvicinate al muro e correte vicino diciamo a meno di un metro avete modo di capire cosa vuol dire vare , sembra di andare molto piu veloce , credo che dipenda dal campo visivo , il nostro cervello elabora velocemente alcuni dati e la vicinanza del fondo della piscina o del muro mentre si corre vieve vissuta in modo anomalo , basta provare , è molto interessante :rolleyes:

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Sì ma la cosa interessante è che non è una falsa percezione di maggiore velocità, un inganno visivo, è proprio una conseguenza della dinamica dei corpi nei fluidi!

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  • 3 settimane dopo...

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