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"E' importante conoscere i propri limiti..."


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la pia è uno sport intrinsecamente rischioso perchè viene praticato in acqua che di certo non è il nostro ambiente naturale, tuttavia ci sono individui che hanno qualità fuori dal comune e superano limiti che per gli altri sono proibitivi...il corpo da segnali chiari quando l'aria sta finendo (contrazioni), segnali che arrivano mooolto prima del vero limite se si prepara l'apnea con cura (senza iperventilare ecc..) rispettando questi segnali si va al 99% in sicurezza, poi in mare può succedere di tutto e quell'1% può essere fatale per chiunque ma non dobbiamo andarcela a cercare...concordo con il fatto che la paura è utile e che aiuta a non far fare cavolate

La competizione è una cosa che nel nostro sport fa male a mio avviso, se il tuo compagno fa aspetti da 2minuti non è detto che debba farli anche tu...conoscere i propri limiti vuol dire non strafare e quando ci si approccia a qualcosa di nuovo (tipo una quota più fonda) andarci con i piedi di piombo... mai come nella pia la prudenza non è mai troppa

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Se la risposta a queste domande (che dovrebbero essere pleonastiche) fosse si,vi chiedo: secondo voi quali dovrebbero essere il limite e la soglia di sicurezza del pescatore in apnea ?

 

Riflettendo su queste righe, sono convinto che si possa parlare di "limite" solo per chi pratica l'apnea fine a se stessa. Nell'esercizio dell'apnea finalizzata alla cattura della preda entrano in campo altri fattori quali l'emozione di avere avistato una potenziale preda e la voglia, in alcuni casi l'esigenza, di poterla catturare. Questi elementi distraggono anche il buon apneista dall'introspezione deficiando la reale possibilità di capire quando bisogna risalire. Quindi ritengo che non potendo il pescatore porre un "limite" all'apnea, in virtù del fatto che come dice Siccia prima o poi.."chi cerca trova"..., credo bisogna parlare più di buon senso, di maturità che di limite. Quindi di " soglia di sicurezza" data da fattori e senzazioni strettamente soggettivi e variabili di voltra in volta ma che comunque è necessario saper individuare analizzando se stessi.

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queste discussioni sono sempre molto interessanti...se ne sono fatte diverse e tutte istruttive, da persone che adesso non frequentano più il forum come Ciavarella....

 

io corsi non ne ho fatti, non mi interessano, opinione personale..... però mi piace leggere, informarmi, sapere, andare in libreria e comprarmi un bel libro...penso che sia un dovere di tutti noi che andiamo in mare....

 

Ho iniziato a fare apnea da bambino raccogliendo ricci e cozze...non sapevo neanche cosa fosse l'iperventilazione, e la facevo..mi sembrava naturale e necessario per stare di più in acqua..ed a volte cercavo di resistere un pò di più magari per raccogliere qualche riccio in più e stancarmi meno a fare su e giù....... riflettendoci su, alla luce della maggiore consapevolezza che ho oggi, penso di non aver avuto incidenti solo perchè ero in poca acqua e impiegavo solo alcuni secondi per ritornare su.... questo, solo per prendere lo spunto per dire che uno dei fattori principali di sicurezza è proprio la profondità...ragazzi non è uno scherzo andare a 20 metri o più...anche se ci siamo già stati tante volte, anche se il nostro luogo di pesca preferito è una secca al largo con quelle profondità, non significa che dopo un lungo (o anche breve) periodo di inattività siamo capaci di pescare a quelle quote con apnee di un certo tipo che in passato facevamo con tranquillità... questo è uno dei concetti più duri da assimilare per un pescatore, soprattutto per chi non ha più 20 anni e magari per impegni di lavoro o di famiglia non riesce più ad andare in mare con regolarità...

 

Quindi il messaggio è, accontentiamoci di pescare anche in 10 metri (o quello che è) quando non siamo pronti ad andare oltre...questo può essere già un primo parametro di sicurezza che ognuno di noi può stabilire (non bluffando con la propria coscienza)

 

 

 

 

 

 

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ragazzi di queste discusioni ce ne sono tante, ma sono importanti e non fà male parlarne, però non è che portano ad una conclusione univoca

ognuno ha una propria idea, proprio modo, chi ha fatto i corsi e chi no, e tra coloro che li hanno fatti danno risposte diverse

ora una volta per tutte si vuole chiarire se il cosiddetto limite che ci avverte di salire sia la contrazione diaframmatica o no?? bisogna aspettare questa contrazione per capire che è il momento di salire o bisogna salire prima della prima contrazione??

forse è il caso di aprire un sondaggio?

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Mi sono ripromesso di non scrivere su queste faccende ma per una volta farò l'eccezione.

Intanto è necessario affermare con fermezza che non esiste un limite riconoscibile.

Credere che si posa conoscere il proprio limite per poter pescare in sicurezza significa non averci capito quasi nulla dell'apnea e della pesca sub.

 

Credo di poter dire di essere un subacqueo di una certa esperienza e di certo uno di quelli più informati ed allenati.

Ho 51 anni suonati ed ho pescato quest'anno come mai avevo in precedenza per tempi e profondità.

Bene, anzi NO!

Quest'anno mi è accaduto qualcosa di spiacevole mentre pescavo da solo ed a quote di gran lunga al di sotto delle mie possibilità.

Durante l'apnea non ho percepito alcuno stress e neanche alcun affaticamento eppure appena affiorato mi sono sentito aggredire da una stanchezza infinita. Ho fatto fatica a risalire in gommone. Chiaramente sono andato, SENZA RENDERMENE CONTO, oltre il limite di QUEL giorno, di QUELLA apnea di QUELLA pescata.

L'unica differenza era che da giorni ero sotto cura con antibiotici per una fastidiosa infezione all'orecchio dx.

Ora mi astengo dal fare lezioni, ancora una vota sarebbero inaccettabili per tutti ma vi prego di non fare affermazioni errate anche se guidate dalla volontà certa di fare ulteriore "sicurezza".

Devo ammettere, per primo a me stesso, che la migliore sicurezza si ottiene ammettendo a se stessi che in acqua, a pesca si è assolutamente INSICURI, SEMPRE!!!!!

Ciao e scusate l'intrusione, passo e CHIUDO!

 

Gianfranco Ciavarella

Modificato da uisso
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Mi sono ripromesso di non scrivere su queste faccende ma per una volta farò l'eccezione.

Intanto è necessario affermare con fermezza che non esiste un limite riconoscibile.

Credere che si posa conoscere il proprio limite per poter pescare in sicurezza significa non averci capito quasi nulla dell'apnea e della pesca sub.

 

Credo di poter dire di essere un subacqueo di una certa esperienza e di certo uno di quelli più informati ed allenati.

Ho 51 anni suonati ed ho pescato quest'anno come mai avevo in precedenza per tempi e profondità.

Bene, anzi NO!

Quest'anno mi è accaduto qualcosa di spiacevole mentre pescavo da solo ed a quote di gran lunga al di sotto delle mie possibilità.

Durante l'apnea non ho percepito alcuno stress e neanche alcun affaticamento eppure appena affiorato mi sono sentito aggredire da una stanchezza infinita. Ho fatto fatica a risalire in gommone. Chiaramente sono andato, SENZA RENDERMENE CONTO, oltre il limite di QUEL giorno, di QUELLA apnea di QUELLA pescata.

L'unica differenza era che da giorni ero sotto cura con antibiotici per una fastidiosa infezione all'orecchio dx.

Ora mi astengo dal fare lezioni, ancora una vota sarebbero inaccettabili per tutti ma vi prego di non fare affermazioni errate anche se guidate dalla volontà certa di fare ulteriore "sicurezza".

Devo ammettere, per primo a me stesso, che la migliore sicurezza si ottiene ammettendo a se stessi che in acqua, a pesca si è assolutamente INSICURI, SEMPRE!!!!!

Ciao e scusate l'intrusione, passo e CHIUDO!

 

Gianfranco Ciavarella

 

Sig. Ciavarella,

grazie per l' intervento e per la testimonianza relativa al problema accaduto....senza dubbio essere sempre insicuri aiuta a mantenere alta la soglia di attenzione verso il pericolo..però a volte mi sembra di percepire che questo sport sia più una roulette russa che una disciplina sportiva..è il SENZA RENDERMENE CONTO che mi spaventa.. Ho reso l' idea?

Ciao

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Se aggiungi il fatto che il sottoscritto, senza sciocca e falsa modestia, è uno senza dubbio informato ed esperto ti renderai conto che le cose stanno esattamente così.

Ricordate quanti sono gli esperti che hanno lasciato questo mondo e avrete un quadro chiaro solo a chi vuole leggere anche ciò che non piace leggere.

Questo sport è assolutamente pericoloso, farlo da soli lo è tanto di più.

Il resto sono chiacchiere morte!

Modificato da uisso
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ragazzi di queste discusioni ce ne sono tante, ma sono importanti e non fà male parlarne, però non è che portano ad una conclusione univoca

ognuno ha una propria idea, proprio modo, chi ha fatto i corsi e chi no, e tra coloro che li hanno fatti danno risposte diverse

ora una volta per tutte si vuole chiarire se il cosiddetto limite che ci avverte di salire sia la contrazione diaframmatica o no?? bisogna aspettare questa contrazione per capire che è il momento di salire o bisogna salire prima della prima contrazione??

forse è il caso di aprire un sondaggio?

 

macchè sondaggio, l'apnea è una attività in costante evoluzione dal punto di vista medico-scientifico.

I nostri limiti variano di giorno in giorno, solo l'esperienza e la prudenza possono evitarci pericoli, almeno nel "prevedibile".

L'esperienza ci aiuta nel rendersi conto che quel giorno non è uguale agli altri, la prudenza ci aiuta se nel momento in cui ci accorgiamo che non è "come al solito" terminiamo la pescata..

Le contrazioni diaframmatiche sono il segnale che il nostro corpo ci dà quando dobbiamo respirare, ogni secondo in piu' che restiamo sotto è già rischio.

Ognuno di noi ha il SUO limite e ognuno sa quanto tempo gli resta di apnea per risalire. Dipende da tanti fattori. Personalmente se pesco in bassofondo max 3mt. so che posso aspettare un po' dalla comparsa della contrazione. Quel po' non è sempre uguale e non arriva sempre nello stesso momento, dipende dallo sforzo fisico, allenamento, stato del mare, ecc.eccc.ecc. Se dovessi dirTi come comportarmi a 20mt ti direi....non lo so perchè non ho abitudine a pescare a quelle quote..

Bisogna andare avanti per gradi, senza bruciare le tappe, cosa quasi impossibile nella pesca. Ci vuole tempo per capire come fare bene le cose.

In sintesi il corso straserve, poi con l'andare per mare si affinano tecnica e sensazioni, sempre con un compagno per ragioni di sicurezza mi raccomando!!!

 

 

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Mi sono ripromesso di non scrivere su queste faccende ma per una volta farò l'eccezione.

Intanto è necessario affermare con fermezza che non esiste un limite riconoscibile.

Credere che si posa conoscere il proprio limite per poter pescare in sicurezza significa non averci capito quasi nulla dell'apnea e della pesca sub.

 

Credo di poter dire di essere un subacqueo di una certa esperienza e di certo uno di quelli più informati ed allenati.

Ho 51 anni suonati ed ho pescato quest'anno come mai avevo in precedenza per tempi e profondità.

Bene, anzi NO!

Quest'anno mi è accaduto qualcosa di spiacevole mentre pescavo da solo ed a quote di gran lunga al di sotto delle mie possibilità.

Durante l'apnea non ho percepito alcuno stress e neanche alcun affaticamento eppure appena affiorato mi sono sentito aggredire da una stanchezza infinita. Ho fatto fatica a risalire in gommone. Chiaramente sono andato, SENZA RENDERMENE CONTO, oltre il limite di QUEL giorno, di QUELLA apnea di QUELLA pescata.

L'unica differenza era che da giorni ero sotto cura con antibiotici per una fastidiosa infezione all'orecchio dx.

Ora mi astengo dal fare lezioni, ancora una vota sarebbero inaccettabili per tutti ma vi prego di non fare affermazioni errate anche se guidate dalla volontà certa di fare ulteriore "sicurezza".

Devo ammettere, per primo a me stesso, che la migliore sicurezza si ottiene ammettendo a se stessi che in acqua, a pesca si è assolutamente INSICURI, SEMPRE!!!!!

Ciao e scusate l'intrusione, passo e CHIUDO!

 

Gianfranco Ciavarella

non voglio criticarti, ma l'insicurezza è anche in macchina in moto, come hai detto pescavi a quote impegnative con antibiotici (io non pesco se non passa una settimana da qualsiasi cura che faccio) eri da solo,

 

forse hai un pò superato il limite anche se l'esperienza e gli allenamenti sono dalla tua parte. (scusa se ti do del tu io sono un ragazzo di 22 anni :lol: )

 

nessuno in acqua è sicuro e la possibilità di non tornare c'è, ci penso ogni volta che parto SEMPRE, se un giorno mi dovesse capitare sono cosciente a ciò che vado incontro,

ED è PER QUESTO CHE ENTRO IN ACQUA CON UNA FIFA TREMENDA E NON MI VERGOGNO A DIRLO, ALLA PRIMA CONTRAZIONE DIAFRAMMATICA RISALGO SEMPRE anche se mi trovo a 10 metri,

 

attenti anche alle barche che fanno il doppio dei morti dei malesseri

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fermo restando che questi discorsi sono sempre utili,esiste una statistica,una triste statistica delle cause dei decessi nella pia?chiaramente intendo il motivo per cui il pescatore non è riemerso in tempo,cioè oltre al fatto che qualcuno sia rimasto,per sua scelta oltre il famoso limite di cui stiamo discutendo,ci sarà quello che è rimasto per chè si è incastratosotto un sasso,quello che ha cominciato a risalire in tranquillità,ma gli sono venuti i crampi,ecc.ecc.

questo che significa?significa che il 90 % di noi pesca in tranquillità,senza strafare,ma esiste sempre la possibilità anche in questo caso ed anche senza andare a cercare il limite di rimanere sott'acqua.

significa che se il 50%(faccio dei numeri a caso) di quelli che ci rimangono è perchè sono andati oltre il limite,un altro 50% ci rimane perchè ha un incidente,malgrado stia pescando in sicurezza!

io sono convinto di pescare sempre in sicurezza,mi sono successi degli imprevisti,non più tardi di due settimane fa crampi a 10 mt,ma forse perchè pesco troppo in sicurezza sono riuscito a risalire,ma posso dire che non mi succederà mai niente?

alla fine di questa discussione credo che conoscere il mio limite non mi interessa,mi interessa stare in acqua in tranquillità con i miei amici.

u'altra cosa,quando ci sono questa discussioni c'è sempre chi dice che va in acqua con la paura che gli possa succedere qualcosa,sinceramente mi domando che ci va a fare,io a mare vado perchè mi diverto un mondo,cerco di essere prudente come cerco di esserlo in auto in moto o quando sistemo un filo elettrico,cosciente che tutto può succedere,ma godendomi la vita altrimenti che senso ha?

vorrei chiedere,per esempio a gabry fish che lo ha appena scritto che entra in acqua con una fifa tremenda,ma te lo ha detto il dottore di fare la pescasub?sinceramente mi sembra assurdo leggere una cosa del genere quando andare a pesca è,o dovrebbe essere una tua libera scelta fatta per andare a divertirti.

 

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ciao dario voglio risponderti seguendo il mio modo di pensare...

per me sono due cose distinte l'aver paura, e la passione..

per paura non intendo che mentre pesco tremo ma scagazzo adoosso :lol: o nonsocchè,

mi capita spesso di pensare che è una cosa rischiosa, io sono un tipo realista, e se vedo che il rischio di non tornare c'è io ci penso anche durante la battuta di pesca...

io pesco perchè le emozioni che mi regala questo sport sono introvabili(per me) in altri sport, io guido le moto in pista da 5 anni a livello dilettantistico ma non c'è paragone, tu sai come me quali emozioni questo sport regala.

 

la mia paura è simile al timore-rispetto verso questo elemento (mare) affascinante quanto pericoloso,

non pensi che se tutti avessero paura e al rispetto del mare non lo sfiderebbero?? che molte tragedie potevano essere evitate? mi sempra l'anno scorso un ragazzo fu trovato morto ad acireale a profondita molto molto impegnative.....

 

per cosa? un pesce? 20kg o 40kg li si ci lascia la pelle se non si impara ad avere il giusto compromesso timore-rispetto e voglia di divertirsi (un pò come in moto)

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come si dice ed io ne sono convinto,questo tipo di discussioni sono utili perchè se anche portassero un solo pescatore"scapestrato"a pensare un pò di più a quello che fa sarebbe molto bello,ma io me li vedo quelli che scendono a venti metri guerdando il profondimetro invece di cercare un pesce in giro ed uscire con gli occhi da fuori come un tappo di champagne!purtroppo ne esisteranno sempre e sono quelli più a rischio,poi c'è tutto il resto come ho scritto precedentemente,l'imprevisto che può capitare anche al più prudente di noi,ecc.ecc.

ritornando al discorso della paura,e parlo con gabry fish,una cosa è la FIFA TREMENDA come tu hai scritto ed una cosa è il rispetto per il mare!io credo che importante sia il rispetto della vita sempre non solo in acqua,io torno a ripeterlo quando sto in acqua so benissimo che può succedere qualcosa,ma lo so in ogni momento della mia vita,un mio amico è morto cambiando una lampadina a casa sua un altro per aiutare un ragazzino con una bombola di gas che lo ha bruciato vivo,perchè dovrei aver paura di andare sott'acqua e non aver paura che in questo momento mi caschi il tetto in testa?(per assurdo?)io vado a mare e me la godo a mille, e se un giorno dovesse succedermi qualcosa almeno me ne andrò godendo...

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più o meno la penso come te, condivido tutto quello che hai detto

ho esagerato mettendo : fifa tremenda, chiamiamola paura da rispetto...

 

il mare dobbiamo godercelo con la massima sicurezza possibile, se poi deve succedere abbiamo fatto il possibile per evitarlo dico bene?

 

è come gli incidenti in auto, andare piano, mettere la cintura rispettare i LIMITI, riduce la probabilità ma l'incidente può succedere sempre...

ora dimmi se un ragazzo non ha paura di andare a sbattere... metterà la cintura? andrà piano?? sarà prudente? direi di no...

 

in poche parole dario stiamo dicendo le stesse cpse ma con parole differenti e da punti di vista differenti

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