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Articolo sul Trofeo M. Isola e sicurezza


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Miglior contributo in questa discussione

Purtroppo non posso fare a meno di notare che si cade sempre negli stessi errori.

Ho appena letto l'articolo sul trofeo Isola e mi chiedo come si possa parlare di sicurezza, in un'occasione tra l'altro così particolare, e poi porre l'accento in senso positivo e di ammirazione sul ritmo impressionante di tuffi tenuto dal vincitore durante la gara?

Qualcuno può spiegarmelo?

 

 

Buongiorno Daniele Petrollini,

mi sembra ci siamo conosciuti a Trapani (semifinali B), cercherò di soddisfare la tua curiosità:

in qualità di atleta, presidente del circolo A.S.D. Air Sub Apnea Team, organizzatore della manifestazione in memoria di Mauro Isola ed intervistatore di Cristian per l'articolo a ciu fai riferimento ti rispondo

1) Cristian Corrias nella gara in oggetto ha pescato in un fondale massimo di 15 metri (questo nel solo momento in cui ha raggiunto i punti più lontani dalla costa) infatti in un tempo massimo di 5 ore nel luogo in cui è stata svolta la gara è difficile raggiungere profondità maggiori (questo è stato uno dei fattori che ha influenzato la mia scelta del campo gara)

2) Cristian Corrias è un atleta (prima faceva parte del mio circolo) che và in acqua tutti i giorni e, anche se nel mondo delle gare non è un nome, è un vero atleta (prova a sentire Massimiliano Barteloni, forse anche Bruno De Silvestri, a riguardo)

3) Nel campo gara erano presenti 7 imbarcazioni d'assistenza con medico a bordo (tra cui erano presenti i carabinieri subacqei + 3 gommoni pronti in caso di avarie) ed eravamo in contatto costante con la sala operativa della Capitaneria di Porto di Cagliari, il tutto per 26 atleti iscritti 25 realmente in acqua

4) Le imbarcazioni d'assistenza non hanno mai lasciato soli gli atleti, ne dovevano controllare solamente 3,5 a testa

 

Spero di non aver dimenticato nulla e di averti tranquillizzato sull'aspetto della sicurezza, infatti oltre ricordare Mauro la gara ha lo scopo di risvegliare le coscienze (specie dei più giovani e meno esperti - e qui sul forum mi pare ce ne siano tanti) su questo fattore.

Mi dispiace notare questa profonda vena polemica nelle parole di alcuni, spero che si preferisca dare il proprio apporto per sensibilizzare gli altri sulla necessità di mettere la sicurezza al primo posto (vedi cercare di evitare che gli amici/conoscenti vadano a pescare da soli) che non spendersi in polemiche sterili che non hanno nessun effetto e valore.

 

 

Carissimo, prima di tutto non ritengo necessarie le tue lettere cubitali, che potrebbero essere fraintese in questo contesto.

Cristian lo conosco molto bene, Massimiliano è un caro amico, conosco le doti di entrambi e per esempio posso assicurarti che Massimiliano non ne può più di essere citato per il suo ritmo di pesca, preferisce essere elogiato per il campione che è.

Poi vorrei farti notare che in quindici metri di acqua si può morire, e che il taravana è abbastanza indipendente dalle quote a cui si opera.

In ultimo non mi sono neanche lontanamente sognato di mettere in dubbio le misure di sicurezza della gara in questione, mi piacerebbe che mi facessi notare da quali mie parole lo evinci, il mio appunto è molto chiaro e limitato al tuo articolo ed a ciò che hai portato in evidenza ed in un certo senso vantato della prestazione di Cristian.

Nessuna polemica

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Si Settesette ho capito che e' sport. Ma se Cristian per sport non ha rispettato i tempi di recupero tra un tuffo e l'altro ha fatto una cazzata anche se e' allenato, anche se e' bravissimo e anche se e' uomo di esperienza. Io non so se lo ha fatto (penso di no) ma dall'articolo letto non ho visto spunti che predicano la "non sicurezza" (e questo mi pare il tema della discussione)

Ciao

 

Luca

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Daniele, mi insegni che se l'acqua non e' limpida e non puoi pescare "a vista" devi fare qualche planatina in piu' (anche solo per individuare una zonetta di roccia) e quindi aumenta il numero dei tuffi ? Forse che se gli altri atleti avevano un ritmo blando e quindi un ritmo forsennato diventa un ritmo normale? Sai se ha effettuato i recuperi dovuti o meno?

Dai su e' davvero sterile polemica..

 

 

Luca abbi pazienza, ci sono molti modi di dire le cose, quello secondo me è sbagliato e porta con se un cattivo esempio da non seguire, ovvero il ritmo di tuffi forsennato.

Tu cerchi di spiegarlo con osservazioni che saranno anche valide, ma di certo non alla portata di tutti coloro che leggono, ciò che passa è che Cristian è stato bravo per il suo ritmo forsennato e a me non sta bene che passi.

 

 

 

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Ospite Matteo Grassellini
Riporto testuali parole: "I tuoi avversari dicono che avevi un ritmo impressionante. Così dicono! Forse perché ho la fortuna di pescare spesso con Massimiliano Barteloni e se non fai così non gli stai dietro! Devo dire però che anche Massimo Spano è parte di questo risultato."

 

Secondo me in queste parole (se testuali) c'è poco da travisare, gli atleti più allenati e dotati, molto spesso hanno ritmi di pesca estremamente elevati (impressionanti/indiavolati sono solo modi coloriti per enfatizzare il gesto atletico) . Ma questo è un problema soltanto se la profondità di esercizio è importante, e l'atleta è molto allenato, perchè accorciando i tempi di recupero tra un tuffo ed un altro, i livelli di azoto nel sangue a quanto "so", salgono a livelli (possibile trasformazione da liquido a stato gassoso) che richiederebbero la decompressione al pari di un bombolaro che staziona circa alla metà della profondità (mi sembra che questo problema lo abbia avuto anche il forte Gallinucci agli assoluti a Palermo, spero di non sbagliarmi).

Però in fondali medio bassi (entro 15mt) credo che questo problema non si presenti.

 

Mi sembra comunque normale enfatizzare anche l'aspetto atletico della prestazione di un atleta oltre che il carniere. Ed è altrettanto vero che ci sono campioni che in sicurezza pescano "nell abisso" ma questo non può essere certo visto come un invito all'emulazione......

 

Per concludere credo che in uno sport come il nostro nel quale lo spettatore al massimo assiste alla partenza ed alla pesatura in una gara, il giornalista che poi la deve raccontare al pubblico, fa bene a non limitarsi nel descrivere solo il carniere...

 

Questa è la mia opinione

 

Matteo G.

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Comincio ringraziandoti per il Carissimo,

 

....prima di tutto non ritengo necessarie le tue lettere cubitali...

 

 

continuo scusandomi per l'ingoranza che mi ha fatto uscire dall netiquette ma uso sempre questo tipo di carattere (mi aiuta a vedere gli orrori di ortografia, e forse non è nemmeno sufficiente visto che me ne scappano di continuo)

 

....Cristian lo conosco molto bene, Massimiliano è un caro amico, conosco le doti di entrambi e per esempio posso assicurarti che Massimiliano non ne può più di essere citato per il suo ritmo di pesca, preferisce essere elogiato per il campione che è....

 

sono contentissimo che Massimiliano sia per te un caro amico, e spero che lo stesso sia tu per lui, la cosa può solo arrichire perchè è una splendida Persona, di grande dirittura morale e di grande intelligenza, a prescindere dalle sue indiscusse capacità atletiche

 

Poi vorrei farti notare che in quindici metri di acqua si può morire, e che il taravana è abbastanza indipendente dalle quote a cui si opera.

 

mi scuso per non aver precisato che Cristian non ha "sgarrato" sui tempi di recupero ma che se pinneggaia per 100 metri a una velocità che è difficile da seguire e poi con facilità e, dopo un paio di respiri profondi, si tuffa mentre chi lo seguiva non è ancora arrivato e nel momento che arriva ha un fiatone che levati... Continnuo a dire che è un grande gesto atletico!

 

... il mio appunto è molto chiaro e limitato al tuo articolo ed a ciò che hai portato in evidenza ed in un certo senso vantato della prestazione di Cristian.

 

mi spiace, scrivere articoli non è il mio forte, ne il mio mestiere e ammetto di non esserci portato, mi è stato purtroppo chiesto dagli amici di Apnea Magazine che, sono stati splendidi verso me e la famiglia di Mauro (che ritengo la vera vittima della Morte di Mauro e che stimo per come sono riusciti non odiare il "mare" e la pesca subacquea) e non ho quindi voluto dire di no. Penso peròò che se le mie parole fossero state veramente anbigue la redazione mi avrebbe chiamato per modificare il pezzi prima di pubblicarlo.

Con questo ho conluso, non ho mai scritto sul forum se non per quanto ha riguardato Mauro e ciò che abbiamo organizzato per la famiglia in suo ricordo e sarà difficile che io scriva nuovamente se non per i prossimi Memorial ai quali ti invito come mio ospite.

 

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... ma di certo non alla portata di tutti coloro che leggono ...

 

Noi poveri deficienti he non capiamo una mazza avevamo proprio bisogno di essere illuminati da cotanta scienza.

Grazie.

 

abbiamo ricevuto una bellissima lezione...grazie daniele petrollini!..ora abbiamo capito che non possiamo...potrei avere indicazioni su ogni quanto posso fare tuffi....io che non posso...t

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forse non e inerene col topic.

 

preciso che oggi e la prima e penso ultima volta che scrivo sul forum....

 

probabilmente sembrero anche inoportuno...

 

mah ragazzi,se c'e mal tempo non sara il caso di manuntenzionare l'attrezzatura.......

 

dai ragazzi non giudichiamo "sterile" tale discorso......non siate troppo generosi sui giudizi

 

 

TUTTI A PESCAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Modificato da samuel
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forse non e inerene col topic.

preciso che oggi e la prima e penso ultima volta che scrivo sul forum....

probabilmente sembrero anche inoportuno...

mah ragazzi,se c'e mal tempo non sara il caso di manuntenzionare l'attrezzatura.......

dai ragazzi non giudichiamo "sterile" tale discorso......non siate troppo generosi sui giudizi

TUTTI A PESCAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

Mtsescimpru?

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Vorrei stemperare la polemica!

 

Ad oggi 19 marzo 2009 i regolamenti gara privilegiano l'aspetto atletico della pesca in apnea, modulando le prescrizioni in modo da disincentivare la corsa alla profondità che ha caratterizzato un lungo periodo storico a partire dalla fine degli anni ottanta. Ho già raccontato questa storia su Pesca in Apnea: tutto nacque da un giovane sbarbatello capace di fiondarsi a profondità superiori ai 60 metri con le pinnette che lasciò di stucco due blasonati campioni di pesca in apnea che stavano con lui per valutare l'opportunità di una sponsorizzazione da parte di una grande azienda del settore. In quell'occasione, i due pescasub scendevano con il giovane ragazzo, si fermavano a 30 metri e lo aspettavano lì per un pezzo, per poi risalire con lui. Giustamente il giovane chiese loro come mai si fermavano a 30 metri ad aspettarlo con lunghe apnee che avrebbero consentito loro di scendere ben più in profondità.

 

"Laggiù ci stanno le streghe", rispose laconico Bernard Salvadori.

 

Al successivo mondiale, Marrazzi e Salvadori si contendevano il titolo mondiale sul filo dei 40 metri e il francese andava solitamente ben più giù, permettendosi di sparare a -50mt. Era l'effetto "Pelizzari", che nel suo incredibile percorso di grande, immenso apneista ha finito involontariamente per innescare un processo a catena davvero singolare.

 

Nel 2001 ho intervistato il grande campione spagnolo Alberto March, che mi raccontava di come a Porto Cristo lui e Carbonell avessero fatto due rapidi conti: "se siamo molto più giovani e forti di questo Mazzarri, che ogni tre tuffi si deve riposare (March era un po' gradasso, passiamogli queste intemperanze giovanili) perché non possiamo andarci a prendere le cernie a 40 metri anche noi? Si adattarono subito. Mentre già lo scooter annunciava guai, superate le pause forzate alla profondità dei campionati di Ilo, Gijon e Zara... arrivò Tahiti.

Al tempo March era già un esperto di taravana, e a Tahiti prese un'altra botta pesante. Poi la cosa iniziò a dilagare ad un livello visibile, non mi pare il caso di fare i nomi ma posso dire che ci sono stati casi eclatanti. Il Prof. Malpieri studiava da tempo questa sindrome, sulle orme del grande Prof. Mauro Ficini, per lungo tempo convinto assertore dell'impossibilità pratica di una MDD in apnea ma privatamente roso dal tarlo del dubbio, poi impegnato alla soluzione del problema ed infine sempre meno convinto della propria posizione. Al Prof. Malpieri, fido allievo e poi collaboratore, sono andate le carte lasciate dal Prof. Ficini alla sua prematura scomparsa, ed è stato un nuovo punto di partenza per la soluzione del mistero e la messa a punto di un efficace trattamento terapeutico, rifnito negli anni grazie ad una nutrita casistica clinica.

 

Vi siete annoiati? Vado avanti, così sbollite ancora gli animi :)

 

Da subito si è capito che il problema alla base del Taravana (semplificando al massimo: una bolla d'azoto che finisce nel cervello causando un'ischemia, ossia un danneggiamento del tessuto cerebrale. Purtroppo, le cellule cerebrali -neuroni- non si rigenerano. Possono magari svilupparsi, ramificarsi... ma le cellule distrutte non vengono sostituite da altre) c'era un problema legato ai tempi di permanenza sul fondo, o - meglio - al rapporto tra il tempo trascorso sul fondo e quello totale dell'immersione. In altre parole: più si riducono i tempi di recupero fra un tuffo ed un altro, maggiore è il tempo trascorso sul fondo e maggiore la quantità di azoto accumulata nel sangue ad ogni apnea. Quando si raggiunge il punto di "cottura", definito da un imprecisato cocktail di profondità media dei tuffi e ritmo di immersione, parte l'embolo e buonanotte ai suonatori.

 

Con i nuovi regolamenti federali - eliminazione della cernia, spostamenti a nuoto - si è volutamente disincentivata la profondità, nella convinzione che il problema Taravana fosse legato alla pesca a segnale e che togliendo cernia e spostamenti motorizzati si sarebbe automaticamente disincentivata l'avventura al largo sulla zona isolata, riducendo il rischio di problemi.

 

Le gare sono cambiate, le profondità si sono ridotte e la differenza cosa la fa?????

Il ritmo!! E' così, lo sappiamo tutti: più tempo trascorri sul fondo, maggiori sono le chance di cattura.

E' una regola "universale" della pesca agonistica. Se diminuisce la profondità... con l'aumentare dell'allenamento aumenta anche la frequenza delle immersioni!

 

E il taravana? Non è affatto scomparso, anche se onestamente io non posso dimostrare che il ritmo anche a profondità contenuta possa essere davvero responsabile della sua persistenza. Non sta a me, che mi occupo di scrivere di questa roba, dare dimostrazioni scientifiche. Anche volento, non ho gli strumenti!

 

Posso solo rilevare che al momento le gare sono fatte così ed il ritmo resta un elemento capace di fare la differenza.

Chi pensa che sia sbagliato tenere il ritmo quando il regolamento non solo lo consente, ma lo premia... allora, se davvero è convinto, dovrebbe scrivere al Presidente del Settore AS Prof. Azzali e dirgli chiaro e tondo che questi regolamenti si devono cambiare, possibilmente indicando come!

 

Su due piedi non sono in grado di offrire alternative all'attuale modello, ma c'è una domanda che mi faccio.

Questo sport si fa dagli anni cinquanta. Sta roba però non mi pare si sia vista per un bel pezzo.

Questo mi fa pensare che, a ben vedere, forse sappiamo come si possono fare gare senza avere problemi :)

 

Spero di avervi sfiancato e che alla fine del post i bollenti spiriti si siano sopiti.

Se poi vi ho anche lasciato materiale di riflessione, allora sono pienamente soddisfatto :)

 

Giorgio

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... ma di certo non alla portata di tutti coloro che leggono ...

 

Noi poveri deficienti he non capiamo una mazza avevamo proprio bisogno di essere illuminati da cotanta scienza.

Grazie.

 

abbiamo ricevuto una bellissima lezione...grazie daniele petrollini!..ora abbiamo capito che non possiamo...potrei avere indicazioni su ogni quanto posso fare tuffi....io che non posso...t

 

Certi interventi mi lasciano veramente senza parole, il primo istinto sarebbe quello di rispondere allo stesso livello, ma porterebbe sicuramente ad ulteriori cadute di stile che non gioverebbero a nessuno.

Allora mi limito a chiedervi di riflettere un secondo e cercare di capire quali siano le motivazioni che mi spingono a sottolineare certe cose.

Pensate che abbia bisogno di farmi notare o di fare lo splendido sul forum?

Pensate che senta il bisogno di pontificare o elevarmi ad onnisciente?

State certi che non è così il mio ego non ha nessun bisogno di questi riscontri.

Scrivo raramente sul forum e lo faccio solo ed esclusivamente per scambiare qualche battuta con i molti amici e conoscenti oppure per promuovere una delle cose che sento di più ovvero la sicurezza in questo sport meraviglioso e maledetto, con l'illusione forse che con una buona sensibilizzazione dei giovani e dei neofiti si possano avere sempre meno Trofei intitolati a cari ragazzi scomparsi, a vite e famiglie distrutte per una manciata di secondi di troppo, per una piccola disattenzione o per l'ignoranza di credere che certe cose capitano sempre agli altri che non sono bravi o allenati come noi.

Buona notte <_<

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Vorrei stemperare la polemica!

 

 

Con i nuovi regolamenti federali - eliminazione della cernia, spostamenti a nuoto - si è volutamente disincentivata la profondità, nella convinzione che il problema Taravana fosse legato alla pesca a segnale e che togliendo cernia e spostamenti motorizzati si sarebbe automaticamente disincentivata l'avventura al largo sulla zona isolata, riducendo il rischio di problemi.

 

Le gare sono cambiate, le profondità si sono ridotte e la differenza cosa la fa?????

Il ritmo!! E' così, lo sappiamo tutti: più tempo trascorri sul fondo, maggiori sono le chance di cattura.

E' una regola "universale" della pesca agonistica. Se diminuisce la profondità... con l'aumentare dell'allenamento aumenta anche la frequenza delle immersioni!

 

E il taravana? Non è affatto scomparso, anche se onestamente io non posso dimostrare che il ritmo anche a profondità contenuta possa essere davvero responsabile della sua persistenza. Non sta a me, che mi occupo di scrivere di questa roba, dare dimostrazioni scientifiche. Anche volento, non ho gli strumenti!

 

Posso solo rilevare che al momento le gare sono fatte così ed il ritmo resta un elemento capace di fare la differenza.

Chi pensa che sia sbagliato tenere il ritmo quando il regolamento non solo lo consente, ma lo premia... allora, se davvero è convinto, dovrebbe scrivere al Presidente del Settore AS Prof. Azzali e dirgli chiaro e tondo che questi regolamenti si devono cambiare, possibilmente indicando come!

 

Su due piedi non sono in grado di offrire alternative all'attuale modello, ma c'è una domanda che mi faccio.

Questo sport si fa dagli anni cinquanta. Sta roba però non mi pare si sia vista per un bel pezzo.

Questo mi fa pensare che, a ben vedere, forse sappiamo come si possono fare gare senza avere problemi :)

 

Spero di avervi sfiancato e che alla fine del post i bollenti spiriti si siano sopiti.

Se poi vi ho anche lasciato materiale di riflessione, allora sono pienamente soddisfatto :)

 

Giorgio

 

Questo ultimo passaggio pone interessanti spunti di riflessione.

Si dovrebbe procedere, per il futuro, ed in nome della sicurezza, tenendo presenti certi elementi fondamentali.

Bravo Giorgio

Modificato da Alessio Gallinucci
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L'aggettivo messo in discussione "Un ritmo indiavolato e/o forsenato" che sia, è stata una semplice metafora che ha usato lo scittore del testo, per raccontare semplicemente il ritmo di gara che ha avuto una persona come Cristian Corrias, (vincitore del 1° Trofeo Mauro Isola, il quale oltre tutto gli sono amico e conosco molto bene, che ha avuto durante la gara, punto e basta!

Evitiamo di fare polemiche del pifero, per non dire altro... Perchè 100, 120 tuffi in 4/5 ore ad una profondità che va da 0 a 15 mt. per una persona come lui, cioe un agonista è più che giusta, non stiamo parlando di tuffi nell'abisso. That's!

Questo e un semplice modo di affrontare l'agonismo e le gare.

Purtroppo ce chi può e chi non può.............................................................................

..........!

P.S. dimenticavo il tutto in armonia e con la massima sicurezza.

E non facciamo i gradassi, perchè chiunque vada a pesca e non a fare la papera in acqua tiene un ritmo di tuffi del genere.

Saluti Cesare

 

PP.SS. Concordo in pieno Sette Sette e Samuel.

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Scrivo raramente sul forum e lo faccio solo ed esclusivamente per scambiare qualche battuta con i molti amici e conoscenti oppure per promuovere una delle cose che sento di più ovvero la sicurezza in questo sport meraviglioso e maledetto, con l'illusione forse che con una buona sensibilizzazione dei giovani e dei neofiti si possano avere sempre meno Trofei intitolati a cari ragazzi scomparsi, a vite e famiglie distrutte per una manciata di secondi di troppo, per una piccola disattenzione o per l'ignoranza di credere che certe cose capitano sempre agli altri che non sono bravi o allenati come noi.

Buona notte <_>

Pensiero condivisibile ma mi permetto di sottolineare due cose.

 

Le selettive non sono frequentate da pescatori dello stesso livello, credo che se un qualsiasi appassionato della domenica si trovasse a pescare gomito a gomito con te, il commento sarebbe quasi sicuramente lo stesso, ma non per questo chi lo sentisse dovrebbe pensare che tu sei un incosciente.

 

Sensibilizzare giovani e neofiti è giustissimo, ma sono molti di più i Memorial tristemente intitolati a pescatori che non erano certo di primo pelo.

Nemmeno Mauro era un pivellino affacciato alla pesca da pochi anni...eppure...

 

Poi non sò, forse sarò un ottimista io a pensare che la società non sia popolata di cerebrolesi che si spingono ad emulare tutto quello che vedono in maniera acritica...

 

:bye:

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