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Tiri E Mira


Ospite emmelle

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No Pep questo è troppo :lol:

IO miro sempre con i due occhi aperti e se il pesce è vicino cerco di prenderlo in punti vitali se no miro alla "figura"e spesso lo prendo male ma lasciando filo ne ho persi pochissimi!

Devo dire che l'ultima volta che mi è capitato di pescare con molti pesci attorno ho effettuato 3 tiri per tre pesci! :bye: Che figata ste faccine :clapping:

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Le ragioni esposte sono tutte valide.

Mancano pero alcune considerazioni relative all'anatomia dell'occhio e altre alla fisica. Non è questo il luogo per fare un trattato, per cui cercherò di essere soprattutto comprensibile.

Tutti abbiamo un occhio dominante: cioè che predomina sull'altro. Ad esempio il mio è il sinistro. Se vi capita di farci caso vi accorgerete che quando puntate l'arma sarà allineata sul vostro occhio dominante. nel mio caso ho il polso leggermente piegato a destra impugnando il fucile con la mano destra, un allinemento perfetto lo avrei se fossi mancino.

E' vero che il cervello corregge con la pratica queste situazioni ma per qualcuno è una complicazione in più. I tiri d'istinto sono totalmente a carico delle capacità sviluppate con la pratica e dall'adattamento che avete con l'arma. Inoltre abbiamo due tipi di campi visivi: la visione diretta e la visione periferica. Quando tiriamo da vicino parte dell'arma è in visione periferica che è molto meno precisa( a meno che non miriate con l'asta come nel tiro piazzato su un bersaglio fermo). Quando i tiri sono lunghi l'allineamento asta pesce rientra quasi tutto in visione diretta, ( non è proprio cosi ma quasi) Dipende anche dalle aspettative: un tiro lungo è normale padellarlo, mentre uno vicino padellato vi fa sentire un po' "co***oni" e ve lo ricordate.

A questo punto parliamo di velocità del pesce e di distanza del pesce.

Se è molto vicino la sua velocità di spostamento sarà relativamente alta è quindi difficile da inquadrare; mentre se è al doppio della distanza la medesima velocità di spostamento vi apparirà la metà della precedente quindi il pesce sarà molto più facile da allineare.

Mi auguro di essere riuscito a farmi capire. In ogni caso lasciate fare al cervello da solo, che è molto più bravo di voi quando intervenite con la volontà! Cambiare spesso l'arma manda in confusione i circuiti sensoriali che impiegano parecchio tempo a riadattarsi.

Oreste

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Le più grandi padelle subentrano quando al momento dello sparo ti poni un pensiero, che sia positivo (esempio: questo lo fulmino senza problemi) o negativo (esempio: non lo beccherò mai).

Il successo maggiore, paradossalmente, sia ha coi tiri quasi istintivi (eccezioni a parte è chiaro!)

Per il resto ricordatevi di allenare il Vs. tiro per renderlo efficace subito.

 

Ciao :thumbup:

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dopo le ultime mie tre padellate di fila ( in un solo giorno) con pesci di taglia...................inizio ad allenarmi con le castagnole a 3 metri :eek:

 

credo che fucile non perfettamente allineato al braccio-occhio, sopratutto l'ansia di fine apnea ( sapendo che il pesce al successivo tuffo non ritornerà) spesso fanno commetere di questi errori.

 

Fa parte del gioco..............buon per i pesci ^_^

anche quando la padellata è su un bel dentice di 5 kg :angry:

 

:bye: Fabio

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Credo che al riguardo si possa dire tutto ed il suo contrario....Per quel che mi riguarda sono convinto che sia essenziale il grado di confidenza che si ha con l'arma. E' ormai da tantissimo che pesco sempre con il fido 90 in legno e devo dire che tiri ne sbaglio pochissimi; la settimana scorsa per cause di forza maggiore ho pescato con il ...medisten...è ho padellato una lunga serie di bei pesci (molti saraghi e un'orata) prima di azzeccare l'unico centro su una seconda orata. Tornato al fido arba non ho sbagliato un colpo...Mi succedeva esattamente il contrario quando avevo maggior confidenza con l'oleo e l'arba era una padellatura assicurata...

Sono poi convinto che sia assolutamente necessario imparare a sparare d'istinto, credo che inetllettualizzare troppo il processo mentale finisca per produrre solo errori. Prima miravo ma ora sparo maggiormente d'istinto e spesso vengono fuori prodezze balistiche quasi incredibili!

Tutto ciò a patto che vi sia la necessaria lucidità: la fame d'aria è uno dei peggiori nemici così come quello di dare per scontato un tiro "troppo facile".

Ciao

Osvi.

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Che cos’è un tiro?

Con questa frase un mio collega iniziò l’esame per Istruttore di tiro. A lui avevano assegnato la lezione sul Tiro Lento Mirato, che costituisce la prima tecnica di tiro che l’aspirante poliziotto apprende.

Così dicendo il mio caro collega e amico, sistemo una sedia a neanche due metri di stanza, ritorno sui suoi passi prese un pennarello e nel lanciarlo all’indirizzo della sedia pronunciò solennemente “Questo è un tiro” purtroppo noi non riuscimmo a trattenere il riso quando il pennarello mancò clamorosamente la sedia. Fortuna volle che l’esaminato è un vero personaggio, un vulcano di simpatia dotato di una inespugnabile faccia da culo, che gli consentì di superare la gaffe a cuor leggero e continuò con uno splendido esame.

Questa lunga e spero simpatica introduzione per dire che il tiro consiste nel lanciare un oggetto (detto proietto) facendogli compere un tragitto (traiettoria) attraverso l’aria (per noi l’acqua) per colpire un altro oggetto che costituirà il bersaglio.

Quindi abbiamo bisogno di un proietto da lanciare ed una azione meccanica che lo spinge. Pensiamo al bravo lanciatore di freccette che becca il punteggio voluto a suo piacimento. Crea l’azione meccanica per lanciare il suo dardo verso sfruttando un preciso movimento del braccio. Ne avete mai osservato uno, effettua sempre il medesimo movimento con microscopiche varianti che servono ad indirizzare la freccetta (che è sempre uguale) nel punto desiderato del “Board”.

Il tiro e proprio questo, cioè, la ripetizione del gesto che ci consente di colpire il bersaglio. Per facilitarci il compito abbiamo creato delle “macchine balistiche” sempre più sofisticate, fino a giungere alle macchine termobalistiche che altro non sono che le armi da fuoco.

Nel caso d’impiego di una di queste macchine, la nostra funzione di tiratori consiste nel mantenerla stabile in equilibrio e in posizione idonea a colpire il bersaglio. Ogni qualvolta i nostri gesti riusciranno a creare questa condizione noi colpiremo il nostro bersaglio, senza possibilità di errore.

Stabilità ed equilibrio la otteniamo con la giusta postura del corpo e la conferiamo all’arma mediante l’impugnatura la posizione idonea si riconduce alla giusta inclinazione della canna in modo tale da imprimere una traiettoria che permette al proietto di incontrare il bersaglio lungo il suo cammino. Infatti anche se nella pratica si parla di armi a tiro teso e a tiro curvo, in teoria i proiettili di ogni genere compiono sempre una traiettoria curva detta “sghemba”.

Per facilitare la ricerca della posizione idonea o giusta inclinazione, tantissime armi sono dotate dei c.d. congegni di mira composti da una tacca di mira e da un mirino, che opportunamente registrate “tarate” consentono di colpire ad una distanza determinata un punto ben preciso il c.d. azzeramento.

Il tiro si dice TESO entro quella distanza in cui traguardando i congegni di mira non ci sono apprezzabili variazioni del punto colpito.

Come al solito quando tratto argomenti del genere io mi dilungo un casino perdendomi sicuramente una buona fetta di lettori.

Fatta questa lunghissima premessa applichiamo il tutto al pescatore in apnea. I fucili su acquei convenzionali non sono dotati di veri e propri congegni di mira al massimo hanno dei vaghi riferimenti che non assolvono pienamente alla funzione perché incompleti o non azzerati. Nei precedenti post ho letto tante affermazioni quasi tutte vere. E’ vero che abbiamo un occhio dominante che se pure traguardiamo con entrambi gli occhi aperti sarà quello che poi prende la mira, è una questione fisica non è possibile traguardare il fucile con il bersaglio contemporaneamente con tutti e due gli occhi, sarà sempre uno solo ad adempiere alla funzione, nella migliore delle ipotesi l’occhio dominante corrisponde alla mano forte (destro per i destrimani, e sinistro per i mancini). Ritornando al tiratore di freccette lui guarda il bersaglio e non traguarda la freccetta su di esso (almeno quello bravo). Quando eseguo il tiro dal fianco (detto anche istintivo) guardo solo il bersaglio l’arma non viene traguardata perché si trova molto più in basso della linea occhio bersaglio (rientra appena nel campo visivo), in quelle tecniche vale molto la posizione e la ripetizione della sua giusta assunzione (ripetizione del gesto). In tutte le tecniche in cui l’arma giunge davanti agli occhi l’occhio dominante traguarda le mire ed il bersaglio, cioè prende la mira. Tecnicamente chiudere l’occhio non dominante aiuta a traguardare le mire con maggiore chiarezza (si mette a fuoco il mirino). Operativamente abituarsi mirare mantenendo entrambi gli occhi aperti è cosa buona perché aiuta a tenere sotto controllo il quadro operativo individuando, così, con un po’ di anticipo ulteriori fonti di pericolo. Quindi sottacqua se guardiamo solo il pesce vuol dire che stiamo tirando senza mirare se cerchiamo di collimare il fucile vuol dire che stiamo cercando di prendere la mira pur non avendo riferimenti precisi, ecco perché io spesso sbaglio, sulle lunghe distanze, i pesci a cui miro, perché abituato ad allineare il fucile subacqueo in modo piuttosto tradizionale (cioè come faccio con le armi da fuoco) esso non risponde con un tiro teso, per cui spesso risulta basso. A volte non avendo il tempo di collimare, tiro al volo ad alcuni pesci ormai in fuga o comunque molto lontani e mi capita di prenderli in pieno con tiri alla Pecos Bill.

Chiaramente, le cause addebitate al debito di ossigeno e ad altri motivi, quali quelle attinenti all’emotività sono tutte veritiere. Infatti il 10 (inteso come centro) non è un caso ma la conseguenza della giusta esecuzione di tutte le fasi che concorrono nell’azione del tiro.

:rifle:

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Dopo avere letto,con attenzione i vostri post, in particolare quello di Leonardo molto dettagliato e preciso,dico la mia esperienza strettamente personale.

Io per il 90% tiravo d'istinto, anche con fucili lunghi, e spesso ci azzeccavo, ma le percentuali di errore( clamorose padelle) erano sempre molte a mio avviso, quindi cercavo di mirare, ma il frequente cambio di fucili non mi ha agevolato certo il compito, infatti ogni arma ha un assetto diverso, quindi un diverso tipo di puntamento,quindi il ritorno ai tiri istintivi.

Qualche tempo fà ho comprato da un amico un exalibur 90 carbon,che a suo dire non andava bene (aveva rotto l'aggancia sagola) e avendo montato degli elastici da 20 aveva spostato con dei tiri il guida asta,quindi l'imprecisione era inevitabile,con soli 40 Euro adesso ho un fucile micidiale ,Ho tolto il guida asta e con gli stessi elastici faccio dei centri mirati perfetti,dove miro con l'occhio destro l'asta arriva,con velocità e precisione,quindi per adesso prendo la mira,anche quando le sagome sono sfuggenti.

Un abbraccio Rosario

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Ospite emmelle

Contro le macumbe del Pepu chiedo l'intercessione mediatico-esoterica del presidente:

Ai miei fucili fece Pepu la macumba

ora tu Vince' scacciala con una rumba

affinchè possa io sparare

e i cappotti solo al Pepu lasciare!

 

 

O' presidente pensaci tuuuuu!

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mi dispiace emmelle...

con Pepu c'è poco da fare... mi dovrei impegnare e mi scaricherei troppo.. dopo devo studiare...

 

il problema è che pepu conosce il famigerato "segreto del libro di teresenella à fattucchiara"

 

pertanto.. statevi ACCORT'

 

PEPU è MICIDIALE!!! :smoke:

 

io vi ho avvertiti... :whistling:

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Ospite cestus

Amici, io quando sparo cerco sempre di farlo d'istinto, se vedo un pesce fermo non ci penso due volte, non aspetto ke l'okkio lo veda perfettamente nella sua forma, ma basta che vedo un pezzo di corpo per sparare e il + delle volte faccio centro.

Ho deciso i prendere così perkè mi sono accorto, iniziando a pescare all'aspetto, che se i pesci sono in movimento mi viene quasi + facile prenderli, non so perkè, ma se il pesce si muove difficilmente lo sbaglio, mentre se è fermo mi capita di pensare due volte di troppo al tiro, alla zona dove sparare, ecc... e lo sbaglio.

Credo sia tutto dovuto al rilassamento, fare un tiro al volo si ha un tempo di reazione minore, dove l'istinto è senza dubbio la componente principale, almeno secondo me, invece se il pesce è fermo, sia in tana che tra le alghe, il solo fatto di iniziare apensare, dove come quando, mi porta a una secie di contrazione fisica.

Vi porto l'esempio di ieri.

Siam ousciti apesca io e mio padre, lui con il medisten io con il Viper 90. Di pesce ne girava poco, e le tinche erano tute ferme nell'alga.

Ne ho prese due belle, padellandone una terza abbastanza grossa, ma con la taitiana sono riuscito a prendere una anguilla mentre strisciava sul fondo, del diamertro di circa 4/5 cm, percui la zona utile dove sparare era limitata ad soli 2 cm circa ad una distanza di circa un metro e mezzo dalla punta.

Un saluto a tutti

Andrea VR

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volevo dire la mia sui tiri...

 

MODESTAMENTE :smoke::smoke::smoke:

 

sono noto tra i miei compagni di pesca con l'appellativo di "Guglielmo Tell"... appellativo che mi sono guadagnato sul campo per la PAUROSA mira che ho "imparato" ad ottenere...

 

ma voglio speigarvi come sono andate le cose...

 

ero uno dei padellatori più noti dell'hinterland partenopeo quando, spinto da una passione per i corpi di polizia, mi reco al poligono con un mio cugino tenente dell'arma dei CC per fare dei tiri con lui... dopo l'iscrizione, vado in corsia e lui si mette alle mie spalle... sparo il primo colpo... prendo il bersaglio... sparo il secondo... prendo dinuovo il bersaglio non al centro ma SEMPRE CON LO STESSO ERRORE!!!

questa fu la chiave!!

mi cug mi ferma e mi dice... punta un pò il bersaglio e tieni chiuso un occhio alla volta... ebbene... quel giorno io fui messo al corrente di quella che per me è stata la svolta! L'esistenza del famigerato OCCHIO DOMINANTE!!! :thumbup:

sbagliavo tutti i tiri in quanto essendo DESTRORSO avevo l'occhio dominante SINISTRO per cui c'era sempre un errore di 2 cm circa (su un 90) tra la mia presunta linea di mira e quella reale...

da allora sono quasi obbligato a chiudere (anche per un secondo) l'occhio sx prima dello sparo... con l'esperienza se devo mirare al volo, comunque prima di scoccare il tiro chiudo il sinistro e sparo che BENISSIMO!

quando sono all'aspetto poi mi diverto... quando avvisto il pesce che mi viene incontro chiudo il sinistro e... i saraghi li prendo in mezzo agli occhi di fronte, impalati!

all'inizio è stato faticoso, ma ora chiudere l'occhio mi viene quasi istintivo... ho imparato che per tirare al volo devo allineare non pesce e asta,ma pesce e boccola sinistra dell'elastico (sulla testata intendo)!

 

pertanto concludo che credo fermamente, come giustamente dice Leo (professionista in merito) che la mira vada "allenata" ed "affinata"... studiata insomma, e ognuno riesce ad imitare il mitico Tell...

 

Eggi ti ricordi a positano??

presi 4 aguglie belle e quando erano in cavetto notammo che erano sparate tutte esattamente allo stesso preciso punto tanto che la distanza tra cavetto e punta del "becco" era la stessa in tutte e tre, cos' come quella tra pinna caudale e cavetto! Segno che la mira non è una questione di fortuna... se la fai tua non ti tradisce!

Ciauz :bye:

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Scusate il ritardo ma ero assente

Pesca in Croazia!

Vincenzo ha confermato quanto sostenevo circa il fatto che chiudere un occhio facilita il puntamento ;)

Ma anche Andrea ha asserito una verità, infatti lui dice di non attendere che l'occhio metta a fuoco il pesce, cioè il bersaglio, infatti, come accennavo, anche nel tiro tradizionale non si mette a fuoco il bersaglio ma bensì il mirino ponendolo al centro del bersaglio (per le armi da difesa) o subito sotto la parte nera di esso (per le armi da tiro) a seconda della sua registrazione.

Comunque in questi giorni ho sbagliato tantissimo, forse non riuscivo a trovare il giusto equilibri tra spessore asta ed elastici nuovi. Poi tra i pesci presi ho lettersamente fulminato una spigola ed un pizzuto in particolare qust'ultimo a circa 4 metri dalla punta del fucile!

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Mi inserisco volentieri in questa discussione, poichè ritengo che la fase del tiro rappresenti, nel nostro sport, il culmine dell'azione di pesca. Non ha senso effettuare un perfetto aspetto, un estenuante agguato se poi durante la fase del tiro sbagliamo qualcosa compromettendo la cattura della preda. In tutti i post che ho letto non ho colto accenni al nostro obbiettivo, cioè la preda, che secondo me costituisce l'elemento essenziale poichè è un bersaglio un po' particolare. Il tiro venatorio, in effetti, è molto diverso dal tiro al bersaglio tradizionale proprio perchè la nostra preda può assumere atteggiamenti diversi di volta in volta, operare scarti, virate repentine e quant'altro. Quanti di voi si dedicano anche alla caccia queste cose le sanno bene, come sanno che ogni preda ha un modo diverso di essere inquadrata in relazione al suo comportamento. Sono convinto che molte delle padelle che si fanno dipendano proprio dall'errata valutazione circa il comportamento del pesce o da una insufficiente attenzione verso questo fondamentale dettaglio. Personalmente non "miro" mai la preda nel senso stretto del termine, ossia non allineo il "mirino" con un occhio chiuso, come farei al contrario se stessi sparando con un Garand al poligono. La sagoma del poligono è un bersaglio fisso, il nostro pesce no, percui è più importante tenere d'occhio fino all'ultimo istante la preda, cosa impossibile se spostiamo l'attenzione verso il mirino. Da sempre preferisco "incannare" la preda allineando idealmente l'asta nella sua direzione, tenendo entrambi gli occhi aperti e ponendo la massima attenzione al momento in cui il pesce entra nel raggio di tiro utile. In tal modo non corro il rischio che il pesce scarti mentre sono intento ad allineare il mirino (cosa che comporta una sensibile diminuzione del mio campo visivo). Inoltre il sistema che adotto mi consente di mantenere fino al momento della pressione sul grilletto la capacità di vedere quello che succede intorno ed eventualmente di cambiare bersaglio all'ultimo momento. Spesso mi è capitato, come ho scritto in passato, di catturare prede di mole maggiore accorgendomi all'ultimo istante del loro avvicinamento quando ero ormai quasi al tiro su bersagli minori. Ma questo è stato possibile solo perchè non ero intento a traguardare la preda attraverso la tacca di mira. Con un po' di esercizio risulta piuttosto semplice ed istintivo allineare l'asta con la preda, è sufficente immaginare idealmente la retta prosecuzione della freccia e indirizzare l'arma in modo da far intercettare alla stessa la traiettoria del pesce. In questo modo è possibile, infine, colpire prede provenienti da direzioni molto angolate rispetto alla nostra linea di tiro, semplicemente ruotando il polso e l'arma. Per quanto riguarda il fucile, tutti i modelli che ho provato hanno caratteristiche di precisione più che sufficienti. Magari è importante controllare sempre l'efficienza del fucile, e che l'asta sia ben dritta. E' importante anche assumere una corretta posizione durante il tiro, specialmente se utilizziamo armi potenti, e curare che il polso sia sufficientemente rigido, per evitare che la contrazione delle gomme ed il conseguente rinculo possano spostarci dall'allineamento previsto. Un'ultima considerazione riguarda, ovviamente, l'atteggiamento psicologico da tenere durante le fasi di allineamento e di sparo. Inutile dire che quanto più tranquilli e rilassati ci appresteremo al tiro tanto più saremo precisi, ma la freddezza in certe situazioni, magari al cospetto di un ricciolone da infarto apparso come per magia all'improvviso, si acquisisce solo con anni di esperienza, di tiri, di padelle, di prede perse e di tante, tante prede catturate.

MAXFOX

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