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Soccorso In Mare


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Buona giornata a tutti

 

abbiamo qualche giorno di libertà davanti per pescare ma che potrebbe servire anche per una riflessione; mi preme pertanto sottoporre alla vostra attenzione questo specifico tema.

 

A seguito di un recente confronto al quale erano presenti anche altri amici del Forum, si considerava la difficile, se non impossibile, praticabilità del soccorso da eseguirsi sull'eventuale apneista infortunato.

 

Le teorie e le tecniche su come intervenire non mancano ma metterle in atto è un altro paio di maniche.

 

Parlando poi, due giorni fa, con un amico istruttore dell'Unità subacquea dei vigili del fuoco (uno che ne ha viste di tutti i colori), mi confermava intanto la differenza tra il soccorso su un sommozzatore ARA e il soccorso su un apneista; i sommozzatori si immergono in gruppo, le barche di appoggio sono sempre presenti, i sommozzatori sono vicini alla partenza, nel durante e all'arrivo,

.......per l'apneista il discorso è radicalmente diverso........è spesso solo e se in compagnia il compagno è spesso insufficientemente vicino, i mezzi d'appoggio potrebbero non esserci e se presenti potrebbero non essere vicini, praticamente impossibile per un subacqueo in acqua riuscire a sollevare il compagno infortunato fino a mettelo sopra al gommone o sopra ad uno scoglio sicuro per effetuare le necessarie manovre.

Quest'ultimo è uno dei principali motivi per il quali quando si infutuna un sub la sorte è per uno ma , in presenza del compagno, la stessa sorte è spesso servita anche all'altro.

 

Rendersi conto che il compagno è in difficoltà potrebbe mettere il soccorritore in uno stato emozionale tale da non poter portare a termine nemmeno l'immersione più semplice.

L'amico istruttore dei VVFF mi conferma, in sostanza, l'impraticabilità nell'eseguire le manovre di soccorso in sicurezza e con un margine di riuscita tollerabile.

 

Ora.....quando si parla di sicurezza......non conviene forse divulgarle queste notizie ??? Non è mica poco sapere che, anche la pesca in coppia (coppia vera = 1 solo fucile) non è sicura come poteva sembrare ??

Non è forse importante sapere che, non è il tuo compagno a proteggere te, ma sei tu che NON mettendoti in situazioni di pericolo ......di fatto proteggi anche lui ??

 

Buona riflessione......

 

Andrea

Modificato da Andrea Zani
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Per me andare insieme è più che altro una specie di controllo nel senso che si rafforzano le raccomandazioni alla prudenza poi di fatto ognuno è per fatti propri anche per potersi gustare la pescata.Ogni tanto ci si dà un'occhiata e poi si prosegue.A me piace andare a pesca in compagnia

anche se poi nella tecnica dell'agguato non saprei come fare a pescare in coppia.

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Per me andare insieme è più che altro una specie di controllo nel senso che si rafforzano le raccomandazioni alla prudenza poi di fatto ognuno è per fatti propri anche per potersi gustare la pescata.Ogni tanto ci si dà un'occhiata e poi si prosegue.A me piace andare a pesca in compagnia

anche se poi nella tecnica dell'agguato non saprei come fare a pescare in coppia.

 

 

Si Giuseppe

 

ma vorrei prescindere dal metodo di immersione/pesca personale, anch'io pesca prevalentemente all'agguato, vorrei invece che si provasse ad immedesimarsi per un attimo in una sitazione a rischio e provare a pensare a come si sviluperebbe nelle realtà pratica; il problema penso sia da porsi in termini di lealtà con se stessi e non avere una visione falsata del problema, cioè non credere che possano succedere cose che poi, di fatto non possono succedere o raramente succedono.

 

L'amico Istruttore dei VVFF mi segnala che soffrono situazioni di pressione psicologica, anche membri delle unità deputate all'intervento, gente che lo fa di lavoro, gente che ha già effettuato decine di interventi; come potrebbe ragire un ipotetico compagno di pesca ??

Modificato da Andrea Zani
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Buona giornata a tutti

 

abbiamo qualche giorno di libertà davanti per pescare ma che potrebbe servire anche per una riflessione; mi preme pertanto sottoporre alla vostra attenzione questo specifico tema.

 

A seguito di un recente confronto al quale erano presenti anche altri amici del Forum, si considerava la difficile, se non impossibile, praticabilità del soccorso da eseguirsi sull'eventuale apneista infortunato.

 

Le teorie e le tecniche su come intervenire non mancano ma metterle in atto è un altro paio di maniche.

 

Parlando poi, due giorni fa, con un amico istruttore dell'Unità subacquea dei vigili del fuoco (uno che ne ha viste di tutti i colori), mi confermava intanto la differenza tra il soccorso su un sommozzatore ARA e il soccorso su un apneista; i sommozzatori si immergono in gruppo, le barche di appoggio sono sempre presenti, i sommozzatori sono vicini alla partenza, nel durante e all'arrivo,

.......per l'apneista il discorso è radicalmente diverso........è spesso solo e se in compagnia il compagno è spesso insufficientemente vicino, i mezzi d'appoggio potrebbero non esserci e se presenti potrebbero non essere vicini, praticamente impossibile per un subacqueo in acqua riuscire a sollevare il compagno infortunato fino a mettelo sopra al gommone o sopra ad uno scoglio sicuro per effetuare le necessarie manovre.

Quest'ultimo è uno dei principali motivi per il quali quando si infutuna un sub la sorte è per uno ma , in presenza del compagno, la stessa sorte è spesso servita anche all'altro.

 

Rendersi conto che il compagno è in difficoltà potrebbe mettere il soccorritore in uno stato emozionale tale da non poter portare a termine nemmeno l'immersione più semplice.

L'amico istruttore dei VVFF mi conferma, in sostanza, l'impraticabilità nell'eseguire le manovre di soccorso in sicurezza e con un margine di riuscita tollerabile.

 

Ora.....quando si parla di sicurezza......non conviene forse divulgarle queste notizie ??? Non è mica poco sapere che, anche la pesca in coppia (coppia vera = 1 solo fucile) non è sicura come poteva sembrare ??

Non è forse importante sapere che, non è il tuo compagno a proteggere te, ma sei tu che NON mettendoti in situazioni di pericolo ......di fatto proteggi anche lui ??

 

Buona riflessione......

 

Andrea

Condivido anch'io,dobbiamo stare sempre attenti in sicurezza,vedendo la tua scritta sul fischietto,lo applico da circa un'anno ed è molto utile,portiamolo tutti,in un'emergenza si rivelerebbe una mano santa. :bye:

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abbiamo qualche giorno di libertà davanti per pescare ma che potrebbe servire anche per una riflessione; mi preme pertanto sottoporre alla vostra attenzione questo specifico tema.

 

A seguito di un recente confronto al quale erano presenti anche altri amici del Forum, si considerava la difficile, se non impossibile, praticabilità del soccorso da eseguirsi sull'eventuale apneista infortunato.

 

Le teorie e le tecniche su come intervenire non mancano ma metterle in atto è un altro paio di maniche.

 

Parlando poi, due giorni fa, con un amico istruttore dell'Unità subacquea dei vigili del fuoco (uno che ne ha viste di tutti i colori), mi confermava intanto la differenza tra il soccorso su un sommozzatore ARA e il soccorso su un apneista; i sommozzatori si immergono in gruppo, le barche di appoggio sono sempre presenti, i sommozzatori sono vicini alla partenza, nel durante e all'arrivo,

.......per l'apneista il discorso è radicalmente diverso........è spesso solo e se in compagnia il compagno è spesso insufficientemente vicino, i mezzi d'appoggio potrebbero non esserci e se presenti potrebbero non essere vicini, praticamente impossibile per un subacqueo in acqua riuscire a sollevare il compagno infortunato fino a mettelo sopra al gommone o sopra ad uno scoglio sicuro per effetuare le necessarie manovre.

Quest'ultimo è uno dei principali motivi per il quali quando si infutuna un sub la sorte è per uno ma , in presenza del compagno, la stessa sorte è spesso servita anche all'altro.

 

Rendersi conto che il compagno è in difficoltà potrebbe mettere il soccorritore in uno stato emozionale tale da non poter portare a termine nemmeno l'immersione più semplice.

L'amico istruttore dei VVFF mi conferma, in sostanza, l'impraticabilità nell'eseguire le manovre di soccorso in sicurezza e con un margine di riuscita tollerabile.

 

Ora.....quando si parla di sicurezza......non conviene forse divulgarle queste notizie ??? Non è mica poco sapere che, anche la pesca in coppia (coppia vera = 1 solo fucile) non è sicura come poteva sembrare ??

Non è forse importante sapere che, non è il tuo compagno a proteggere te, ma sei tu che NON mettendoti in situazioni di pericolo ......di fatto proteggi anche lui ??

 

Buona riflessione......

 

Andrea

Condivido anch'io,dobbiamo stare sempre attenti in sicurezza,vedendo la tua scritta sul fischietto,lo applico da circa un'anno ed è molto utile,portiamolo tutti,in un'emergenza si rivelerebbe una mano santa. :bye:

 

 

GRAZIE Algamare07 !

servisse anche solo a salvarne UNO !!! :clover:

 

mettetelo nelle vostre firme ! potrebbe essere una buona campagna di sensibilizzazione !

Modificato da Andrea Zani
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Andrea, leggendo il tuo post mi vengono in mente due situazioni di emergenza molto simili tra loro ma dove le possibilità di intervento da parte del compagno possono essere in realtà molto diverse. Penso al caso in cui l'infortunato è sul fondo e al caso invece in cui si trovi a galleggiare privo di coscienza in superficie. Se in quest'ultimo caso l'intervento di pronto soccorso potrebbe essere risolutivo e relativamente semplice, nell'altro caso rischi e problemi (per tutti e due, soccorritore e infortunato) aumentano e di molto in rapporto con la profondità. :bye:

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Ciao fratelli

ho riletto da poco il decalogo di sicurezza della pesca in apnea, tra le vrie norme elencate mi ha colpio quella che tratta lo sgancio della cintura, ma avete mai provato a sganciare una cintura elastica?Io ci ho provato a secco ma a differenza di quelle in nylon questa resta immobile al suo posto.La mia cintura è di una marca leader del settore. :o:mim:

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Ciao fratelli

ho riletto da poco il decalogo di sicurezza della pesca in apnea, tra le vrie norme elencate mi ha colpio quella che tratta lo sgancio della cintura, ma avete mai provato a sganciare una cintura elastica?Io ci ho provato a secco ma a differenza di quelle in nylon questa resta immobile al suo posto.La mia cintura è di una marca leader del settore. :o  :mim:

 

A secco resta al suo posto perché la gomma fa attrito sulla fibbia, ma in acqua scivola e ti casca tutto, tranquillo. :bye:

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Ragazzi, mi scoccia parecchio fare la parte del "professore", ma su temi come la sicurezza non si può scherzare. Basta guardare a fine anno il numero dei pescasub che non sono più con noi, rapportarlo al numero dei pescasub in attività, per rendersi conto che non va bene per niente.

La pesca in coppia non significa uscire facendo a gara a chi si veste per primo dallo stesso posto, e poi scappare ognuno in una direzione. Pesca in coppia significa alternare i tuffi, controllandosi a vicenda in ogni singolo tuffo fino a dopo lo svuotamento del boccaglio. Se si deve andare a riprendere un morto sul fondo, con il coinvolgimento emozionale che ne segue, vuol dire che non si pescava in coppia, ma individualmente nello stesso braccio di mare. A meno che non ci sia un problema tipo incaglio in una rete, la sincope si prende quasi a galla o addirittura dopo lo svuotamento del boccaglio, e se il compagno è sulla verticale, interviene immediatamente, sgancia la cintura del sambato/sincopato, gli toglie la maschera, lo sostiene un attimo, ed è finita là, tranne il necessario e meritato cazziatone. Altrimenti, il sincopato va a finire a fondo, muore, ed il compagno lo trova dopo un bel po' (ma bastano anche pochi minuti) con i timpani rotti, e magari prova pure a portarselo su con tutti i piombi, rischiando inutilmente di fare la stessa fine. E se riesce a portarlo su, deve comunque raccontare alla famiglia dell'amico quello che è successo, portandosi addosso la responsabilità di non essere stato lì al momento giusto per tutta la vita. Pescando in coppia, con un minimo di pratica ed affiatamento, non ci sono grossi problemi con i pesci, e non si muore più, se non di infarto o di qualche altra calamità. Per quanto mi riguarda, in circa 25 anni di pesca subacquea praticamente professionale e quasi quotidiana ne ho viste e vissute troppe, ed ho maturato la sensazione che siamo una massa di incoscenti (non è politically correct scrivere deficienti) ai quali si devono rendere obbligatori il casco o le cinture di sicurezza, altrimenti non le mettono. Ho alle spalle un numero imponente di ore di mare, e conseguentemente un'esperienza che non molti possono vantare. Parlo quindi di fatti e non di teorie. Mi è capitato in ben più di una circostanza di recuperare un compagno che aveva tirato troppo il tuffo sincopando o sambando a galla o ad un paio di metri dalla superficie, e mi è capitato in età giovanile, quando l'esperienza era inversamente proporzionale all'incoscenza, di essere recuperato a mia volta in almeno tre occasioni. Pescando senza controllo diretto, ad ognuna di queste circostanze sarebbe corrisposto un morto (beh, tecnicamente non potevo morire tre volte.....). Per fortuna, l'incoscenza nel tirare troppo l'apnea non si è sommata a quella di pescare in solitario, così che un paio di settimane fa tre tra i tanti "scampati morti" si sono incontrati davanti ad una bella birra, parlando di pesci enormi, di donne bellissime, e dei propri figli che incominciano a nuotare ed a fare le prime capovolte.......

Fabrizio D'Agnano

Totemsub S.r.l.

Roma

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Fabrizio, prima di tutto (e credo di interpretare il pensiero di tutti) non ti sentire in imbarazzo nel fare il professore qui, ce ne fossero di uomini di mare che dicessero la prorpia, il fatto è che le troppe polemiche sterili stanno allontanando troppe persone in gamba!!

 

Eppoi, relativamente a quanto da te scritto, credo che purtroppo anche in casi di emergenza (come in tutta l'attività apneistica) quel che possa fare la differenza sia la pratica e l'allenamento.

 

Intendo dire che anche in questi casi la differenza la fa aver già vissuto certe esperienze, oppure essersi allenato per intervenire; mi immagino la scena in cui io e il mio compagno peschiamo assieme (laddove per pescare insieme intendo l'azione come da te descritta) e il mio compagno ha un problema negli ulti 5 metri di risalita, obbiettivamente, e nonostante nella teoria mi abbiano spiegato più volte come intervenire, non so fino a che punto sarei emotivamente preparato ad affrontare l'incidente.

 

Sdrammatizando un pò, mi verrebbe da dire che "il salvataggio" è un pò come il sesso, più lo fai e meglio ti riesce :oops: , e allora la persona che pesca si e no 20 volte l'anno, senza che alla base ci sia una preparazione professionale come la tua, non credo sia in grado di affrontare una situazione d'emergenza in sicurezza (intendo senza lasciarci le penne anche lui) se prima non ha avuto modo di simulare tali evenienze....

 

Spero di sbagliarmi...

 

:bye:

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Pesca in coppia significa alternare i tuffi, controllandosi a vicenda in ogni singolo tuffo fino a dopo lo svuotamento del boccaglio. Se si deve andare a riprendere un morto sul fondo, con il coinvolgimento emozionale che ne segue, vuol dire che non si pescava in coppia, ma individualmente nello stesso braccio di mare.

Su che cosa sia la vera essenza della pesca in coppia sono stati scritti fiumi i parole, quindi almeno in teoria, tutti sanno di cosa si tratta. La sincope può colpire a qualsiasi quota, non credo che esistano delle statistiche infallibili in merito, per cui non sarei così sicuro nell'affermare che coloro che sono stati recuperati sul fondo siano riusciti a risalire e poi siano stati strascinati nuovamente sotto dalla zavorra. Spesso gli incidenti accadono ai più esperti, a quelli che il mare lo frequentano di più, solo perchè più esposti, non perchè maggiormente incoscienti. Nella maggior parte dei casi gli incidenti sono conseguenza della pesca profonda, oltre i 20 metri, senza dimenticare che l'iperventilazione spinta è tutt'altro che scomparsa, è sempre diffusissima ma ha semplicemente cambiato nome...

 

Il punto fondamentale è: come fare a padroneggiare degli stati emozionali nei quali non ci siamo mai trovati prima? Paradossalmente è molto più coinvolgente il dover intervenire su un compagno in difficoltà sapendo che la sua vita dipende da noi, sapendo che dovremo mettere in pratica manovre sconosciute o provate solo in piscina nella massima tranquillità fisica e psicologica.

 

Credo, per fortuna, che siano pochissimi ad avere confidenza con gli incidenti. Tutti quelli che non si sono mai trovati in certe situazioni sono i più esposti a rischiare anche la propria vita...ecco perchè è sbagliato pensare che la pesca in coppia sia la forma migliore di sicurezza in mare, la sicurezza è prima di tutto INDIVIDUALE e serve a prevenire gli incidenti, quando questa fallisce subentra il PRONTO SOCCORSO, e quindi, il compagno sulla verticale. Però sono cose complementari ma diverse, nessuna sostituisce l'altra; ma mentre quando c'è la sicurezza il pronto soccorso potrebbe non essere MAI necessario, in sua assenza sarà FONDAMENTALE aumentando a dismisura il rischio per malcapitato e soccorritore.

 

Davide :bye:

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Guarda, di sincopi sul fondo non ho esperienze ne dirette ne indirette. Oggettivamente, sincopare prima di staccare dal fondo, se non si è rimasti trattenuti da un pezzo di rete o da una sagola, significa aver sbagliato valutazione di parecchio, e non è così frequente, a meno di non aver iperventilato in modo assurdo. Ripeto, in tanti anni non sono stato mai testimone di un caso del genere. Concordo assolutamente sul discorso sicurezza individuale, che davo per scontato. Credo però che la sicurezza individuale sia necessaria ma non sufficiente a ridurre significativamente il rischio, a meno di non limitare di parecchio da un punto di vista operativo quote e prestazioni. Ovviamente, la presenza del compagno non deve in alcun modo spingere a tirare o rischiare di più. Ti faccio il mio esempio personale: se proprio non posso fare a meno di uscire da solo, e ti assicuro che mi accade davvero di rado, resto entro i 10 metri, pesco tranquillo vicino al gommone, e non tiro un'apnea per nessunissimo motivo. Ho invece all'attivo parecchi salvataggi, tutti con le medesime caratteristiche. L'ultimo, per fortuna, diversi anni fa, a Linosa. Stavo pescando con un mio caro amico, su un fondale forse troppo impegnativo per lui. Aveva trovato una tana di Saragosauri davvero impressionanti, e stavamo alternando come al solito i tuffi. In uno dei tuffi, lo intravedo sul fondo cincischiare un po' più del solito, e salire con un lieve ritardo. Comunque sia, lo vedo arrivare a galla, e svuotare il boccaglio. A quel punto mi giro per preparare il mio tuffo. Fortunatamente per tutti e due, prima di fare la capovolta mi giro per essere sicuro di essere sorvegliato, e lo vedo inerte sotto la superficie diversi metri sottocorrente rispetto a dove lo avevo lasciato. Evidentemente dopo il tuffo tirato ha sincopato svuotando il boccaglio, ed è iniziato ad affondare a polmoni semiscarichi o scarichi. Riesco a raggiungerlo rapidamente, lo porto in superficie, gli tolgo la maschera e si riprende in breve, e mi chiede cosa sto facendo (non si è nemmeno reso conto della sincope).

Chiaro che praticare un massaggio cardiaco in acqua o roba del genere è praticamente impossibile, che andare a recuperare un sincopato dal fondo è probabilmente oltre che difficilissimo anche pericoloso, ma almeno per la mia esperienza diretta la presenza di un compagno affiatato che conosca le tecniche di base per il recupero di un sambato o sincopato a galla rende la pratica significativamente più sicura, anche perchè a differenza di altri sport quì se fai la cazzata non è che ti rompi una gamba....

 

Ciao

 

Fabrizio D'Agnano

Totemsub S.r.l.

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Concordo assolutamente sul discorso sicurezza individuale, che davo per scontato. Credo però che la sicurezza individuale sia necessaria ma non sufficiente a ridurre significativamente il rischio, a meno di non limitare di parecchio da un punto di vista operativo quote e prestazioni.

Credo che il punto sia proprio questo. Spesso ciò che tu e io diamo per scontato, nel senso che dovrebbero essere i primi rudimenti dell'andar per mare e che devono costituire un saldo bagaglio del pescatore, passano in secondo piano credendo erroneamente che possano essere sostituite dalla sola presenza del compagno.

 

Le quote operative sono un fattore assolutamente fondamentale, ovvio che tuffi impegnativi necessitano della dovuta assistenza, ma insegnare come prima regola di sicurezza quella di non essere mai soli lo trovo sbagliato, ci sono cose ben più importanti da inculcare prima. O si fa un dicorso completo o si rischia solo di dare alle persone tutti i mezzi per andarsi a mettere nei guai...

 

Personalmente non ho mai dovuto recuperare un sincopato, ma ho vissuto qualche situazione che mi ha fatto comprendere quali potrebbero essere i miei limiti in certe frangenti.

 

Penso sia capitato a tutti di vedere o di sparare un bel pesce e di sentirsi incapaci di scendere nuovamente perchè l'adrenalina e i battiti fanno sfracelli. Chi non ci si trova di fequente avrà un margine di controllo molto limitato, dei tempi di recupero molto lunghi, e in fondo stiamo solo parlando di un bel pesce...se magari ci fosse in ballo la vita del nostro compagno di pesca le cose potrebbero complicarsi notevolmente...

 

Diversi anni fa mentre razzolavo piuttosto al largo mi imbattei in un aspettista incosciente che pescava senza pallone a 7/800 metri dalla costa su un fondale di 15 metri. Visto dall'alto, immobile sembrava morto...sono andato nel pallone più totale, nonostante fosse per me una quota accessibile (e il sub un perfetto sconosciuto) non credo sarei riuscito ad arrivare nemmeno a metà strada...fortunatamente poco dopo l'idiota risalì e si prese la sua bella dose di improperi. Rimase allibito come se stesse facendo per lui una cosa assolutamente normale...

 

Riguardo lo scivolare sott'acqua una volta riemersi, credo che sia un'abitudine (brutta) quella di usare troppo piombo rispetto a quello che realmente servirebbe per operare a certe quote. Magari faticando un pochino di più in discesa ma per avere una totale sicurezza in risalita...

 

Davide :bye:

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Riguardo lo scivolare sott'acqua una volta riemersi, credo che sia un'abitudine (brutta) quella di usare troppo piombo rispetto a quello che realmente servirebbe per operare a certe quote. Magari faticando un pochino di più in discesa ma per avere una totale sicurezza in risalita...

 

Davide  :bye:

 

Beh, certamente non il quel caso, dato che stavamo pescando parecchio fondo, ed il piombo in cintura era pochissimo come da nostre consolidate abitudini, a parte il fatto che se sei da solo in acqua ed hai sincopato, salvo miracoli, sempre la stessa fine fai, cioè muori.

Forse non è corretto dare priorità alla presenza del compagno rispetto a quella della sicurezza individuale, per non dare l'impressione di poter fare qualsiasi cosa tanto il compagno risolve tutto, ma di sicuro non è corretto nemmeno il contrario. Dei tanti che ci sono restati, nessuno si era messo prima la fascia da kamikaze in testa, e fino al tuffo prima erano tutti convinti di fare qualcosa alla loro portata e valutata all'interno delle condizioni di sicurezza personale. E i fatti ci mostrano che la possibilità di sbagliare esiste sempre per tutti, dai principianti agli esperti, che forse paradossalmente sono quelli che rischiano di più. Purtroppo si potrebbe mettere giù una bella sfilza di nomi di pescatori che negli ultimi anni ci hanno lasciato. Diversi li conoscevo personalmente. A puro titolo statistico, nei casi di cui ho saputo qualcosa, pescavano tutti da soli o con il compagno lontano. Sempre restando ai casi che conosco, non mi è mai capitato di raccogliere una testimonianza di una morte per sincope avvenuta in diretta sotto gli occhi del compagno vigile in superficie.

A mio avviso, la ricetta per rischiare il meno possibile è: preparazione, "capoccia" (intesa come prudenza ed attenzione), compagno con controllo diretto. Qualsiasi ingrediente togli, i rischi aumentano.

Fabrizio D'Agnano

Totemsub S.r.l.

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Beh, certamente non il quel caso, dato che stavamo pescando parecchio fondo, ed il piombo in cintura era pochissimo come da nostre consolidate abitudini, a parte il fatto che se sei da solo in acqua ed hai sincopato, salvo miracoli, sempre la stessa fine fai, cioè muori.

Diversi subacquei, e anche qualche utente del forum, hanno più volte raccontato come si siano spontaneamente ripresi da una sincope a galla grazie soprattutto al fatto di aver tenuto l'aeratore in bocca. Nessuno di loro è scivolato di nuovo sotto il pelo dell'acqua, per cui, nei casi in cui succede, penso sia ragionevole ipotizzare anche qualche errore di assetto; è solo una mia ipotesi visto che non accade sempre. Se poi la sincope coglie sotto il pelo dell'acqua siamo tutti daccordo che solo i miracoli possono far qualcosa (se si è da soli).

Sempre restando ai casi che conosco, non mi è mai capitato di raccogliere una testimonianza di una morte per sincope avvenuta in diretta  sotto gli occhi del compagno vigile in superficie.

Neppure a me, ma per il semplice fatto che purtroppo ci sono rimasti entrambi...non che succeda spesso (per fortuna) ma il soccorrere il compagno ha ingannato tanti, gli esperti come i neofiti, gli istruttori come gli allievi.

A mio avviso, la ricetta per rischiare il meno possibile è: preparazione, "capoccia" (intesa come prudenza ed attenzione), compagno con controllo diretto. Qualsiasi ingrediente togli, i rischi aumentano.

Fabrizio D'Agnano

Totemsub S.r.l.

Su questo sono assoluamente daccordo! ;)

 

Davide :bye:

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