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Basta Lutti...riflettiamo


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Cari amici appassionati del mare, leggo con sgomento le ultime notizie che parlano di due nostri "compagni" morti in mare, il dolore che provo e così intenso che sto seriamente pensando di abbondonare la pescasub, troppo facile morire a vent'anni, troppo...forse devo e dovremmo riconsiderare il nostro sport, forse dovremmo VERAMENTE iniziare a pescare sempre in coppia con un fucile, forse forse...troppi fattori imponderabili nel nostro mondo, Sabato pomeriggio andrò in mare , dedicherò la mia giornata di pesca a tutti gli amici scomparsi per quello che serve...e cercherò di capire se il nostro fratello mare mi vuole ancora bene e se io ne voglio a lui..... cerchiamo di parlare più di sicurezza che di tecniche di pesca, fermiamoci a riflettere, almeno un poco...un abbraccio a tutti voi e a tutti quelli che conoscevano i ragazzi scomparsi...Alessandro

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chi pratica la pescasub deve essere consapovele dei rischi che corre e quindi deve comportarsi di conseguenza. ogni volta che mi immergo so che potrebbe essere l'ultima, basta una cavolata qualsiasi per non tornare su.

molti vedono il mare solo come terra di conquista senza pensare ai rischi che corrono. non bisogna avere paura del mare ma bisogna rispettarlo.

ogni tanto penso se smetterei o no se qualcuno di mia conoscenza dovesse morire in acqua, la risposta che mi do è no. continuando a pescare mi sembrerebbe di onorare la memoria della persona scomparsa.

la mia passione per il mare è troppo forte, non riuscerei a smettere.

alessandro quello che dici è giusto, forse bisogna fermarsi a riflettere un po di più, la sicurezza non è mai troppo.

ciao

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Credo che la nostra prudenza in mare sia una forma di rispetto per noi stessi, le nostre famiglie, i nostri amici, i compagni scomparsi durante un'immersione in apnea, il nostro sport.

 

Si può fare di più, certe tragedie si possono evitare. Il bilancio, inutile negarlo, è pesante. Troppi ragazzi, troppi amici ci hanno lasciato, ricordandoci ancora una volta che con il mare non si scherza.

 

I neofiti che parlano di aspetti a venti metri, chi crede che in medio fondale non possa accaderci niente, chi va più o meno consapevolmente alla ricerca dei propri limiti, chi si sente invincibile, chi pensa bene e agisce in modo approssimativo, chi si ritiene troppo esperto per correre rischi....insomma, tutti, ma proprio tutti noi dobbiamo fare il possibile per aumentare gli standard di sicurezza e tenere alta la guardia ad ogni battuta.

 

E' nella natura dell'uomo allontanare da sé l'idea della morte, cerchiamo però di impedire a questa tendenza naturale di trasformarsi in imprudenza

 

Giorgio

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Questo è un'argomento di cui non si parla mai abbastanza e che rimane sempre alla boa riguardo alle possibili soluzioni.

 

E' lo sport amatoriale con la casistica più funesta in assoluto, se pensiamo al rapporto fra praticanti (ma quanti sono?) e decessi , abbiamo dei numeri veramente preoccupanti.

Analizzare il perchè è possibile, ho scritto qualcosa in merito in base alla mia esperienza, frutto di situazioni e realtà di paesi diversi , nonchè alle discussioni con vari studisi, da Ficini a Magno e Malpieri tanto per citarne alcuni e agli scambi d'opinione con vari personaggi del mondo agonistico specialistico e non.

 

E' fondamentale subito mettere in luce un'aspetto da non trascurare: il settore hobbistico ( il pescatore di tutti i giorni per intenderci) rispetto al settore agonistico, in particolar modo alla gara( e agli appartenenti a società agonistiche) ha un rapporto nefasto nettamente e spropositamente sfavorevole.

Questo è uno dei punti da valutare attentamente, oltre a tutto quello che riguarda la fisiologia e l'attitudine morfocostituzionale alla disciplina.

 

La pesca in due con un fucile è una strada da valutare, perchè sulla carta sembrerebbe più sicura di una pesca in due, ma con attrezzatura completa che inevitabilmente porta a percorrere "istinti" diversi.

La pesca in solitario rimane la forma classica e privilegiata, perchè ha una libertà d'azione pratica e non costrittiva, ma è senz'altro quella che sempre sulla carta presenta le possibilità di rischio più alte.

 

La risoluzione del problema, rappresentato non dalla certezza assoluta di eliminare l'incidente ma di attenuarlo il più possibile passa attraverso una pluridisciplinarietà d'interventi, non è una strada percorribile in un senso.

Una via( ma non l'unica) è quella di avvicinarsi il più possibile al modello agonistico, in particolar riferimento al possesso di una fondamentale visita medica di tipo B e ad un attestato di partecipazione ad un corso specifico, un'altra viene sempre dalla nuova proposta che la federazione ha predisposto circa un circuito nuovo di gare di pesca a coppie con un fucile con un regolamento basato appunto sull'obbligo di sorvegliare sempre e comunque l'immersione del compagno, ideato proprio per fornire un "modello" agli appassionati, ubriachi fino adesso di quote da capogiro e da invenzioni irresponsabili di tecniche di "agguati profondi".

Ultimamente si è fatto un gran parlare di "nuove " proposte di legislazione sulla pesca in apnea, dove l'unica proposta di azione relativa alla sicurezza del sub è quella dell'aumento della distanza di navigazione dei natanti dalla boa( sacrosanta ), ma attenzione la boa si metterebbe solo al largo?????, mentre sottocosta ????? (cosa voglia dire non si sa) se non c'è traffico non è necessaria......per il resto il buio più totale.

 

Io penso che sia auspicabile in un futuro prossimo che la pesca in apnea preveda il possesso annuale (chiaramente ) di una visita medica di tipo B e di un brevetto ( una volta sola ) basato sulla sicurezza: fisiologia dell'apnea ripetuta( un corso di apnea pura non è assolutamente sufficiente); metodologia dei fondamentali esecutivi in sicurezza; tecniche di rianimazione artificiale a secco, ma sopratttutto in mare( esiste già una metodica ben precisa); tecniche di recupero di un apneista sul fondo, non mi dilungo ulteriormente ma c'è molto di più da sapere.

 

Ma i problemi per l'attuazione di questo programma sono immensi, innanzitutto si deve assolutamente perfezionare anche l'attuale brevetto di pesca in apnea FIPSAS( necessario per poter gareggiare) dandogli una revisione secondo le ultime novità fisiopatologiche e poi chi dovrebbe fare questi corsi obbligatori ? Sui medici sportivi per la visita di tipo B le garanzie ci sarebbero, ma per il corso in se stesso, la cosa è ben diversa in quanto ad esempio la Federazione non potrebbe attualmente gestire in nessun modo le centinaia di richieste alle quali si deve dare una risposta in termini di Qualità assoluta del corso e di logistica( sedi, istruttori ecc), in pratica dall'idea alla pianificazione della rete nazionale, di strada ce ne passa.

 

Rimangono comunque altri aspetti da valutare, relativi ai fattori predisponenti; dei veri e propri "buchi neri" per superare i quali non servono corsi e visite ma solo tanta esperienza; ripercorrendo la mia posso affermare di essere passato vicino, vicino per inesperienza appunto, a delle situazioni di pericolo,a questo punto: sarà pure uno sport che seleziona per forza di cose!!

Ma noto con estremo disappunto che quando si parla di innovazioni riguardo alla sicurezza con proposte di patentini che comprendano anche visita medica, molti tromboni sperperano parole di disappunto in ragione di discorsi vuoti e colmi di retorica, anche con veemenza incuranti dei problemi, dei dubbi e dell'ignoranza innocente di molti giovani che aquistando muta e fucile si tuffano in un'esperienza con mille punti interrogativi riguardo al cosa fare e quando farlo.

 

Luciano Cottu

 

 

 

 

 

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Sono perfettamente d'accordo con Luciano Cottu quando prospetta una strategia composita per la soluzione del problema.

Liquidare il dissenso verso un certo tipo di approccio alla tutela della salute dei cittadini, però, non mi pare appropriato. Dopo un trentennio di completo disinteresse verso il subacqueo da parte di governo, legislatore e ...società civile, l'ultima cosa che ritengo scontata è l'opportunità di nuovi interventi coercitivi che tutelino il sub dalla propria imprudenza, come già accaduto per le boe. Se ne deve discutere, come di tutto il resto.

Personalmente, credo che l'idea stessa di fare cultura attraverso lacci e imposizioni sia discutibile e che non esistano scorciatoie che consentano di risolvere il problema sicurezza all'istante, come si potrebbe fare con una bacchetta magica. Ritengo che corso con visita medica obbligatori siano un estremo rimedio eventualmente utilizzabile, ma non da soli e non senza fare piazza pulita di tutto un sistema di norme che ci vede come dei pirla da spennare con multe milionarie senza garantirci un minimo di sicurezza né rispetto ai pericoli per la nostra incolumità fisica né rispetto al rischio di salassi economici giustificati solo dall'ignoranza di chi applica la legge.

 

Questa idea dell'imposizione come via di soluzione dei problemi non può diventare la regola nella società civile. A livello Federale probabilmente sì, perché chiunque è libero di scegliere se fare agonismo o meno, a livello hobbistico assolutamente no, perché in questo paese fino a prova contraria una persona è libera di martellarsi i calli fin quanto vuole.

E' nello stabilire se sussistano o meno le condizioni per una extrema ratio di questo tipo che il dialogo si pone come passaggio necessario.

Se si discute di misure finalizzate alla salvaguardia dell'incolumità delle persone può ben prospettarsi un rimedio estremo, ma - per quanto mi riguarda - unicamente in un contesto più ampio dove tutto il problema sicurezza viene affrontato seriamente.

 

 

Giorgio Volpe

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Senz'altro il problema della sicurezza in mare per chi va sott'acqua è una cosa molto reale. Ma non credo che fare dei "patentini" possa ridurre i tragici eventi che abbiamo vissuto in questi anni.

Basta pensare ai corsi sub che dopo poco ci danno la possibilità di immergerci a profondità superiori a quelli che ci indica il ns. brevetto.

Come in tante altre cose che ci appassionano, ci sono momenti in cui, da umani che siamo, ci "dimentichiamo" le regole basiliari della sopravivenza ed ecco lì che ci possiamo trovare in situazioni al limite del ns. controllo.

Non è facile, probabilmente non è neanche possibile, creare uno strumento che possa salvaguardare la vita di noi subacquei(apneisti e non).

Alla fine è necessario creare delle regole da imparare ed effettuare ogniqualvolta andiamo per mare....ma siamo solo noi a controllare noi stessi e solo noi possiamo evitare le tragedie personali.

Il pescare in coppia può essere uno strumento per aiutare ad evitare problemi sott'acqua. Ma è indispensabile che il compagno sia dello stesso livello, o superiore.

In conclusione, anche perchè è un tema estremamente complesso, tocca a noi conoscere i propri limiti e cercare il più possibile di dosare l'adrenalina che ci invade ogni volta che andiamo sott'acqua e avvistiamo il ns. sogno.

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Cari amici...leggo con piacere che il tema sicurezza ci appassiona, perchè non vogliamo più che tragedie come quelle si ripetano. Impariamo un nuovo tipo di rispetto per il mare, cerchiamo di vederlo non come una risorsa, ma come una grande avventura estrema, in cui valutare rischi e pericoli, non so se il discorso corsi sia proponibile, penso di si, ma tanti sono gli ostacoli, quello che veramente serve è la coscienza di una nuova mentalità, un nuovo modo di pensare. Penso che le tragedie continueranno, l'imponderabile è sempre in agguato, ma se affrontato con le dovute conoscenze le probabilità di cavarsela aumentano, di molto. Quindi continuiamo a andare a pesca, ma attenzione, attenzione, attenzione e non mi stancherò di ripeterlo attenzione...un saluto a tutti..Alessandro

p.s. cerchiamo di continuare questa discussione, bombardiamo il forum con tematiche riguardanti la sicurezza, creiamo un caso, parliamo...

Il mare non perdona ed esige rispetto!!!

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Tutto quello che si può attuare per aumentare la sicurezza in mare va bene, ma credo che la cosa principale è l'essere consapevoli dei rischi che si corrono andando in acqua per poterli evitare, non sto quì a dire che c'è chi è immune a tali rischi, tutti siamo soggetti a rischio quando siamo sotto la superficie, ma mi rivolgo principalmente ai giovani che si avvicinano a questa disciplina che oggi con le ultime innovazioni tecniche portano ad raggiungere traguardi di tutto rispetto con poca fatica e principalmente poca consapevolezza di quello che si va incontro in termini di rischi.

RAGAZZI QUANDO SI SUPERANO I 15 METRI I RISCHI AUMENTANO MOLTISSIMO, QUINDI TASSATIVAMENTE QUANDO SI SUPERA TALE QUOTA SI DEVE ANDARE IN COPPIA E FIANCO A FIANCO e poi entro tale quota ci si può divertire tantissimo

avendo sempre un certo margine di sicurezza, le quote impegnative si raggiungono dopo anni e anni di gavetta.

Siate sempre prudenti, mai bravate in mare costano molto care e le ultime tragedie lo dimostrano.

Ho avvicinato tanti amici a questa disciplina ma la prima regola che ho impartito anche a rischio di esagerare è stata sempre la prudenza che deve essere sempre massima, sulla terra ferma alle volte si può azzardare in mare non è concessa nessuna leggerezza, siamo in un ambiente nel quale per quanto ci possiamo sentire a nostro agio non è il nostro elemento naturale e siamo sempre sul filo dei secondi non dimentichiamolo mai.

Consentitemi questo sfogo ma quando si leggono così tante tragedie mi assale un'angoscia e una rabbia per essere impotente di fronte a tali disgrazie che vorrei essere al fianco di ogniuno di voi a ricordarvi continuamente prudenza prudenza..............................E SEMPRE PRUDENZA.

 

 

Tommaso Marti

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