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Bastoncini Di Carassio


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Per i lacustri: la notizia più curiosa è che il carassio se magna (ma sono sicuro che mauro si schiferà)

 

SLOW FISH:PERSICO DEL NILO E CARASSIO,LE SPINE DEL TRASIMENO (ANSA) - GENOVA, 12 NOV - C’era una volta un lago, il Trasimeno, alla

congiunzione tra Umbria, Toscana e Lazio, dove una nutrita schiera di pescatori viveva della commercializzazione del persico reale, un pesce con carni

magre, di sapore delicato, alla base del piatto tradizionale della zona, il Tegamaccio. Sino agli anni ’80 nel Trasimeno si pescavano 5-6000 quintali di

persico reale.

Oggi, sul Trasimeno, sono rimasti una cinquantina di pescatori, riuniti in cooperativa, i quali devono combattere con due gravi problemi, il persico del

Nilo ed il carassio. Con l’ abbassamento del livello delle acque (il Trasimeno ha una profondità media di circa 5 metri) e con i conseguenti sbalzi termici

dell’acqua, infatti, la produzione di persico reale è diminuita, tanto che oggi se ne pescano non più di 1500 quintali l’anno.

La domanda di prodotto, però, non è diminuita, e per rispondere alle esigenze della ristorazione, che continua a proporre i piatti a base di persico

reale, ecco arrivare nei ristoranti del Trasimeno il persico del Nilo, o quello del lago Vittoria, o il luccio di Turchia, tutti pesci di minore qualità e a più

basso prezzo, che hanno sostanzialmente tolto l’ ossigeno ai pescatori di casa.

Quegli stessi pescatori che oggi si trovano a dover combattere anche con il Carassio, una carpa di origine orientale che è stata immessa nel

Trasimeno probabilmente dai pesca-sportivi, attirati dal fatto che questo pesce abbocca facilmente. Il Carassio si adatta a tutte le tipologie acquee e si

riproduce in modo ibrido. Questa specie, molto spinosa, non è adatta alla consumazione. Oggi, ad ogni pescata, la quantità di carassi che rimangono

nelle reti è nettamente superiore a quella del persico reale, creando quindi ulteriori difficoltà alla pesca.

Per fare fronte al problema i pescatori della cooperativa del Trasimeno hanno studiato la trasformazione del carassio in bastoncini ottimi per la

consumazione, ma la loro commercializzazione trova ostacoli insormontabili proprio in quei settori, come le mense scolastiche, dove maggiore dovrebbe

essere la preparazione e l’educazione alimentare.

Ai consumatori di domani si preferisce offrire il merluzzo del nord tanto pubblicizzato in tv, piuttosto che il pesce pescato e lavorato sotto casa. Una

delle tante contraddizioni alle quali Slow Fish, il Salone del pesce sostenibile in corso a Genova, tenta di dare risposte.

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Pensavo che i carassi fossero composti solo da lische e squame, e il resto dello spazio fosse bocca, stomaco e intestino (branchie no, visto che respira direttamente il fango per endovena). Invece hanno anche polpa, incredibile.

 

Si, confermo, i carassi camminano con le proprie pinne sulle strade in comode mastelle e si trasferiscono di fosso in canale, scavallano colli e monti, si tuffano in chiare fresche acque dolci trasformandole immediatamente in bacini marroni e torbidi. E' l'effetto "ruinamento" sul fondo del carassio, che bruca e scava col potente musotto.

 

Ma il carassio è anche un'efficentissimo predatore di altri pesci, solo che per non sbagliare preda direttamente le uova delle altre specie.

Ed è il pesce preferito di chi ama praticare il C&R, infatti mangia l'esca, si fa pescare, ributtato in acqua, arimagna, e via così all'infinito.

Così facendo si è geneticamente modificato.

Ora ha preso il sopravvento un nuovo genere di carassio oltre alle tre sottospecie tradizionali (nero, bianco, rosso):

il carassio senza bocca, il sogno di ogni pescatore a roubasienne.

 

In natura il carassio teme solo altre due specie:

-gli amici siluri (e quindi per associazione di conoscenze odia gli amici del siluro)

-l'abramide, schifiltoso pesce piatto e mucoso del nord-Europa, una sorta di sogliolone col muco dell'anguilla che preferisce stare in piedi invece di stare piatto sul fondo.

 

 

E' una buona notizia che si possa commercializzare, speriamo che vengano commercializzati tutti alla svelta.

 

Mauro

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Caro Mauro, tanto x restare in tema di "soglioloni" che nuotano dritti,ti informo x la gioia di noi tutti amanti dell'autoctono, che il generico abramide, nelle due forme gardon e brehme è arrivato nel Ticino fino ad Oleggio, dove fino aqlc anno fa nuotavano solo barbi, cavedani, pighi ,perca fluvialis e qlc marmorata.Altro che commercializzati,andrebbero ESTIRPATI,se si potesse. ciao Mauro Santini

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