Domanda Medico-scientifica

[Ospite Eta_beta]

La maggiorparte delle volte in cui ho visto una samba/sincope all'uscita di una prova, l'atleta respirava senza controllo senza quindi neanche riempirsi a dovere d'aria, anche se la frequenza era elevata.

Riflessi neurovegetativi, ormai la frittata era fatta.

E' come l'anciare una pietra, pentirsi di averlo fatto nel momento in cui la pietra sta per staccarsi dalla mano, ma non riuscire più a fermarla!

[Ospite Paolo Acanti]

La maggiorparte delle volte in cui ho visto una samba/sincope all'uscita di una prova, l'atleta respirava senza controllo senza quindi neanche riempirsi a dovere d'aria, anche se la frequenza era elevata.

Riflessi neurovegetativi, ormai la frittata era fatta.

E' come l'anciare una pietra, pentirsi di averlo fatto nel momento in cui la pietra sta per staccarsi dalla mano, ma non riuscire più a fermarla!

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..infatti, ma se si insegna all'allievo di respirare sempre in un certo modo, magari questo riflesso neurovegetativo puo' sfociare in una respirazione un po' piu' ampia, sbaglio?

Modificato Giugno 24, 2005 da Paolo Acanti

[Ospite pescerosso]

fino ad ora ho creduto che dopo un'apnea, specie se tirata, il primo atto respiratorio serva a far immettere nei polmoni prima possibile nuova aria ossigenata, quindi ad una prima espirazione non completa, relativamente rapida, faccia seguito una rapida inspirazione, ed a seguire respirazioni complete non eccessivamente veloci (a bocca bene aperta per non offrire resistenza --> avete in mente Gaspare dopo le statiche?!),

ma dopo la lettura di questo post ho le idee confuse: qualcuno se la sente di riepilogare un modus operandi efficace, che offra la massima sicurezza, che se eseguito sempre, anche dopo le apnee non tirate, possa diventare un automatismo (come abbandonare il testimone alla fine della dinamica prima di riemergere)?

[Massimo Malpieri]

credo che se rileggi il tutto con molta concentrazione riesci a capire da solo quale comportamento tenere.

 

massimo malpieri