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Antologia del cappotto, volume primo.


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Settembre di circa venti anni fa. Stanco (si fa per dire) di infilzare pesci a Filicudi ed ancora più stanco di guardare nelle stesse tane in cui guardavo da mesi, tutte allora popolate, decido di cambiare acque e di andare con la mia barchetta da 3.5 metri ed un fuoribordo da 5 cavalli verso la vicina Alicudi, distante 10 miglia. Non ero mai stato ad Alicudi, ma i pochi amici che c'erano andati me ne avevano parlato come di un posto da fantascienza.

Parto all'alba commettendo un unico errore, portarmi dietro una ragazza di Verona conosciuta la sera prima, senza pensare al vecchio adagio che dice che le donne in barca portano sfiga. Dopo due ore e mezza di navigazione su un mare piatto lascio la ragazza su una scoglio, impugno il mio fedele oleopneumatico da 90 ed eccitatissimo inizio a pescare tra i massi ciclopici alicudari. Nella prima tana illumino una cernia di almeno 8 chili immobile, penso "sei morta" ed invece la padello misteriosamente. Il pesce scompare nei meandri della maxi franata. Un paio di massi più in là stessa identica scena, cernia, sparo sicuro, padella. Controllo l'asta, comicio ad innervosirmi, continuo. Per farla breve quel giorno ho sparato in tutto sette cernie, tutte belle grosse, e due saraghi, di cui uno di un paio di chili sparato due volte ad un metro di distanza. Non mi era mai capitata una cosa del genere, ero (e sono) un ottimo sparapesci e quello che è successo quel giorno resta un mistero. La faccia che avevo tornando in barca deve essere stata terribile, perchè la ragazza mi ha addirittura chiesto se mi sentissi male. Per fortuna sulla rotta di ritorno ha fatto la BRAVA, almeno quello...

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Sulla sfortuna da donna potrei scrivere libri...

Comunque ragazzi domani all'alba, dopo un mese di stop per via di problemi di lavoro e di salute (avete mai avuto una colica renale lunga 9 ore? penso sia un record), vado a farmi una megapesca girando in barca tra Lipari e Vulcano (senza donne). Oggi qui, scrivo da Milazzo, alle ore 14 c'erano 31 gradi ed il mare è una favola...

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Sono contento per te,e' bello riassaporare il mare dopo tanto tempo.E' sempre una nuova emozione.L'anno scorso stabili' il mio record personale di padelle con il mio(ormai ex)legnetto...2 cernie immobili in candela e 8-10 saraghi all'aspetto.Nn ci azzaccavo proprio con quel fucile!!

Ciao

ma con il tuo excalibur sei un cecchino!

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Provo una "SINCERA" invidia nei tuoi confronti, pur non essendo per natura assolutamente invidioso, sentirti parlare di mare, di caldo, di isole.......be!!!

 

che dire..... beato te!!!

 

comunque, non credo che le tue pescate, saranno state unicamente dei cappotti, hai avuto la fortuna di pescare 20 anni fa in dei veri paradasi, sono sicuro che potresti raccontarci qualche pescata di quelle che oggi possiamo solo sognarcele .........

 

.... avanti, forza

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Settembre di circa venti anni fa. Stanco (si fa per dire) di infilzare pesci a Filicudi ed ancora più stanco di guardare nelle stesse tane in cui guardavo da mesi, tutte allora popolate, decido di cambiare acque e di andare con la mia barchetta da 3.5 metri ed un fuoribordo da 5 cavalli verso la vicina Alicudi, distante 10 miglia. Non ero mai stato ad Alicudi, ma i pochi amici che c'erano andati me ne avevano parlato come di un posto da fantascienza.

Parto all'alba commettendo un unico errore, portarmi dietro una ragazza di Verona conosciuta la sera prima, senza pensare al vecchio adagio che dice che le donne in barca portano sfiga. Dopo due ore e mezza di navigazione su un mare piatto lascio la ragazza su una scoglio, impugno il mio fedele oleopneumatico da 90 ed eccitatissimo inizio a pescare tra i massi ciclopici alicudari. Nella prima tana illumino una cernia di almeno 8 chili immobile, penso "sei morta" ed invece la padello misteriosamente. Il pesce scompare nei meandri della maxi franata. Un paio di massi più in là stessa identica scena, cernia, sparo sicuro, padella. Controllo l'asta, comicio ad innervosirmi, continuo. Per farla breve quel giorno ho sparato in tutto sette cernie, tutte belle grosse, e due saraghi, di cui uno di un paio di chili sparato due volte ad un metro di distanza. Non mi era mai capitata una cosa del genere, ero (e sono) un ottimo sparapesci e quello che è successo quel giorno resta un mistero. La faccia che avevo tornando in barca deve essere stata terribile, perchè la ragazza mi ha addirittura chiesto se mi sentissi male. Per fortuna sulla rotta di ritorno ha fatto la BRAVA, almeno quello...

Bravo Dario!

Padelle a parte, vedo che sai bene come stare al mondo...! :lol::clapping::clapping:

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Settembre di circa venti anni fa. Stanco (si fa per dire) di infilzare pesci a Filicudi ed ancora più stanco di guardare nelle stesse tane in cui guardavo da mesi, tutte allora popolate, decido di cambiare acque e di andare con la mia barchetta da 3.5 metri ed un fuoribordo da 5 cavalli verso la vicina Alicudi, distante 10 miglia. Non ero mai stato ad Alicudi, ma i pochi amici che c'erano andati me ne avevano parlato come di un posto da fantascienza.

Parto all'alba commettendo un unico errore, portarmi dietro una ragazza di Verona conosciuta la sera prima, senza pensare al vecchio adagio che dice che le donne in barca portano sfiga. Dopo due ore e mezza di navigazione su un mare piatto lascio la ragazza su una scoglio, impugno il mio fedele oleopneumatico da 90 ed eccitatissimo inizio a pescare tra i massi ciclopici alicudari. Nella prima tana illumino una cernia di almeno 8 chili immobile, penso "sei morta" ed invece la padello misteriosamente. Il pesce scompare nei meandri della maxi franata. Un paio di massi più in là stessa identica scena, cernia, sparo sicuro, padella. Controllo l'asta, comicio ad innervosirmi, continuo. Per farla breve quel giorno ho sparato in tutto sette cernie, tutte belle grosse, e due saraghi, di cui uno di un paio di chili sparato due volte ad un metro di distanza. Non mi era mai capitata una cosa del genere, ero (e sono) un ottimo sparapesci e quello che è successo quel giorno resta un mistero. La faccia che avevo tornando in barca deve essere stata terribile, perchè la ragazza mi ha addirittura chiesto se mi sentissi male. Per fortuna sulla rotta di ritorno ha fatto la BRAVA, almeno quello...

A parte la pesca ........

 

può essere un maestro di vita per tutti noi......

 

SOMMO RISPETTO!!!!!!!

 

(Per la ragazza!!!)

 

:clapping::clapping::clapping::clapping::clapping::clapping::boat:

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Torno adesso dalla mia passeggiata eoliana, sono bruciato dal sole come se fosse piena estate (avremo qualcosa di buono in Sicilia...) e vi racconto un po' com'è andata. Ho preso l'aliscafo che mi ha portato a Lipari stamattina alle 7 e dopo un'ora ero già sulla barchetta che tengo al porticciolo di Pignataro, il 40 cavalli è partito al primo colpo dopo più di un mese di stop forzato e su un mare liscio come le chiappe di Monica Bellucci e finalmente deserto mi ha portato in un attimo dietro l'isola. L'intenzione era di fare delle soste veloci su un po' di punti nei quali, dopo il casino estivo, speravo di trovare finalmente pesce. Alla prima discesa mi rendo subito conto che dopo un mese di coliche e antibiotici il mio stato di forma è simile a quello di un segaiolo cronico, l'entusiasmo è tanto ma il fiato e le gambe non ci sono. Mi sposto tre o quattro volte battendo zone in cui nel passato sono morti tanti pesci, soprattutto saraghi, che non trovo se non in esemplari insparabili ed un paio di cerniotte da pedofilo. Prendo comunque due polpi (come mi sono ridotto...) ed un paio di ricciolette, queste ultime onnipresenti ma stranamente piccole per essere a fine Ottobre. Stanco di vedere solo acqua (però limpidissima, oltre 25 metri di visibilità, mi dispiace per gli adriatici ed il loro caffelatte...) e minutaglia esco su una zona "giusta" ma fonda, con la speranza di vedere almeno un bel pesce, e così è, perchè finalmente, in una planata a mezz'acqua, poggiata si un fondale degradante di grossi ciottoli davanti ad alcuni massi giganteschi vedo una cernia. Anzi una CERNIA, perchè senza esagerare la faccio almeno 20 chili, bella, bellissima, erano un po' di anni che non ne vedevo una così grande, fuoritana, ferma, tranquilla. La guardo affascinato e l'istinto, nonostante sia ora di tornare su, mi fa correggere la rotta e puntare il fucilone verso di lei, che comunque è ancora lontanissima. Quando ne ha abbastanza di essere ammirata e desiderata, mentre io sono ancora distante anni luce, con la calma di chi sa il fatto suo e sculettando come un'attrice consumata, si infila nell'ammasso di pietroni. Che meraviglia di pesce, peccato che la profondità, non disumana ma in questo momento per me senz'altro vietata, non mi faccia dare un'occhiata in tana, anche se certamente , vista il posto e la sicura esperienza della bestia, ben difficilmente si sarebbe mostrata in casa. Mi allontano un po', faccio un altro paio di planate nei pressi, poi tornando verso la barca decido di dare un'altra guardata nella zona del cernione, giusto per vedere se è uscita dalla tana. Comincio a scendere verso i roccioni e quando sono a metà strada con la coda dell'occhio vedo scendere a rotta di collo dalla scarpata una cernia più piccola che sparisce sotto un lastrone inclinato che si trova almeno 7/8 metri più su della tana della cerniona. Là ci arrivo, penso, e risalgo per prepararmi a tentare un approccio violento con la nuova arrivata. Scendo dritto sul lastrone e quando sono ad un metro dalla distanza utile per tirare la cernia si affaccia, si gira e sparisce dentro, tutto in un secondo. Do' un'occhiata velocissima all'interno ma è pieno di pietre e pietroni, il pesce è sparito. Risalgo incazzato, mi ossigeno e riscendo. Stessa identica cosa, vedo le sue labbra brune (più belle di quelle di Naomi Campbell) affacciarsi appena dal lastrone e subito sparire. Non c'è due senza tre, voglio provare un'ultima volta ma stavolta scendo di fianco alla tana, mi appoggio sul fondo e all'improvviso mi affaccio col braccio teso e pronto, la cernia e lì che guarda verso il punto in cui sono sceso prima, mi sente e si gira scattando verso l'interno ma stavolta si porta dietro l'asta del mio fucile che l'ha presa in pieno. Non le do' il tempo di intanarsi, l'ho colpita da dio e facendo tranquillamente forza sul monofilo me la tiro fino in superficie. E che ca..., ci voleva proprio. Torno contento come una pasqua, la cernia non è un mostro ma pesa pur sempre 6.200 kg e mi fa sentire meglio, fan**lo i calcoli renali e tutte le medicine del mondo! Ora è in frigo, ma la mia testa è ancora a Lipari, alla cerniona, tra un paio di giorni torno a farle una visita, chissà...

P.S. la ragazza di qualche post indietro ha fatto la brava proprio in QUEL senso.

P.P.S. se mi mettessi a scrivere di pesci passati dovrei stare ore sulla tastiera, non che ne ho presi moltissimi, ma sono "vecchio" ed in questi anni qualcosa si è preso...

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