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fabryfish

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Risposte pubblicato da fabryfish

  1. ciao, io costruisco scafandri, ma ti anticipo che autocostruire scafandri non è conveniente così come chiedi,... nel senso che dotarsi di tutto ciò che serve per costruirne uno dedicato per la tua video o fotocamera che sia, implica delle spese non indifferenti; se poi invece vuoi metterti a costruirne un certo numero, allora la spesa sia in macchinari che in materiali la ammortizzi, ma ti avverto che non è cosa semplice.

    Se vuoi posso costruirlo io, ma ti avverto che non lo faccio a meno di Euro 150,00 e che ho bisogno della videocamera per stabilire sia l'esatta posizione dei pulsanti sia per stabilire la corsa massima d'escursione dei pulsanti.

    Detto ciò, se vuoi ti posso dare tutte le info necessarie (tempo permettendo) per autocostruirlo in plexiglass o in policarbonato

  2. rieccomi dopo mesi di assenza,.. ero al libro secondo, quindi mi son letto tutto fin qui,.... e vedo finalmente il mach materializzarsi.

    Colgo l'occasione per ringraziare pubblicamente Fonzies (Alfonso) per avermi fornito il componente fondamentale per la costruzione di un prototipo che spero presto di aggiungere alla schiera dei roller-derivati, grazie alla fattiva collaborazione di Alfonso.

  3. due settimane di assenza dal forum e vedo notevoli passi in avanti.

    Stefano, ho osservato con attenzione sia il video in cui si osserva l'onda comparire sin dall'inzio della contrazione e come aveva osservato Zavorra poteva essere generata dal fatto che il capo dell'elastico vicino al meccanismo di sgancio interferiva sul tubo provocando un immediato sobbalzo dell'elastico,... e quindi ho visto che tu succesivamente hai tolto quell'interferenza,.. ma secondo me non è bastata perchè se ho visto bene l'ogiva restava comunque schiacciata anche se di poco verso il basso essendo tenuta in tensione sul dente di sgancio di qualche millimetro più in basso rispetto all'asse dell'elastico e ciò basta a generare una componenete vettoriale di disturbo che sposta verso l'alto l'elastico, ne sono quasi certo anche perchè in entrambe le prove vedo che la prima onda di cavitazione è proprio verso l'alto.

    Per quanto riguarda l'onda o le onde di rimbalzo, mi par di capire che al di sopra di un certo fattore di allungamento esse possano tornare indietro con una velocità di propagazione superiore alla velocità di contrazione dell'elastico e quindi avere luogo in posizioni diverse a seconda del fattore di allungamento. A questo punto ci sarebbe da capire entro quali limiti far rientrare questo fattore per far si che esse non antecedano rispetto alla contrazione, e se in ogni caso l'entità di tali onde e quindi del serpeggiamento possano influenzare negativamente la stabilita dell'asta generando quelle che chiamavamo vibrazioni parassite che sommandosi ulteriormente all'instabilità a carico di punta generata dall'impulso iniziale della contrazione farebbero ancor più flettere aste di piccola sezione.

  4. CITAZIONE

     

    CITAZIONE(MarioB @ Nov 16 2011, 19:02)

    ... senonchè Mario, a tali possibilità introduce il parametro velocità come determinante di un evento piuttosto che un altroed in buona sostanza afferma che la condizione F, ovvero la contrazione uniformemente lineare è una condizione che per i carichi delle nostre aste e per le velocità che abbiamo, non si verificherà mai, ; e che in buona sostanza nella fattispecie le condizioni che meglio rappresentano le tipologie di contrazione con cui abbiamo a che fare sono quelle della condizioni D ed E e l' evento di una o dell'altra ovvero di ciò che nella tua rappresentazione grafica è distinguibile dal diverso grado di conicizzazione è dipendente dalla forza peso e dall'influenza delle onde di ritorno elastico presenti o meno a seconda della velocità di contrazione, e la cui intensità è proporzionale alla velocità di contrazione ed alla massa (sezione) dell'elastomero.

     

    ... non l'ho mai detto esplicitamente, ma hai desunto bene! style_emoticons/default/wink.gif

     

     

     

    Questo è il punto cruciale a cui ancora non abbiamo dato una risposta: in base a quali dati, esperienze, sensazioni o altro ... la condizione F viene considerata la meno probabile per le nostre aste/elastici ?

     

    Ci sono esperienze precise in merito o sono solo dei dati "desunti" ?

     

    ulteriore chiarimento e riflessione:

    Mario afferma che l'elastico spinge l'asta in modo attivo fino alla condizione di riposo.

    Per affermare ciò, l'unico mezzo è dimostrare che fino all'attimo prima della condizione di riposo esistano porzioni di elastico che conservano lo stesso fattore di allungamento iniziale, o comunque molto prossime a questo. Di conseguenza la condizione dell'elastico che si contrae proporzionalmente in maniera uniforme lungo tutta la sua lunghezza non può essere ammissibile perchè avremmo subito dopo il picco di vel. max. un rapido decadimento di questa e quindi in contrasto con l'affermazione di Mario, la cui unica via resta quella della condizione in cui l'elastico fino a fine corsa conserva segmenti con pari allungameto iniziale e quindi ancora da contrarre.

    A questo punto l'unica spiegazione plausibile per tale comportamento è da ricercare in quelle onde di pressione/compressione generate a partire dal capo libero dell'elastico e dalla loro risposta di ritorno che determinano aree di elastico contratte e non contratte; daltronde se è vero che l'elastico si contrae a partire dalla porzione libera verso il vincolo è plausibile pensare che esista un fronte di contrazione che separa la porzione contratta da quella non contratta ed il fronte di contrazione delimiti la porzione con fatt. di allungamento zero da quello ancora intatto o quasi; e da alcune precedenti considerazioni desumo che la presenza delle onde di pressione sia in funzione della velocità di contrazione e non della forza peso che insiste sull'elastico o comunque legate al peso solo indirettamente in quanto il peso ne determina una diversa velocità, e comunque più precisamente le onde di pressione sono legate al valore dell'accelerazione,.. per intenderci se avessimo uno spezzone di elastico lungo 20 metri ed arrivassimo ad una velocità di 50 m/s in modo graduale con una bassa accelerazione, non avremmo la comparsa dell'onda di pressione; in definitiva essa è pertanto legata al valore dell'accelerazione.

    La possibilità che l'elastico spinga fino a fine contrazione è legata alla presenza dell'onda di pressione, e che nel range di velocità che ci riguarda, essa sussista,.. a meno che la velocità di propagazione dell'onda di pressione sia inferiore o uguale alla velocità di contrazione dell'elastico e che quindi non riesca a precedere il fronte di contrazione, ma fisicamente ciò non può accadere perchè l'onda di pressione viaggiando sull'elastico stesso assumerà una velocità che sarà la somma fra la sua e quella locale dell'elastico.

    Per quanto riguarda l'effetto conicizzazione, io non ci vedo nessuna connessione col fenomeno delle onde di pressione,. ma piuttosto è la logica conseguenza del ritorno elastico di forma. La sezione conica non riguarda un lungo tratto, ma solo la porzione esattamente in corrispondenza col fronte di contrazione.

    L'elastico sottoposto a stiramento è soggetto ad una forza di trazione in senso longitudinale e ad una compressione indotta in senso trasversale. Tornando a condizione di riposo è ovvio che si riaccorcerà e si riespanderà, (il volume non cambia) quindi le aree che tornano alla loro originaria sezione trasversale sono aree in cui è cessata la trazione longitudinale.

    Nel disegno ho evidenziato a dx l'elastico in trazione con le catene polimeriche allungate che riducendo gli spazi intermolecolari inducono ad un restringimento della sezione trasversale.; e a sx un elastico in compressione che cessata la forza di trazione è libero di ritornare alla sua sezione trasversale originaria.

    post-21687-0-77041400-1321626267_thumb.jpg

  5. Non ci siamo messi d'accordo, ma io e Skillo, abbiamo detto la stessa identica cosa.

    A questo punto mi par di capire che siamo un pò tutti concordi sul fatto che l'evento conicizzazione si manifesti o meno a seconda della velocità ed il suo grado di conicizzazione sia legato alla massa dell'asta e alla velocità.

    P.s. vedo ogni tanto Mario che legge senza intervenire,.. è buon segno? vuol dire che non stiamo dicendo ca@@ate? o è solo la quiete prima della tempesta? :D

  6. dato che hai suddiviso per categorie senza specificare i valori, sostanzialmente quoto anch'io, e credo (credo) che in linea di massima anche Mario possa convenire che la rappresentazione grafica di Stefano possa essere espressione delle possibilità di evento,.. senonchè Mario, a tali possibilità introduce il parametro velocità come determinante di un evento piuttosto che un altro, ed in buona sostanza afferma che la condizione F, ovvero la contrazione uniformemente lineare è una condizione che per i carichi delle nostre aste e per le velocità che abbiamo, non si verificherà mai; e che in buona sostanza nella fattispecie le condizioni che meglio rappresentano le tipologie di contrazione con cui abbiamo a che fare sono quelle della condizioni D ed E e l' evento di una o dell'altra ovvero di ciò che nella tua rappresentazione grafica è distinguibile dal diverso grado di conicizzazione è dipendente dalla forza peso e dall'influenza delle onde di ritorno elastico presenti o meno a seconda della velocità di contrazione, e la cui intensità è proporzionale alla velocità di contrazione ed alla massa (sezione) dell'elastomero.

  7. Certo affrontando il discorso sulle aree diventa tutto più semplice da spiegare (la differenza tra roller e mono).

    Nel 2001, quando feci il primo articolo su AM sul roller fu proprio cosi che spiegai le ragioni della sua maggiore potenza.

    Resta il fatto che nel mono la gomma a va alla sezione circolare di riposo mentre nel roller essendo ancora tensionata la sua sezione è minore.

    Eppure la potenza espressa è maggiore.

     

    Esatto Zavorra la struttura del tombino-test è stata quella.

     

    Capisco che non riesco a spiegare il concetto...ma dovete correlare la sezione con la velocità e i maggiori settori di gomma che partecipano alla contrazione.

    Penso che lo farò attraverso disegni che però ora non riesco a scannerizzare e postare (scrivo da un portatile).

    Non sono impazzito improvvisamente....

     

    Oreste

    Oreste, secondo me ci vorrebbe un glossario, anche perchè fra 10 pagine, se qualcuno facesse riferimento al "tombino test" di Orvac, ..un lettore ignaro potrebbe chiedersi se ci occupiamo di pulizia dei tombini o di espurgo pozzi neri :lol::lol:

    tranquillo, lo so che non sei impazzito improvvisamente; grazie all'intervento di Zavorra e ad un mp di Skillo, ho capito cosa è il "tombino test"

  8. La percentuale di allungamento era identica ma chiaramente riferita alla lunghezza per cui il roller manteneva il pretensionamento.Ciò certifica la contrazione conica e la maggiore prestazione perchè le sezioni di gomma interessate erano di più e quindi

    la forza che si scaricava sull'archetto era maggiore nel corso della trazione in quanto ogni sezione di gomma partecipava percentualmente di meno mantenendo una forza residua maggiore....appunto il pretensionamento.

    Scrivere non facilita certo la comprensione di ciò che intendo dire....

     

    No! No conosco filmati di tiro che certifichino le mie idee...ma so solo che basandomi su questi principi setto i miei fucili da tiro e vedo che i risultati migliorano....

    Oreste

    La percentuale di allungamento era identica ma chiaramente riferita alla lunghezza per cui il roller manteneva il pretensionamento.

    Scusa Oreste, ma avevi scritto:"Potendo disporre della possibilità di variare la trazione nel roller presi un 75 tradizionale e lo armai di una gomma

    da 16mm al coeff.3,5 e poi regolai il mio roller con la testata esattamente in coincidenza della posizione di riposo delle gomme del 75."

    ... sarà che il mio cervello è poco "elastico nella comprensione", ma quando leggo la prima, la seconda, alla terza volta rinuncio a comprendere.

  9. Comunque, anche io in definitiva, sottoscrivo ciò che dice Skillo.

    Intanto a logica mi pare inverosimile che in un elastico con un carico applicato possano sussistere contemporaneamente aree in fase di contrazione che si trascinano aree già contratte che ad un certo punto smettono di avere comportamento elastico e si comportano come un solido e vengano semplicemente trascinate come se il carico applicato non esistesse. e qua mi balla l'occhio di Oreste!... insomma forza peso dell'asta e resistenza idrodinamica sono davvero tanto ininfluenti da far assumere all'elastico lo stesso comportamento in condizioni di carico e senza carico?... a logica mi balla sempre l'occhio di Oreste!

    Tanto per cominciare a me sembra che un elastico libero a forma di fettuccina (fig.1) si comporti diversamente da uno a sezione circolare (fig.2).

    ed in ogni caso il test potrebbe essere effettuato mettendo dei markers a distanze più ravvicinate, a segmenti da 0,5 cm. (fig.3) e verificare non tanto le velocità di ogni singolo segmento rispetto al sistema di riferimento esterno che siamo noi, perchè in questo caso è ovvio che i segmenti che si iniziano a contrarre per primi assumeranno velocità via via maggiori rispetto al sistema di riferimento esterno; ma piuttosto verificare le velocità singole di contrazione su se stesso di ogni singolo segmento rispetto agli altri segmenti; solamente la suddivisione a segmenti ci potrà far conoscere le velocità di contrazione di ogni singola area e fornirci dei dati utili per capire il comportamento di contrazione globale.

    post-21687-1321205589_thumb.jpg

  10. Stefano, ho letto il papello che hai scritto, graficini etc.

     

    Non hai capito per nulla quello che ho scritto! E sai bene che quando qualcuno mi mette in bocca concetti che non ho espresso... :rifle:

     

    Fortuna che so che non hai secondi fini...

     

    Ma mi servirà un po' di tempo per descrivere bene con dei grafichetti la situazione. Intanto ripeto (ed è la cosa principale su cui non ci capiamo, anzi che state proprio sbagliando): le resistenze idrodinamiche non possono MAI essere superiori a quelle di richiamo elastico. MAI, è impossibile fisicamente!!!

     

    ... e adesso spunta Skillo che dice che è sicuro del contrario... :lol::lol: scherzo! scherzo!

     

    a dopo

    OK,.. Per me siamo arrivati alla risposta del quesito. Il decadimento energetico e la contemporanea aumentata resistenza idrodinamica erano le uniche cose che potevano suffragare l'ipotesi di un distacco prematuro dell'asta dagli elastici prima della condizione di riposo; Ma dato che Mario afferma con certezza matematica e fisica che MAI le resistenze idrodinamiche possono superare le forze elastiche di richiamo, cade la condizione che avrebbe permesso il verificarsi di tale fenomeno.

  11. Stefano, questo è ciò che affermi tu: "L'elastico con carico applicato si contrae contemporaneamente lungo tutta la propria lunghezza con velocità differenti a secondo della posizione lungo l'elastico".

    ....e questo è ciò che ha scritto Mario: "Con il carico, la zona di separazione tra la porzione contratta e quella non contratta si disperde e con esso le onde di contrazione, ma non si distribuisce uniformente su tutta la lunghezza"

     

    alla fine ne resterà solo uno!!!..... the winner is?????

  12. Ma quello sottoposto a carico ( che poi è ciò che ci interessa ) come si contrae ?

    Conico o lineare, a tratti ( come il libero ) o tutto contemporaneamente ?

    Ci sono differenze sostanziali ?

     

    PS: Stavolta però conosco la risposta ... :lol::lol::lol::smoke::smoke:

    Miracolo! ...ma speriamo che sia quella giusta! :D

     

    Allora dato che è chiara per entrambi, perchè non ce ne rendete partecipi,... resto in attesa di conoscerla!!

    scherzi a parte, resto in attesa di conoscerla.

    ho finito adesso di leggere i lavori linkati e altri presenti come riferimenti bibliografici e non ho ancora trovato ciò che mi interessa,.. quindi più precisamente volevo chiedere a Mario B. se ampiezza e frequenza delle onde di pressione sono inversamente proporzionali alla forza peso che insiste sull'elastico, e se si, con quale rapporto, o comunque che tipo di relazione esiste.

  13. Non riesco a togliermi dalla testa che l'andamento della velocità dell'asta in un arbanormal

    abbia anche un andamento discendente nella parte finale, ma tant'è le mie sono solo elucubrazioni.

    Concordo sul fatto che il mio test fosse sicuramente grossolano...ma è stato ripetuto più volte

    e il risultato è stato sempre il medesimo: dieci cm in più di corsa non mutavano la penetrazione.

    E questo con aste da 6mm e da 6,5 dove la penetrazione era decisamente maggiore (qui ho scoperto che il roller gradiva aste generose...) e il "plateau" si verificava a 6 cm dalla testata.

     

    Oreste

    Infatti Oreste, sono convinto che il tuo test possa dare dei risultati veritieri semplicemente per il fatto che non puo' distinguere 0.5 m/s di differenza di velocità. Quello su cui non siamo d'accordo è l'interpretazione del fatto.

     

    doveva essere: Infatti Oreste, sono convinto che il tuo test NON possa dare dei risultati veritieri semplicemente per il fatto che non puo' distinguere 0.5 m/s di differenza di velocità.

    Mario, anche qui, vedo che hai problemi con la parola "non".

    A questo punto mi chiedo: "NON è che per caso vuoi dire che gli elastici NON spingono fino a fine contrazione? :lol::lol:

  14. Ma quello sottoposto a carico ( che poi è ciò che ci interessa ) come si contrae ?

    Conico o lineare, a tratti ( come il libero ) o tutto contemporaneamente ?

    Ci sono differenze sostanziali ?

     

    PS: Stavolta però conosco la risposta ... :lol::lol::lol::smoke::smoke:

    Miracolo! ...ma speriamo che sia quella giusta! :D

     

    Allora dato che è chiara per entrambi, perchè non ce ne rendete partecipi,... resto in attesa di conoscerla!!

  15. SE è vera la sottostante affermazione di Mario B, allora verosimilmente l'elastico spinge fino a fine contrazione.

     

    L’elastico, libero, non si contrae in modo tale che la contrazione si annulli gradualmente secondo la sua lunghezza. Piuttosto si divide in una porzione contratta e una non contratta. Quella non contratta si accresce progressivamente a scapito di quella non contratta. Questo fa si che “la forza di richiamo” nella porzione non contratta sia sempre la stessa di quella iniziale. In sostanza se hai stirato l’elastico al 300% e lo rilasci, dopo qualche frazione di secondo l’elastico sara’ diviso in una porzione che ha allungamento 0% e una che e’ ancora stirata al 300%. Con il carico, la zona di separazione tra la porzione contratta e quella non contratta si disperde e con esso le onde di contrazione, ma non si distribuisce uniformente su tutta la lunghezza. E anche questo e’ un punto chiave.

     

    A parte l'errore sottolineato in rosso in cui c'è un "non" in più... desidero sapere se ci sono dei test documentati che dimostrano tale comportamento dell'elastico, e se ci sono, dove sono? Grazie

  16. Esatto Andrea,

    esatto!

    Credo che il problema rinculo non lo abbiamo considerato a pieno...

    Andrebbero fatti i grafici delle varie contrazioni con il il calcio del fucile bloccato....

    Sono quasi sicuro che cambia tutto!

     

     

    Oreste

    ah, bhè Oreste, su questo sono d'accordo,.. col fucile vincolato anche io credo che le cose cambierebbero, d'altronde se ho ben capito i grafici di Stefano sono stati effettuati immergendo il fucile in una vasca e tenuto esternamente col braccio (Stefano, erano così?).

    Col fucile bloccato ed impedito nel retrocorsa, le spinte di rinculo non potendo aver luogo, si tradurrebbero tutte in spinte attive ed i risultati cambiano.

  17. ........ essendoci una decelerazione a fine contrazione e considerando il fatto che la velocità rilevata è quella dell'asta e non dell'elastico ciò vuol dire solo che l'asta sta decelerando a fine contrazione, ma a questo punto su questo tiro sappiamo solo che l'asta sta decelerando senza poter sapere se l'elastico la sta accompagnando.

     

    Come senza poter sapere ..... Fabry ??? se la V costante a fine grafico significa che "l'elastico spinge l'asta fino a fine corsa", una caduta di V a fine grafico non potrà significare altro che archetto e asta si sono separati prima, manifestando quindi uno sbilanciamento energetico a mio avviso imputabile solo al settaggio.

     

    Una cosa che invece non mi è chiara è questa:

     

    Stai tranquillo che se l'elastico si sgancia prima della completa contrazione, a meno che non stiamo parlando degli ultimissimi cm, andrà sicuramente più veloce dell'asta!

    :bye:

     

    ovvio che l'elastico ha l'energia necessaria per muovere l'asta ma una volta che l'ha mossa e che quindi le 2 velocità avranno una sinergia ... non vedo come in caso di distacco, e soprattutto in presenza di due così diversi coefficienti di attrito, lo spingente possa acquisire più velocità dello spinto,

    O meglio questo si verificherebbe in un processo dinamico lento come quello dell'uomo che spinge da dietro una vettura ... è ovvio che se all'improvviso sottrai la vettura, lo spingente supererà lo spinto, ma in processi quasi esplosivi come quello in oggetto dove il trasferimento di energia è istantaneo, anche alla luce delle brevità del tratto da percorre, non lo vedo.

    Certamente mi sfugge qualcosa .

    Come senza poter sapere ..... Fabry ??? se la V costante a fine grafico significa che "l'elastico spinge l'asta fino a fine corsa", una caduta di V a fine grafico non potrà significare altro che archetto e asta si sono separati prima, manifestando quindi uno sbilanciamento energetico a mio avviso imputabile solo al settaggio.

    Scusami, su questo mi ero espresso male. Sono pienamente d'accordo con te.

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    Una cosa che invece non mi è chiara è questa:

     

    Stai tranquillo che se l'elastico si sgancia prima della completa contrazione, a meno che non stiamo parlando degli ultimissimi cm, andrà sicuramente più veloce dell'asta!

    A riguardo credo che Mario B. voglia dire che in caso di distacco accidentale, e nel caso che tale distacco non sia avvenuto negli ultimissimi centimetri, l'elastico avrà ancora energia residua sufficiente a superare la velocità dell'asta. Ci sta!

  18. Carissimo Andrea, anche per me è un grande piacere poter leggere i tuoi interventi sempre ragionati e improntati al buon senso. E infatti concordo in pieno con quanto dici.

     

    Sarebbe bello poter avere come qualche anno fa il tempo di confrontarsi più spesso, ma il tempo è tiranno per tutti...

     

    Stefano, il tuo pensiero adesso mi risulta essere più chiaro e le conclusioni, limitatamente a questo tuo intervento, mi sembrano sostanzialmente corrette.

     

    Per fugare altri dubbi chiarisco meglio.

     

    Se l'asta non è sottoposta a nessuna spinta (nessuna forza propulsiva) resterà soggetta solo alle resistenze idrodinamiche ergo può solo decelerare.

     

    Se l'asta accelera vuol dire che è sottoposta ad un forza propulsiva che la proietta in avanti, ma se mantiene la sua velocità, come nel caso che tanto ti turba, vuol dire che c'è un totale equilibrio tra forze propulsive e forze resistenti. Significa che l'elastico sta spingendo fino alla fine della contrazione.

     

    Questo ti fa capire due cose:

    1) Se il picco di velocità si presenta prima della completa contrazione (e quindi si innesca una decelerazione anticipatamente) vuol dire che sull'asta non agisce più alcuna forza propulsiva, cioè non c'è più contatto con l'archetto... per qualsiasi motivo che può essere accidentale o sistematico come il ribaltamento degli elastici o come un elastico sminchiato.

    2) Se si presenta un plateau di velocità (come nel caso a cui ti riferisci), da un lato si accorciano i tempi di uscita dell'asta dal fusto (cosa positiva)

    dall'altro si sta applicando spinta in "eccesso" che va sprecata in rinculi e attriti (e questo è negativo).

     

    Stai tranquillo che se l'elastico si sgancia prima della completa contrazione, a meno che non stiamo parlando degli ultimissimi cm, andrà sicuramente più veloce dell'asta!

     

    :bye:

    Caro Stefano, personalmente poco m'importava del distacco accidentale che poteva essere solo un effetto casuale e non sistematico dovuto ad eventi anomali, e quello che m'interessava approfondire era invece il distacco dovuto a cause dipendenti dai differenti attriti, dai bilanci energetici che ad un certo punto si differenziavano, etc. etc..... ma le ipotesi che avanzavo mi derivavano dal fatto che la premessa era sostanzialmente sbagliata: La premessa errata era considerare che nel grafico di IDDU le rilevazioni delle velocità fossero state effettuate sull'elastico e non sull'asta!!!!

    Quindi alla luce di quanto adesso leggo, l'interpretazione cambia radicalmente, e credo che non si possa far altro che concordare con l'affermazione di Mario B....<<Se l'asta accelera vuol dire che è sottoposta ad un forza propulsiva che la proietta in avanti, ma se mantiene la sua velocità, come nel caso che tanto ti turba, vuol dire che c'è un totale equilibrio tra forze propulsive e forze resistenti. Significa che l'elastico sta spingendo fino alla fine della contrazione.>>

    Quindi a questo punto, l'interpretazione del tuo ultimo grafico relativo a IDDU, per quanto riguarda la rilevazione velocità indicata con la linea rossa con velocità costante fino a fine contrazione, ha avuto risposta, e che essendoci velocità costante "dell'asta" fino a fine contrazione vuol dire che l'elastico ha spinto fino a fine contrazione senza nessun distacco; mentre nello stesso grafico relativamente al tiro evidenziato con la linea blu, essendoci una decelerazione a fine contrazione e considerando il fatto che la velocità rilevata è quella dell'asta e non dell'elastico ciò vuol dire solo che l'asta sta decelerando a fine contrazione, ma a questo punto su questo tiro sappiamo solo che l'asta sta decelerando senza poter sapere se l'elastico la sta accompagnando.

  19. -siamo d'accordo che esista una vel.max di contrazione degli elastici in aria, data dalle caratteristiche fisiche della mescola e dipendente dal suo fattore di allungamento

    - siamo d'accordo sul fatto che esista una vel.max di contrazione degli elastici in acqua avente un decremento in percentuale di circa il 25% rispetto alla contrazione in aria

    - invece per quanto riguarda il quesito della discussione : Tutti i corpi che si muovono in un fluido hanno una velocità max, meglio ancora una "velocità terminale" o velocità limite; se lo lasciassimo semplicemente cadere, sarebbe soggetto a forza di gravità, spinta di archimede etc. e la sua velocità terminale di caduta sarebbe dipendente da tali fattori,... ma se gli applichiamo una forza, la sua velocità limite (vel.max) avrà luogo nel momento in cui la somma vettoriale delle forze che agiscono diventa nulla, ovvero nel caso specifico, nel momento in cui le forze di spinta e quelle di attrito si bilanciano cioè assumono stessa intensità e direzione opposta; dal quel momento in poi il corpo viaggerà ad una velocità costante per tutto il tempo di applicazione della forza, velocità terminale.

    Adesso sappiamo che ad un certo punto, cioè al raggiungimento della velocità max. (velocità terminale), asta ed elastici viaggiano insieme,... e dopo questo punto? cosa succede subito dopo il raggiungimento della velocità terminale? basterebbe rispondere a questo: nella parte ultima della contrazione, o meglio, al raggiungimento della velocità terminale, chi vince sugli attriti, asta o elastici?..... A questo punto, penso che molti di Voi, abbiano già una risposta, così come me l'ero data subito anch'io, ed invece non è così semplice (e quando mai!!!).

    Andiamo con ordine. Intanto dobbiamo considerare elastici ed asta come corpo unico e non come entità separate, o almeno bisogna considerarle come tali fino al raggiungimento della velocità terminale; fino a questo momento asta ed alastici sono un unico corpo,.. l'elastico man mano cede energia all'asta e l'asta l'immagazzina finchè c'è un accelerazione e senza ombra di dubbio la immagazzina fino al piccò di vel. max,... quindi fino a questo preciso istante asta ed elastici formano un unico corpo che si interscambia valori di energia ed è sottoposto ad un valore di attrito risultante dalla somma degli attriti agenti sui singoli componenti asta elastici ogiva.

    Siamo alla velocità terminale, asta ed elastici sono ancora insieme,...e adesso fermiamo il tempo in quell'istante e facciamo un bilancio: abbiamo l'asta ad una velocità x, con una quota energetica y, ed un coefficente d'attrito z; ed invece dall'altra parte abbiamo gli elastici alla stessa velocità x dell'asta, ma con una quota energetica drasticamente inferiore perchè ceduta all'asta,.... ce la farà la quota energetica residua degli elastici a vincere gli attriti meglio di quanto non riesca a fare l'asta in quel momento?

    io mi sono dato una risposta,.. e cioè che non c'è una risposta fissa, ma dipende dalla configurazione del settaggio,,, ma sul fatto che il fenomeno esista non ho più dubbi.

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