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E’ successo in gara: Antonio Aruta e l’Assoluto 1985 a Palau (3a parte)

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Eccoci alla terza ed ultima frazione. La giornata è anche oggi perfetta: mare calmo, poco vento, paesaggio esterno e subacqueo mozzafiato. Ci si dirige al centro campo gara e, dal movimento di alcuni atleti, si capisce subito che sarà una partenza stile “formula uno”. Io decido di andare sulle lastre con le famose corvine e penso che, probabilmente, dovrò ingaggiare un duello nautico col mio amico Riccardo Molteni. Il direttore di gara Elvio Bortolin dà il via con perfetta puntualità e la gara ha inizio. Riolo, col suo battello carenato e con un gran motore, parte come una scheggia ed è già lontano.

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Nicola Riolo con una delle cernie della prima giornata (foto S.Navarrini)

Io mi dirigo sul primo segnale e Molteni non è al mio fianco come invece immaginavo. Ai venticinque metri, su 32 di fondo, faccio i conti con un brutale taglio di acqua gelida, mai trovato prima. Non c’è neanche più un pesce in quello spot meraviglia, solo il deserto. E’ chiaro che il taglio di acqua fredda ha fatto spostare i pesci su chissà quali altri lidi. Nonostante il fondo assai impegnativo, scorro perecchie lastre, ispeziono alcuni buchi reconditi, plano anche sulla posidonia: niente. Così decido di spostarmi, per andare a visitare una bella zona con alcuni sommi e diverse piccole lastre dove avevo visto girare del pesce bianco. Intanto tutto intorno a me è un continuo via vai di gommoni che si muovono su zone conosciute e poi ripartono.

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Guerrino Casini risale con una cernia di quasi 20 kg

Arrivato sulla zona stabilità mi trovo ancora solo e pedagno. Mi preparo alla discesa su un fondale che oscilla tra i 23 ed i 28 metri. Al primo tuffo noto un certo movimento vicino ad una tana ma, siccome ero a fine apnea, risalgo e mi preparo con cura. Con la seconda discesa mi apposto a qualche metro dal punto interessante ed eseguo un piccolo aspetto di circostanza per vedere se il pesce si fa vivo. Dopo poco vedo le labbra bianche di una corvina far capolino dalla tana. Mi avvicino con calma e, prima che si defili, la fiocino: un bel pesce di circa 1 chilo e 700 grammi. Soddisfatto lo metto in gommone ed insisto. Poco dopo è un bel labride a finire a paiolo dopo un piccolo inseguimento tra roccia ed alga. Batto la zona con costanza, mi sento in forma e pesco bene. Scorro diverse cigliate interessanti ma non trovo nulla. Durante l’ennesima planata vedo un bel sarago entrare in una piccola feritoia nel granito. Mi affaccio e, al primo piccolo movimento, lascio partire il colpo. A quel punto illumino e vedo che lo sparide è colpito bene. Lo estraggo e lo metto in barca. Ho tre pesci, ma voci di corridoio mi informano che di pesce ne stia comunque uscendo molto. La mia ambizione è rimanere in Prima Categoria e, nonostante i pochi segnali, devo mettercela tutta.

Mi metto a favore di corrente e continuo a scorrere questa bella zona che, a mio parere, potrebbe consentirmi di prendere quella decina di pezzi coi quali mi sentirei abbastanza tranquillo. Impugno sempre il mio fedele oleo Sl 70 munito di fiocina e faccio brevi agguati sul fondo che, spesso, si trasformano in ricerche in tana. Fiocino un altro bel sarago in una spacca buia e, poco dopo, una discreta corvina a poca distanza. Mancano un paio d’ore alla fine della prova e la zona l’ho passata al setaccio. Faccio un ultimo spostamento su un bel sommo su medio fondale non troppo distante dove, in preparazione, avevo visto un po’ di movimento. Razzolando di buona lena raccolgo altri due pesci validi e concludo la giornata con 7 bei pezzi. Non so se mi basteranno per rimanere nella massima categoria ma, nonostante l’ansia, ho fatto una buona pescata: quello che ho visto ho preso e non ho nulla da rimproverarmi.

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Molteni passa un grosso serranide al suo secondo

Mi dirigo nella zona del raduno dei concorrenti a fine gara e, già dai primi carnieri, capisco che di pesce anche oggi ne è uscito parecchio. Rimanere nei primi dieci non sarà facile. Arriva Piras che mostra un bellissimo dentice (oltre 7 chili) con altri 5 o 6 pezzi, a seguire Bacci con una bella cernia e nove bei pesci bianchi. Poi Cappucciati, in ombra fino a questa giornata, con una grossa cernia di oltre 17 chili e altri 12 pesci. Riolo ha un cernione ed altri 9 pesci e, Milano, sfodera una collana di pesce bianco da paura: 20 pesci validi. Ora arrivano quelli che secondo me potevano giocarsi il titolo: vedo un Toschi deluso con pochi pesci accanto ad un Molteni che mostra una cernia preistorica (al peso ben 27,400 kg) ed altri 7 bei pezzi. Poi è la volta di Renzo Mazzarri: 13 pesci bianchi tra saraghi, corvi e labridi. Infine Gomez Paloma e Lo Baido: il primo ha solo 4 pesci invece per il palermitano ci sono una grossa cernia (quasi 17 kg), due belle orate, saraghi e corvine. Sarà una bella pesatura, probabilmente molto incerta. C’è tanta gente a seguire le operazioni della bilancia coordinate da Salvatore Grosso ed altri coadiutori.

Succede di tutto: Bacci è quarto di giornata e, con una corvina presa all’ultimo tuffo, supera di una posizione Molteni. A Milano viene scartato un pesce per un grammo e finisce secondo di giornata. Vince la frazione Lo Baido. Mazzarri è ottavo e, scopriremo più tardi, che la cernia a coefficiente che non ha trovato gli sarà costata il titolo (punteggi alla mano). Ora si fa la somma dei piazzamenti delle tre prove per vedere chi ha vinto l’assoluto. Parità (ex aequo) tra Molteni e Lo Baido. Incredibile!

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Giuseppe Lo Baido vincitore con 45 pesci ed una cernia in 3 giorni di pesca

Allora, come dice il regolamento, si guarda i primo miglior piazzamento ed entrambi hanno due primi posti. E’ un putiferio. La giuria si riunisce per stabilire un metodo di assegnazione del titolo che, ai fini delle cose, non è scritto sul regolamento. Si decide di vedere il secondo miglior piazzamento e Lo Baido, con un secondo posto rispetto ad un quarto di Molteni, vince questo incredibile Campionato Italiano. Va anche detto, però, che se il metodo di giudizio fosse stato in base alla somma dei  punteggi finali, del pescato delle tre frazioni, Molteni avrebbe stravinto. Riccardo, da signore qual’è, accetta la sconfitta e Giuseppe Lo Baido è meritatamente il nuovo Campione. Per quanto mi riguarda arriverò undicesimo (primo degli sfigati) e retrocederò per una manciata di punti. Ma sono comunque felice di avere partecipato al Campionato Assoluto più bello e combattuto degli ultimi trent’anni.

Category: Pesca in Apnea, The Box

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