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Daniel Gospic: il mio Mondiale

In questa intervista relizzata da Simone Belloni Pasquinelli, Daniel Gospic, fresco vincitore del Mondiale di Lussino, ci racconta la sua gara, le sue astuzie e i diversi risvolti che ne hanno determinato il successo a mani basse. Ne derivano spunti interessanti circa le capacità tecnico-tattiche di questo splendido atleta del Team Cressi-Sub. Una competizione molto importante, giocata in casa ma tutt’altro che facile, influenzata dalle condizioni meteo-marine decisamente ostiche…

Un Mondiale perfetto (due manche vinte), qual è stata la chiave di volta a tuo parere?

Penso che la chiave sia stata mantenere i nervi saldi, freddezza e concentrazione, una condizione difficile quando ti giochi il titolo in casa. Ho sentito più la pressione nei mesi precedenti, quella pressione che mi imponeva di fare bene davanti al mondo. Poi avvicinandosi alla data della gara, sembra strano, ma mi sono sentito più tranquillo e ho cercato solo di pensare a fare il meglio possibile. Ho pensato molto a quali pesci potevano fare la differenza, dovevano essere pesci sicuri oltre ai gronghi che naturalmente sono determinanti, e tutti lo sapevano. Nel mio caso ho segnato alcune mostelle rivelatesi decisive nella seconda frazione, pesci che ho cercato in posti sperduti e molto piccoli, diciamo isolati nell’alga in modo da essere tranquillo di non averli in comune con altri concorrenti. A causa del termoclino è stata una stagione alquanto strana con poco pesce. I gronghi erano la chiave per fare bene, ma penso che la velocità di cattura e recupero abbiano fatto la differenza

Hai trovato tutto il pesce segnato o le condizioni meteo non te l’hanno consentito?

Il mare e il vento di scirocco di entrambe le giornate hanno impedito a me e agli altri concorrenti di fare tutti gli spostamenti necessari. Ho trovato alcune tane di gronghi segnati vuote, ma chi conosce questo posto sa che anche questo animale è molto mobile. Nella prima giornata ho perso 4 ore per completare i gronghi, nell’ultima ora fortunatamente ho catturato ancora un’orata e un tordo che mi hanno consentito di concludere al primo posto. Per la seconda manche, ho iniziato in una zona con gronghi e mostelle, una lastra bellissima dove in preparazione avevo visto in successione questi animali dividersi le tane. Iniziare subito su questo spot a – 29 metri era un azzardo che mi ha visto vincente in quanto ho scoperto successivamente che la zona era conosciuta anche dal campione del mondo uscente Joseba Kerejeta. Lo spagnolo però, fortunatamente per me, è arrivato tardi e io dopo due ore di gara avevo già 6 gronghi e 4 mostelle. Successivamente mi sono spostato più in fuori dove stavano già pescando Pedro e altri atleti forti, qui ho catturato altri 3 gronghi e un paio di saraghi. Nell’ultima ora mi sono messo a razzolare senza molto successo, ma ormai era fatta!

I gronghi sono stati determinanti: quale è il sistema migliore di tiro per averne ragione?

Sono stati determinanti anche perché la differenza l’ha fatta la velocità di recupero. Io non sparo molti gronghi, ma non ho mai impiegato più di uno o al massimo due tuffi per sparare e recuperare. Mi hanno detto che gli spagnoli li mettevano in trazione come le cernie perdendo un sacco di tempo, penso che molti avrebbero dovuto fare allenamento alla cattura di questi serpentoni. Un grongo di 15 chili preso male e arroccato ti fa perdere moltissimo tempo e spesso in tanto fondo. Il sistema migliore per colpirlo è direttamente nell’occhio in modo che l’arpione arrivi dritto al cervello e il pesce muoia quasi istantaneamente oppure, se mostra tutta la testa e non è troppo grande (fino a 6-7 chili) è possibile sparare subito dietro gli occhi.

Hai pescato solo in tana a segnale?

Si a parte l’ultima ora della seconda giornata. Era l’unico sistema per fare bene, avere tanti segnali e muoversi velocemente per visitare il maggior numero possibile di tane.

Avevi cernie segnate?

No le cernie sono rarissime in questa zona ed era inutile impostare la preparazione cercando il serranide.

Che arma hai utilizzato?

Tutti fucili Cressi: per tutta la gara ho usato due Geronimo da 60 cm e due da 75 cm, con asta da 6,5 mm. In entrambe le misure ho montato sia la fiocina che la tahitiana, secondo il bisogno.

A che batimetriche hai pescato?

Ho pescato a profondità comprese tra i 10 e i 33 metri in entrambe le giornate. Non ho mai utilizzato il piombo mobile che avrebbe rallentato troppo l’azione. Ho preferito scendere sempre in assetto costante e non fare più di due o tre tuffi su ogni punto.

Quale avversario hai temuto di più dopo la prima frazione?

Sicuramente Pedro Carbonell. Prima di tutto perché è un campione che non ha bisogno di presentazioni, sempre pronto a dare la zampata vincente. Insomma uno a cui non puoi girare le spalle: è semplicemente Carbonell! Però dopo l’inizio della seconda manche non pensavo più a nessuno, solo a me stesso e a fare la gara migliore che potevo.

Hai qualche recriminazione, hai commesso qualche errore?

Alla luce del risultato finale penso di non avere commesso errori, se dovessi proprio pensare a qualcosa di diverso, forse l’ultima ora di gara, anziché mettermi a razzolare avrei potuto visitare ancora qualche posto segnato. Ma va benissimo così!

A chi dedichi questo successo?

Lo dedico alla mia famiglia, alla mia ragazza, a tutti gli amici che sono venuti a festeggiarmi a Lussino e a quelli che direttamente o indirettamente mi hanno aiutato in preparazione.
Permettimi però un ringraziamento speciale al mio secondo Gianni Uhac; con lui ho vinto anche l’Europeo e al mondiale è stato perfetto, eccezionale. Ha governato la nostra barchetta in modo impeccabile contro onde e vento e non dimentichiamolo, ha combattuto come me contro i gronghi! Metà mondiale è suo: se lo merita!

I tuoi prossimi impegni?

Adesso mi voglio godere un po’ questo risultato, poi si inizierà a pensare all’Europeo che ancora non è definito e sicuramente al mondiale di Vigo in Spagna!

Che ne pensi del lavoro “Mundial” di AM?

Un lavoro fantastico. Siete stati davvero grandi e avete fatto un lavoro molto professionale con streaming, cronache in diretta e notizie sempre aggiornate e puntuali, lo ripeto, dei veri professionisti. Tutto il mondo era informato della situazione prima di noi. Penso che il vostro lavoro faccia molto bene al nostro sport e mi auguro di rivedervi sia all’Europeo che in Spagna, ormai siete una parte del grande team mondiale e tutti vi dobbiamo qualcosa.
Da parte mia il ringraziamento è doppio, in quanto tutto il mondo ha visto in diretta il mio trionfo . Grazie Ragazzi, grazie Apnea Magazine!

Daniel Gospic, che ovviamente ringraziamo e cui contraccambiamo i complimenti, è campione anche di simpatia, come potete vedere da questa divertente gag…

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