Home » News » Covid-19: Una Maschera Sub è Diventata un Respiratore D’Emergenza

Covid-19: Una Maschera Sub è Diventata un Respiratore D’Emergenza

| 27 Marzo 2020

Quando la maschera subacquea Easybreath, prodotta da Decathlon, apparve sul mercato diversi mesi fa, l’accoglienza non fu proprio entusiastica. Era un oggetto studiato per lo snorkeling (quindi inutile per apneisti e pescatori subacquei), piuttosto ingombrante, incline ad appannarsi e che aveva portato anche qualche rogna di tipo legale.

Insomma, in pochi avrebbero immaginato che questa maschera (e dopo di lei, altre di tipologia simile) sarebbe stata trasformata in un presidio ospedaliero salvavita, in grado di dare un enorme aiuto nel fronteggiare l’emergenza sanitaria legata alle complicazioni polmonari causate dal Coronavirus.

Questa avvincente storia di ingegno e collaborazione tra professionisti di campi diversi, si svolge in due parti, in quella provincia bresciana tanto martoriata dal nuovo e contagioso virus.

La Valvola Introvabile

Tutto inizia Sabato 14 marzo: Cristian Fracassi, 36 anni, laurea in ingegneria edile e architettura, dottorato in ingegneria dei materiali e master in economia, co-fondatore di Isinnova, riceve una telefonata da parte del fisico e divulgatore scientifico Massimo Temporelli. “In ospedale servono valvole per i respiratori, l’azienda fornitrice non è in grado di produrle e consegnarle in tempi brevi, pensi di essere in grado di stamparle in 3D?”

Detto, fatto. Giusto il tempo di andare a recuperare il pezzo di riferimento (valvola Venturi) e Cristian, insieme al suo socio Alessandro Romaioli, si mette al lavoro. A tempo di record il pezzo è pronto, stampato e funzionante. In pochi giorni ne vengono realizzate un centinaio.


Non poteva però mancare una nota surreale sulla vicenda: il produttore delle valvole Venturi, ha minacciato di citare in giudizio i due ingegneri, per aver violato le leggi sui brevetti, avendo realizzato la replica di un oggetto coperto da tutela internazionale. Gli ingegneri hanno ampiamente spiegato che queste valvole, che non si possono paragonare alle originali quanto a qualità, sono state realizzate in uno stato di emergenza, a prezzo di costo e senza realizzare alcun margine di profitto.

La Mancanza dei Caschi Respiratori

Ma dopo le valvole, è arrivata la carenza dei caschi respiratori collegati alle macchine C-PAP (Continuous Positive Airway Pressure o ventilazione meccanica a pressione positiva continua). Sono degli oggetti molto scomodi, simili allo scafandro di un astronauta, ma che sono assolutamente necessari per il trattamento di diversi pazienti in terapia sub-intensiva, che hanno bisogno di ventilazione meccanica assistita non invasiva.

Stavolta è Renato Favero, ex primario in pensione dell’ospedale di Gardone Val Trompia, a chiedere aiuto a Cristian. La sua idea è quella di trasformare una maschera da snorkeling, la Easybreath appunto, in una maschera respiratoria di emergenza. La “macchina” è nuovamente in moto: con l’aiuto di Temporelli si contatta l’azienda transalpina, che dona volentieri 20 maschere, oltre a fornire il modello CAD dell’oggetto per facilitare la progettazione dei raccordi necessari.

Un’Idea Semplice e Facile da Produrre

Il boccaglio originale, infatti, viene rimosso e sostituito con due valvole (Charlotte e Dave), stampate in 3D, che lavorano accoppiate e che permettono il collegamento ai tubi dell’ossigeno. In meno di 10 ore la modifica è pronta e viene testata alcune volte, poi provata in due ospedali. Dopo una ulteriore piccola revisione, su indicazione dei medici, le valvole sono nella versione definitiva e la maschera è finalmente funzionante, oltrechè molto più confortevole dei caschi C-PAP utilizzati fino a quel momento. Verrà ribattezzata Easy-Covid, anche per esorcizzare un po’ il temuto nemico invisibile.

Il modello computerizzato delle due componenti è condiviso in rete, gratuitamente, con le specifiche di produzione, in modo che chiunque abbia una stampante 3D possa offrire il suo contributo se necessario. In pochi giorni, grazie anche all’aiuto di aziende come FabLab Brescia, FabFactory, la Fabbrica d’Armi Pietro Beretta e diverse altre, saranno pronti quasi 500 kit da montare su altrettante maschere, per assistere altrettanti pazienti. Il progetto è talmente valido che, nelle ultime ore, Decathlon ha annunciato di stare inviando 10.000 maschere a tutte le regioni italiane, e ci sarà quindi bisogno di un grandissimo sforzo collettivo per modificarle tutte.

Una fantastica storia di ingegno e cooperazione, che in poche ore ha fatto il giro del mondo, e che si spera permetterà anche agli altri paesi in emergenza, di avere un arma in più per curare i propri cittadini.

Tags: , , ,

Category: News

I commenti sono chiusi.