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Sull’AMP di Capo Testa – Punta Falcone arriva un’Interrogazione Parlamentare

Nel silenzio più assoluto si sono di fatto, da mesi, perse le tracce dell’istituenda Area Marina Protetta di Capo Testa – Punta Falcone (Santa Teresa Gallura). Dopo la tanto discussa assemblea di maggio 2016, nella quale l’ISPRA e l’amministrazione comunale avevano presentato la proposta definitiva di zonizzazione, nulla è più accaduto, gettando sull’iniziative altre ombre pesanti dopo quelle emerse riguardo la gestione “carbonara” del riavvio di un iter istitutivo bocciato già diversi anni fa.

Nel tentativo di scardinare il muro di gomma dietro cui paiono essersi trincerate tanto l’amministrazione quanto il Ministero dell’Ambiente e l’ISPRA, arriva una interrogazione parlamentare firmata dal’on. Raffaele Volpi (Lega Nord), che raccoglie tutte le incongruenze e perplessità avanzate in questi anni dal Movimento Sardo Pro Territorio, di fatto l’unico reale oppositore al progetto della riserva così come tratteggiato fino a oggi, costretto a fare le veci di una opposizione in consiglio comunale evanescente e in chiara soggezione nei confronti del sindaco.

capo testa

Leggendo l’interrogazione e il lungo riassunto delle vicissitudini dell’AMP fatto dai rappresentanti del Movimento Sardo Pro Terrtorio, si ha la riprova di come tutta la questione sia stata gestita in maniera del tutto impropria e con il chiaro intento di coinvolgere e informare il meno possibile la popolazione. Tra le altre cose poi si scopre che la Capitaneria di Porto di La Maddalena, nonostante sia uno dei soggetti a doversi sobbarcare la vigilanza, non è mai stata coinvolta nel progetto e, la prima volta che vede la documentazione non può fare a meno di notare come il progetto confligga pesantemente con alcuni riferimenti normativi sulla sicurezza alla navigazione, non ultimo il decreto Clini. Oltretutto, vista la brevità del braccio di mare che separa la Sardegna dalla Corsica, e i limiti di navigazione previsti dalla riserva per il grande traffico commerciale, si rischierebbe di rendere le Bocche completamente off-limits.

Insomma, un progetto zoppo di cui, ad un anno dalla presentazione della proposta definitiva, non si sono ancora viste nè cartine nè regolamenti ufficiali, e che dalla documentazione faticosamente raccolta si evince che sarà bersaglio di inevitabili ricorsi al TAR ed esposti alle procure. Ora l’amministrazione teresina deve scegliere se continuare ad andare avanti con l’arroganza che fino ad oggi l’ha contraddistinta, oppure, sospendere l’iter istitutivo e mettere in atto tutte le misure necessarie per verificare se il progetto di AMP sia realmente voluto dalla comunità locale, tantopiù che si tratta di una scelte da cui non si può tornare indietro (altra cosa di cui nessuno sembrava avere contezza!).

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