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Guida all’uso sapiente della fiocina

| 30 Luglio 2006 | 0 Comments
Da dx verso sx: P.Catania, R.Martello, R.Molteni e V.Solli

Siamo all’inizio di marzo 2006 quando vengo contattato dall’amico ligure Simone Belloni.
Mi chiede di scrivere un articolo sulla fiocina ed io accetto subito, incominciando a pensare ad una potenziale storia da scrivere.
Il fatto incredibile è che, secondo un antico proverbio siciliano, così come i pesci del mare sono destinati a chi li deve mangiare, mi accorgo fin da subito, che il protagonista dell’ avventura che riporterò per iscritto non sono io, ma…

Quella mattina ero diretto dal meccanico in compagnia del mio carissimo amico Giovanni Li Causi per fare la revisione ad uno dei miei mezzi.
Arrivati in officina e verificato il turno dei presenti, mi accorsi che tra i clienti del mago dei motori, c’era anche RICCARDO.
Sì, proprio lui: Riccardo Molteni, chiamato il ‘Professore’.
Uomo che non ha bisogno di presentazioni e che rappresenta un pezzo importante della storia della pesca in apnea del nostro paese.
Chi non è stato in acqua con lui non può comprendere cosa significhi vedere una macchina da guerra in azione.
Protagonista indiscusso sia in campo Nazionale che Internazionale della pesca profonda, è stato anche un grande interprete della pesca su medio fondo, caratterizzata sopratutto da un ritmo indiavolato.
Scambiati i saluti, mi ritrovo immerso nel suo mondo e la cosa più naturale è quella di girargli la domanda di Simone.
L’entusiasmo di Riccardo è come uno di quei motori pronti per partire; fatta mente locale, incomincia un monologo, che ha per protagonista indiscussa la Fiocina.
La storia coinvolge pure i presenti, gente che con il mare non ha nulla a che fare, ma che viene attratta da questa incredibile avventura.
Il racconto del professore ha per come soggetto una giornata di ottobre del 1995, il tratto di mare è quello Siciliano di Alicudi, caratterizzato da frane meravigliose ed interminabili.

Un bel sarago vittima di un 5 punte mustad. (foto A.Balbi)

Le condizioni della gionata erano le seguenti:
mare olio, visibilità oltre i 30 mt, acqua calda.
Riccardo ci racconta che quel giorno impugnava uno sten (da 90 cm), fucile naturalmente ad aria compressa, su cui montava un’asta di acciaio armonica ‘Aliena’.
Immediatamente, interpretando la curiosità dei presenti, chiedo subito che cosa fosse quest’asta “particolare”. La risposta del professore non tarda ad arrivare: ci riferisce che si trattava di un regalo ricevuto da una vecchia gloria della nazionale americana di pesca in apnea, tale John Ernst, che usava solo fucili ad aria.
Da Ingegnere, Riccardo inizia una meticolosa descrizione delle caratteristiche salienti di tale accessorio e ci comunica che quest’asta era particolarmente elastica, impossibile da piegare, caratteristica mai più riscontrata in futuro.
A completare l’arma brillava una fiocina mustad.
La domanda spontanea che rivolgo subito a Riccardo è la seguente: “Ma che ci facevi ad Alicudi con lo sten e fiocina?????”. E lui: “Per il tipo di pesca che pratico solitamente i quei mari la ritengo un’accoppiata vincente.
Allora incalzando con le domande gli chiedo: “Perché la Fiocina non tramonterà mai?”
Ti dà una rapidità di allineamento unico, garantendo un tiro rettilineo che non deve essere necessariamente mirato. In altre parole, con la fiocina il tiro può essere rapido ed istintivo”.
Che tipo di pesci hai preso con la fiocina?
Di tutto, mi è capitato di prendere pesci anche di 25 chili.
Ma quando la sostituisci?
Da questo punto di vista sono molto maniacale, non credo che la ruggine sia un problema, ma verifico sempre i denti e l’allineamento di base nylon e punte.

Vincenzo Solli sfiocina un bel tordo appena catturato con la sua T4 Omer. (foto M.Bardi)

A questo punto il coro dei presenti insiste perché Riccardo concluda la storia: Come dicevo, ero ad Alicudi, stavo pescando su un fondale di circa 35 mt ed avevo preso già una bella cernia e diverso pesce bianco.
Mentre ero intento a sistemare i pesci al pallone, lo scarroccio mi fece allontanare dal bordo frana, e notai una palla di mangianza che nuotava fitta sotto di me.
Soffermandomi ad osservarla mi accorsi che sicuramente dovevano esserci dei pesci predoni in zona.
La mia sensazione non era errata, ed infatti all’improvviso si materializzarono delle palamite.
Questi pesci condizionavano non poco il comportamento del fitto branco di mangianza, così, approfittando della particolare situazione, cominciai a fare qualche tuffo all’interno dello stesso.
Il mio istinto mi suggerì di non concentrarmi sulle palamite, ma cercare qualcosa altro, ed infatti, notai l’arrivo di alcune grosse ricciole.
Ricordo che la più grossa si staccò dalle altre, incominciò a scorrere il fitto banco di pesce sul suo perimetro inferiore e, incurante della mia presenza, non si avvide che io ero sopra la sua traiettoria. Mi limitai ad allungare il braccio, senza pinneggiare, e mirando 4 dita dietro l’occhio la ricciola cadde fulminata… naturalmente con la fiocina.

Riprendendo il fiato, quasi ad aver ascoltato la storia in apnea, mi congedai con una considerazione: i Grandi campioni, cioè coloro che hanno avuto in dono un gran talento naturale, hanno intuizioni che il tempo non riesce a fermare.
Devo dirvi che la mia ammirazione per Riccardo nasce dal fatto che quando ero ragazzino ero un suo fan e ne seguivo i consigli.
A quell’epoca (anni 86/87) nelle riviste non si trovavano tutte le informazioni disponibili oggi, tuttavia un mio carissimo amico e compagno di pesca, aveva conosciuto Riccardo Molteni.

De Silvestri arma il suo arbalete da 60 con fiocina esadente K6. (foto A.Balbi)

Il professore, considerando questo giovane ragazzo una sicura promessa, lo addentrava nei segreti della pesca in apnea e, conseguentemente, anche io ne beneficiavo.
Questo giovane ragazzo, che successivamente avrebbe vinto anche un campionato Italiano di Seconda Categoria, era Rocco Martello.
Oggi facendo una analisi di quello che è il panorama agonistico, che sicuramente rappresenta un bacino di novità e di tendenza della pesca in apnea Italiana, ho verificato da atleta e da osservatore come la fiocina rappresenti una sicurezza per garantirsi la cattura delle prede.
Quando il giudice di gara comunica ai presenti che mancano pochi minuti all’inizio della competizione, basta fare una veloce osservazione dei battelli, e ci si accorge subito che molti atleti hanno scelto la fiocina come arma di partenza.
La motivazione è semplice:
-è efficace e garantisce una sicura presa su pesci di media mole.
A mio avviso la fiocina, se si è certi di sapere cosa si sta pescando, è un’arma micidiale. Non lo è qualora si peschi improvvisando.
Non è un’arma versatile, io personalmente non la considero idonea sia per insidiare cernie e pesci di media misura o per pescare all’aspetto.
La mia tranquillità massima, ad esempio, si realizza durante le competizioni, dove so perfettamente cosa cerco e che tipo prestazioni esigo dall’arma che ho in pugno.
Ricordo un episodio che si verificò al campionato di Prima Categoria a Siracusa nel 2003. Ero impegnato nella ricerca di saraghi e pescavo gomito a gomito con un atleta che sarebbe diventato mio compagno di squadra: Fabio Antonini. Eravamo su una zona di grotto, quando all’improvviso scovai una cernia di 6/7 kg.( l’aveva vista anche Fabio).
L’arma che avevo in mano era perfetta, perché quell’anno le cernie non erano piu valide e conseguentemente non mi interessai dei suoi movimenti.

Riolo, l’inventore della k4 – Foto: A Balbi

Nonostante la varietà dei modelli presenti nel mercato (6. 5. 4. punte), la fiocina, scendendo più sul dato tecnico, oggi per me deve essere 4 punte, rigorosamente in asse con l’asta e ben appuntita.
Il mio fucile da combattimento è un Exalibur 55 cave, con asta da 6.5 e fiocina 4 punte omer t4.
Preferisco elestici corti da 18 mm, i power, e solitamente sparo sempre alla prima tacca.
Assicuro l’asta al fucile sempre con il nylon del 180 e, per non avere spiacevoli imprevisti, utilizzo la pinza stingi cavo per gli sleeves.
Rispettando tutte queste indicazioni la fiocina può rappresentare un’arma sulla quale poter fare affidamento e, in certi casi, poter insidiare pesci anche oltre i dieci chili.
Concludendo queste osservazioni sulla fiocina, posso dirvi che la velocità garantita dal fucile ad elastico, la precisione di tiro della 4 punte hanno influenzato positivamente la psicologia di chiunque si immerga per pescare.
La stagione agonistica 2006 è pronta per partire ed io quest’ anno dovrò rifare le gare di selezione.
La squadra a cui appartengo, il Team Omer diretto da Marco Bardi, è pronta ad affrontare gli appuntamenti in calendario e il mio consiglio finale, interpretando anche quello dei miei cari amici di pesca abituale Piero Bruno e Giuseppe Cannici, è il seguente: massima prudenza e grande rispetto del meraviglioso mondo sottomarino.

Vincenzo Solli

Gli allestimenti più usati dai Campioni(ndr):

-Riccardo Molteni: oleo medisten c/r, 20 atm circa, asta da 8mm e fiocina mustad a cinque punte.

-Renzo Mazzarri: oleo Sl70 c/r, 22 atm circa, asta da 8mm e fiocina mustad a cinque punte.

-Nicola Riolo: arbalete Demka ami2 60cm, elastici demka ambra da 16mm lunghi 16cm, asta da 6mm “k extreme” e fiocina k4 extreme.

-Bruno De Silvestri: arbalete Comanche 60cm, elastici g20 lunghi 16cm, asta filettata da 7mm e fiocina k6 (sei punte).

-Roberto Praiola: arba excalibur cave 55 cm, elastici power 18, lunghi 15cm, asta da 6.5mm filettata e fiocina t4.

-Maurizio Ramacciotti: arba C4 da 75cm, elastici seatec 16mm lunghi 19cm, asta da 6,5 filettata e fiocina k4.

-Stefano Bellani: arba comanche 60cm, elastici s45 lunghi 16cm, asta da 6,5mm filettata e fiocina k4.

-Paolo Cappucciati: arba Demka ami2 da 75cm, elastici demka ambra lunghi 20cm, asta da 6mm “k extreme” e k4 extreme.

-Davide Petrini: arba Comanche da 60cm, elastici g20 lunghi 16mm, asta da 6.5mm filettata e fiocina k4.

-Enrico Volpicelli: arba comanche 60 cm, elastici s45 lunghi 16cm, asta da 6.3 filettata e t4.

-Fabio Antonini: oleo Tempest 50 c/r, 20 atm, asta da 8mm e fiocina mustad a cinque punte.

-Aldo Calcagno: oleo Cyrano 700 c/r, 15 atm circa, asta da 7mm e fiocina a cinque punte in ferro.

Bellani finisce un sarago di oltre 1kg. Il pesce, come potete vedere, era stato fiocinato in coda. (foto A.Balbi)

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