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Rottura del Timpano in Immersione: Quando, Perchè, Cosa Fare e Cosa Evitare

| 29 Luglio 2021

Uno degli incidenti più traumatici in cui possa incorrere il subacqueo, è la rottura del timpano. Erroneamente si crede che questo tipo di infortunio capiti di rado e, soprattutto, a seguito di sbalzi pressori importanti. In realtà è un evento che capita molto più spesso di quanto non si creda, ANCHE senza strafare.

Cos’è il Timpano e a Cosa Serve

È una sottile (circa un decimo di millimetro) membrana semitrasparente, situata al fondo del condotto uditivo esterno, che ha il compito di separarlo dalla cassa timpanica. La funzione del timpano è quella di trasmettere le vibrazioni generate dalle onde sonore, alla catena degli ossicini.

Cosa Succede Durante il Tuffo

Durante l’immersione, all’aumentare della profondità, si verifica una differenza di pressione tra la cavità dell’orecchio medio e l’ambiente esterno. Con l’aumento della pressione idrostatica, la membrana timpanica viene spinta a introflettersi verso l’interno dell’orecchio. Il compito della manovra di compensazione sarà quindi quello di ri-equilibrare la pressione interna, facendo in modo che il timpano ritorni in posizione corretta.

Non appena la pressione sul timpano inizia ad aumentare, avvertiremo una leggera sensazione di fastidio che, in assensa di compensazione, diverrà rapidamente vero e proprio dolore. Una compensazione corretta deve quindi essere dolce, ripetuta spesso durante il tuffo ed eseguita prima di sentire anche il più piccolo fastidio.

Problemi di Compensazione

Nessun subacqueo avveduto tenterebbe di fare un tuffo senza compensare, tuttavia ci sono situazioni in cui, a causa di problemi anatomici o infiammatori, la manovra può diventare difficile o addirittura impossibile. È proprio in alcuni di questi casi che si può verificare la lesione del timpano, con tutte le conseguenze del caso.

Difficoltà in Discesa

Si tratta probabilmente della situazione più frequente ma, anche di quella meno pericolosa, se affrontata con un po’ di buon senso. Se la compensazione si dimostra difficile o impossibile, ad una o ad entrambe le orecchie, non ha nessun senso insistere e forzare. Meglio risalire e provare a soffiarsi il naso, spesso ci possono essere dei tappi di muco che vanno eliminati, anche per evitare che la compensazione rischi di spingerli in profondità nelle tube di Eustachio, esponendo al rischio di infezioni molto problematiche, che potrebbero esse stesse causare una perforazione del timpano.

Se anche dopo un’accurata pulizia nasale la situazione non migliora, va immediatamente interrotta l’attività di immerisione ed è il caso di prenotare una visita di controllo dall’otorino per indagare meglio la causa del problema.

Problemi in Risalita

Decisamente più insidiosi sono i problemi in fase di risalita, soprattutto per gli apneisti e i pescatori subacquei che spesso non hanno la possibilità di fermarsi o di rallentare la risalita, al punto di evitare danni.

Il problema tipico della risalita prende il nome di blocco inverso, ed è quella situazione in cui la Tuba di Eustachio ha difficoltà (o proprio non riesce) ad aprirsi per lasciar defluire l’aria che, con il diminuire della pressione idrostatica, si ri-espande all’interno dell’orecchio medio e ha necessità di trovare una via d’uscita.

Se questo non succede, o succede con molta difficoltà, la pressione all’interno dell’orecchio medio aumenta e il timpano è spinto a estroflettersi, causando ancora una volta fastidio e dolore, anche molto violenti. Oltretutto il timpano non è il solo organo a poter andare incontro a danni in questa situazione, l’aumento di pressione può infatti comprimere e danneggiare anche le altre delicate strutture sia dell’orecchio medio che di quello interno.

In questa situazione può essere d’aiuto rallentare la risalita quanto più possibile, ed eseguire delle manovre di deglutizione e di apertura e chiusura della mascella (ovviamente tenendo la bocca chiusa) nel tentativo di favorire l’apertura, almeno parziale, della tuba.

Quanta Pressione serve per Rompere un Timpano?

Abbiamo già descritto quanto la mebrana timpanica sia sottile (circa un decimo di millimetro), ora proviamo a capire anche quanto sia resistente. Nella subacquea, quando si parla di pressione, siamo abituati ad usare l’atmosfera (atm o bar*) come unità di misura, tuttavia nel considerare la resistenza del timpano, siamo costretti ad utilizzare dei sottomultipli perchè 1 atm è praticamente il limite fisiologico al quale la rottura del timpano può essere considerata praticamente certa.

Al netto della variabilità tra gli individui, diversi studi sostengono che la soglia minima alla quale si può verificare una lesione timpanica varia tra 1/5 e 1/3 di atmosfera.

Ricordate sempre che la pressione è il rapporto tra una forza e una superficie. Quindi tanto più piccola sarà la superficie su cui la forza andrà a insistere, tanto minore dovrà essere per generare quella pressione. Questo significa sulla superficie di un timpano (circa 85 mmq, cioè meno di un centimetro quadrato) serviranno poche centinaia di grammi per entrare nel range di rottura, e meno di un kg per romperlo con certezza.

Pressioni di questo tipo possono essere generate da immersioni a pochi metri di profondità (appena 3 o 4), così come anche da eventi traumatici come uno schiaffo, o da azioni apparentemente innocue come un bacio con lo schiocco. E sembrerà assurdo, ma proprio queste due ultime azioni sono fra le cause più frequenti di rottura del timpano.

* L’unità di misura della pressione nel SI è il Pascal (Pa), tuttavia l’uso di Atm e Bar è tollerato. Sono però solo approssimativamente coincidenti, di seguito le equivalenze:

1 atm = 1,01325 bar
1 bar = 0,9869 atm
1 bar = 100 kPa
1 atm = 101,325 kPa

Cosa Succede quando si Buca un Timpano in Immersione

In conseguenza di una compensazione ritardata, forzata o di un blocco inverso, la rottura è in genere un evento caratterizzato da un dolore acuto, talvolta accompagnato da emissione di sangue e da violente vertigini conseguenti all’ingresso di acqua a temperatura sensibilmente più bassa di quella corporea, all’interno dell’orecchio medio.

Ci sono però casi, più rari ma non infrequenti, nei quali la rottura del timpano viene avvertita solo come la fuoriuscita d’aria da un piccolo forellino, senza dolore nè vertigini. In questi casi di solito l’evento è del tutto inaspettato, non preceduto da difficoltà di compensazione o sensazioni di disagio durante il tuffo.

Non è un Incidente da Profondisti, anzi…

Un’altra convinzione diffusa è che la rottura del timpano sia un incidente che colpisce principalmente i profondisti, viste le pressioni con le quali hanno a che fare alle loro abituali quote di esercizio.

In realtà quello che sollecità negativamente il timpano, non è la pressione assoluta in se, quanto più gli sbalzi di pressione repentini a cui può andare incontro. E le variazioni di volume (e quindi di pressione) più importanti (e pericolose per l’orecchio), sono quelle che si verificano nella prima porzione della colonna d’acqua, diciamo entro i 10 metri. A tutti sarà capitato di vedere la suggestiva immagine (CLICCA) di come il volume polmonare si riduca all’aumentare della profondità. La stessa identica cosa succede all’aria contenuta nell’orecchio medio, con la diffrenza che una compensazione non perfetta può essere deleteria a 5 metri di profondità, mentre sopportabile a 25.

Cosa Fare Dopo

Dopo la sospetta rottura del timpano, sarà d’obbligo rivolgersi ad un otorino che possa valutare la situazione e prescrivere la terapia adeguata. Nella maggior parte dei casi si tratta di lesioni abbastanza piccole, destinate a rimarginarsi autonomamente e che necessitano solo di una appropriata terapia antibiotica di supporto. In una minoranza di casi in cui la guarigione non procede come dovrebbe o in cui la lesione è più estesa del solito, potrebbe essere necessario ricorrere alla chirurgia.

Tempi di Guarigione

La perfetta guarigione clinica di una lesione timpanica è assolutamente FONDAMENTALE per evitare che certi inconvenienti si verifichino nuovamente, per quanto è anche possibile che traumi di una certa entità espongano al rischio di recidive.

I tempi di guarigione possono essere molto variabili: da alcuni giorni a diverse settimane o mesi a seconda della gravità della lesione, del trattamento che questa necessita e del fatto che sia stata o meno associata ad altri problemi come barotraumi più o meno importanti a carico delle strutture dell’orecchio medio o di quello interno.

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Category: Articoli, Medicina e biologia

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