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Record Apnea: Angela Bandini degli Abissi

Alcune persone hanno bisogno di luce per splendere. Altre emettono una luce propria, che illumina loro e tutto ciò che le circonda. Angela Bandini fa parte di quest’ultimo gruppo.

Mentre il panorama dell’apnea era dominato dal duello tra i due giganti Jacques Mayol e Enzo Maiorca, Angela decise di immergersi senza maschera, scendere a 110 metri*, battere il record assoluto di immersione in profondità e, per la prima volta, mettere una donna al primo posto della categoria.

Testo: David de Carvalho – Foto: Archivio Personale Angela Bandini

C’era una volta una ragazza, esile e introversa, che viveva vicino al mare, in una città italiana della costa adriatica. A differenza delle sue coetanee, non le interessavano i vestiti, le feste e i ragazzi. Era un po’ malinconica, le piaceva capire le cose, scoprire i misteri della natura e, spesso, preferiva la compagnia degli animali a quella delle persone.

Bandini Mayol delfinoAngela era appena entrata nell’adolescenza, quando un incidente a un braccio durante gli allenamenti la costrinse a lasciare la ginnastica artistica, che praticava da quando era una bambina e che, in diverse occasioni, l’aveva portata a rappresentare il proprio paese in gare internazionali.

Rimini, dove viveva, era allora come oggi una città turistica, conosciuta per i suoi vari parchi acquatici. Terminata la carriera nella ginnastica, visto il suo carattere riservato, cominciò a interessarsi ai delfini e alla loro sorprendente capacità di rapportarsi agli esseri umani. Con loro trovava la pace, che non sempre riusciva ad ottenere dal contatto con gli umani e cominciò a trascorrere tutto il suo tempo libero nei parchi acquatici di Rimini, dove si fece notare. Fu invitata a lavorare con gli animali, prima per prendersene cura e in seguito per organizzare spettacoli di ginnastica acquatica con i delfini.

Iniziò così la storia di Angela Bandini, la ragazza che amava i delfini.

Un giorno arrivò a Rimini un’equipe per registrare un documentario sulle immersioni in apnea. Il gruppo era costituito da italiani, francesi e giapponesi e integrava anche Jacques Mayol, che era già una leggenda dell’apnea. Jacques conobbe Angela all’acquario nel quale lei lavorava e fu colpito dalla giovane che evitava le persone e preferiva rifugiarsi negli animali. Parlarono a lungo, Mayol le racconta la sua amicizia con “Clown”, il delfino femmina dell’acquario di Miami col quale lavorò per anni, creando una relazione che lo segnò profondamente, come apneista e come persona e del quale parlò nel suo libro “Homo Delphinus”.

Mayol parlò con Folco Quilici, il cineasta italiano regista del documentario e gli chiese di inserire nel gruppo la ragazza. Folco, vista l’attidune di Angela, accetta. Mayol è categorico: “Abbiamo bisogno di persone come lei nel gruppo” e confessa a Folco: “Io ero esattamente come lei quando ero giovane…”

bandini mayol delfino2

Angela ricorda quel primo incontro: “Jacques arrivò con tutta quella gente, i giapponesi, sub di supporto, tecnici di vario tipo e con mia grande sorpresa, mi invitò a fare parte del gruppo. Jacques rimaneva incantato a guardarmi mentre nuotavo con i delfini”.

Angela si unì quindi al gruppo di Mayol e per 3 anni viaggiò per il mondo: Indonesia, Perù, Giappone, Galapagos, Russia, Ecuador, Stati Uniti, Africa… In tutto, accompagnò Jacques per 15 anni.

Per Angela furono anni di intensa attività e anche anni di formazione. Accompagnando Jacques Mayol, l’apnea diventò anche per Angela Bandini, una forma di essere, una sfida e uno strumento di realizzazione personale. Immergersi era come un modo differente di trovare le risposte a quelle domande che la turbavano già durante l’infanzia.

bandini mayolÈ poi successo quello che spesso accade tra maestro e discepolo: l’alunno che inizia quasi da zero raggiunge il livello del professore e può sfidare i suoi limiti. Angela voleva andare oltre e sapeva di poterlo fare. “L’apnea era per me, sempre più, una sfida personale. Jacques lo aveva capito ma non voleva che io mi allenassi per battere dei record perché si sentiva ancora competitivo.

Angela, in fondo, continuava ad essere la stessa ragazza piena di domande. “Sono sempre stata, fin da bambina, una persona molto sensibile. Ciò che mi interessava davvero era l’amicizia genuina, avere intorno a me persone delle quali potermi fidare, che mi aiutassero a trovare risposta a tutte le domande che mi affliggevano l’anima, il senso del bene, del male, della sofferenza…”

Un giorno un amico le parlò di un filosofo e poeta, che con la propria vita aveva ispirato molte persone, che si riunivano intorno a lui. Angela decise di recarsi a Civitavecchia a conoscerlo e fu così che conobbe Leo Amici.

“Leo mi diede le risposte che cercavo, grazie a lui molte cose cominciarono ad avere un senso”. Leo capì che Angela si trovava in un impasse e cercò di aiutarla. “Io mi immergevo come si faceva allora. Leo comprese tantissime cose di me, i miei limiti, le mie capacità…Mi motivò ad immergermi in un modo diverso, più adatto a quello che io sentivo essere il “il mio modo” di immergermi. Un giorno mi disse: “Scendi senza compensare, a tutta velocità, fai una sola discesa di allenamento al giorno ed aumenta le quote di 5 metri alla volta”. Questo metodo si rivelò molto efficace”.

mayol bandini maiorca

Il record femminile di profondità apparteneva a Rossana Maiorca, figlia di Enzo, che aveva raggiunto i -45 metri di profondità nel 1980. Angela sapeva di poter battere quel record, ma Jacques Mayol non era d’accordo e cominciarono a sorgere tensioni tra di loro. Alla fine, Leo Amici decise di intervenire, andando all’Elba per parlare con Mayol. “Leo arrivò di notte all’Elba, dove c’era tutta l’equipe, e andò direttamente a parlare con Jacques. Gli disse che io potevo battere il record di Rossana: “O partecipi e l’aiuti tu, o lo farò io stesso”.

bandini delfinoMayol non aveva alternativa: o si univa al progetto o lo abbandonava. Decise di appoggiare la decisione di Angela.

Jacques accompagna tutto il processo, partecipa ai preparativi e integra la prima linea dell’equipe. Il 14 Settembre del 1985 Angela Bandini, con la partecipazione di Jacques Mayol, porta a -52 metri il record femminile di apnea in profondità ad assetto variabile.

Mayol é il re assoluto della profondità da più di 10 anni. Nel 1976 aveva raggiunto i -100 metri, nel 1981 aveva battuto il suo stesso record con -103 metri e nel 1983 raggiunse i -105 metri di profondità. Intanto Rossana Maiorca aveva portato il record femminile a -80 metri. Angela prepara quindi l’ “Operazione Sirena”, con l’appoggio finanziario della Fondazione Leo Amici.

“Leo era molto intuitivo e mi diede la serenità che mi mancava. Leo morì poco dopo il mio record dei -52 metri e all’epoca avevamo comprato un grande terreno con un lago dove, insieme alle persone che lo affinacarono nella sua opera umanitaria, costruimmo il “Piccolo Paese Fuori dal Mondo” e venimmo identificati come “I Ragazzi del Lago”. Io non avevo soldi e battere un record costava molto. Avevo promesso a Leo, prima che morisse, che avrei battuto i -110 metri. Fecero una colletta, ma nessuno era certo che io avrei battuto il record.”

Il 2 Ottobre 1989, a 28 anni, Angela batte il record femminile di -80 metri facendo -95 metri in assetto variabile. Meno di 8 metri la separano da Jacques Mayol.

Il giorno dopo, il 3 Ottobre del 1989 attacca il record assoluto detenuto da Mayol e raggiunge i -107 metri, con un’immersione di 2 minuti e 46 secondi. La data è storica: il record di Mayol è battuto per la prima volta in 13 anni e, sempre per la prima volta, una donna regna sulle profondità.

Il ricordo di Mauro Francesconi

“Conobbi Angela nel 1989, in occasione del suo grande record dei -107 metri di profondità, all’isola d’Elba. Ero il fotografo ufficiale dell’evento, dal lavoro di preparazione all’immersione. La prima cosa che notai di lei fu il suo corpo minuto, esile, simile a quello di una ragazzina. In seguito, la grande semplicità con la quale sembrava affrontare quella sfida, la profondità per molti irraggiungibile e, infine, l’apparente mancanza di sforzo con la quale ritornò dagli abissi. Ma quello che si leggeva sul suo viso era pura determinazione, i -107 metri erano impressi nel fondo dei suoi occhi, anche nei giorni successivi.

bandini risalitaMi ricordo un episodio del giorno del record.

Quando Angela cominciò la risalita, io aspettavo a 10 metri di profondità, per accompagnare il suo ritorno in superficie, in un’unica sequenza di immagini. Ma quando lei lasciò la boa di traino, verso i 6 metri di profondità, scambiò gesti con uno dei sub di appoggio, con un’espressione sul volto che mostrava bene la facilità con la quale aveva ottenuto il suo record. Non solo, pochi minuti dopo essere ritornata in superficie, scese di nuovo ad abbracciare i sub responsabili per la sua sicurezza a -107 metri, che stavano facendo una lunga decompressione a 12 metri di profondità. Li abbracciò uno per uno, mostrando loro il testimone, simbolo del risultato che avevano contribuito a conquistare.

C’è da riflettere su quanto sta accadendo attualmente. Ieri notte non riuscivo a dormire. Mi sono alzato dal letto per sedermi davanti alla televisione, cambiando canali alla ricerca di un programma interessante. All’improvviso, appaiono sullo schermo immagini subacquee di apnea, di qualche anno fa, come si capiva dalle slitte di discesa utilizzate. Era un documentario sulla storia dei record di profondità, che citava tutti quelli che in qualche modo avevano fatto parte di quella storia a partire dagli anni 80.

Quando scorsero i titoli di coda del film, mi resi conto che in tutte le interviste e nella narrazione, non era mai stato citato il nome di Angela Bandini, l’esile ragazza che nel 1989 polverizzò il record assoluto di profondità, regnando su tutti, uomini e donne. Mi riempì di rabbia che nessuno, ma proprio nessuno, di quanti parteciparono al film si ricordò di Angela. Forse la conquista degli abissi può provocare profonde disturbi della memoria e penso che questa sia l’unico modo possibile per spiegare tale “dimenticanza”. Ritengo che si debba dare a Cesare quel che è di Cesare.”

Dopo il record di Angela Bandini, negli anni 90 l’apnea No Limits si sviluppa molto.
Si succedono i record, uno dopo l’altro. E così anche gli incidenti…La CMAS non riconobbe più la disciplina. Angela detiene l’ultimo record conferito ufficialmente dalla CMAS (QUI l’originale del certificato di omologazione).

bandini cavo sub

Angela lasciò la competizione in seguito al record dei 110 metri* e si rifugiò nella comunità del Lago. Jacques Mayol si suicidò il 22 Dicembre del 2001, nella sua casa all’isola d’ Elba, dove viveva da più di 30 anni.

Angela ricorda: “Quando nel 1998 visitai con mio padre Jacques all’ Elba, lui era molto disilluso su tutto, ma non capii fino a che punto la sua depressione avrebbe potuto aggravarsi. Quando peggiorò, nessuno mi disse nulla, rimasi per sempre con l’idea che avrei potuto fare qualcosa, avrei potuto forse aiutarlo”.

* ndr – Spesso le fonti giornalistiche disponibili in merito al record di Angela, riportano la misura di 110 metri in luogo dei 107 effettivamente omologati. Tale misurazione deriva dal fatto che 110 (per la verità furono – 111 m) furono i metri realmente raggiunti durante il tentativo, a seguito di un anomalo stiramento del cavo. Tuttavia i regolamenti, allora come pure oggi, omologano la lunghezza dichiarata alla partenza e non eventuali incrementi più o meno voluti.

Angela Bandini

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[img src=https://www.apneamagazine.com/wp/store/angela-bandini/thumbs/thumbs_2870044a-gall.jpg]8140Angela con Jacques Mayol in seguiti all’immersione a 52 metri. A destra dell’immagine, con il cappello e la maglia a righe: Leo Amici
[img src=https://www.apneamagazine.com/wp/store/angela-bandini/thumbs/thumbs_mayol-bandini-maiorca.jpg]7130Angela con Jacques Mayol e Enzo Maiorca a Siracusa
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[img src=https://www.apneamagazine.com/wp/store/angela-bandini/thumbs/thumbs_andeperu5000m-gall.jpg]6530Con Jacques Mayol sulle Ande, durante gli studi scientifici sull’ apnea a 5000 metri di altitudine
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[img src=https://www.apneamagazine.com/wp/store/angela-bandini/thumbs/thumbs_22700067a-gall.jpg]10090In Giappone, con i raccoglitori di ostriche
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[img src=https://www.apneamagazine.com/wp/store/angela-bandini/thumbs/thumbs_4450016a-gall.jpg]6660Angela con Jacques prima della discesa per il record
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[img src=https://www.apneamagazine.com/wp/store/angela-bandini/thumbs/thumbs_486037_na-gall.jpg]6230In Malesia, con apneisti Bajau. In alto a destra nella foto, Jacques Mayol che osserva attentamente
[img src=https://www.apneamagazine.com/wp/store/angela-bandini/thumbs/thumbs_484660_n-gall.jpg]5680Angela con Jacques Mayol a Rimini, a celebrare il record di Mayol dei 105 metri, con i delfini del parco acquatico
[img src=https://www.apneamagazine.com/wp/store/angela-bandini/thumbs/thumbs_196340_n-gall.jpg]5700Sulle Ande, durante le immersioni in altitudine
[img src=https://www.apneamagazine.com/wp/store/angela-bandini/thumbs/thumbs_67434_n-gall.jpg]5920Sulle Ande, durante le immersioni in altitudine
[img src=https://www.apneamagazine.com/wp/store/angela-bandini/thumbs/thumbs_29623_n-gall.jpg]6660Angela Bandini e Jacques Mayol con i Bajau, famosi apneisti della Malesia e dell’Indonesia
[img src=https://www.apneamagazine.com/wp/store/angela-bandini/thumbs/thumbs_turksandkaikosa-gall.jpg]8000Angela Bandini nell’arcipelago di Turks e Kaikos
[img src=https://www.apneamagazine.com/wp/store/angela-bandini/thumbs/thumbs_76380_n-gall.jpg]6350Jacques osserva attentamente la misurazione del cavo per il record di Angela
[img src=https://www.apneamagazine.com/wp/store/angela-bandini/thumbs/thumbs_parismatch-gall.jpg]6050Copertina della rivista Paris Match di Novembre 1989
[img src=https://www.apneamagazine.com/wp/store/angela-bandini/thumbs/thumbs_delfini32a-gall.jpg]5990Nel parco acquatico di Rimini
[img src=https://www.apneamagazine.com/wp/store/angela-bandini/thumbs/thumbs_elba2a-gall.jpg]7410Angela Bandini con Jacques Mayol all’isola d’Elba, 14 Settembre 1985, durante i preparativi per l’immersione che le avrebbe conferito il record femminile di profondità in assetto variabile con - 52 metri
[img src=https://www.apneamagazine.com/wp/store/angela-bandini/thumbs/thumbs_elba1a-gall.jpg]7530Angela Bandini con Jacques Mayol all’isola d’Elba, 14 Settembre 1985, durante i preparativi per l’immersione che le avrebbe conferito il record femminile di profondità in assetto variabile con - 52 metri

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