Era quindi chiaro già da allora che quando avrebbe deciso di liberarsi della maschera, sarebbe stato in grado di scendere molto più in profondità.
Dopo un anno di preparazione e due intensi mesi di allenamento, il momento è arrivato il 28 agosto scorso, nelle acque di Sharm el Sheikh quando, con un tuffo perfetto, Andrea ha toccato i -185 metri, conquistando un nuovo record italiano (cui però manca il sigillo AIDA a seguito dello stop alle omologazioni al No Limits imposto qualche tempo addietro) ma soprattutto superando se stesso e dimostrando una capacità di rinunciare che attribuisce ancora maggior valore alla sua prova.
Già nel 2015 Zuccari affermava che avrebbe tentato record così difficili (anche se allora il riferimento era al miglioramento del suo record di immersione in assetto variabile assoluto) solo se avesse potuto contare su un’equipe medica preparata e ben attrezzata. La stessa con cui ha cercato, nelle ultime settimane prima dei -185 metri, di risolvere il grosso problema della narcosi da azoto che si presentava più in fondo di quella quota, perchè il suo progetto originario era di riuscire a toccare quota -200 metri. Si perchè il sogno nel cassetto di Andrea è da sempre quello di raggiungere e superare i -214 metri toccati da Nitsch nel 2007. Purtroppo la narcosi si è dimostrata un ostacolo non superabile in sicurezza in così poco tempo, tanto da fargli scegliere la conquista di quello che lui stesso ha definito il suo limite.
Un limite attuale, perchè non c’è dubbio che, con la stessa determinazione che lo ha portato ad incrementare, con allenamenti specifici, la sua capacità vitale da 6 litri a 7,5 litri e la sua capacità vitale + carpa da 8 a 10 litri, anche l’ebbrezza da profondità verrà mantenuta sotto controllo. Speriamo quindi di vedere presto un italiano come uomo più profondo di tutti i tempi!