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Quando il dentice diventa ossessione…

dentex copÈ nata una nuova collaborazione tra Apnea Magazine e il bimestrale greco di apnea e pesca subacquea, in lingua inglese, Deep Worldwide Magazine dell’amico Dimitri Kollias.

Per diversi mesi, pubblicheremo alcuni articoli tratti dalla rivista ellenica su diverse tematiche, saranno reperibili sul sito e verranno ampiamente diffusi sui nostri canali social, sia in italiano che in inglese. Inoltre, cliccando sulla copertina interattiva che troverete in testa ad ogni articolo potrete accedere al sito deepww.com e visitarlo. Vi auguriamo buona lettura!

Negli ultimi anni la pesca al dentice è diventata la mia massima priorità, quasi un’ossessione!
Grande tensione, delusioni anche maggiori (soprattutto delusioni), e alcune volte momenti incredibili sono arrivati con questa meravigliosa preda. Il dentice è una specie unica. Un noto predatore pieno di caratteristiche e doti specifiche: velocità, diffidenza, potenza e due paia di canini affilati! Totale attenzione e dedizione alla pesca, oltre a capacità per i tuffi profondi e lunghe apnee, certamente sono indispensabili solo per iniziare a scoprirne i segreti.

Ancora, non riuscirete mai sentirvi completamente sicuri contro di loro. Non esiste un punto in cui diventerete totalmente esperti in questa specifica tecnica. Quando si arriva alla pesca al dentice, la possibilità di concludere con l’asta adagiata sul fondo ed il pesce che nuota illeso, chilometri lontano, è sempre la prima della lista. Una frustrazione totale!

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Ovviamente anni di esperienza, dedizione e ossessione possono premiare il pescatore con momenti da ricordare e una delle specie più belle da vedere e prelibate da mangiare: uno straripamento emotivo! Quel giorno, la corrente aveva spinto l’acqua fredda dal fondo verso il sommo della secca; la nostra speranza di dentici bassi e facili era svanita. Dopo una giornata intera senza un solo tiro, io mi sentivo arrugginito e intorpidito, quasi come se mi stessi addormentando.

Avevo bisogno di una scarica di adrenalina per svegliarmi. Andiamo sul sommo più profondo. Il sommo “profondo” o “dell’inferno” è davvero uno spot profondo, perduto in mezzo al nulla, con la parte più bassa che raggiunge a stento i 24 metri. Quello è solo il segnale, la zona di pesca si trova 5-10 metri più giù. Corrente forte con acqua torbida e cadute illusorie rendono il posto brutto ed inquietante. Anche se il branco di dentici locali alcune volte include esemplari di mole, che raggiungono i 10kg di peso. Che sfida!

dentex2Senza pensarci due volte, spinsi sulla manetta, il motore ruggì e quindi ci trovammo a navigare a tutta velocità verso il sommo dell’inferno. La fortuna aiuta gli audaci!

Ci vollero alcuni tentativi prima che la nostra ancora centrasse il sommo della secca. La visibilità era terribile e la corrente forte, come previsto. “Sento che non vedremo nemmeno un dentice oggi, quindi rimani a bordo mentre io controllo sotto”, dissi al mio compagno di pesca. Feci un tuffo a mezz’acqua solo per guardare il fondo a orientarmi sulla zona. Mentre cercavo la mia familiare caratteristica chiazza di sabbia sul fondo, un grosso dentice l’attraversò. “Merda! Adesso devo scendere laggiù e posarmi sul fondo per un agguato” dissi a me stesso. E così feci. Mi distesi delicatamente. Quindi dovetti combattere la corrente per riuscire appena ad allineare il fucile. I rumori di questo sforzo mi fecero perdere la debole possibilità di tirare il pesce più grosso, un mostro di 7 chili! Il resto del branco continuava a nuotare intorno nervosamente. Schiacciai il mio corpo contro il fondo come se avessi paura e restai immobile finché non mostrarono una disponibilità ad avvicinarsi. Tentai un tiro lungo su quello che sembrava il bersaglio più facile e in un primo momento, pensai di averlo mancato. Poi vidi la specchiata di un pesce che cadeva morto, lontano da me. Porca vacca! A corto d’aria, cominciai immediatamente la risalita senza preoccuparmi della sagola che si aggrovigliava sul pesce. Allentai solo il mulinello e partì per una boccata d’aria fresca. Dopo 29 metri e alcuni respiri profondi, iniziai a recuperare la sagola dalla superficie. C’era una certa resistenza ma nulla di più. La sagola venne su completamente, aggrovigliata al pesce, e a pochi metri dalla superficie sarebbe potuto scivolare via. L’asta era penetrata da dietro nel cervello del pesce con entrambe le alette chiuse. Centro!

Spot: Isola di Evia, Egeo occidentale, Grecia
Specie: Dentice
Profondità: 29m
Tempo di immersione: 1min 55sec
Fucile: Bleutec Raptor 115

Due settimane più tardi , la corrente fredda era cambiata. Un gradevole, fresco termoclino ne aveva preso il posto. Ideale! Già durante il secondo tuffo, vidi due pesci, dentici naturalmente, passare.
Venivano dalla direzione opposta a quella che mi sarei aspettato, senza lasciarmi nessuna possibilità contro di loro. Cambiai spot e mi immersi nuovamente. Questa volta li individuai già durante la discesa! Un branco di circa dieci, in atteggiamento e livrea di caccia: rosato brillante con strisce verticali viola, i loro colori di guerra!

Sapevo che si sarebbero avvicinati presto, e così accade. Avevo appena raggiunto il fondo e la mia posizione non era ancora perfetta, perciò spaventai uno grosso che nuotò via velocemente portandosi via tutto il branco. Merda! Certamente questo mi diede la possibilità di nascondermi perfettamente tra le rocce. Rimasi per un po’ fino a quando loro apparvero di nuovo, disponibili ad avvicinarsi. Tirai il grilletto e lasciai la mia asta volare verso la grande signora nel momento in cui arrivo a tiro. Sentii un “crack” ed il pesce di colpo rimase a volteggiare con la sagola che attraversava il cranio. Orgasmo puro! In superficie una intensa scarica di adrenalina mi obbligò ad urlare, solo per liberare la tensione. Un urlo così antico, venuto dalle memorie dimenticate che mi impressionò.

Momenti memorabili!

Spot: Egeo occidentale, Grecia
Specie: Dentice
Profondità: 24 metri
Tempo di immersione: 2min 01sec
Fucile: Abellan Denton 110

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