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Nuoto Pinnato: Cartoline da Bari 2007

| 10 Gennaio 2008 | 0 Comments

A lungo dopo l’estate, ho pensato a come poter raccontare in un articolo un’esperienza così emozionante com’è stata seguire la prima edizione dei CMAS World Games. Non che volessi rinnegare lo spirito da tifoso, ma scrivere a caldo sarebbe stato davvero complicato, perché quando ami uno sport e hai l’occasione di seguirlo dal vivo nella sua massima espressione, rimanere obiettivi è impossibile. Se per di più durante la manifestazione vedi tanti amici salire sul tetto del mondo’ inutile dire altro! Perciò ho lasciato che le acque si calmassero e ho deciso di scrivere solo ora di Bari 2007, i Campionati del Mondo CMAS, svoltisi nella città pugliese dal 28 Luglio al 5 Agosto scorsi. Invece di lunghi resoconti ‘ perché le imprese da raccontare sarebbero davvero tante ‘ ho però optato per una sorta di album fotografico, probabilmente il metodo migliore per far rivivere quei momenti anche e soprattutto in chi non era presente. Perciò ho scelto alcune delle bellissime foto scattate in quei giorni da due reporter professionisti, Tiziana Rizzi e Vito Signorile, che non smetterò mai di ringraziare per la grande disponibilità e gentilezza dimostrata nel concederci tutti i loro scatti a titolo gratuito, oltre che per la piacevole compagnia offerta durante il soggiorno barese.

4×200 – Foto: Tiziana Rizzi (sopra) Vito Signorile (sotto)

Come ogni album che si rispetti seguiremo un criterio cronologico, anche perché sarebbe onestamente difficile scegliere un ordine diverso tra tanti momenti così belli.
Copertina migliore non ci poteva essere di quella offerta dalla staffetta italiana 4×200 composta da Andrea Nava, Cesare Fumarola, Paolo Varetto e Stefano Figini. Prima giornata di gare, primo oro azzurro e primo record del mondo della manifestazione. C’è altro da aggiungere?! In realtà sì. Ci sarebbe da parlare del tempo finale, 5’32’87, un crono che ha spazzato via tutti gli avversari. I Russi, avversari storici, con nove secondi di distacco all’arrivo, un’eternità. Ci sarebbe da parlare di come l’Italia maschile sia oggi senza dubbio la Nazionale più forte al mondo. Ma nulla potrà descrivere la felicità di questi quattro ragazzi quando sul tabellone elettronico è apparso il tempo. Gioia e soddisfazione ma pure fatica e rabbia, perché l’agonismo è fatto anche, se non soprattutto, di questo. E gli spalti’ urla, abbracci, lacrime. Tutti entusiasti con i tecnici davvero commossi. Un solo sentimento non è apparso: lo stupore. Perché uno dei punti di forza di questa squadra è la convinzione nei propri mezzi, la consapevolezza d’essere forte e che i risultati non sono mai frutto del caso ma solo del lavoro quotidiano e della passione che tutti mettono in questo sport. Per gli amanti delle questioni più tecniche, benché questa non ne sia la sede, è doveroso parlare almeno della frazione impressionante (1’21’5) di un velocista come Cesare Fumarola che, forse, ha scoperto in questa staffetta una nuova realtà. Nel 2008 ne vedremo delle belle.

La seconda pagina del nostro album, ossia il secondo giorno di gare, può avere un solo titolo e un solo protagonista: Stefano Figini. Ormai gli aggettivi per descrivere tale atleta sono esauriti, ma in fondo non c’è bisogno di definirlo in altro modo se non Campione. A vent’anni ha già vinto tutto, è il dominatore indiscusso del panorama internazionale da un paio di stagioni eppure continua a migliorarsi. Bari ne è stata l’apoteosi. Agli scorsi Mondiali, quelli svoltisi a Torino, le cinque medaglie d’oro erano sembrate quasi ‘facili’ a Stefano, che per sua stessa ammissione avrebbe apprezzato trovarsi contro avversari più forti, per trovare nuovi stimoli e per rendere più avvincenti le gare. Eccolo accontentato.

L’abbraccio fra Figini e Picchi – Foto: Tiziana Rizzi

Il primo avversario è stato il programma gare che, accorciato di un giorno rispetto ai sei delle passate edizioni, prevedeva nello stesso pomeriggio le finali dei 1500 metri e dei 400, entrambe distanze predilette dall’azzurro. Impossibile e sbagliato concentrarsi su una piuttosto dell’altra, quindi decisione di prepararle entrambe, provare a controllare la gara nei 1500 consci di una netta superiorità, almeno sulla carta, per poi dare tutto nei 400, prova molto più aperta con avversari assai pericolosi, su tutti il compagno Andrea Nava. Ecco però il coreano Young Joon Yun a scombinare i piani. Il forte atleta asiatico si rivela un antagonista di primissimo piano costringendo Stefano ad una gara tutt’altro che controllata. Fino ai 1000 metri circa i due viaggiano appaiati su ritmi davvero altissimi. Nel finale però la progressione di Figini è inarrestabile e quando tutti accusano la fatica, l’acido lattico nel campione lombardo si trasforma in ulteriore energia; il coreano è costretto a cedere ma ormai la gara è impostata su una velocità tale che ogni calcolo diventa inutile. Ed il risultato è il nuovo record del mondo, 12’27’15, che migliora il precedente primato dello stesso Figini, datato San Marino 2005, di circa un secondo. L’argento va al bravissimo Yun che chiude in un davvero ottimo 12’34’93, ma le soddisfazioni per l’Italia non finiscono qui. Gara nella gara è quella per il terzo posto, col tedesco Sven Lutzkendorf costantemente in tale posizione, salvo poi subire la strepitosa rimonta del secondo azzurro, il poliziotto Fabio Picchi, che corona l’inseguimento negli ultimissimi centimetri della distanza più lunga tra quelle previste in piscina. Solo il tocco sulle piastre del cronometraggio elettronico è sufficiente per capire chi salirà sul terzo gradino del podio. Un solo centesimo in favore dell’atleta romano separa i due pretendenti. Un centesimo su 1500 metri. Centesimo che ovviamente scatena nei due atleti reazioni opposte, estasi per Picchi e profonda delusione in Lutzkendorf cui rimane solo la consolazione della bionda e avvenente compagna di squadra Tina Hirschfeldt!

La sequenza dell’esultanza dopo i 400 – Foto: Tiziana Rizzi

Neanche il tempo di esultare per una così bella vittoria ed è di nuovo il momento di scendere in acqua per Figini. L’obiettivo dichiarato è essere il primo uomo al mondo ad abbattere il muro dei tre minuti nei 400 metri. Le condizioni però non sono certo favorevoli visto lo sforzo appena compiuto. Ma bisogna provarci, e Stefano non è uno che si tira indietro. Come detto l’avversario più pericoloso è in casa, quell’Andrea Nava che già nelle competizioni nazionali ha dato filo da torcere in più di un’occasione e si presenta agguerrito senza avere nulla da perdere in una distanza che comunque non è la sua preferita. Le aspettative non vengono deluse da nessuno dei due azzurri. Quando alla virata dei 200 metri i cronometri si fermano sull’1’30’ netti i cuori cominciano a battere davvero forte. Conoscendo la condotta di gara in negativo di Figini (cioè con la seconda metà più veloce della prima), quel muro non sembra più infrangibile. Infatti la marcia prosegue inarrestabile fino all’arrivo. 2’59’74, due primi, cinquantanove secondi, settantaquattro decimi! E la piscina viene giù! Questa volta c’è anche lo stupore, perché ci si chiede quale sia il limite di questo ragazzo. Applaudono tutti, anche gli avversari, perché sono imprese che possono provocare solo ammirazione. L’argento di Andrea è la classica ciliegina, una prestazione d’altissimo valore (3’03’50, il tempo finale) che dimostra come gli italiani oltre che forti siano tutti davvero duttili, capaci di primeggiare in distanze anche molto diverse tra loro.

Cesare Fumarola – Foto: Tiziana Rizzi

Il terzo giorno di gara regala un altro protagonista. Se Figini riposa ci pensa Cesare Fumarola a far risuonare ancora una volta l’inno di Mameli nella piscina di Bari. C’era grande attesa per i 100 metri, gara che come tutte quelle di velocità è sempre aperta a molti pretendenti. Fumarola arrivava da un’annata memorabile in cui a più riprese aveva migliorato tutti i record nello sprint, in un percorso d’avvicinamento a questa giornata da vero protagonista. L’antipasto era arrivato già il primo giorno con il bronzo nei 100 vs con il nuovo primato italiano (32.97) oltre la medaglia in staffetta. Il piatto forte però è proprio la finale dei 100 dove il modenese e i suoi tecnici non nascondono di puntare in alto. Nelle batterie l’ucraino Sydorenko si era dimostrato il più pericoloso ma i veri campioni si distinguono anche nel saper gestire la tensione. Vi riesce Fumarola, non fa altrettanto l’ucraino che commette una clamorosa falsa partenza pregiudicando da subito le sue possibilità. Tocca prima Sydorenko, ma l’oro è tutto italiano. 35’60 il tempo finale di Cesare che nella mattinata aveva siglato il nuovo record nazionale in 35’42. Non può niente il russo Burakov, argento, e neanche l’ancora medagliato Andrea Nava, bellissimo bronzo. Citiamo qui per comodità narrativa l’altra medaglia individuale di Fumarola, quella dei 50 metri in superficie, medaglia che il modenese ha vinto a tavolino dopo la squalifica per doping di Vitaliy Filippovich, ma non per questo meno preziosa anche perché ottenuta siglando un altro primato italiano (15’85). Decisamente l’anno della consacrazione per il campione della Bruno Loschi: le braccia alzate su quel podio saranno un ricordo indelebile, sperando che sia solo il primo di una lunga serie di successi.

Andrea Nava sul blocco di partenza – Foto: Tiziana Rizzi

Il quarto giorno nelle previsioni doveva essere quello di Andrea Nava che dopo l’oro in staffetta, l’argento nei 400 e il bronzo nei 100 era atteso alla consacrazione individuale nei 200, sua distanza prediletta. Sulla sua strada s’è posto ancora una volta Stefano Figini che ha conquistato il quarto oro della sua ricca trasferta. Ma la foto è in ogni caso tutta per Andrea, probabilmente fin troppo carico per questa gara in cui l’argento rappresenta per lui quasi una delusione. Ma ciò che ha mostrato quest’anno, con quel record italiano in 1’23’09, forse non varrà l’oro mondiale, ma sicuramente vale la certezza di essere un grande, dentro e fuori dall’acqua. Siamo convinti che le occasioni per rifarsi non mancheranno e che nel 2008 Andrea salirà sul blocco di partenza ancora più forte e motivato per cogliere il successo che merita.
Certo dal nostro album sembra che a questi mondiali partecipassero solo gli italiani dato che hanno monopolizzato gran parte dei podi. Per dovere di cronaca citiamo le altre grandi prestazioni viste a Bari dove sono stati siglati i record del mondo anche nei 400 e 800 velosub per merito del greco Ioannis Tsouronakis rispettivamente con il tempo di 2’46’41 e 5’52’72 in un confronto entusiasmante col russo Saprykine. Dopo la squalifica di Filippovich nelle gare in immersione dei 50 apnea e 100 vs la vittoria è andata all’ucraino Igor Soroka mentre nei 50 superficie si è imposto il russo Eugeniy Skorzhenko. Tra le donne il dominio cinese è stato assoluto. Tutti gli ori sono finiti al collo delle asiatiche Bao Zhen Zhu, Jiefen Huang, Jiao Liu e Jing Li che hanno sbaragliato la concorrenza lasciando le briciole alle avversarie storiche, Russe e Ungheresi. L’Italia femminile, dopo l’abbandono di quasi tutte le sue punte al termine della stagione 2006, si è presentata con una squadra piuttosto ristretta e abbastanza giovane. La veterana Claudia Ammetto, dopo un anno tribolato per problemi fisici ha dimostrato di essere tornata ai suoi livelli. Giorgia Viero ha dimostrato tutto il suo valore in distanze nuove per lei come i 400 e gli 800, ottenendo ottimi riscontri, mentre si è confermata nei 200 siglando il nuovo record italiano juniores (1’36’36) in prima frazione di una staffetta giunta quarta vicinissima ad una medaglia che sarebbe stata storica. La rivelazione dell’anno Silvia Baroncini ormai non è più una sorpresa e punta ad un ruolo di primo piano nella velocità così come Claudia Mazzolai, polivalente atleta toscana che si è distinta sia con la monopinna sia con le bipinne.

Nicole Fiscarelli – Foto: Vito Signorile (sx) Tiziana Rizzi (dx)

Proprio con le bipinne prosegue il nostro racconto. Nell’ultimo giorno di gare, infatti, il quinto oro di Stefano Figini non fa quasi più notizia. Salendo sul primo gradino del podio anche negli 800 il lombardo ripete l’impresa del 2006 di vincere in tutte le distanze individuali cui ha preso parte. Per chiudere in bellezza la spedizione in piscina ecco anche l’argento nella staffetta 4×100 insieme a Cesare Fumarola, Andrea Nava e al giovane Simone Musarra. Peccato che anche qui la medaglia sia stata aggiudicata a tavolino, cambiando di colore dal bronzo all’argento per la squalifica dell’Ucraina per la positività di Filippovich.
Ma si diceva delle bipinne, per la prima volta inserite nel programma delle competizioni internazionali con lo scopo di aumentare la base di praticanti del nuoto pinnato. Per l’Italia due bellissime soddisfazioni. Per galanteria citiamo per primo il bronzo di Nicole Fiscarelli nei 50, atleta di casa, che con il nuovo record italiano in 23’84 ha colto una medaglia preziosissima, l’unica del settore femminile in questi mondiali. Dopo gli argenti agli europei giovanili in Polonia l’estate 2007 sarà sicuramente un periodo da ricordare per la nuotatrice foggiana. Per restare tra le donne meritano un plauso anche Alexia Tosco, quarta nei 100 e colpita da un grave lutto familiare che le ha impedito di partecipare alla finale dei 50 dove avrebbe sicuramente ben figurato, e Claudia Mazzolai, a un passo dal podio nei 200. Entrambe hanno siglato i nuovi primati assoluti delle distanze in 51’71 e 1’54’80.

Il podio dei 200 pinne con Rampazzo e Zerbini – Foto: Vito Signorile

La seconda grande soddisfazione è arrivata invece da Andrea Rampazzo, capace di vincere l’oro nei 200 con lo strepitoso tempo di 1’38’68 (nuovo record italiano che sarebbe record mondiale se un regolamento assurdo non ponesse problematiche con l’omologazione delle bipinne) davanti all’ungherese Kokai in un podio completato dall’altro azzurro Stefano Zerbini. Per il padovano anche due argenti nei 50 e 100 dietro al russo Pavel Kulakov in due gare dove invece è sfortunato il terzo specialista azzurro, Marco Alban, che sfiora il podio senza però riuscire a conquistare un’agognata medaglia.
Da rinviare alla fine della stagione 2008 il giudizio sull’introduzione delle bipinne in queste gare, dato che se alcuni paesi hanno interpretato positivamente tale novità, per altri è ancora forte l’opposizione rispetto questa scelta che è soprattutto politica. Dopo alcune difficoltà legate anche ai regolamenti la via intrapresa sembra quella giusta ed è probabile che il livello tecnico di questa specialità cresca assai rapidamente. Intanto l’Italia è già tra i migliori anche qui.

La fatica sul volto di Simone Mallegni – Foto: Tiziana Rizzi

Dopo cinque giorni di gare intensissime i mondiali si sono spostati dalla piscina al lungomare barese per le prove di fondo. Staffetta 4×3000 mt, 6 e 20 km individuale le distanze previste. In una specialità in cui gli italiani si sono sempre distinti anche questa volta non è mancata la medaglia. Merito di Fabio Picchi, Alex Battista, Simone Mallegni e Stefano Figini, secondi dietro ai Russi. Tra le donne Alessia Taghetti, Silvia Baroncini, Alessandra Donato e Anna Mercuri hanno invece ottenuto un onorevole sesto posto nella gara vinta dalle Russe.
Nella 6km dominio francese con Raphael Smolin-Froissart (quarto l’azzurro Simone Mallegni) e Marine Grosjean mentre ci piace chiudere con il racconto della 20km, una gara già di per sé massacrante resa ancora più dura dalle condizioni del mare. Tra le donne si è imposta Anna Andrievskikh, tra gli uomini Pavel Babkin, entrambi Russi. Ma il protagonista è sicuramente stato il tedesco Sebastien Lassak, in testa fino a circa il diciottesimo chilometro, svenuto in acqua per lo sforzo immane a un soffio dal titolo mondiale, prontamente soccorso. Menzione anche per Anna Mercuri, esordiente e quarta tra le donne, e per l’eterno Paolo Vandini (classe ’58), sesto al traguardo di una gara che riuscire a completare rappresenta già una vittoria.

Tutto stupendo, davvero!

La squadra Italiana – Foto: Vito Signorile

Il video montato da Stefano Figini su riprese di Valter Mazzei

E ancora da Youtube:

La finale dei 200 metri (Stefano Figini)

La finale dei 100 metri e il Podio (Cesare Fumarola)

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Category: Pesca in Apnea

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