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Ministero Ambiente e FIPSAS: allo studio un progetto di ricerca sull’impatto della pesca in apnea

In occasione del Workshop organizzato dalla FIPSAS il Presidente Nazionale Ugo Claudio Matteoli aveva proposto al funzionario del Ministero dell’Ambiente dott. Montanaro una cooperazione tra la FIPSAS ed il Ministero dell’Ambiente finalizzata alla messa in atto di uno studio scientifico serio sull’impatto della pesca in apnea, in modo da poter acquisire evidenze scientifiche utili ad una valutazione della congruità dell’attuale trattamento subito da questa disciplina all’interno delle aree protette. Al giorno d’oggi la pesca in apnea è praticamente l’unica forma di pesca esclusa a priori da tutte le zone delle AMP italiane, ma a questo trattamento severo non corrisponde alcuna certezza di tipo scientifico, in quanto, come chiaramente precisato proprio in occasione del workshop da eminenti ricercatori delle università italiano, la letteratura scientifica sul tema è scarsissima, praticamente inesistente.
Pare che il “dopo workshop” abbia prodotto significativi progressi, e che in accordo con il Ministero dell’Ambiente e con la collaborazione di alcuni ricercatori la FIPSAS stia elaborando un protocollo di ricerca finalizzato a chiarire il reale impatto della disciplina con criterio scientifico. Abbiamo interprellato il Presidente del Settore AS Prof. Alberto Azzali, il quale ha dichiarato: “Per quanto riguarda il problema della pesca in apnea nelle AMP ed il ruolo assunto da parte della nostra federazione, posso con soddisfazione confermare la notizia che é stato ufficialmente avviato dal Presidente Federale, prof. Ugo Claudio Matteoli, in accordo con il Ministero dell’Ambiente, un progetto mirato a verificare in modo scientificamente serio ed attendibile il reale impatto della pesca in apnea all’interno delle zone C di alcune AMP in Italia. Lo scopo di questo studio sarà finalizzato a chiarire in modo esaustivo se l’esercizio sportivo della pesca in apnea potrà essere considerato alla pari con tutte le altre attività della pesca sportiva in mare e, come tale, permesso, se non in tutte, almeno in alcune AMP italiane. Attendiamo con misurata fiducia l’esito di questa nostra iniziativa”.

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