Di licenza di pesca in mare a pagamento si parla ormai da più di un anno e, per quanto in questo momento l’attenzione dei politici sia completamemte incentrata sull’approvazione a tappe forzate del collegato agricoltura alla legge di stabilità (che pure interessa la pesca per altre questioni) sappiamo bene che è solo questione di tempo. In fondo la licenza dovrebbe permettere di incassare finanze, si stima 15/20 milioni, per integrare il corposo programma di sovvenzioni e sgravi fiscali a vantaggio della filiera professionale che il governo in carica già messo in agenda per i prossimi anni. Al momento possiamo dire che giusto qualche giorno fa in Commissione Agricoltura alla Camera è ripreso l’esame del progetto di legge “Interventi per il settore ittico” che dovrebbe istituire il balzello per i pescasportivi, ed il relatore ha proposto la modifica della data “gennaio 2016”, ormai superata dagli eventi, in “gennaio 2017”.
Contestualmente a questo annuncio veniamo anche a conoscenza del fatto che per il governo regionale: “Non c’è alcuna intenzione da parte della Regione di introdurre nuovi balzelli a carico dei pescatori e neppure limitare l’uso di attrezzi tradizionali come le nasse e i palamiti, la pesca sportiva è una risorsa irrinunciabile per il nostro territorio sia in chiave turistica perché attrae centinaia di appassionati sia dal punto di vista dell’indotto viste le decine di attività a essa collegata. A breve verrà concordato il nuovo testo sulla pesca sportiva e ricreativa che terrà in considerazione le proposte delle associazioni e che successivamente sarà portato in commissione per l’approvazione”. Sta di fatto che prima delle legittime rimostranze della pesca dilettantistica le intenzioni sembravano ben altre!
Pericolo scampato quindi?! Forse per il momento, ma per il futuro non c’è da stare molto tranquilli. Questo piccolo “incidente” è semplicemente l’ennesima riprova che nei cassetti di tante regioni giacciono diversi di questi progetti, alcuni solo temporaneamente accantonati come quello sardo del 2014, altri che non hanno ancora visto la luce ma su cui le regioni, in cronica penuria di liquidità e perenne ricerca di entrate, hanno già messo al lavoro i propri tecnici.
Chi sperava di essere lasciato in pace a pescare dietro il pagamento di un modesto pizzo di Stato alla pesca professionale, dovrà probabilmente poi fare i conti con la propria regione di residenza e con tutte quelle in cui vorra continuare ad esercitare il suo hobby. Ci stanno preparando un futuro di balzelli nel più classico stile dell’italia medievale dei Comuni: “Chi siete? Cosa portate? Un fiorino!”
L’unica cosa che per il momento possiamo fare è solo far conoscere la nostra contrarietà all’istituzione di una Licenza Onerosa come fino ad ora concepita, aderendo alla petizione lanciata dalla FIPSAS e sostenuta da tutt ele altre associazioni delle pesca sportivo/ricreativa.
2 commenti su “Licenza Pesca in Mare: dopo quella Nazionale ci saranno quelle Regionali?”