Negli ultimi anni, nel mediterraneo centro-occidentale, ci sono stati diversi avvistamenti di specie marine pericolose, non solo per l’uomo in quanto tossiche o velenose, ma soprattutto per l’ecosistema, trattandosi di specie aggressive verso i simili e che possono facilmente mettersi in competizione con quelle autoctone fino a sterminarle. Il rinnovato allarme viene stavolta da Patrice Francour, direttore del laboratorio Ecomers presso l’università di Nizza “Sophia Antipolis”, che da anni si occupa di studiare le specie invasive che dal mediterraneo orientale stanno lentamente muovendosi verso ovest, e che richiama l’attenzione sul Mediterraneo e su 4 specie in particolare:
1 – Pesce Scorpione (Pterois miles)
Appartenente alla famiglia degli scorpenidi, si differenzia per avere un veleno molto più potente di quello dei suoi simili mediterranei, non letale per l’uomo (salvo casi particolari) ma capace di indurre violento e prolungato dolore unito a nausea, vomito, febbre, convulsioni, difficoltà respiratoria, diarrea fino anche alla necrosi locale della parte colpita con perdità di sensibilità per diversi giorni.
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2 – Pesce Coniglio Scuro (Siganus luridus)
Apparentemente può sembrare un pesce innocuo ma ha carni tossiche, responsabili di effetti allucinogeni, (e quindi nessun valore gastronomico nè commerciale) e spine velenifere. A questo si aggiunge una capacità di proliferazione eccezionale che, unita alla sua voracità nei contronti delle alghe che si adatta a mangiare, nè fa un nemico temibile sia per alcune pesce autoctone come la salpa, con cui potrebbe facilmente entrare in competizione (in particolare la salpa), sia per la posidonia e altre varietà alghe che sarebbe in grado di streminare. Non per nulla gli addetti ai lavori lo paragonano a una mucca o a un tosaerba. Presenza abituale di diverse località del mediterraneo orientale, è stato già avvistato in Grecia, in Tunisia, nel Salento e perfino nelle acque di Marsiglia dove però pare che non sia riuscito ad adattarsi alle temperature, il che però non esclude che con il tempo non sia in grado di farlo.
3- Pesce Palla Argenteo o Maculato (Lagocephalus sceleratus)
Anche in questo caso siamo di fronte ad un pesce che possiede carni tossiche, potenzialmente letali tanto che decessi dovuti al suo incauto consumo sono stati segnalati in Israele, Libano, Turchia e Grecia. Considerato un pesce amante delle acque calde, ha dimostrato discrete capacità di adattamento tanto che è stato pescato anche sulle coste mediterranee francesi, a Gruissan, non lontano dal confine con la Spagna. Non possiede spine velenifere, tuttavia come diversi altri tetranodontidi (tipo il pesce balestra) è dotato di potenti mascelle e denti taglienti in grado di provocare serie ferite a chi incautamente avvicinasse le dita alle sue fauci. In rete si trovano diversi filmati in cui il pesce palla trancia di netto una lattina di alluminio (link al video).
4- Pesce Pietra (Synanceia verrucosa)
Il pesce pietra è presenza abituale nel Mar Rosso, tuttavia negli ultimi anni ne sono stati avvistati esemplari in Israele, in Turchia e nelle acque di Cipro. Non sembra ancora essere uscito dal mediterraneo orientale, ma quello che preoccupa gli studiosi e il professor Francour in particolare, è che tutte e quattro le specie fin qui analizzate hanno seguito lo stesso identico percorso di diffusione. Da qui l’appello alla collaborazione di tutti i fruitori del mare nel segnalare ai ricercatori qualsiasi avvistamento inconsueto.