Home » Altre discipline » Apnea » Lago Verney 2003 – Apnea sotto i ghiacci

Lago Verney 2003 – Apnea sotto i ghiacci


Lo splendido scenario dell’evento

Mi immergo da molti anni, ma ritrovarmi ad oltre 2000m di altitudine per assistere e documentare due records mondiali scientifici di immersione in apnea sotto i ghiacci mi rende euforica. L’organizzazione ha previsto tutto. Da Varese arrivo il 26 aprile al Mont Blanc Hotel Village di La Salle, messo a disposizione degli ospiti dall’organizzazione. La sera ho la fortuna di cenare accanto a Nicola, che mi confida di essere sempre molto eccitato prima di un’immersione estrema .
Ma questa volta non sarà solo, perché in questa avventura ha voluto con sé anche Silvia Dal Bon, eccezionale campionessa di apnea medaglia di bronzo con la nazionale Azzurra alla World Cup di Ibiza 2001, e Marco Malpieri, giovane apneista di soli 16 anni.

Al mattino successivo ci alziamo tutti molto presto (6.30!) e partiamo alla volta del lago Verney, situato nel comprensorio sciistico internazionale di La Thuile – La Rosière.
La giornata è soleggiata, ed il ritrovo è previsto a la Thuile nella località di Pont Serrand, ove termina la strada. Saliamo su un mezzo denominato BRT San Bernardo, messo a disposizione dei Vigili del Fuoco del Piemonte e che noi chiamiamo simpaticamente “il bruco”.
Dopo due viaggi , equipes scientifiche, atleti, sponsor e addetti ai lavori, arrivano al campo base. Il percorso con il “bruco” non è privo di difficoltà, ma il tragitto è emozionante. All’arrivo, tutti rimangono affascinati dall’ambiente che li circonda. Uno spettacolo, sembra di essere in Antartide. Le tende messe a disposizione dei Vigili del Fuoco VdA e dalla Protezione Civile VdA permettono ai presenti un riparo in caso di maltempo e fungono da base scientifica per le equipes di ricercatori.
Ad una ventina di metri intravedo il foro di entrata, e a diverse decine di metri si staglia il foro di uscita. A circa metà percorso si scorge un piccolo foro di emergenza, poiché sotto il ghiaccio i pericoli sono molti è la prudenza non è mai troppa. Lo stesso foro servirà a Marco Malpieri per la sua performance.

Uno dei fori nel ghiaccio

Mi avvivino al foro di partenza e rimango impressionata dallo spessore del ghiaccio: 1.70m costituiti da 40cm di ghiaccio vivo e da 1.30m di neve compatta, quasi ghiaccio.
Max Cestaro e Paolo Mezzavilla, i capi dell’equipe di assistenza, mi confideranno che preparare il campo base esterno e subacqueo comporta moltissimo lavoro. Il lago Verney è situato in una conca spettacolare, ma è possibile arrivarci solo con gli elicotteri, gatti delle nevi, motoslitte o con gli sci. Infatti, per portare tutto il materiale sono necessarie numerose rotazioni con gli elicotteri e serve almeno una settimana di intenso lavoro per preparare i fori, il percorso subacqueo e per preparare nei minimi dettagli tutto il campo base. In caso di maltempo, i tempi si allungano e le difficoltà aumentano in modo esponenziale.
Il percorso subacqueo è stato allestito nei minimi particolari, ogni 5m, su ogni lato destro e sinistro ci sono dei paletti conficcati sul ghiaccio con appese le luci strobo, e i 50m sono delineati a destra e sinistra dal nastro “vedo” bianco e rosso, così da creare una corsia preferenziale simile ad una pista notturna di un aeroporto. La visibilità sotto il ghiaccio è ottima ed appena messo la testa sotto, dopo un paio di metri si scorge la luce del foro di emergenza posto a 25m di distanza.
Dopo circa 15m è possibile vedere il fascio di luce che filtra dal foro posto a 60m di distanza.

Ore 11.30: tutto è pronto, Nicola Brischigiaro, Silvia Dal Bon e Marco Malpieri hanno già effettuato tutti i test scientifici ed hanno indossato le mute con all’interno un sofisticato apparecchio (life-shirt Sensormedics) che consente di registrare ogni minima variazione cardiaca e contrazione diaframmatica.
Inizia, dentro la tenda, la fase di rilassamento che durerà circa 15′. Marco e Silvia sembrano in uno stato di trance. Operatori e fotografi riprendono tutte le fasi.
In attesa dei record di Silvia e Marco, Nicola Brischigiaro si avvicina al foro di entrata per la sua performance. E’ molto rilassato, si siede sul foro, indossa le pinne e si cala in acqua tenendo le mani sul bordo innevato. Un minuto dopo i subacquei di assistenza iniziano ad immergersi sotto il ghiaccio. Anche gli operatori subacquei ed i fotografi si sono già immersi e all’esterno, sponsor, addetti i lavori, autorità e il pubblico seguono attimo dopo attimo tutti i preparativi.
Max controlla per un ultima volta l’ADV Zeuxo una sorta di siluro subacqueo con il quale, Nicola effettuerà un lungo percorso.

Nicola Brischigiaro con lo scooter subacqueo

Max Cestaro si immerge e fa segno a Nicola Brischigiaro che tutto è pronto. Inizia così la ventilazione che precede la partenza . Il silenzio regna sovrano e si sentono solo gli ampi respiri di colui che si appresta a compiere non un record ma una performance dedicata tutta alla ricerca scientifica.
Gli ultimi atti respiratori si fanno più intesi e frequenti al fine di abbassare la Co2 del sangue. Ecco l’ultimo respiro, il più intenso, il più profondo quello che precede il viaggio estremo ai confini fisiologici, in un mondo surreale, quello che gli consentirà di attraversare, sotto un metro di ghiaccio, quel limbo spazio temporale freddo e buio dove tutto acquista una dimensione affascinante, inimmaginabile. Tutti noi sappiamo che Nicola non si appresta a stabilire nessun primato ma l’emozione di vederlo in diretta ci emoziona e rimaniamo con il cuore in gola, quasi dovessimo accompagnarlo sotto il ghiaccio. Nicola si immerge e in quel mentre mi rendo conto, solo ora, che tutti sono vestiti da alta montagna imbacuccati fino alla fronte ed invece lui è sotto il ghiaccio, in apnea, in un ambiente estremo, gelido, equipaggiato solo con una muta umida da 5mm. Sono attimi intensi e dopo circa un minuto eccolo sbucare dal foro di uscita con tranquillità e il braccio alzato con il segno “ok tutto a posto”.

Nessuna esultanza particolare, perché questaè una performance meno eclatante rispetto a quella del 2002, ma ugualmente spettacolare e significativa. Quest’anno, oltre alle sperimentazioni Nicola aveva un obbiettivo molto importante: girare dei documentari per dei network televisivi. Per questo non ha voluto impegnare tutte le risorse per stabilire un altro record scientifico. Per ottimizzare le riprese, difatti, percorrerà più volte tratti da 25-50m

Silvia Dal Bon in azione

Ma Nicola non è il solo protagonista di questa avventura e, mentre esce dall’acqua, Silvia e Marco si avvicinano ai fori di partenza: tocca a loro adesso. I presenti seguono in religioso silenzio tutti i loro movimenti, la tensione ora sale davvero e nell’aria si respirano attimi intensi.
Con movimenti sinuosi e in perfetta concentrazione Silvia si avvicina al foro di partenza, si siede sul bordo in posizione yoga ed inizia la ventilazione. Due minuti dopo si cala nel foro con la testa emersa e le mani appoggiate al bordo. Riesco a leggere il labiale “..è fredda..” – dice in un tono impercettibile. Un attimo dopo sta già ventilando per prepararsi a conquistare il suo secondo record di apnea lineare sotto i ghiacci. Vigiliamo su di lei senza disturbarla, e dopo quattro minuti Silvia Dal Bon scompare sotto la crosta di ghiaccio, come inghiottita dal lago. Dopo la capovolta Silvia, con movimenti spettacolari, simili ad un delfino, inizia ad imprimere alla monopinna la forza propulsiva che le permette di avanzare in un ambiente acquatico che lei stessa definisce straordinario per le emozioni che vi si possono vivere. Con gli occhi fissi sull’acqua gelida del foro di uscita rimaniamo con il fiato sospeso e tutti attendono di scaricare la tensione con un urlo liberatorio. Dopo 53″ Silvia buca il ghiaccio e con le braccia al cielo sorride in segno di vittoria, facendo il segno dell’Ok a tutti i presenti. Silvia è la prima donna a realizzare una performance del genere con la monopinna ed anche Nicola si complimenta vivamente con lei per l’impresa riuscita.

Ma non c’è tempo per prolungare i festeggiamenti, perché Marco Malpieri, solo sedici anni e la stoffa del campione, è pronto per il suo primo record scientifico di apnea sotto il ghiaccio. La sua preparazione è meticolosa, ogni attimo è seguito dai presenti con grande partecipazione. Il team di assistenza nel frattempo si sposta per seguire metro dopo metro i 25m di apnea sotto il ghiaccio di Marco, che lo consacreranno come il più giovane atleta della storia subacquea a stabilire una performance del genere. Meno 3′, rimaniamo tutti in un silenzio innaturale, mistico.

Marco Malpieri

I respiri di Marco sono così ampi e profondi che si sente da molto distante il sibilo del flusso d’aria che entra ed esce dai suoi polmoni. Nicola Brischigiaro lo osserva con attenzione e il papà di Marco, Massimo Malpieri, un punto di riferimento per tutto il settore medico-scientifico della subacquea, lo guarda con affetto e una comprensibile emozione. Meno trenta secondi, Marco è concentratissimo. Meno 10 secondi alla partenza ed ecco che Marco inizia una lunga inspirazione il cui sibilo viene avvertito dai presenti che, incosapevolmente, nello stesso tempo, inspirano anch’essi profondamente quasi dovessero immergersi con lui ed accompagnarlo per mano in un ambiente buio ed ostile. D’un tratto si immerge nelle acque gelide del lago. La sua pinneggiata è sicura e potente, mentre all’esterno solo il fruscio del vento accompagna le nostre emozioni. Lo sguardo è rivolto al foro di uscita, un metro e mezzo per ogni lato, ove il ghiaccio e l’acqua creano giochi di luce e riflessi abbacinanti. Ci siamo e 31 secondi dopo riemerge con disinvoltura dal foro di uscita, braccia al cielo in segno di vittoria e un grande sorriso liberatorio sul volto che scaccia la tensione per un primato da Guinness conquistato con determinazione, coraggio e volontà difficilmente riscontrabili in un suo coetaneo.

Due record scientifici e una performance spettacolare con sono stati il fulcro di tre giornate straordinarie, vissute con emozione ed interesse. Ancora una volta Nicola Brischigiaro ci ha dimostrato quanto sia affascinante, importante e propedeutico unire sport e scienza in contesti unici e spettacolari e che dimostrano come l’uomo proceda verso nuovi ed entusiasmanti limiti e confini fisiologici.

L’evento è stato seguito con molto interesse dai media nazionali: Rai Sport, Rai International (circuito mondiale), Tg2, Studio Aperto, Rai sport Sat, Rai Sport Med, D+, INN, Tg3 Veneto, Valle d’Aosta, Lazio, Umbria ecc’ alcune radio nazionali, quotidiani, Tg regionali, riviste specializzate, etc.. hanno dedicato ampi spazi a due nuovi primati scientifici che dimostrano come sport e scienza possano condividere momenti davvero esaltanti.
Nicola Brischigiaro ci ha confidato: “Sono davvero molto soddisfatto, i “miei allievi” hanno dimostrato carattere e grande determinazione,una dote fondamentale per il conseguimento di brillanti record scientifici che dimostrano come l’uomo possieda affinità acquatiche presenti solo nei mammiferi marini che da sempre fanno sognare l’uomo: i delfini”.

Team di assistenza

Max Cestaro
Paolo Mezzavilla
Marco Miglietta
Roberto Milliery
Fabio Ventrice
Roberto Trapani
Aldo Magliano
Ernesto Dini
Sabrina Peaquin
Stefania Peaquin

Sponsor:

Coltri Sub
Suzuki Marine
Suzuki Auto
Immersion
Valle d’Aosta
Nuova Jolly
North Sails
Adv Zeuxo
SSI

Partner:

Regione Valle d’Aosta (patrocinio)
Assessorato al Turismo, sport, trasporti e commercio (sponsor dell’evento)
Comune di La Thuile
Funivie di La Thuile
Protezione Civile VdA
Vigili del Fuoco VdA
Vigili del Fuoco Piemonte

Category: Altre discipline, Apnea

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *