Home » Editoriali » La scomparsa di Audrey Mestre

La scomparsa di Audrey Mestre

| 18 Ottobre 2002 | 0 Comments

 

© Alberto Balbi – Apnea Magazine

Adesso che le ceneri di Audrey Mestre sono state offerte al mare, credo che per me sia giunto il momento di intervenire e parlare.

Sono qui dopo una difficile trasferta in Repubblica Dominicana, dove ho fatto i conti con il destino. Mai nella mia carriera di reporter e fotografo avrei potuto immaginare tanta tristezza. Ho ancora le valige da disfare, ma per coscienza e per riconoscenza ad una amica che ho perso non posso tacere ancora, ho dentro un senso di rabbia, di impotenza e incredulità per tutte le cose che ho letto e visto al mio rientro. Io che per rispetto di una giovane vita, pur essendo sul posto, non ho trasmesso nulla di polemico e insensato (e sono stato accusato di essere stato troppo soft nei miei articoli) sono stato tradito proprio dai miei connazionali, che non hanno perso un minuto per gettare fango sull’apnea, sui record, su Pipin e su Audrey.

Il nostro sito come pure Crashdive.it e Mondo Sommerso sembravano le mosche bianche, voci fuori dal coro che non prendevano posizione, per questo avrò infinita riconoscenza verso Giorgio Volpe, che ha moderato un forum che poteva rivelarsi incandescente, e per Marcello Toja, che non ha aggiunto nulla a ciò che gli ho trasmesso. Ho passato molte ore a leggere e rileggere forum, articoli e news apparse su internet e a scoprire migliaia di particolari che io non conoscevo…eppure ero lì! Ero uno dei due reporter italiani!

Non mi trovavo sulla barca dei giornalisti, ma sul catamarano di Audrey; ho passato con lei tre giorni, abbiamo mangiato e chiacchierato, la mattina del record siamo saliti insieme sulla lancia che la portava al catamarano e siamo andati sul posto…. e sapete perché ?

Perché siamo italiani, perché Pipin ci ha rispettato all’inverosimile, perché non c’era niente da nascondere, perché pur essendo il fotografo di Pelizzari sono stato considerato un professionista degno di rispetto…e vi posso garantire che da altri campioni in Italia non ho avuto la stessa fiducia.

Ho letto che la mattina del record Pipin avrebbe minacciato Audrey perché non si sentiva di scendere, mentre avrebbe dovuto farlo per forza perché avevano gia venduto le magliette con la data.

© Alberto Balbi – Apnea Magazine

L’apnea è una disciplina bellissima, da non confondere con la rincorsa ai record fatta per pochi eletti -che pure sono parte di questo universo fatto di sacrifici, spiritualità e rispetto- e così mi sono detto “cavolo, questa gente non fa parte di questo mondo ed io non posso tacere”.

Non so cosa sia successo 171 metri sotto di me e forse potremo fare solo delle supposizioni, che pur se lecite e costruttive restano pur sempre supposizioni.

Non posso negare che ci siano state delle carenze a livello organizzativo e di assistenza, come non posso sapere se la vita di Audrey si sarebbe potuta salvare applicando questa o quella tecnica; posso solo testimoniare ciò che ho visto.

Ho visto un uomo ed una donna innamorati che si danno l’ultimo bacio prima che lui sganci il moschettone che la porterà via; ho visto gli occhi della disperazione quando dopo quattro minuti non era ancora riemersa e Pipin ha indossato una bombola ed è andato a prendere la sua donna a 90 metri; ho visto -e non potrò mai più dimenticarli- gli occhi di una ragazza di 28 anni inerme implorare aiuto; ho visto una barca sfrecciare a terra senza mai arrendersi.

Ho sentito urla di disperazione di un marito che chiama la moglie, ho visto un uomo che il giorno dopo non sembrava più il leone che ho conosciuto, ma un animale malato, piegato da una brutta embolia in corso, con tanta rabbia e sofferenza; ho visto due genitori impotenti perdere la loro unica figlia….

Per tutto questo ho taciuto, ho rispettato ed ho sofferto. E per tutto questo, soprattutto chi non c’era avrebbe dovuto fare altrettanto.

Pipin non è mai stato troppo amato in Italia per il suo carattere impulsivo ed irruento e per la sua testa, giudicata “dura” da molti. Ma questo è Pipin, noi rispettiamo anche queste opinioni.

Con questo non giustifico il fatto di avere sottovalutato aspetti importantissimi nell’organizzazione, non basta il solo fatto di pensare che se una cosa non è mai successa in dieci anni non possa succedere mai. Un sommozzatore a 80 metri ad aria, per bravo che sia è sempre narcotizzato; la distanza tra l’altofondalista ed il successivo assistente sembra fosse di 90 mt: un’enormità.

Un pallone che si blocca per due volte tra i -171 e i -164 metri facendo perdere un minuto ti puo’ far morire, perché non ci hanno pensato? Perché il pallone non si é gonfiato?

Grafico basato sui dati riportati dal computer di Audrey – non si tratta di dati ufficiali

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Noi di Apnea Magazine siamo in contatto con il prof. McCoy, che ha fornito i rilevatori posti sulla schiena di Audrey, e ci ha assicurato non appena avrà scaricato tutti i dati di farci pervenire il grafico definitivo, questo non per cercare colpe, ma per capire e fare sì che la morte di Audrey non sia stata del tutto inutile.

© Alberto Balbi – Apnea Magazine

Si fa presto a criminalizzare l’apnea e a colpevolizzare tutti quelli che la praticano.

A cosa servono questi record? Io non so dare una risposta, non sono mai stato a 100m, non so che emozioni si provano a superare un limite, ma vi garantisco (e di recordmen ne conosco molti) che nei loro occhi si legge qualche cosa di diverso, di affascinante, di coinvolgente e forse per questo cosi misterioso. Il messaggio importante che bisogna far giungere all’opinione pubblica è che il record resta, comunque, una prova estrema che nulla ha a che vedere con l’apnea praticata da chi il mare se lo vuole godere. Per capirlo, sarebbe bastato venire ad Andora durante il meeting dello scorso mese e respirare quest’aria pulita di cui parlo.

Il mio ritorno era pianificato in modo da consentirmi di seguire il record di Davide Carrera, non potete immaginare la gioia che ho provato quando Davide mi ha comunicato che il tentativo sarebbe stato rimandato, vuoi per le condizioni meteo vuoi per rispetto alla profondità e i problemi di compensazione.

Conosco Davide molto bene, e appena arrivato a casa l’ho chiamato, sono passato da lui e l’ho abbracciato, rinraziandolo per la grande prova di cuore e di maturità che ha dato: a volte è più difficile rinunciare, ma questa è la vera apnea e Davide ha il cuore del vero apneista.

Io resto a disposizione di chiunque voglia una testimonianza, la mia e-mail si puo’ trovare sul sito, oppure lasciate un messaggio sul forum, io non frequento solitamente i forum per mancanza di tempo, ma Giorgio mi darà una mano. Ho ancora molte cose da dire su Audrey , le leggende in cui credeva, i piccoli riti che ha fatto prima di immergersi e quel misterioso fazzoletto rosso che portava al polso, spero di avere molto spazio, non per fare polemica ma per farvi conoscere una ragazza semplice forte e determinata che ho avuto la fortuna di frequentare e fotografare, ma che mi ha lasciato il rammarico per un’intervista che ci eravamo ripromessi di fare dopo il record, quando sarebbe stata più rilassata e più propensa ad aprirsi in modo personale.

Beh Audrey, una promessa e’ una promessa, nel mio taccuino rimarranno per sempre due pagine bianche per te, sott’acqua mi guarderò spesso intorno e …se un giorno verrà da me una sirena, sarò sempre pronto ad ascoltarla!

Tags: ,

Category: Editoriali

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *