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La ricciola di Lastovo

| 27 Febbraio 2005 | 0 Comments

La ricciola di ben 23kg!

E’ una splendida giornata di luglio, mare calmo e assenza di vento. Sono le 7 quando esco dalla baia di Zaklopatica (Croazia) con il mio gommone Effelle 510 motorizzato Yamaha 115 Kv , rotta 325° verso alcuni isolotti distanti circa 10 miglia. Francesco (mio cognato) e Stefano (un carissimo compagno di pesca del club dei pescasub riminesi) mi convincono di puntare decisi verso “Malaseca”. Si tratta di una secca con il sommo posto a -16mt e la base sabbiosa a -40mt, ricoperta da un’alga alta mediamente un metro, di color arancio – marrone chiaro e che assomiglia ai cespugli di erica.
Con l’aiuto del GPS e dell’ecoscandaglio, gettiamo l’ancora al centro della zona di pesca. L’acqua è calda e limpida ma non ci facciamo illusioni perché sappiamo, per esperienza, che il mare di Lastovo ha lo sbalzo termico fisso tra i -14 ed i -18m. Come facciamo quasi sempre,appena entrati in acqua, ci disponiamo a ventaglio in modo da coprire tutta la secca.

La battuta di pesca è impostata per la cattura di dentici e possibilmente qualche ricciola, pesci che sono di casa lungo le isole croate. Capriola, discesa a foglia morta e aspetto tra le alghe in attesa di qualche bella sorpresa. L’acqua è ghiaccio fuso e purtroppo, come accade sempre qui, il branco dei dentici,
circa 30, tutti tra i 2 e 4 Kg , si mantiene sopra il “termoclino” ad una decina di metri di distanza senza la minima intenzione di avvicinarsi. Il tempo trascorre, le immersioni si susseguono a ritmo sostenuto ma il risultato non cambia. Decido allora di tentare qualche aspetto sul ciglio. La scelta si rivela subito appropriata. Giunto sulla scarpata ,a -24mt vengo circondato da una parete di mangianza che ondeggia nervosamente ma dei dentici nemmeno l’ombra. Deluso ed amareggiato mi giro verso il sommo della secca per iniziare la risalita, quando vedo due ricciole che dall’alto si avvicinano tranquillamente. Giunte a 2mt, lascio partire l’asta tahitiana americana del mio Parisi 100 con la punta ad effetto supposta ( l’unica modifica apportata ) che colpisce una ricciola subito dopo la branchia. Trascorrono alcuni minuti ed il mulinello comincia a girare vorticosamente. Raggiunta la superficie vedo Stefano e Francesco sul gommone intenti a discutere.
Urlo come non avevo mai fatto, Stefano prende l’arbalete e nuotando come solo lui sa fare mi raggiunge in pochi secondi. Ascolta le mie informazioni tecniche, necessarie in questi casi e si immerge risalendo dopo poco con il fucile senza asta ed il viso soddisfatto. Il pesce doppiato non ha fatto alcuna resistenza nonostante pesasse 23Kg. Tanti amici , un tramonto da sogno, trance
di ricciola alla griglia cotta da Tonci “il re della brace”, il tutto accompagnato da un ottimo
Canayli…come non ricordare il 21 luglio 2004!

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