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La nazionale croata al campionato nazionale del Sudafrica

| 20 Giugno 2010 | 0 Comments

Il nazionale croato Antonio Buratović si è aggiudicato il campionato nazionale del Sudafrica di pesca subacquea. Nella competizione a squadre il terzetto Antonio Buratović, Dario Marinov e Josip Urti si è classificato ad un quarto posto di tutto prestigio, mentre in un confronto fra tre squadre del Sudafrica e due della Croazia, la vittoria è andata al team formato da Daniel Gospić, Dani Uhač e Branko Ikić.
Ma quali ‘strade’ ha dovuto percorrere la nazionale croata per arrivare ad una partecipazione al campionato nazionale sudafricano? Questo è un tragitto che ci parla di amicizia, di voler stare insieme, di nuove esperienze, di eccellenti risultati, di due settimane trascorse in un paese esotico e magico al tempo stesso.

Nuotare in mezzo agli squali è stata un’esperienza indimenticabile per gli atleti croati (Foto V. Prokic)

Regole diverse

In formazione Daniel Gospić e Dani Uhač (‘karpina Neresine), Branko Ikić e Josip Urti (Medolino), Dario Marinov (Zubatac Zara) e Antonio Buratović (Pelegrin Hvar), con il selezionatore Livio Fiorentin al timone, la Nazionale croata ha preso parte alle gare di Durban in veste di ospite. È stato questo l’epilogo dei contatti e dell’amicizia immediata stabilita al campionato Euroafricano dell’anno scorso organizzato in Algeria. L’invito della Federazione sudafricana ha avuto due motivazioni di base: far conoscere ai sub croati mare, pesci e modalità di pesca nel loro Paese e inoltre avere un buon alleato per appoggiare la candidatura del Sudafrica per i Mondiali del 2012.
Il campionato della nazione africana è ben diverso da quello allestito in Croazia. La competizione a livello individuale dura due giorni, poi c’è un giorno di riposo e quindi altre due giornate sono dedicate alla gara a squadre. Inoltre, alla fine, è stata allestita una sfida tra nazionali che cha coinvolto in tutto cinque squadre, tre locali e due ospiti. In quanto a regole, ogni concorrente può catturare al massimo dieci pesci, ognuno di specie diversa.
Esistono delle specie per le quali vige il divieto di pesca, fra le altre gronghi, murene e squali. I giudici conteggiano la specie e il peso fino ad un massimo di 5 chilogrammi (il minimo è fissato a 900 grammi). Va detto che il pescato va consegnato pulito. Con queste regole, pur essendoci grandi quantità di pesce, il Sudafrica ha voluto tutelare il patrimonio ittico. Al tempo stesso, però, hanno reso la competizione più interessante perché non è la grandezza del pesce a risultare decisiva.

I grandi esemplari di solito valgono un punto per la specie, mentre altri più piccolo possono conteggiare anche fino a 4 punti. In questo contesto in sei ore di gara la tattica assume un ruolo fondamentale. E poi il campionato del Sudafrica è specifico perché i risultati non sono noti fino alla cerimonia di consegna dei premi. Perfino i sub di casa più esperti hanno difficoltà a calcolare con sicurezza il loro punteggio, figuriamoci gli ospiti provenienti dalla Croazia, in totale disagio nella definizione delle specie. Questa incertezza è durata per cinque giorni, ma le ipotesi e le previsioni hanno alimentato la tensione e aumentato l’attesa per i risultati. Delle sensazioni nuove…

Ikic è stato il primo a trovarsi di fronte uno squalo (Foto V. Prokic)

A pesca con gli squali

Conoscere le condizioni di gara nell’Oceano Indiano per i sub croati è stata una delle tante sfide di questa trasferta sul Continente nero. Una delle componenti più… inquietanti dell’habitat marino sono gli squali, praticamente tutte le specie ad accezione degli squali bianchi che si trovano sulla costa occidentale, intorno a Città del Capo. Fra gli squali più pericolosi a Durban si possono incrociare con maggior frequenza lo Zambesi o il Bull Shark (Squalo toro), ma non hanno l’abitudine di attaccare i sub. Comunque, una volta individuati, è meglio cambiare posizione. Non si sa mai…

Il primo ad incrociare uno squalo è stato Branko Ikić, il sub più esperto della comitiva croata. ‘Ho preso un pesce molto grosso. ‘ ci racconta l’esperienza ‘ Ci ho messo del tempo a portarlo in superficie, è stata una lotta vera e propria. In più la visibilità era non più di cinque metri. Sono emerso per consegnare il pesce all’equipaggio sulla barca e mentre stavo caricando il fucile ho visto che uno squalo dalla profondità si stava avvicinando al sottoscritto. È arrivato a tre metri, poi ha cambiato direzione, tornando giù. Lo ha ripetuto ancora una volta al che ho chiamato l’equipaggio della barca dicendo di venirmi a prendere. Lo squalo è tornato, questa volta si è avvicinato di più, l’ho toccato con il fucile dopodiché se ne è andato. Non è una bella sensazione, devo ammettere. Ho cambiato subito zona di pesca. Non ho riconosciuto che specie di squalo fosse, sarà stato tre metri circa. Non è il mio primo incontro con uno squalo. È già successo a Tahiti durante un campionato mondiale, ma là sono molto più piccoli’, ha concluso Ikić. Gli squali devono avere un feeling particolare con Ikić perché anche due anni fa in Venezuela ha avuto un incontro ravvicinato.

Parlando con la gente del posto, ci è stato detto che gli squali amano rubare il pesce pescato che si trova sull’asta del sub, un’esperienza vissuta in Sudafrica da Daniel Gospić. ‘Ho colpito un pesce di una ventina di chili circa, non ho capito che specie era perché la visibilità era ridotta. Ho sentito soltanto un forte strappo e quando ho ritirato l’asta, il pesce non c’era. Sull’asta, però, storta e inutilizzabile, sono rimasti solo i segni evidenti della dentatura di uno squalo’, ha spiegato Gospić.

Una delle esperienze pià belle durante la permanenza in Sudafrica è stata la battuta di pesca libera in una zona di mare denominata Aliwal Shoal, ricchissima di pesce e con l’acqua di una limpidità cristallina. Vi si arriva da un fiume collegato via canale al mare: per affrontare le onde, gli skipper lanciano le imbarcazioni a tutta velocità, un altro momento di grandi emozioni. In una parte di questa zona di mare la pesca è consentita solo al di sotto dei 25 metri di profondità perché si tratta di uno spazio molto ampio riservato agli amanti dello snorkeling. Tuttavia ad Aliwal Shoal le posizioni per pescare esemplari meravigliosi per aspetto e peso sono numerose. Grazie ad Emil, un barcaiolo del posto e sub eccellente, la comitiva croata ha avuto modo di vivere emozioni uniche come quella di nuotare in compagnia di una trentina di squali della specie Black Tip oppure di andare sott’acqua, tra i resti di una nave, dove vivono tre cernie di cui la più grande arriva a 400 chilogrammi (la loro pesca ovviamente è vietata, sono una vera e proria attrazione). Qualcuno è rimasto folgorato da una simile visione. ‘Non ho mai visto una cernia di queste dimensioni. È grande coma una Fiat 600!’, ha detto con visibile entusiasmo Antonio Buratović.

Per Marinov una coppiola di barracuda durante la visita a Aliwal Shoalu (Foto V. Prokic)

La pesca ad Aliwal Shoal è andata bene, i sub croati hanno avuto parole di soddisfazione per questa esperienza, anche se gli esmplari più grossi li hanno presi Emil e Garrett: un kingfish da 40 kg e un wahoo da una decina di chili. Quest’ultimo era la preda più ambita nella comitiva croata, ma 150 chilogrammi di pescato in tutto alla fine sono stati un ottimo motivo per scacciare la «delusione» per aver fallito « l’obiettivo wahoo».

‘Ho affrontato il viaggio in Sudafrica con qualche timore e in questo senso penso di condividere l’opinione dei miei colleghi. ‘ non si è nascosto Dario Marinov ‘ La ragione è che il Sudafrica risulta essere uno dei Paesi con il maggior numero di attacchi da parte degli squali. Questo pensiero ci ha accompagnato per tutto il viaggio e appena atterrati è stata la prima cosa che abbiamo chiesto ai nostri amici sudafricani. È bastato poco per capire che si è trattato di una preoccupazione senza validi motivi di fondamento. Il miglior esempio sono stati proprio i nostri colleghi sudafricani: vanno in mare quotidianamente, sono vivi, stanno bene, sono fisicamente integri, quindi perché preoccuparsi? Ogni paura è stata fugata definitivamente dopo aver trascorso in mare un paio di giornate’, ha concluso Marinov, aggiungendo che per quantità e varietà di pesce, il Sudafrica e un vero El Dorado per i sub. ‘Sono state giornate indimenticabili. E poi è una grande soddisfazione avere la certezza di tornare sempre a riva con del pesce’, ha detto ancora Marinov.

Grossi e colorati pesci pappagallo sono prede comuni in oceano (Foto V. Prokic)

Condizioni variabili

La scarsa visibilità in acqua ha creato qualche problema durante l’ispezione della zona di pesca, ma la ricchezza di pesce ha fatto passare quest’aspetto in secondo piano. Così durante la gara i nazionali croati si sono arrangiati «marcando» i sub di casa nelle loro zone di pesca, atteggiamento che in Croazia avrebbe suscitato un mare di proteste, ma in Sudafrica non costituisce un problema vista l’abbondanza della fauna marina: ce n’è davvero per tutti.

Alla vigilia del campionato nazionale individuale del Sudafrica il numero degli iscritti ha raggiunto quota 39, ai quali si sono aggiunti sei sub croati, come detto, in veste di ospiti. La competizione a squadre, comprese due selezioni croate, ha visto al via 16 team. A Durban la luce diurna inizia molto presto, mentre il sole tramonta già alle 17. Di conseguenza i sub sono stati costretti a delle levatacce alle 5 della mattina. Un’ora dopo era fissata la partenza con le imbarcazioni verso la zona prevista per la competizione. Prima del via ogni mattina per i capitani delle squadre c’era l’obbligo della riunione. Considerate le condizioni meteo molto variabili (mutamenti a volte repentini) prima di tutto si doveva raggiungere un accordo per uscire o meno in mare, in che zona pescare, se fosse stato necessario accorciare il tempo di gara nel caso in cui ci fosse un aumento della forza del vento, cosa fare in caso di scarsa visibilità in acqua o comunque come reagire se la sicurezza dei sub in gara fosse stata messa a rischio da un veloce cambiamento delle condizioni meteo.

Un’altra novità che ha sorpreso i nazionali croati riguarda le imbarcazioni. Le barche vengono tenute a secco su dei rimorchi, vengono calate in mare quotidianamente, da una spiaggia di sabbia bellissima; poi al ritorno dalle gare vengono nuovamente riposte sui rimorchi. Se non siete dotati di una macchina 4×4 o comunque se non vi va di andare sulla sabbia con la vostra vettura (con il rimorchio appresso), c’è la possibilità di affidarsi ai servizi di un inserviente che esegue tutte le operazione grazie anche al suo potente trattore. L’impressione è che sia tutto molto semplice e di veloce esecuzione, ma mettere l’imbarcazione a secco al termine di un’estenuante gare di pesca subacquea, è davvero troppo. Ma la gente di casa ci è abituata, non hanno fatto una piega.

Buratovic con un kingfish appena catturato (Foto V. Prokic)

La zona di pesca della prima giornata di gara era situata tra la spiaggia più vicina e il Durban Undersea Club, la sede che poi ha ospitato la pesatura. È bastato poco per capire che la scarsa visibilità in acqua sarebbe stato il problema più grosso. Nella prima zona l’acqua era così torbida che non si vedeva niente. Inevitabilmente bisognava cercare un’altro posto e magari anticipare lo «sporco» che proveniva da ovest. Dopo qualche tentativo andato a vuoto, i sub croati hanno trovato condizioni di gara accettabili e la pesca ha potuto aver inizio. La scelta delle prede da pescare, oltre che abbondante, è interessante e varia per forme e colori degli esemplari. In queste condizioni, ricordare tutte le specie, ossia quelle che garantivano un maggior punteggio, non è stato facile. I sub croati così senza pensarci troppo hanno pescato di tutto, ad eccezione di quelle specie tutelate dalla legge.

Antonio Buratović è stato quello che meglio si è adattato ad una situazione fino a quel momento sconosciuta. Il sub di Hvar ha chiuso la prima giornata in testa con 38,28 punti, risultato di otto pesci pescati. Dario Marinov ne ha presi cinque (ottavo posto), mentre Josip Urti con lo stesso numero di pesci si è classificato tredicesimo. Daniel Gospić (6 pesci ‘diciottesimo posto), Branko Ikić (4 pesci ‘ ventesimo) e Dani Uhač (3 pesci ‘ ventinovesimo) sono andati incontro ad una prima giornata deludente.

Quasi 22 chili di spanisc mackrel per Daniel Gospic (Foto V. Prokic)

Dei sub di casa il migliore è risultato Jaco Blignaut, capace di chiudere la prima giornata al secondo posto. Di lui ci hanno detto che si tratta di uno dei sub di punta del Sudafrica. Nel caso in cui non conosci la zona di pesca, è bene seguirlo. Blignaut lo ha dimostrato al Mondiale in Venezuela dove ha pescato molto bene, ma è stato squalificato perché ha tenuto le prede attaccate alla cintura.
In Sudafrica, dopo la prima giornata, Blignaut ha fatto registrare un ritardo da Buratović di soli 2,06 punti. Al terzo posto, con 5,86 punti di svantaggio, Ryan Burmester che ha rappresentato il Sudafrica ai Mondiali del 2002 in Brasile.

Preda da sogno per Gospić

Per la seconda giornata di gara, gli organizzatori hanno scelto una zona di pesca molto più lontana da Durban, ma con condizioni molto più favorevoli rispetto a 24 ore prima. In questa zona abbiamo notato una forte concentazione di squali del tipo Zambesi, ma per fortuna non c’è stato alcun incontro «ravvicinato». Il tempo di gara è stato limitato a quattro ore in seguito ad un improvviso e forte intorbidimento dell’acqua. Pensate che appensa sotto la superficie dell’acqua non si poteva riconoscere la punta del fucile. Nonostante questo, Daniel Gospić è riuscito a portare a casa il trofeo della vita.
Mentre gli altri si erano concentrati tutti in una zona ben definita, Gospić si è leggermente decentrato, pescando praticamente in solitudine. Dopo una serie di esemplari per corsì dire piccoli, il sub croato è riuscito a prendere uno Spanish Mackerel o Couto, come lo chiamano in Sudafrica, di 21,96 chilogrammi, dall’aspetto simile alla nostrana palamita. Incontenibile l’entusiasmo di Gospić che prima della partenza per il Continente nero si era fissato l’obiettivo di pescare nell’Oceano indiano un pesce di dimensioni… storiche. ‘L’ho beccato a 16 metri di profondità, aspettandolo. Ce n’erano una decina, tutti di dimensioni identiche. Quando ho centrato il pesce, mi sono serviti altri cinque minuti per portarlo in superficie’. Oltre allo Spanish Mackerel, nel corso della seconda giornata, Gospić ha preso altri otto pesci validi, chiudendo in graduatoria al terzo posto. Dani Uhač si è fermato a tre pesci, validi per la 18.esima piazza. Antonio Buratović si è messo ancora una volta in evidenza chiudendo settimo con sette pesci validi, risultato comunque sufficiente per aggiudicarsi la vittoria nella classifica generale, sommando i punteggi delle due giornate di pesca. Dario Marinov ha chiuso la giornata con sei esemplari (quattordicesimo), due pesci e due posizioni in meno per Branko Ikić mentre Josip Urti, con quattro pesci, si è classificato ventesimo.

Ryan Burmester è il nuovo campione sudafricano (Foto V. Prokic)

La graduatoria di giornata è stata appannaggio di Angelo Spada, davanti a Brent Borstlap e Gospić. Jaco Blignaut e Ryan Burmester, secondo e terzo dopo la prima giornata, hanno deluso le attese piazzandosi rispettivamente al nono e sesto posto. Solo durante la cerimonia di premiazione è stato ufficializzato che la vittoria era andata ad Antonio Buratović con 68,88 punti, ossia 166%. ‘Per questa stagione sono a posto. Se dovesse andare male al campionato croato, posso già fregiarmi del titolo di campione sudafricano’, ha detto Buratović accompagnando le parole con una sonora risata.

‘Vincere una gara è sempre bello. Bisognava avere l’abilità di adattarsi alle condizioni di gara, alle specie di pesci, ai metodi di calcolo del punteggio… Insomma sott’acqua bisognava pensare molto di più, e poi la visibilità spesso non è stata delle migliori, non sapevi cosa stavi pescando. Personalmente, gareggiare con l’acqua torbida non mi crea problemi. Sono più tranquillo degli altri e forse questo mi ha avvantaggiato. Prima di tutto bisognava individuare la zona giusta e poi capire dove si sarebbe concentrato il maggior numero di pesci. Una volta fatto questo non restava altro che aspettare, non muovere bruscamente il capo, immergersi ed emergere senza fretta, con calma. Almeno questa è l’impresione che mi son fatto. Devo ringraziare Dario Marinov a cui va una fetta dei meriti di questo successo. È stato lui a decidere la tattica di gara. Nella prima ora abbiamo pensato di marcare qualche posizione in cui si sono tuffati i sub di casa. Quando hanno finito, ci abbiamo provato noi, alla fine si è rivelata una scelta giusta’, le impressioni di Antonio Buratović, sicuramente il più restio della spedizione croata ad intraprendere il viaggio in Sudafrica. Alla fine, però, ha dovuto ammettere che quest’esperienza gli è stata molto utile e che rinunciarvi non sarebbe stato saggio. ‘Non sono molto interessato a viaggi così lunghi, ‘ aggiunge ‘ ma questa trasferta è stata eccezionale, non tanto forse per le gare o i risultati, ma soprattutto per la gente che nei nostri confronti è stata semplicemente straordinaria. Alla partenza ero quello che più temeva l’incontro con gli squali, poi sono stato quello che ne ha incontrati di meno: solo due Zambesi, più quelli con i quali abbiamo nuotato nella riserva di Aliwal Shoal’.

Il secondo posto nella generale e il titolo di nuovo campione sudafricano è andato a Ryan Burmester con 66,35 punti, 157%. Il podio è stato completato da Jaco Blignaut con 61,00 punti, 148%. Ottavo posto finale per Daniel Gospić, undicesimo Dario Marinov, 14.esimo Josip Urti, diciottesimo Branko Ikić e ventitresimo Dani Uhač in una competizione che ha visto 45 sub al via.
La squadra croata ha trascorso il tempo libero nella giornata di riposo tra la gara individuale e quella a squadre partecipando a un safari a 350 km a nord-est da Durban, un’altra esperienza indimenticabile, a contatto con la natura, diversa da quella «solita» del mare.

Uhac con l’orata che gli è valsa di complimenti degli atleti locali (Foto V. Prokic)

Croazia B in gran spolvero

La prima giornata della competizione a squadre è stata caratterizzata da condizioni mutevoli. Per le prime 2-3 ore la visibilità è stata molto buona, dopodiché l’acqua si è intorbidita e i concorrenti hanno dovuto andar in cerca di posizioni di gara dove il mare era più limpido. Il selezionatore Livio Fiorentin ha scelto di dare fiducia a due squadre: una composta da Gospić, Uhač e Ikić, l’altra formata da Buratović, Marinov e Urti. Il primo terzetto è riuscito a catturare il maggior numero di pesci alla prima zona, l’altra squadra croata ha dovuto cambiare e scegliere una posizione più ad occidente. Gospić, Uhač e Ikić hanno chiuso la prima giornata con 25 esemplari per un totale di 82,46 punti per un parziale settimo posto. Buratović, Marinov e Urti hanno fatto leggermente meglio totalizzando 29 pesci e 103,68 punti (quinta posizione). In testa alla graduatoria la squadra Middlands A (Jaco Blignaut, Ryan Burmester e Broderick John Whittaker) che per il numero massimo di 30 pesci ha avuto un punteggio pari a 113,34.

Il giorno dopo, alla ripresa delle ostilità sportive, le condizioni meteo hanno subito un deciso peggioramento. Un forte vento proveniente dai quadranti occidentali ha causato diversi problemi al mattino. Poi con il passare del tempo la situazione è migliorata specie sotto la superficie dell’acqua con visibilità quasi perfetta (fino a 25 metri). La squadra croata con Gospić, Uhač e Ikić è stata costretta a rimanere al palo. Dennis, il barcarolo al quale era stata affidata, non ha potuto prendere via in seguito ad un improvviso lutto in famiglia. Avendo tutte le imbarcazioni preso il largo, compresa quella dell’organizzatore, non è stato possibile provvedere alla sostituzione. Nessun problema, invece per la Croazia B, capace di approfittare dell’ottima visibilità è di mettere nel carniere 17 pesci per un punteggio di 72,61 e un buon quarto posto al termine della seconda giornata di gara.

Ancora una volta è stata la formazione Middlands A a primeggiare, questa volta con 27 pesci e 105,84 punti per un titolo chiaramente meritato (200%). Sul secondo gradino del podio si è classificata la KZN A (Angelo Spada, Brent Borstlap e Craig Heslop) con 184,72%, mentre la KZN B (Garrick Morris, Iain Ewing, Sean O’Conner) ha chiuso terza con 169,87%; ai piedi del podio la Croazia B con 160,08%.

‘Prendendo in considerazione il fatto che ci siamo cimentati in una parte di mondo a noi ignota, posso dire che i risultati ottenuti sono di ottimo livello. ‘ ha commentato Dario Marinov ‘ Siamo una squadra che si adatta subito e facilmente a nuove condizioni di gara, ma questa volta la difficoltà principale è stata rappresentata dall’apprendere in tempi relativamente ristretti il regolamento e le specie di pesci. È stato impegnativo, ma alla fine ce l’abbiamo fatta e i risultati, devo ammetterlo, mi hanno sorpreso. Credevo che avremmo chiuso la competizione a metà classifica o appena sopra, anche perché i padroni di casa erano caricatissimi, vogliosi di mettersi in luce, mentre noi abbiamo affrontato la cosa con una dose di leggerezza. L’importante è aver lasciato una buona impressione, abbiamo dimostrato di essere una squadra tecnicamente corretta, capace di pescare anche in zone a noi sconosciute. Sono veramente soddisfatto, vorrei che il Sudafrica si aggiudicasse l’organizzazione del Mondiale. Avendoli battuti e conoscendo la zona, l’eventuale iridato magari ci potrebbe riservare altre gradite sorprese’, ha concluso Marinov. Con una sola giornata di gara, la Croaza A ha chiuso in 11.esima posizione.

Ancora Uhac in azione con un kingfish coda gialla (Foto V. Prokic)

Il giorno di Dani Uhač

Ai nove sub sudafricani selezionati per questo avvenimento e al sestetto croato è rimasta così ancora una giornata competitiva, costituita dallo scontro diretto a livello di nazionali: tre squadre sudafricane contro due croate. La visibilità è rimasta buona, anche se le previsioni meteo annunciavano vento da est attorno alle ore 11. Ha cominciato a soffiare molto prima e nonostante questo gli organizzatori hanno deciso per una gara di cinque ore. Un quarto d’ora è stato sufficiente per capire che sarebbe stata la giornata di Dani Uhač. Particolarmente ispirato, ha iniziato a pescare pesci a raffica, ne portava in superficie uno ogni 2-3 minuti. Fra questi l’esemplare di maggior prestigio è risultata essere un’orata, pesce che in Sudafrica considerano molto intelligente e quindi difficile da pescare. Stando a quanto ci hanno detto, spesso i sub sudafricani chiudono la loro carriera senza vederne alcuna, figuriamoci catturarla: una vera impresa. Uhač ci è riuscito grazie alla bravura e all’esperienza accumulata e i 3,97 kg dell’orata sono un motivo d’orgoglio più che sufficiente. Nel suo carniere è finito pure un Kingfish di 6,58 kg.

Se la giornata di Uhač è stata da subito positivo, non si può dire lo stesso per Branko Ikić. È stata una serie di disavventure iniziata dopo aver mancato un pesce con l’asta che è andata a conficcarsi molto in profondità, il recupero è stato impossibile. Poi ha perso altri due pesci, quindi ancora un’asta la cui sagola è stata maldestramente recisa dal selezionatore Fiorentin mentre tentava di recuperare il pesce colpito. Nonostante la sfortuna, Ikić ha concluso la giornata mettendo in saccoccia un grande grunter e un pesce cavallo di 4,97 kg. ‘A differenza del nostro, è un mare ricco di pesce. In questo assomiglia molto a quello del Venezuela, solo che ci sono molti più squali. Comunque, dopo una paio di giorni ci fai l’abitudine, fermo restando che la prudenza non è mai troppa, meglio essere svegli e attenti. In questo senso la esperienze vissute in Sudafrica accadono di rado nella vita. È un Paese in cui la tutela del pesce durante le competizioni è di alto livello. Parlando di risultati c’è da essere soddisfatti. Solo quando l’acqua si è fatta più limpida siamo riusciti a capire la zona di pesca, il comportamente della fauna marina e i metodi da adottare per pescare. Ovviamente tutto è più facile quando di pesce ce n’è tanto. Va detto che si tratta di un mare molto impegnativo, ma almeno abbiamo visto degli esemplari di pesce bellissimi e qualuno siamo riusciti anche a prenderlo’», è stato il commento di Branko Ikić.

Croazia A con Gospic, Ikic e Uhac ha vinto la sfida tra Nazionali disputata l’ultimo giorno (Foto V. Prokic)

Dopo due ore di gara i sub croati hanno portato in superficie 19 pesci, grazie anche al notevole contributo di Daniel Gospić. Con il 133,46% la squadra A ha vinto lo scontro diretto con il Sudafrica. La compagine B, affaticata da una giornata in più di gare, si è piazzata al quinto posto. ‘È stata un’esperienza fenomenale, sono particolarmente soddisfatto. Andare sott’acqua in questo mare è bellissimo, specie quando la visibilità è ottima. Porto con me il ricordo di pesci dai colori fantastici la cui pesca è vietata. E poi mante, razze, wahoo, barracuda (uno l’ho anche preso)… Ci sono poi pesci lumaca e tanti tanti astici. I sub sudafricani, rispetto a noi, in acqua sono più lenti, ma hanno la qualità di essere più tranquilli, mai nervosi, né prima, né durante e né dopo la gara. Ci hanno accolto in maniera fantastica, dimostrando da subito affetto, amicizia e calore. È per questo che ricorderò quest’esperienza, non solo per l’orata presa’, è stata l’impressione di Dani Uhač.

Josip Urti è il nazionale più giovane convocato per la trasferta in Sudafrica, ‘Il posto più bello in cui sono stato grazie alla mia passione per la pesca sub’, come ha sottolineato. ‘La parte sportiva della trasferta è solo un aspetto di questa meravigliosa avventura. ‘ racconta Urti ‘ Gli squali sono per il sottoscritto un’esperienza nuova, ma sono rimasto particolarmente colpito dalla quantità e dalle specie di pesci incontrati. L’unico problema è stata la visibilità per la quale non sai quali incontri avrai in mare. Davvero una grande esperienza, nella quale vanno inclusi la gente, la città e lo stile di vita in Sudafrica.’

Daniel Gospić è risultato il sub con il pesce più grande preso nelle giornate di gara. ‘Sono state sicuramente giornate interessanti. ‘ ha detto ‘ Le condizioni in mare cambiavano di ora in ora: la visibilità a momenti era zero, poi passava a 5 metri, nell’ultima giornata l’acqua era cristallina, si vedeva fino a 25 metri di distanza. La temperatura del mare si è aggirata intorno ai 25°, anche in profondità, non siamo mai andati sotto ai 30 metri, non ce n’era bisogno. Di pesce ce n’è in quantità enormi, bisogna fare attenzione e sapere quale esemplare porta il maggior numero di punti e soprattutto è fondamentale non pescare le specie protette. Ci siamo adattati abbastanza bene e credo che i risultati lo dimostrino. È stato facile abituarsi alla presenza degli squali, ma va detto che non è una bella sensazione quanto ti passano a mezzo metro di distanza. Tuttavia, anche loro fanno parte della vita marina.’

La pesatura e la consegna dei premi sono state il punto sulla «i» di questa magnifica avventura. I padroni di casa hanno fatto di tutto per farci sentire a nostro agio sia in campo sportivo sia in quello per modo di dire turistico. Ai migliori sono stati assegnati dei trofei specifici, ricordo indelebile della giornate trascorse in Sudafrica. Una volta conclusa la fase protocollare della premiazione, il convivio tra sub, dirigenti e organizzatori di Sudafrica e Croazia è andato avanti a lungo, parlando di esperienze vissute, di mari e di pesci, di metodi di pesca…

Gli atleti croati e quelli sudafricani posano per una foto ricordo (Foto V. Prokic)

Amici per sempre

Le impressioni della trasferta in Sudafrica sono ancora fresche e ben impresse nella mente di tutti quelli che hanno avuto la fortuna di viverla. Resta un’esperienza meravigliosa che forse tornerà utile se il Paese africano otterrà l’organizzaizone dei Mondiali del 2012.
‘Se il Sudafrica dovesse organizzare i Mondiali tra due anni, l’esperienza che abbiamo vissuto va letta come una specie di test pre-iridato.’ ‘ è il giudizio finale del selezionatore Livio Fiorentin ‘ ‘Abbiamo finalmente conosciuto l’Oceano Indiano, dopo l’Atlantico e il Pacifico e devo dire che molti aspetti sono diversi, dal metodo di pesca alle specie di pesci. L’aspetto amichevole del confronto, ci ha permesso di essere in acqua con i sub di casa, cosa che ci ha ovviamente facilitato l’adattamento nelle prime giornate. Un’altra novità è rappresentata dalle cinque giornate consecutive di gare. Alla fine la fatica si fa sentire perché la forza dell’Oceano Indiano è senz’altro superiore alle condizioni che troviamo a casa nostra. Un’altra caratteristica è stata la sveglia all’alba, alle 5, per iniziare le gare alle 7. Mi ha colpito la mutabilità delle condizioni del mare, cambiamenti tanto repentini quanto imprevedibili. Solo all’ultima giornata siamo riusciti a capire con certezza come si muoveva il pesce, qual era la sua zona preferita dove nascondersi oppure qual era il metodo migliore per pescarlo. I risultati dimostrano che, nonostante giocassimo in trasferta, siamo superiori ai sub sudafricani. Questo mi rende ottimista nel caso in cui il Sudafrica dovesse aggiudicarsi l’organizzazione dei Mondiali’, ha concluso il selezionatore Livio Fiorentin.

Questo tipo di confronti amichevoli rappresenta per i sub croati un’ottima occasione per accumulare esperienza e conoscere habitat diversi. L’auspicio per il futuro è che si ripetino, è chiaro che partecipare solo a Mondiali o Europei non basta. «Siamo stai accolti in modo fantastico ‘ ha aggiunto Fiorentin -. I sudafricani sono stati a nostra completa disposizione 24 ore su 24. Si sono prodigati per risolvere ogni problema e credo che in qualche modo dovremo ripagarli, magari con un invito al nostro campionato nazionale. In Sudafrica c’è stato praticamente un gemellaggio, ora la palla passa alla Federpesca croata per un’eventuale organizzazione del match di ritorno».
Da quanto visto in Sudafrica, affidare i Mondiali 2012 a questo Paese sicuramente non sarebbe un errore. Anzi, con le esperienze fatte a Durban, di sicuro sarebbe un iridato interessante e pieno di colpi di scena, utile per la promozione di questo sport. L’altra candidata è la spagnola Vigo, ma per la pesca in apnea varcare i confini dell’Europa non può che essere un bene.

I ringraziamenti del team croato vanno soprattutto alla Federpesca sudafricana nelle persone del presidente Richard Bruno e del segretario Angelo Spada che hanno reso possibile questa bellissima esperienza. Un grande grazie anche a Brent Borstlap, Ryan Burmester e Craig Heslop per l’enorme aiuto durante la permanenza sia in mare che a terra e per l’amicizia dimostrata. Sono stati 15 giorni da ricordare e conservare per sempre.

Buratovic alza il trofeo per la vittoria nel campionato individuale (Foto V. Prokic)

Classifiche

Campionato sudafricano individuale

Posizione ‘ Nome ‘ Punteggio ‘ Pecentuale

1 ‘ Antonio Buratović (Croazia) ‘ 68,88 ‘ 166%
2 ‘ Ryan Burmester ‘ 66,35 ‘ 157%
3 ‘ Jaco Blignaut ‘ 61,00 ‘ 148%
4 ‘ Craig Heslop ‘ 62,10 ‘ 145%
5 ‘ Broderick John Whittaker ‘ 58,89 ‘ 136%
6 ‘ Brent Borstlap ‘ 58,73 ‘ 134%
7 ‘ Angelo Spada ‘ 59,59 ‘ 134%
8 ‘ Daniel Gospić (Croazia) ‘ 56,59 ‘ 129%
9 ‘ Jeremy Williams ‘ 52,74 ‘ 124%
10 ‘ John Girzda ‘ 48,36 ‘ 115%
11 ‘ Dario Marinov (Croazia) ‘ 43,30 ‘ 104%
14. ‘ Josip Urti (Croazia) ‘ 36,09 ‘ 87%
18. ‘ Branko Ikić (Croazia) ‘ 31,71 ‘ 74%
23. ‘ Dani Uhač (Croazia) ‘ 24,30 ‘ 56%

Campionato sudafricano a squadre

Posizione ‘ Squada ‘ Concorrenti ‘ Pecentuale

1 ‘ Middlands A ‘ Blignaut, Burmester, Whittaker ‘ 200%
2 ‘ KZN A ‘ Spada, Borstlap, Heslop ‘ 184,72 %
3 ‘ KZN B ‘ Morris, Ewing, O’Conner ‘ 169,87%
4 ‘ Croazia B ‘ Marinov, Buratović, Urti ‘ 160,08%
5 ‘ KZN Vets ‘ Williams, Girdza ‘ 157,34%
11 ‘ Croazia A ‘ Gospić, Uhač, Ikić ‘ 72,75

Sfida Sudafrica ‘ Croazia

1 ‘ Croazia A ‘ Gospić, Uhač, Ikić ‘ 133,46%
2 ‘ Sud Afica B ‘ Heslop, Borstlap, Spada ‘ 130,23%
3 ‘ Sud Africa A ‘ Burmester, Whittaker, Henwood ‘ 109,31%
4 ‘ Sud Africa C ‘ Ewing, Staats, Werner ‘ 88,77%
5 ‘ Croazia B ‘ Marinov, Buratović, Urti ‘ 82,21%

Le prede che Gospic e Uhac hanno catturato nella seconda giornata dell’individuale (Foto V. Prokic)

Josip Urti con un kingfish (Foto V. Prokic)

Ikic e Uhac con due belle prede (Foto V. Prokic)

Un altro kingfish per Uhac (Foto V. Prokic)

Jaco Blignaut è tra i migliori atleti sudafricani (Foto V. Prokic)

Due grossi pesci pappagallo per Gospic (Foto V. Prokic)

Il capitano Livio Fiorentin con un bel kingfish (Foto V. Prokic)

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