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La FAO lancia la sfida delle AMP in acque internazionali

| 17 Marzo 2015 | 0 Comments
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L’overfishing è un problema concreto (Foto Bill Curtsinger – National Geographic)

Gli oceani costituiscono uno sconfinato serbatoio di flora e fauna ed è di cruciale importanza per il futuro del pianeta riuscire a tutelarne concretamente i delicati ecosistemi e la biodiversità. Tuttavia, con circa il 64% della superficie marina ricadente in acque internazionali – di fatto terra di nessuno – una gestione e un controllo efficaci, soprattutto delle attività di pesca, rappresentano una vera sfida.

Le aree marine protette al di fuori delle giurisdizioni nazionali sono diventate una priorità nell’agenda gestionale in materia di oceani e, con il workshop organizzato dalla FAO  tenutosi a fine febbraio, la discussione è stata portata all’attenzione dei più alti livelli governativi.

Non è un obiettivo semplice, gli interessi della pesca industriale sono preponderanti e c’è da scommettere che ogni nazione vorrà tutelare il proprio “diritto” di sovra-sfruttare il mare a piacimento. Il pensiero corre inevitabilmente alle dispute tra Italia e Tunisia sul “Mammellone”, o alla decennale battaglia che tanti paesi hanno condotto nei confronti del Giappone, per impedirgli la pesca delle balene praticata dalle sue flotte in acque antartiche. Nel primo caso l’Italia ha “abbandonato” ogni rivendicazione trasformando in area di ripopolamento quella che i dirimpettai nordafricani considerano invece zona di pesca esclusiva; mentre nel secondo il Giappone ha accettato il divieto, pur tenendosi aperta la scappatoia della pesca scientifica con cui, di fatto anche se con minore frequenza, le baleniere nipponiche seguitano impunemente a cacciare i cetacei.

Forse più che la pesca potrà il petrolio, con la continua ricerca di nuovi giacimenti da parte dei colossi dell’oro nero, che sembrano aver adocchiato proprio il fondo marino come terreno di caccia per i prossimi anni. Con gli interessi in ballo è chiaro come gli accordi sulle acque internazionali rappresentino un terreno minato, difficili da stipulare e perennemente in bilico sul filo del rasoio, in cui basta un niente perché qualcuno li disattenda unilateralmente.

Ma nonostante tutto è una strada che è necessario tentare e perseguire con convinzione se non si vuole presto fare i conti con immense distese desertificate di acqua salata…

Illegal Pacific Tuna Transhipment

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