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Incidenti Pescasub: Malore Fatale al “Biscione”, Salvataggio Miracoloso a Palermo

Si sono purtroppo concluse nel peggiore dei modi le ricerche del pescatore subacqueo disperso dal tardo pomeriggio di lunedì scorso (15 maggio) nelle acque marsalesi del “Biscione”. Giovanni Accardi, 62enne di Petrosino, molto conosciuto in paese e anche nell’ambiente agonistico siciliano per aver fatto da barcaiolo a diversi atleti di fama, era uscito con un semicabinato di 5 metri per una battuta solitaria di pesca in apnea. Intorno alle 18.30 è stata la figlia ad allertare la Capitaneria di Porto: sarebbe dovuto essere di ritorno per pranzo e non era solito fare ritardo. Una motovedetta, a cui poi si sono aggiunte altre unità private per aiutare nei soccorsi, ha iniziato subito il pattugliamento dell’ampio specchio di mare.

giovanni accardi

Alle 20 è sopraggiunto da Trapani anche un elicottero proveniente dall’82° Centro C.S.A.R. Opportunamente equipaggiato di telecamere termiche, è riuscito ad individuare l’imbarcazione del pescatore intorno alle 21.25, a circa 6 miglia dalla costa di Petrosino. L’ispezione, effettuata calando un aero-soccorritore sul mezzo, ha però dato esito negativo. Le ricerche, a cui si sono uniti anche i pescherecci che operavano nella zona, sono andate avanti ininterrottamente per tutta la notte.

Alle 7.30 la motovedetta della CP ha finalmente rinvenuto il corpo di Giovanni, ormai deceduto da diverse ore, mentre galleggiava a circa 10 miglia a sud di Capo Granitola, trasportato dalle forti correnti della zona a diverse miglia dal punto di immersione. Sarà ora l’autopsia a cercare di fare luce sulle cause della morte, anche se il fatto che sia stato ritrovato a galla a meno di 12 ore dalla scomparsa, lascia supporre che si sia trattato di un malore che lo ha colto già in superficie.

roberto de cofanoÈ stato invece dichiarato fuori pericolo il 22enne palermitano, Roberto De Cofano, che l’8 maggio scorso aveva avuto una sincope mentre pescava nei pressi del molo Quattro Venti. Il corpo semi-affiorante del ragazzo, ormai in stato di incoscienza, era stato avvistato da terra. Immediatamente soccorso da un giovane cannista che pescava in zona e sottoposto a massaggio cardiaco, era stato poi trasferito dal 118 in rianimazione, in condizioni giudicate dai medici molto gravi.

Ci sono voluti diversi giorni per poter sciogliere la prognosi, almeno riguardo il rischio di vita, il ragazzo infatti è stato tirato fuori dall’acqua dopo circa 8 minuti dall’incidente, in arresto cardiaco e con i polmoni parzialmente allagati. Il recupero del fucile con cui pescava, e su cui era installata una action cam, ha inoltre permesso di comprendere meglio la dinamica dell’incidente e la tempistica del soccorso. L’acqua molto bassa (circa un metro, tanto che il ragazzo che lo ha soccorso camminava durante le fasi del recupero) è riuscita ugualmente a tradire il pescasub, spingendolo a tirare l’apnea e facendolo incorrere nella più classica delle sincopi di apnea prolungata.

Attualmente resta da trattare la polmonite chimica da aspirazione di acqua di mare e fare degli approfonditi esami neurologici per valutare eventuali danni da prolungata ipossia, ma il peggio sembra ormai essere alle spalle e, per come si era presentata la situazione all’inizio, si può parlare di un vero e proprio miracolo.

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