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Le Nostre Prede: La Musdea/mostella


Ospite Mariano Satta

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Ospite Mariano Satta

 

Musdea o mostella

Nome scientifico:

Phycis phycis (Linneo)

 

 

LA MUSDEA viene anhe chiamata Pastenula nera o “mustella di scoglio”.

 

Si distingue da una specie molto simile, Phicis blennoides, meglio conosciuta come "Mostella di fondale"

 

CARATTERISTICHE:

La musdea è un pesce bentonico relativamente alto e compresso ai lati.

 

La mandibola è sporgente e la bocca è munita di un barbiglio.

 

Le pinne dorsali sono contigue, la prima è triangolare, la seconda decorre lungo tutto il resto del dorso fino alla pinna caudale.

 

Le pinne del ventre sono assottigliate ed assomigliano a due lunghi barbigli, mentre quelle anale decorre lungo la parte posteriore del ventre fino alla coda.

 

Il colore e' nerastro con riflessi rossastri, lungo tutte le pinne si osserva una banda marginale nera.

 

Può raggiungere 65 cm più comune da 10 a 40 cm.

 

 

RIPRODUZIONE:

Si riproduce in primavera; i giovani sono pelagici argentati con il dorso azzurro.

 

DOVE VIVE (Musdea o mostella)

 

Vive su fondali sabbiosi e rocciosi e si trova in tutto il Mediterraneo; è attiva soprattutto di notte quando caccia crostacei e piccoli pesci, mentre di giorno resta nascosta in fessure fra le rocce.

 

Può raggiungere profondità di 650 m, ma è frequente a profondità minori alla portata di tutti i pescasub.

 

 

 

NOMI DIALETTALI:

 

sorzo

tenca de mar

figo

mustie

vulpette

volpe

pesce muscio

minghiana

fico

pastena bruna

lupu

moglia

lupu i rocca.

 

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Ospite Mariano Satta

 

DISTRIBUZIONE:

Mediterraneo: specie comune, più frequente nel bacino occidentale. Atlantico orientale: presente dal Golfo di Guascogna alla Mauritania.

 

 

VALORE GASTRONOMICO:

Specie di scarsa importanza frequentemente riscontrabile sui nostri mercati solitamente frammista ad altre specie; commercializzata fresca e congelata, sia intera che (talvolta) in filetti.

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TECNICA:

LA MUSDEA E LA PESCA IN TANA OGGI

 

A distanza di trent'anni, posso serenamente affermare che la pesca in tana è ancora una delle tecniche "classiche" del pescatore in apnea, e continuerà ad esserlo.

 

I pesci come la Musdea sono sempre più rari, le quote sempre più impegnative: spesso solo chi ha maturato esperienze negli anni può dedicarsi alla pesca in tana con successo.

 

Nel bassofondo, inteso come fondale fino ai 15 metri di profondità, i pesci in tana ormai non esistono quasi più; solo nei mesi invernali di Gennaio e Febbraio può capitare raramente di riuscire ad effettuare catture significative sotto le pietre e dentro gli anfratti.

 

Nei mesi più caldi, invece, le quote sono sempre più impegnative. La profondità in cui le prede si concentrano maggiormente in tana e che consentono pertanto di applicare questa tecnica con successo sono quelle della batimetrica che và dai 15 metri in giù, ma chi ha grandi capacità atletiche e tecniche si avventura ad ispezionare buchi, spacchi ed anfratti anche nell'abisso, a quote superiori ai trenta metri.

 

CHI PRATICA LA PESCA IN TANA

 

A praticare con successo la pesca in tana sono sopratutto gli agonisti, mentre la grande massa di appassionati preferisce tralasciare questa tecnica per dedicarsi ad altre.

 

Tanti dichiarano di non praticare la pesca in tana poiché manca il pesce e le tane sono vuote. Gli appassionati preferiscono le altre tecniche direi per comodo o per inesperienza, in quanto per praticarla con successo occorrono grandi doti fisiche, grande ritmo, istinto sviluppatissimo e capacità di operare a quote impegnative.

 

In gara i campioni dell'agonismo concentrano le loro attenzioni soprattutto verso questa tecnica, che il più delle volte permette loro la conquista dei titoli ed il successo.

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Quest'anno ne ho presa una di 1,3 kg. e non sono affato daccordo sul fatto che sia di basso valore gastronomico.

Lessata e magiata con un filo d'olio a crudo è una delizia.

Non per niente la chiamano merluzzo di scoglio.

 

Riguardo la pesca in tana, rispetto a quanto detto da Mariano, non aggiungo altro.

E' sotto gli occhi di tutti che la massa dei praticanti oggi si dedica ad altre pesche dicendo che siano più sportive e appaganti rispetto alla poco nobile pesca in tana...

La verità è un'altra come sappiamo....

Con altre tecniche di pesca può capitare di incrociare la rotta di qualche pesce suicida che, del tutto casualmente, passa di fronte a noi mentre in tana non si bara o hai colpo d'occhio, ritmo e riflessi o i pesci non lo vedi nemmeno.

 

 

Dalle mie parti la pesca in tana è quella che paga maggiormente e tutti siamo nati pescatori con questa nobilissima tecnica ancora attualissima.

 

Piero Malato

Santa Marinella - Roma

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ATTREZZATURE PER LA PESCA IN TANA:

 

Particolare attenzione meritano le attrezzature, che si differenziano nelle uscite con gommone e in quelle da terra.

 

A differenza di quanto fatto con le tecniche dell'Agguato e dell'Aspetto, l'esposizione non tratterà distintamente la pesca in bassofondo ed in profondità. Spetterà a ciascuno di noi valutare i limiti in base all'esperienza, alle capacità, alle doti atletiche e al grado di allenamento.

 

A seconda dei periodi le mute avranno un diverso spessore, ma solo i più abili potranno fare uso di mute lisce, mentre i più preferiranno quelle con fodera esterna, in modo da limitare per quanto possibile le abrasioni, i graffi ed i tagli che si possono verificare ispezionando le tane.

 

A differenza di altre tecniche, la pesca in tana è una disciplina molto dinamica, ed il continuo movimento permette di utilizzare mute di minore spessore anche nei mesi più freddi, a beneficio della libertà di movimento.

 

Nei mesi più caldi le quote si fanno più profonde, e la scelta cade su mute di minimo spessore, realizzate in neoprene di qualità con poco effetto "memoria" allo schiacciamento ed ottima elasticità.

 

I guanti ed i calzari sono sempre d'obbligo, infatti oltre proteggere la pelle garantiscono un beneficio anche da un punto di vista termico.

 

La zavorra deve essere calibrata in base alle quote operative, la pesata deve essere posizionata in una sola cintura, che in caso di necessità deve essere sempre sganciata.

 

Non vanno usati ne schienalini ne gilet..

 

Per motivi di sicurezza, sconsiglio di usare cinture alla "Marsiglese", in quanto le fibbie non sempre assicurano la possibilità di sganciare rapidamente, soprattutto in certe situazioni.

 

La maschera deve essere preferibilmente a volume ridotto, e deve permettere una buona o ottima visuale.

 

Particolare attenzione meritano le pinne, che devono essere obbligatoriamente di qualità, permettere di guadagnare il fondo in tempi brevi e con poco dispendio di energie, risultare agili sul fondo e in grado di esprimere tutta la loro efficacia e bontà nelle fasi di risalita.

 

Durante gli ultimi metri di emersione è conveniente smettere di pinneggiare e lasciarsi portare su dalla spinta positiva della muta; il tubo andrà sempre sputato, come in tutte le discipline che si praticano a quote impegnative.

I tubi devono essere preferibilmente anatomici, mai fissati alle maschere e realizzati in materiale morbido.

 

I fucili che si usano in tana vanno scelti in base alle caratteristiche del fondale. Ad esempio, chi pesca nel grotto è obbligato ad armi cortissime, mentre nei fondali della Sardegna dove pesco solitamente le armi più adatte sono di buona lunghezza.

 

Tanti per la pesca in tana preferiscono ancora i corti oleopneumatici muniti di fiocina, altri dei corti arbalete muniti di tahitiane di diametro generoso. Chi usa gli arbalete deve essere consapevole del fatto che l'asta con l'aletta fissa si può incastrare fra i massi e finire perduta.

 

 

SCELTA E VALUTAZIONE DELLE ATTREZZATURE

 

La valutazione delle attrezzature più adatte alle nostre caratteristiche è fondamentale. Chi parte da terra ha necessità di pinne reattive, che permettano il nuoto di superficie e le discese a fondo, di conseguenza vengono consigliate tutte quelle pinne che presentano una mescola media.

 

Al contrario, chi pesca con l'assistenza del gommone può scegliere, per le azioni a fondo, di usare le pinne di mescola più dura, poiché i lunghi spostamenti in superficie verranno fatti in gommone e non a nuoto.

 

Chi parte da terra, come chiunque pratichi la pesca in apnea, deve essere dotato di boa segna sub di generose dimensioni, infatti il pericolo maggiore durante il periodo estivo sono le imbarcazioni dei diportisti.

 

La boa deve essere munita sempre della bandiera rossa con diagonale bianca e per obbligo di legge deve essere visibile ad almeno 300 mt. di distanza.

 

Qualunque boa segna sub senza bandiera potrebbe essere scambiata per un gavitello di ormeggio o di segnalazione delle reti da posta, e non a caso la legge punisce il sub con boa senza bandiera allo stesso modo in cui punisce chi non ha neanche la boa.

 

Chi si muove col gommone può scegliere tranquillamente qualunque tipo di galleggiante, mentre chi parte da terra troverà dei grossi vantaggi in alcuni modelli particolari o nelle plancette.

 

Attualmente il mercato offre delle boe specifiche dotate di tasche porta oggetti e generosi velcri che permettono di portare dietro altri fucili, aste di ricambio ed accessori vari.

 

UN ACCESSORIO UTILE NELLA PESCA ALLA MUDEA:

 

Mi soffermo un attimo sull'utilizzo della torcia, accessorio utile ad un buon pescatore di tana.

 

I più abili ne fanno tranquillamente a meno, ma le loro sono capacità di avvistamento maturate in tantissimi anni, a beneficio di catture sicure. Infatti, è ormai risaputo che il più delle volte, alla vista della luce della torcia, i pesci abbandonano le tane precipitosamente.

 

La luce delle torce deve essere generosa, non deve essere concentrata e puntata direttamente sui pesci.

 

Le tane vanno illuminate lasciando il pesce sempre nel bagliore e in penombra per evitare che questi scappino, abbandonino le tane o si spostino nei meandri più profondi.

 

Le migliori Torce da tana sono quelle di ultima generazione che sfruttano la tecnologia a LED...offrono grandi autonomie superiori alle 30 ore con un'ottima luce bianca concentrata.

 

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Ospite Mariano Satta
Quest'anno ne ho presa una di 1,3 kg. e non sono affato daccordo sul fatto che sia di basso valore gastronomico.

Lessata e magiata con un filo d'olio a crudo è una delizia.

Non per niente la chiamano merluzzo di scoglio.

 

Riguardo la pesca in tana, rispetto a quanto detto da Mariano, non aggiungo altro.

E' sotto gli occhi di tutti che la massa dei praticanti oggi si dedica ad altre pesche dicendo che siano più sportive e appaganti rispetto alla poco nobile pesca in tana...

La verità è un'altra come sappiamo....

Con altre tecniche di pesca può capitare di incrociare la rotta di qualche pesce suicida che, del tutto casualmente, passa di fronte a noi mentre in tana non si bara o hai colpo d'occhio, ritmo e riflessi o i pesci non lo vedi nemmeno.

 

 

Dalle mie parti la pesca in tana è quella che paga maggiormente e tutti siamo nati pescatori con questa nobilissima tecnica ancora attualissima.

 

Piero Malato

Santa Marinella - Roma

 

 

X Piero Malato

 

Non sono io ad affermare che la Musdea ha scarso valore come pesce ma gli Enti preposti che si occupano di classificare e offrire le "Caratteristiche organolettiche" di tutti i pesci...Musdea compresa.

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Quest'anno ne ho presa una di 1,3 kg. e non sono affato daccordo sul fatto che sia di basso valore gastronomico.

Lessata e magiata con un filo d'olio a crudo è una delizia.

Non per niente la chiamano merluzzo di scoglio.

 

Riguardo la pesca in tana, rispetto a quanto detto da Mariano, non aggiungo altro.

E' sotto gli occhi di tutti che la massa dei praticanti oggi si dedica ad altre pesche dicendo che siano più sportive e appaganti rispetto alla poco nobile pesca in tana...

La verità è un'altra come sappiamo....

Con altre tecniche di pesca può capitare di incrociare la rotta di qualche pesce suicida che, del tutto casualmente, passa di fronte a noi mentre in tana non si bara o hai colpo d'occhio, ritmo e riflessi o i pesci non lo vedi nemmeno.

 

 

Dalle mie parti la pesca in tana è quella che paga maggiormente e tutti siamo nati pescatori con questa nobilissima tecnica ancora attualissima.

 

Piero Malato

Santa Marinella - Roma

Condivido in pieno e aggiungo che per imparare a pescare all'aspetto o all'agguato basta guardare un paio di dvd e fare un po di pratica, mentre per diventare minatore ci vogliono anni e anni di esperienza ed allenamento.

 

La mustela .... troooopppo buona lessata e magiata con un filo d'olio a crudo :P

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Tanti dichiarano di non praticare la pesca in tana poiché manca il pesce e le tane sono vuote.

Behhh ogni tanto gli inquilini dovranno uscire per mangiare B)

Se giunti ad una mira buona la si trova vuota, bisogna avere pazienza .... magari si pesca un po all'aspetto o all'agguato nei paraggi per poi tornarci quando al libero non gira più niente. Sai quante volte .... :devil::devil::devil:

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Ringrazio Mariano per la scheda in particolare quella relativa alla pesca in tana l'unica tecnica che uso.

Vorrei dire che le tane alle volte possono sembrare vuote ma se' si guardano da piu' angolazioni e da altre aperture della stessa perdendoci un po' di tempo qualcosa di interessante il 50% delle volte esce sempre.

Io ritengo che sia una delle tecniche piu' sicure, ti permette di risalire con un buon margine di ossigeno perche non serve tirare a lungo.

Infatti si scende si guarda si sale e si respira,

si scende si spara si sale e si respira,

si scende si estrae la preda si sale e si respira,

ci sono i tempi per fare tutto e bene.

Mentre l'aspetto piu' si tira l'apnea e piu' si ha possibilita' che si avvicini il pesce,

e l'aguato idem piu' si parte da lontano con una buona riserva di aria e meno si spaventa la preda.

Comunque a fine pescata sto' veramente a pezzi e faticosa e impegnativa,l'ideale e alternare azione e recupero,ma se pesco in una zona di grotto e tane non mi do' un'attimo di tregua faccio su' e giu',diventa una droga e troppo divertente ne' vado matto.

 

 

Giuliano.

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bella la pesca intana...peccato che non ne sono capace...ovvia, qualche tiro sotto lastroni l'ho fatto, ma non ho la pazienza...ci vorrebbe una bella scheda di Mariano sulle tecniche di pesca, tiro, e individuazione delle tane buone....

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Bella come al solito la scheda, Mariano. Anche io sto cercando di imparare sempre di più a pescare in tana, ma da solo e con poche dritte è un po' difficile. Ma le imprese più sono ardue più attirano!

 

Ah, una cosa, se mi posso permettere di darti un consiglio... cambia colore alla cornicetta sul tuo avatar, nera è proprio da necrologio!

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Ospite Mariano Satta

 

INFORMAZIONI AGGIUNTIVE SULLA MUSDEA o Mostella

 

 

Denominazioni dialettali

Pastenula bruna, Minghiale di scoglio (Italiano); Moustela bruna, Moustella bruna, Moustela de scheuggio, Tanca de mar (Liguria); Mustie, Figo, Pesce sorzo (Veneto); Tenca de mar, Sorzo, Pesce sorzo (Venezia G.); Pastenula bruna, Mostella di fondale (Toscana); Musdeca, Pastenula bruna (Lazio); Musdela de funnale (Campania); Minghiale, Minghiale de petre, Minghiana, Minghianula (Puglie); Lupu i funnali (Calabria); Lupu, Lupu di preti, Lupu jancu, Lupu di rocca, Musdea nira, Musdea de funnu, Mustea de funnu, Mustia (Sicilia); Merdona de mari, Mogliola (Sardegna).

 

Denominazioni straniere

 

FRANCESE

Moustélo, Moustella bruna, Mustella de roca.

 

TEDESCO

Moustélo, Moustella bruna, Mustella de roca.

 

SPAGNOLO

Faneca, Alfaneca, Mollera.

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