> I Pericoli Del Mare: Il Trigone - Pesca in Apnea - AM FORUMS Vai al contenuto

I Pericoli Del Mare: Il Trigone


Ospite Mariano Satta

Messaggi raccomandati

Ospite Mariano Satta

 

 

SCHEDA (fonte>repertorio ittico

 

Nome scientifico

Dasyatis violacea

(Bonaparte, 1832)

 

NOME COMUNE

TRIGONE VIOLA

Denominazione obbligatoria: ancora da definire

 

Descrizione

Disco di forma quasi triangolare, di larghezza maggiore della lunghezza, con i margini anteriori convessi e quelli posteriori quasi dritti. Muso con margine arrotondato, con rostro piccolo e molto corto. Presenza sulla coda (all’inizio del suo 2 terzo) di 1 aculeo con il margine dentellato. Assenza di pinna dorsale, di pinna anale e di pinna caudale.

 

Taglia massima

190 cm (80 cm la larghezza del disco)

 

Colorazione

Faccia dorsale: violacea scura, bruno - violacea uniforme; faccia ventrale: identica a quella della faccia dorsale, solamente un poco più chiara.

 

Distribuzione

Specie probabilmente circumglobale presente nelle acque tropicali e subtropicali di tutto il mondo. Mediterraneo: specie poco frequente, presente in particolare lungo le coste sud occidentali del bacino; nelle nostre acque più frequente nel Tirreno, soprattutto in Sicilia, e rara nell’Adriatico.

 

Valore commerciale

Specie senza particolare interesse sui nostri mercati, ove compare piuttosto raramente; commercializzata fresca o congelata.

 

 

********************************************************************

 

 

TRIGONE VIOLA

 

Dorsalmente è bruno-violacea e ventralmente bruno-violaceoo un po' più chiaro. Specie pelagica che si trova a notevoli distanze dalle coste, mentre nuota a profondità variabili tra la superficie e i 100 metri. Vive essenzialmente nei mari caldi e temperati.

 

Il suo aculeo è velenoso come quello delle altre specie.

 

Si nutre di crostacei planctonici, pesci pelagici tipo sarde o alici e di molluschi cefalopodi.

 

Gli embrioni sono a fine sviluppo in agosto e settembre. Se ne trovano in genere da 4 a 5 e solamente nell'utero di destra. Durante il periodo della gestazione la femmina ha il fegato enormemente sviluppato che occupa quasi tutta la cavità addominale.

 

 

Arriva poco oltre il metro e mezzo di lunghezza totale, coda compresa.

 

In Italia nota in Liguria, nel Tirreno centrale e specie nelle coste siciliane. Ultimamente segnalata con più frequenza in Adriatico, specie al largo del Delta del Po.

 

Nomi dialettali

 

GENOVA

Ciucciu neigro

 

LIVORNO

Pasinaca nera

 

ROMA

Brucco, Pastinaca

 

TERRACINA

Brucco nero

 

NAPOLI

Pisce cappille

 

PESCARA

Urchie

 

OLBIA

muggiu, raio, ferrincoa

 

TRIESTE

Matan, mucchio

 

MESSINA

Bugghiu i summu, monica

 

TRAPANI

Bugghiu

 

 

Fonte> colapesce>schede pesci

Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Ospite Mariano Satta

ILTRIGONE:

 

Ha la Coda assottigliata, quasi filiforme, spesso molto lunga, su cui si impianta un aculeo caratteristico.

 

IL SUO PERICOLOSISSIMO ACULEO:

Si tratta di una struttura della lunghezza di parecchi centimetri, appuntita con lati seghettati per la presenza di dentelli acuminati, rivolti verso la base d'impianto.

 

Sulla superficie ventrale dell'aculeo sono presenti 2 scanalature dove è ubicato un tessuto ghiandolare che produce una ittioacantotossina.

 

Tale sostanza, simile a quella prodotta dalle tracine, inoculata nella cute umana, produce arrossamento, gonfiore e un dolore molto intenso.

 

Per questo, non appena catturati, questi animali vengono quasi sempre immediatamente privati di tale aculeo, detto comunemente "ferro" dai pescatori di molte zone d'italia.

 

Gli appartenenti a questa famiglia vengono comunemente chiamati trigoni. nel mediterraneo i più comuni:

 

1) dasyatis centroura (mitchill, 1815): trigone spinoso

 

2) dasyatis pastinaca (linnaeus, 1758): ferraccia, pastinaca (Vedi scheda specifica dei pericoli del mare M.Satta)

 

3) dasyatis violacea (bonaparte, 1832): trigone viola

 

fonte>acquario grosseto

Modificato da Mariano Satta
Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
  • 2 settimane dopo...

http://img357.imageshack.us/img357/2602/stingraysta2kn7.jpg

http://img72.imageshack.us/img72/9076/stingraysta3pc3.jpg

http://img147.imageshack.us/img147/3092/stingraysta5px4.jpg

Queste immagini le avevo già postate nel forum notizie dalla rete ma credo che siano utili in questa scheda di mariano. Sono le foto di un'aquila di mare che in circostanze che hanno dell'incredibile (sarebbe particamente balzata dentro una barca) in florida ha ferito al torace un uomo di 80 anni. Ebbene nella seconda foto si vedono le dimensioni dell'aculeo, praticamente uno stiletto affilatissimo e nella terza il medico mostra come si era conficcato nel cuore del paziente (lo davano in condizioni gravi non so come poi sia andata a finire). E' una specie che nei nostri mari non vive, ma dato che molti di noi fanno anche escursioni nei mari tropicali, è meglio considerarla con attenzione.

Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Ospite Mariano Satta
Ciao Mariano,

 

scusa ma non ho capito se c'e' differenza tra questo pesce (o la pastinaca) e la razza.

 

Ciao e grazie

 

PierUgo

 

 

Ciao PierUgo:

 

 

Trigoni, Pastinache, Aquile di Mare etc.vengono gernericamente chiamati "RAZZE" Per Razza si intende il Nome volgare usato per indicare i membri della famiglia dei raidi dell'ordine dei raiformi (280 specie diverse).

 

- Gli angeli del Mare -

 

I Raiformi, eleganti abitanti dei fondali marini, sono distribuiti in tutti i mari del mondo compreso il Mar Mediterraneo. Appartengono alla Classe dei Condroitti, come i loro fratelli squali, perché sono dotati di uno scheletro cartilagineo che li differenzia dai Teleostei, i pesci con scheletro osseo. Questa caratteristica è rimasta immutata negli ultimi 150 milioni di anni, e permette loro di essere più leggeri e ne aiuta il galleggiamento. Lo scheletro di cartilagine si dissolve molto rapidamente dopo la morte, per cui è difficile trovare resti fossili: gli unici che sono stati trovati risalgono a 400 milioni di anni fa, al periodo Devoniano.

 

I Raiformi sono unici per la loro diversità, tanto che quest’ordine racchiude ben 280 specie diverse. La loro forma discoidale appiattita li differenzia dagli squali che hanno, invece, una forma affusolata, adattata alla vita pelagica, per muoversi molto rapidamente, da perfetti predatori, mentre i raiformi hanno le pinne pettorali che si sono allargate e che si sono trasformate in “ali”. Queste permettono di muoversi più lentamente ma con grande eleganza facendo così assumere loro il nome di “angeli del mare”. Le pinne pettorali sono completamente fuse col capo e col tronco fino alle pinne pelviche. Le branchie, presenti in numero di cinque o di sette, con forma allungata (per questo appartengono al gruppo degli elasmobranchi = “branchie allungate”, come gli squali) sono molto differenti da quelle dei pesci ossei per la loro struttura. Negli squali e nelle razze, infatti, esse sono ricoperte da un lembo di pelle che protegge le delicate strutture; sono molto irrorate di sangue.

 

 

Una delle caratteristiche più importanti di squali e razze è la struttura della pelle. A differenza delle squame dei pesci, che in genere sono larghe e piatte, quelle delle razze, definite placoidi, sono appuntite. Hanno una piastra basale, un pedicello e una corona che le racchiude. All'esterno sono rivestite da smalto e hanno una cavità che contiene la polpa. Questa struttura ricorda molto i denti; molti studiosi, infatti, ritengono che le squame stesse degli squali non siano altro che denti modificati. Sia i denti che le squame differiscono da specie a specie. Al contrario dei pesci ossei le squame non si accrescono a cerchi concentrici ma aumentano di numero man mano che l’animale invecchia. La morfologia dei Raiformi è un adattamento alla vita sul fondo: la forma depressa del loro corpo li aiuta a muoversi più liberamente sui fondali marini e a nascontersi nella sabbia in caso di presenza di pericoli. Questo genere di vita bentonica ha fatto sviluppare a questi animali un apparato boccale con piccoli denti ottusi, trasformati in piastre masticatrici che permettono di triturare prede a guscio duro come molluschi e crostacei. Hanno il rostro più o meno appuntito, a seconda della specie e la bocca è trasversale. Il dorso è ricoperto in varie aree da denticoli cutanei, spinule e spine di varie dimensioni e forma.

 

La coda ha perso la sua funzione di propulsore che è affidata alle pinne pettorali. Preferiscono i fondali sabbiosi e fangosi e raramente si avventurano negli abissi, anzi sono molto sedentari.

 

Tra le specie più conosciute appartenenti al gruppo dei Raiformi ci sono molti tipi di razze, le torpedini, le mante e le splendide aquile di mare. Sempre a questo gruppo appartengono i pristiformi che non hanno una forma discoidale ma affusolata come gli squali, nonostante la base delle pinne pettorali risulti allargata come quella delle razze; per questo sono considerati l’anello evolutivo che lega i due gruppi di squali e razze. Ai Pristiformi appartengono il pesce sega, il pesce chitarra e il pesce violino.

 

I Raiformi, non essendo animali predatori come i loro fratelli squali, hanno sviluppato dei sistemi di difesa: le razze presentano delle spine sulla coda e sul dorso che possono arrecare piccole ferite a chi le afferra. Le torpedini, invece, presentano quattro organi elettrici (due grandi e due piccoli) ben visibili, a forma di reni, situati sui lati del capo. Sono formati da tessuto muscolare modificato e una serie di piccoli prismi a colonnina, di cui, sul lato ventrale è presente il polo negativo e sul lato dorsale c'è il polo positivo. La scarica elettrica è sotto il controllo del sistema nervoso dell'animale che, dopo un certo numero di scariche, ha bisogno di un notevole periodo di riposo per poter ricaricare le sue batterie.

 

Anche il pesce sega, il pesce violino e il pesce chitarra fanno parte di questo grande gruppo ma, per le loro caratteristiche, hanno una fisionomia che sta tra gli squali e le razze e probabilmente a livello evolutivo è proprio così.

Tutti questi meravigliosi esemplari si possono trovare a diverse profondità in tutto il Mar Mediterraneo: poche specie sono frequenti nell’Adriatico e comunque è più facile trovarle nel bacino meridionale, a profondità maggiori; sono organismi molto affascinanti, anche se bisogna stare sempre attenti quando s’incontrano poiché, essendo animali liberi nel loro ambiente naturale, tenderanno a usare le loro difese di fronte a organismi a loro sconosciuti come l’uomo.

 

Sicuramente in Italia è molto raro incontrarli a differenza del Mar Rosso, per esempio, dove sono abbastanza frequenti e si avvicinano di più a riva.

Sarà comunque un’esperienza meravigliosa avvicinarsi a uno qualunque di questi esemplari che a volte possono raggiungere anche dimensioni abbastanza importanti, soprattutto le aquile di mare che sembrano volare elegantemente nell’acqua in un turbinio di movimenti che le fanno assomigliare più ad uccelli che agli altri pesci.fonte>mondomarinonet

Modificato da Mariano Satta
Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Partecipa alla conversazione

Puoi pubblicare ora e registrarti più tardi. Se hai un account, accedi ora per pubblicarlo con il tuo account.

Ospite
Rispondi a questa discussione...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovere la formattazione

  Sono consentiti solo 75 emoticon max.

×   Il tuo collegamento è stato incorporato automaticamente.   Mostra come un collegamento

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato.   Pulisci editor

×   You cannot paste images directly. Upload or insert images from URL.

Caricamento...
×
×
  • Crea Nuovo...