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Posso permettermi di proporre l'allestimento di un piccolo prontuario di pronto soccorso, riferito naturalmente ai guai che possono occorrere in acqua (ho cercato male nel sito?)? In effetti come si rianima un sincopato? So che basta togliere la maschera e la respirazione dovrebbe riprendere.... e se così non fosse?

e se il gommone fosse tanto distante da dover eseguire le operazioni in acqua? e se il mio compagno rimanesse incastrato in una tana, quali sarebbero le operazioni più efficaci da eseguire senza rischiare anche la propria vita?

Credo che sarebbe utile per tutti, neofiti e meno neofiti, evitare di essere impreparati a situazioni neanche tanto remote, magari oltre che con pareri medici, anche con pareri di persone o campioni, che certe situazioni le hanno vissute in acqua.

 

Grazie :bye:

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Ospite Mariano Satta
Posso permettermi di proporre l'allestimento di un piccolo prontuario di pronto soccorso, riferito naturalmente ai guai che possono occorrere in acqua (ho cercato male nel sito?)? In effetti come si rianima un sincopato? So che basta togliere la maschera e la respirazione dovrebbe riprendere.... e se così non fosse?

e se il gommone fosse tanto distante da dover eseguire le operazioni in acqua? e se il mio compagno rimanesse incastrato in una tana, quali sarebbero le operazioni più efficaci da eseguire senza rischiare anche la propria vita?

Credo che sarebbe utile per tutti, neofiti e meno neofiti, evitare di essere impreparati a situazioni neanche tanto remote, magari oltre che con pareri medici, anche con pareri di persone o campioni, che certe situazioni le hanno vissute in acqua.

 

Grazie  :bye:

 

Silente

tento una spiegazione che porterà tanti a riflettere:

 

LA SINCOPE:

nella vita quotidiana la sincope è lontana da noi "minuti", quando peschiamo il tempo si riduce avvicinandosi maledettamente a NOI ad ogni singolo tuffo...si avvicina e il tempo si riduce in "secondi"...

 

 

CONTO ALLA ROVESCIA:

nel momento in cui inizio a trattenere il fiato inizia IL SUO CONTO ALLA ROVESCIA...i minuti scorrono ma si fa presto a ridursi il nostro tempo vitale in brevissimi secondi prima di un black out.

 

SE VALUTATE IL TERMINE "MINUTI" in pesca e azione statica o dinamica questi possono essere contati nel numero primo 1 minuto oppure un massimo di 2 minuti...solo pochi campioni vanno oltre questo tempo e difficilmente raggiungono in azione il 3° minuto primo.

I MINUTI IN REALTA' SONO POCHI SECONDI:

AVETE mai pensato che un'azione di pesca profonda si conta in 90 secondi di media???

 

Valutate un attimo:

preparo il tuffo per un'azione di pesca ventilando correttamente per 4-6 atti respiratori e vado giù verso i 25 metri.

 

Dal momento della capovolta inizia il conto alla rovescia e parte il cronometro immaginario...

 

Arrivo sul fondo planando senza movimenti delle pinne...sono passati 20 secondi...il tempo a disposizione prima di un'eventuale sincope si è già ridotto drasticamente...

 

Sul fondo faccio una posta di 30 secondi e arriva un pesce....mi concentro e non penso ad altro...il pesce si porta a tiro e lo colpisco molto bene....

Sono passati altri 20 secondi....

 

Che faccio recupero il pesce o sfriziono il mulinello?????

 

1> Recupero il pesce: passano altri 15 secondi

2> Sfriziono il mulinello e controllo la reazione: sono passati altri 15 secondi.

 

BENE:

1> stacco dal fondo e con pinneggiata lenta risalgo con la preda in mano che ostacola un pò la risalita...occorrono 25 secondi minimo.

2>Stacco dal fondo e gestisco dal mulinello la reazione del pesce durante la risalita...occorrono 25-30 secondi...

 

ANALIZZIAMO IL TUTTO:

 

20 secondi per raggiungere il fondo +

30 secondi per individuare e colpire il pesce +

15 secondi per afferrare o gestire la reazione del pesce+

25 secondi dallo stacco alla superficie=

 

CI SONO VOLUTI 100 SECONDI quindi meno di 2 minuti...potrebbe scapparci la sincope se non si è sufficientemente esperti, allenati e capaci.

 

LA SINCOPE in questa descrizione potrebbe arrivare anche nel momento in cui si riprende fiato...quindi il tempo prima di un'eventuale sincope SI E' RIDOTTO A "0" SECONDI...

 

QUANDO FACCIMO UN TUFFO IN MODO "INCONSAPEVOLE" LA NOSTRA VITA E' LEGATA A MENO DI UN FILO DI LANA.

 

 

 

SOCCORSO:

Il compagno deve FARE DA FRENO ALLA SPAVALDERIA di chi va sotto...25 metri sono risultati troppi e il coefficiente di sicurezza è stato superato...

 

Con un fiato così descritto per un appassionato anche "soli" 20 metri risulterebbbero TROPPI.

 

CHE FARE? se chi vigila si accorge del rischio sincope non deve fare altro che intervenire sopratutto negli ultimi metri e stare a fiAnco al compagno che ha TIRATO IL TUFFO ma non deve farsi distrarre dal pesce...deve pensare solo al compagno..

...se il "cazzone che ha tirato " va in sincope bisogna portarlo a pancia in su a galla tenendogli la testa fuori dall'acqua,, strapparli la maschera, levargli il cappuccio e metterlo in posizione che possa respirare ARIA E NON ACQUA...deve immediatamente sganciargli e sganciarsi la cintura da dosso affinchè le mute faccinoa da galleggiante sostenendo tanto il soccorritore quanto l'accidentato....

 

NON SIAMO MEDICI ma abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare...un paio di schiaffi ben dati sono in grado di aiutare il compagno a risvegliarsi dallo svenimento...

 

RIPETO NON SIAMO MEDICI e in quelle condizioni di panico dobbiamo saperci gestire con un minimo di sangue freddo.

 

IL NOSTRO CERVELLO CI IMPEDISCE di essere freddi e ragionare...LE EMOZIONI E PANICO soppraggiungono molto prima di qualunque altra nostra saggia decisione, fa parte della nostra natura..risulta impossibile gestirci se non fare queste brevi e automatiche operazioni.

 

 

UNA PINNA CHE S'INCASTRA SUL FONDO: capita spesso ma spetta sempre a chi va incontro all'inconveniente essere in grado di mantenere la calma evitando il panico (facile a dirsi ma difficile a farsi)...

 

ANCHE IN QUESTO CASO se non si hanno maturato esperienze , il nostro cervello provoca emozioni e panico prima che possiamo ragionare.

 

AUTOMATISMI::: se la pinna si è incastrata abbiamo delle semplici possibilità:

fare scorrere la pinna indietro facendogli fare la strada inversa all'inconveniente.

 

IN CASI ESTREMI: sfilare il piede dalla scarpetta, sganciare la cintura e aiutandosi con entrambe le gambe, unendo i piedi uno sull'altro, sfruttare la spinta della sola pinna....il compagno sulla verticale ha l'obbligo d'intervenire andando incontro allo sventurato....

 

QUINDI RISPONDENDO ALLE DOMANDE: servono poche nozioni di base e memorizzare gli automatismi per un eventuale soccorso...se il gommone è lontano sganciando le cinture e sfruttando la galleggiabilità offerta dalle mute aiuta tanto.

 

IN CONCLUSIONE: serve maturare esperienze, serve un minimo di preparazione, serve conoscere i pericoli, serve fare da freno verso i compagni che mostrano incoscenza e spavalderia, serve avere rispetto di se stessi e di chi sta vicino, serve la concentrazione e un minimo di sangue freddo perchè quando arriva il panico, se non si è mentalmente preparati, è quasi impossibile ragionare...

 

Il panico negli impreparati ad un eventuale soccorso, paralizza mani, braccia e gambe.

 

QUINDI NON SERVE UNA CASSETTA DI PRONTO SOCCORSO MA UNA PESCA FATTA IN MODO CONSAPEVOLE CON GRANDE PREPARAZIONE SIA FISICA CHE MENTALE.

 

Spero die ssere riuscito a offrire le giuste spiegazioni ma comunque rimango a disposizione per eventuali approfondimenti.

 

 

Dalla sincope è sufficiente starsene lontani lunghi ed interminabili "secondi"

 

IDEM

provare a risalire con attenzione utilizzando una sola pinna...l'esercizio si può fare anche dinamicamente nell'acqua bassa d anche in piscina...

 

ALLENARSI E PREPARARSI aiuta tutti e tanto....

 

Mariano Satta

Modificato da Mariano Satta
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tento una spiegazione che porterà tanti a riflettere

 

[...]

 

ALLENARSI E PREPARARSI aiuta tutti e tanto....

 

[...]

 

Mariano Satta

 

E' sempre un piacere leggere i tuoi interventi. Dai consigli medici, alle schede informative.

 

Una domanda:

 

In caso di svenimento da sincope, le funzioni vitali (polso, respiro), si rallentano?

 

 

Nel caso le funzioni vitali non fossero compromesse (polso e respiro presente...) E' necessario un intervento di rianimazione forzato?

 

Saluti

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Come sempre Mariano sei disponibilissimo e devo dire che il lavoro che fai per la sicurezza, sia sul piano teorico che su quello dei consigli pratici, è encomiabile e va molto al di là, come importanza, delle semplici discussioni su tecniche e attrezzature, di cui sei per altro maestro :wub: . Tengo a precisare comunque che non erano consigli per me, visto che io sono un "soggetto" che si mantiene sempre al di quà dei propri limiti (non ho mai sganciato la zavorra, e non mi sono mai neanche trovato nelle condizioni di pensare di sganciarla). L'ho chiesto perchè nonostante il prevenire sia meglio che curare (che poi è la politica condivisibile di am), qualcuno degli utenti (non tutti per carità, ci sono anche ragazzi che si capisce che hanno la testa a posto) si troverà prima o poi ad avere a che fare con qualcuna delle situazioni citate. Ancora grazie e speriamo che questo post sia letto da qualche testa calda. :thumbup::bye:

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Ospite Mariano Satta
E' sempre un piacere leggere i tuoi interventi. Dai consigli medici, alle schede informative.

 

Una domanda:

 

In caso di svenimento da sincope, le funzioni vitali (polso, respiro), si rallentano?

 

Nel caso le funzioni vitali non fossero compromesse (polso e respiro presente...) E' necessario un intervento di rianimazione forzato?

 

Saluti

 

 

PEGASO

Il Dott. Malpieri c'insegna che:

 

Dovreste sapere TUTTI che già al semplice contatto del viso con l’acqua s’instaura il riflesso d’immersione o di conservazione dell’Ossigeno (O2), caratterizzato da un rallentamento della frequenza cardiaca, aumento della pressione arteriosa, vasocostrizione periferica, modificazioni della portata cardiaca e spremitura della milza (splenocontrazione);

 

DETTO QUESTO: Vi ricordo per l'ennesima volta che NON SIAMO MEDICI e assistere un compagno andato in sincope in mezzo mare con o senza mezzo d'appoggio sarebbe tutt'altro che facile anche per un medico come praticare qualsiasi intervento di rianimazione...

 

Anche le tecniche BLS risulta impossibile praticarle con l'accidentato a galla e sono manovre che necessitano le dovute esperienze.

 

Quindi non fatevi venire in mente manovre che potrebbero compromettere il giusto esito di un incidente...

 

NON SIAMO MEDICI e quello che dobbiamo fare è, come detto sopra, mettere il viso del sincopato in condizioni che respiri ARIA E NON ACQUA...liberatevi e liberatelo dalla cintura per sfruttare la galleggiabilità offerta dal neoprene, strappate via la maschera e liberatelo dal cappuccio....,

 

Se avete un gommone nelle vicinanze portate l'accidentato di fianco al gommone, sgonfiate un tubolare e poi abbracciandolo da dietro e sotto le braccia portatelo a bordo...non esitate a tagliargli la muta con un coltello o strapparla con le mani, così facendo lo liberate dalla costrizione data dall'elasticità-aderenza del neoprene, controllate il battito anche se si è ripreso...se vi accorgete che ha bevuto dell'acqua e tossisce aiutate l'incidentato mettendolo su un fianco e vedrete che tossendo espellerà l'acqua....

 

quando siete certi che la situazione si è un pò normalizzata ed è passato il panico (sopratutto vostro) portate il malcapitato al centro medico più vicino senza esitare un solo momento.

 

 

SOLITAMENTE TUTTO SI RISOLVE METTENDO IL SINCOPATO A PANCIA IN SU CON LA TESTA ALTA PERMETTENDOGLI DI RESPIRARE ARIA E NON ACQUA...ANCHE QUALCHE SCHIAFFO DATO SULLE GUANCE AIUTA A RISVEGLIARLO...

 

senza fretta e con calma aspettate che il sincopato si riprenda ma non dategli ascolto qualunque cosa Vi dica, SOPRATUTTO SE DICHIARA CHE STA BENE...che è andato in sincope difficilmente lo ricorderà... A questo punto non vi resta che abbracciare i palloni segnasub, siluri o plancette e piano piano a pinne rientrate a terra....

 

 

Mariano Satta

Modificato da Mariano Satta
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MI permetto di evidenziare un concetto fondamentale già espresso da Mariano... non siamo medici!

 

A questo aggiungo quanto mi è stato insegnato, anche da medici e specialisti del soccorso alpino e dell'eliambulanza, in vari corsi e aggiornamenti per Istruttori di Alpinismo:

 

non siete medici, dovete solo fare il minimo necessario a mettere l'incidentato nelle condizioni migliori per poter attendere l'arrivo del soccorso qualificato (beh, in Alpinismo le condizioni e la tipologia dei danni sono un poco diverse ma alla fine la questione non è poi tanto diversa, qui c'è il fatto positivo che l'infortunato potrebbe riprendersi da solo, cosa che in Alpinismo non esiste o quasi).

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Ospite Eta_beta
Nel caso le funzioni vitali non fossero compromesse (polso e respiro presente...) E' necessario un intervento di rianimazione forzato?

 

Ovviamente NO!

Bisogna solo favorire la respirazione eliminando tutti gli ostacoli alla stessa (togliere la maschera all'infortunato, trascinarlo e/o sostenerlo con presa da sotto le ascelle, tenere il viso verso l'alto, cercare di adagiarlo sul vostro torace mantenendogli la testa iperestesa) ed evitare in modo assoluto l'ingestione di acqua (non tenere il malcapitato con la faccia in acqua, non sostenerlo "a cintura" dalla pancia).

 

La cosa meno ovvia è quanto tempo è trascorso dall'inizio della perdita di coscienza e la dinamica dell'incidente.

Se state osservando il compagno ed intuite qualche difficoltà, oppure vi siete accorti che l'apnea e/o l'azione sul fondo sono state protratte oltre la "normale" consuetudine, oppure osservate movimenti non coordinati, agite quanto prima possibile: abbozzate un tuffo e seguite il compagno che risale negli ultimi 4, 5 metri guardandolo fisso negli occhi sino a qualche secondo anche dopo la riemersione con testa fuori dall'acqua. Se si è manifestata la sincope agite come sopra.

Se state pescando lontano fra di voi (si fa per dire in coppia!) e vi accorgete con ritardo del problema i margini di intervento si riducono drasticamente. Se non torna cosciente, semplicemente favorendo la respirazione, cercate di portarlo a riva e/o sul gommone e, comunque, cercate aiuto (gridate, portatevi dietro un fischietto attaccato alla boa, utilizzate il cellulare se disponibile) e soccorso (118).

Se riuscite a portare il malcapitato fuori dall'acqua dovreste preoccuparvi solo di sorvegliare le funzioni vitali (respiro e battito cardiaco) ed intervenire con manovre di rianimazione se ne avete la conoscenza e la capacità (non si improvvisano); delegate sempre qualche altro a cercare soccorso.

Ricordate che la prima sicurezza in acqua deve essere la vostra! Adesso state seduti comodamente, state leggendo tranquillamente e potete solo immaginare la scena. Quando, spero mai, vi capiterà di intervenire avrete pochi secondi per reagire emotivamente, coordinare pensiero e forza muscolare, agire razionalmente cercando di favorire la vostra e l'altrui galleggiabilità (immaginate se vi trovate con mare formato o con corrente sostenuta), ecc.

Stampatevi nella testa e provate a simulare (in tre metri d'acqua e con il compagno in pieno benessere) quanto già descritto correttamente da Mariano:

...portarlo a pancia in su a galla tenendogli la testa fuori dall'acqua,, strapparli la maschera, levargli il cappuccio e metterlo in posizione che possa respirare ARIA E NON ACQUA...deve immediatamente sganciargli e sganciarsi la cintura da dosso affinchè le mute faccinoa da galleggiante sostenendo tanto il soccorritore quanto l'accidentato....

Per soccorrere non bisogna improvvisare nulla, figuriamoci in mare!

 

Tutto questo è chiaro che si impara teoricamente e si esegue praticamente durante il corso di apnea (sotto gli occhi attenti dell'istruttore, prima in piscina e poi in mare aperto). :siiiii::bye:

Modificato da Eta_beta
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