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ragazzi salve a tutti mi chiamo Enzo e tra pochi giorno compio 18 anni.. siccome è da poco che faccio pesca subacquea e vorrei sapere qualche consiglio sulla "compensazione" perché quando scendo più di 3 mt sott'acqua ho un male cane alle orecchie.. mi potete aiutare? magari per migliorare la pressione alle orecchie o gestirla meglio, grazie in anticipo

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c'è chi viene naturale compensare e chi si aiuta toppandosi il naso e spingendo aria ai timpani

a volte anche chi compensa senza dita può avere del muco ad ostruire le tube di eustachio ed aiutarsi tappandosi il naso

Quindi ti chiudi il naso con le dita e spingi aria ai timpani per compensare la pressione che l'acqua fà dalla parte opposta sulla membrana timpanica

occhio a non forzare mai troppo o resistere al dolore perché la membrana si rompe facilmente e poi son guai seri

se senti dolore fermati e risali

con l'allenamento piano piano si impara a compensare

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Ciao la cosa migliore che puoi fare è trovare un amico/compagno che ti aiuti d accompagni nelle uscite. È più sicuro, piacevole e si impara più velocemente.

 

Nel caso della tua richiesta tu hai provato a compensare semplicemente deglutendo o soffiando leggermente tenendo il naso tappato?

Ci sono vari metodi ll cui rendimento dipende soprattutto da fattori soggetttivi, a volte anche dall'acquaticita della persona.

Importante non forzare e fai le cose prr gradi.

Ciao!

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E' giusto quel che ti hanno già detto, sottolineo un'ulteriore volta l'imporanza del non forzare.

Al primo fastidio, neanche dolore, fermati (sarebbe meglio ancora prima di iniziare a sentire il fastidio), staziona a quella quota e prova a compensare finchè o riesci o devi risalire, ma assolutamente non proseguire oltre se non riesci a farlo.

Potrebbe aiutarti iniziare a compensare già dalla superficie.

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Ciao Enzo,

senza addentrarci troppo in argomenti complessi, ti servirà sapere perché è necessario compensare.

L'aria contenuta nelle cavità del nostro corpo dove circola aria, cioè polmoni, naso, gola, bocca e cavità sopra del naso (seni frontali), per effetto di una legge fisica tende a comprimersi e a ridursi di volume, al contrario dei liquidi (come il sangue) che invece sono incomprimibili.

Per cui, come tu scendi anche solo di un metro, la pressione dell'acqua aumenta (in modo costante man mano che aumenta la profondità) comprimendo l'aria contenuta in te che riducendosi di volume, tende a "risucchiare" verso l'interno la membrana del timpano che è elastica fino ad un certo punto, perché poi si rompe con conseguenze anche molto serie (e pericolose durante l'immersione!).

Nel momento in cui tu senti il dolore, vuol dire che sei già a rischio, perché la compensazione va fatta al momento giusto e tutte le volte che serve durante l'immersione, appena senti che i timpani tendono ad essere spinti dalla pressione dell'acqua, ma prima che senti dolore.

A quel punto, come ti hanno già spiegato, è sufficiente che tu spinga un po' di aria che hai nella bocca/gola/naso come se volessi farla uscire dal naso, ma tenendo le narici tappate, così l'aria viene forzatamente indirizzata nelle tube e con questa leggera spinta il timpano ritorna nella sua posizione naturale di equilibrio.

Il tutto deve essere fatto con molta dolcezza e senza forzare, per cui devi capire bene come funziona, facendo prove in pochissima profondità, anche se ti sembra che le orecchie non hanno bisogno di essere compensate.

Le manovre te le hanno già suggerite, quella più semplice è quella di Valsalva, spingendo l'aria come ti ho spiegato prima, che puoi provare con molta cautela a secco per vedere come funziona, ma facendo attenzione perché i timpani in quel momento non sono da compensare, quindi spingi la membrana timpanica dalla naturale posizione verso l'esterno.

Questo ti aiuta a capire se entrambe le orecchie si compensano più o meno contemporaneamente o se una delle due ha un ritardo, segno che le due tube non sono "libere" allo stesso modo e quindi in acqua ti potrebbero creare dei problemi a compensare da un lato ed in quel caso devi stare molto attento a non farti male, rinunciando a forzare la compensazione pur di andare più giù.

L'altra manovra, molto meno forzata e da preferire alla Valsalva per molti aspetti che in questo momento non sto a spiegarti (sarebbe lunga...) è la Marcante-Odaglia ed interpretazioni varie.

Puoi provarla a secco tenendo sempre le narici tappate con le dita ed ingoiando, come con l'altra manovra sentirai i timpani che si "allargano" verso l'esterno.

In acqua, quando si impara a farla correttamente, si riesce a fare senza dovere stringere il naso, sfruttando la sola depressione della maschera, di solito non tutti riescono subito a praticarla, tante volte perché non si capisce bene come fare, altre perché la propria conformazione anatomica consente di usare solo al manovra di Valsalva.

Ricorda bene che devi compensare ogni volta che le orecchie te lo chiedono, io che uso la manovra senza dovere stingere le narici, inizio già dopo un metro e più o meno ogni metro e mezzo/due di profondità ripeto la manovra.

FAI MOLTA ATTENZIONE a non immergerti MAI se sei raffreddato o se sei reduce da bronchite con catarro perché troverai difficoltà o impossibilità a compensare, rischiando di romperti i timpani o causandoti infiammazioni che possono tenerti lontano dall'acqua anche per periodi molto lunghi.

Spero di non averti confuso di più le idee, se vuoi chiarire qualcosa chiedi pure!

Buone compensazioni! Pepu.

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Ciao Enzo,

vedo che hai solo 18 anni e da quanto scrivi si desume che stai vivendo i primissimi approcci alla pesca in apnea. Senza dubbio i consigli dispensati dagli amici del forum sono di indubbia utilità e chiarezza ma se mi consenti, il miglior consiglio che ti posso dare é quello di iscriverti ad un corso di apnea al fine di acquisire in totale sicurezza tutte le manovre che precedono un immersione in apnea e che non si limitano alla semplice manovra di compensazione (non me ne vogliano Pepu, Daniele e gli altri intervenuti).

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Pienamente d'accordo! :thumbup:

Ancora di più essendo istruttore...

Nel frattempo, visto che non possiamo impedirgli di andare in acqua lo stesso, quantomeno cerchiamo di renderlo consapevole dei rischi.

Sono il primo sostenitore del fatto che la pesca in apnea (con tutto ciò che ne consegue in termini di fisiologia, sicurezza, ecc.) non si può insegnare con la teoria, ma la teoria diventa comunque fondamentale per affrontare la pratica.

Ciao. Pepu.

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D'accordissimo anche io, io stesso ho frequentato un corso di apnea e dopo il brevetto di 3 grado ho iniziato a frequentare il corso agonistico che tuttora frequento. Concordo pienamente anche con l'ultima frase scritta da Pepu!

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