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Posidonia Bianca...qual'è il motivo?


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.......per quanto riguarda la strategia della posidonia essa è appunto l'opposto del sorcio, ovvero pochi semi e crescita lenta. Per fare un paragone con la vegetazione terrestre le praterie di posidonia sono assimilabili ai querceti crescita lenta e pochi "figli" .......... In poche parole boschi di querce e posidonieti vanno protetti perché la loro regressione non è un processo che si può facilmente invertire.

Credo che tu abbia ragione e che la strategia del sorcio non si addice alla posidonia.

Però P. oceanica tu la hai intesa come fosse una "quercia di mare", un punto di vista interessante se non fosse che le querce non sono minacciate di estinzione come genere "Quercus" proprio perchè di specie e sottospecie di querce ce ne è una quantità enorme e se una specie è minacciata di estinzione c'è subito un'altra specie di quercia simile ma non uguale pronta a prenderne il posto e noi comuni mortali praticamente non ci accorgiamo di nulla a meno che non si sia tutti botanici provetti oppure si debba assistere alla distruzione totale di interi boschi querce comprese.

Per P. oceanica forse il paragone giusto lo dovresti fare con il nostro caro e amato faggio che è l' albero più italiano e più numeroso di tutti gli alberi ma che ha un grave punto debole: vive quasi sempre sopra ai 500 mt. sul livello del mare perchè la composizione chimica dei suoli, luce, umidità, pressione atmosferica, pressioni parziali di ossigeno e anidride carbonica sono ancora ottimali in bassa montagna.

Nonostante lo sterminio degli anni passati dovuto all'uso del legno del faggio per gli usi e abusi più disparati ( ..credo che perfino gli arbaletes tradizionali siano calciati in faggio come lo sono quasi tutti i buoni fucili ) ce ne è ancora un miliardo :siiiii: nonostante l'Appennino sia stato largamente disboscato in modo criminale a tutte le quote.

Forse il faggio non è in crisi come la posidonia proprio perchè la composizione chimica e fisica dell'aria di montagna non è ancora stata del tutto compromessa dalle attività antropiche mentre (..sempre con il forse condizionale!) P. oceanica non è stata fortunata come il faggio: oltre a strapparla, avvelenarla, contaminarla et cetera siamo riusciti pure a levarle pure quel mix di ossigeno e anidride carbonica di cui ha bisogno per vivere.

Per il resto hai ragione circa Suez, il mio è solo un sospetto.

Qualcuno recentemente scomparso che in vita era molto più intelligente e molto più figlio di tr**a di me però disse che a pensare male si commette peccato ma quasi sempre ci si prende :devil:

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non mi sono spiegato bene. Dunque.. il paragone tra le praterie di posidonia e i boschi di querce (o faggi se consideriamo i suoli evoluti con clima fresco e temperato) non è dovuto alla minaccia di estinzione ma alla loro qualità di formazioni vegetali di tipo climacico. esse cioè rappresentano il climax, lo stadio più evoluto possibile di una formazione vegetale in un dato contesto climatico. per questa loro caratteristica in genere le formazioni climax sono particolarmente considerate e riconosciute dalle convenzioni internazionali sulla biodiversità. La lor presenza è spesso il motivo per la creazione di aree protette e in "teoria" le valutazioni di fattibiltà (studi di impatto ambientale) di opere varie ne devono tener conto per mitigare gli effetti negativi su di esse al pari della presenza di specie a rischio. Nella pratica spesso vengono distrutte lo stesso in particolare se si tratta di piccoli lembi perché la tutela esige un minimo di copertura. Ora anche se non sono minacciate di estinzione per una questione di buon senso ambientale la loro presenza andrebbe comunque tutelata anche si si trattasse di proteggere una sola quercia o un mq di posidonia!! per quanto riguarda i faggi la loro relativa diffusione è semplicemente legata al fatto che il loro ambiente è generalmente quello di bassa o media montagna dove le attività umane sono meno distruttive. Queste specie utilizzano una strategia di sopravvivenza che in gergo ecologico viene detta K, tipica di specie dominanti a vita lunga, opposta alla strategia delle specie opportuniste che fanno tanti figli per approfittare di spazi o condizioni ambientali in continuo cambiamento.

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ora sempre restando nel tema del confronto che può aiutare a capire perché le praterie di posidonia vanno protette vado a ragionare per querce. Se per ipotesi un bosco di querce viene tagliato a raso o incendiato, anche se non si costruiscono villette e si lascia che la natura faccia il suo corso è probabile che le querce non ricresceranno. nel frattempo il suolo ricco di humus che le querce mantenevano viene alterato dal sole e dilavato dalle piogge, la quantità di sostanza organica si riduce, le giovani plantule di quercia germinano ma non riescono a superare i primi anni di vita perché il microclima del bosco non esiste più e perché il terreno viene letteralmente invaso da una miriade di specie opportuniste a crescita veloce che soffocano le giovani piantine. Al posto del bosco quindi dopo qualche anno troveremo una prateria di graminacee e altre specie erbacee. Se non ci vanno a pascolare capre e vacche dopo diversi anni cominceranno a crescere i primi arbusti e dopo almeno un decennio qualche quercia riuscirà a raggiungere forme arbustive. il suolo ricomincia a evolversi e le quercie ricominciano a farsi spazio ma la competizione con altre specie arboree è forte specie con quelle particolarmente invasive! Se qualche s*****o non dà fuoco nuovamente al terreno in una cinquantina di anni potremmo già avere un bosco rado di giovani querce e se tutto và bene in poco più di 100 la copertura sarà di nuova totale...forse! Bè credo che forse il paragone con le praterie di posidonie è simile!!

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Ahhh... così funziona benissimo. Strategia K? Non sapevo neanche esprimere questo concetto prima del tuo post e invece ora sò cos'è.

Non si finisce mai di imparare.

Grazie! :thumbup:

...prego!! vedrai che ora questo tuo nuovo stato di consapevolezza sulla strategia k ti farà vedere le cose in maniera diversa e tutto avrà un perché!! :siiiii: ......o quasi :D

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  • 2 settimane dopo...

Riprendo l'argomento perchè mi è capitato casualmente sotto gli occhi questo bel link riguardante l'estinzione di massa del Permiano, la più grande morìa di tutti i tempi e le cui cause sono ancora oscure sebbene ci siano pochi dubbi sul fatto che la collisione con un asteroide enorme possa essere stata una delle con-cause della sparizione di quasi tutte le forme di vita acquatiche. In particolare sparirono animali marini e piante marine che avevano bisogno di un determinato rapporto tra ossigeno e anidride carbonica disciolti nell' acqua.

Cause probabili di maggiore estinzione nel testo sono indicate l' "acidificazione" delle acque, l' ipercapnia e l' ipossia che fecero la strage più grande che si conosca.

 

http://it.wikipedia.org/wiki/Estinzione_di_massa_del_Permiano-Triassico

 

"Questo modello è compatibile con gli effetti noti dell'ipossia, una scarsità, ma non una mancanza totale di ossigeno. Ad ogni modo l'ipossia non può essere stata l'unico meccanismo che ha provocato la scomparsa degli organismi marini. Quasi tutte le acque della piattaforma continentale sarebbero diventate gravemente ipossiche, ma una tale catastrofe renderebbe difficile spiegare i modelli selettivi dell'estinzione. Alcuni modelli matematici del Permiano superiore e del Triassico inferiore mostrano un significativo e protratto declino dei livelli dell'ossigeno atmosferico, senza alcun picco vicino al limite Permiano-Triassico. I livelli minimi di ossigeno nell'atmosfera nel Triassico inferiore non sono mai al di sotto dei livelli odierni - il declino del livello di ossigeno non si accorda con il modello temporale dell'estinzione.

 

Il modello osservato delle estinzioni marine è compatibile con un'ipercapnia (livelli eccessivi di anidride carbonica). L'anidride carbonica, o biossido di carbonio (CO2) è altamente tossica a concentrazioni al di sopra del normale, e riduce l'abilità del pigmento respiratorio di ossigenare i tessuti, e rende i fluidi corporei più acidi, ostacolando così la formazione di parte solide in carbonato. Ad alte concentrazioni l'anidride carbonica causa narcosi (intossicazione). Oltre a questi effetti diretti, la CO2 riduce la concentrazione di carbonati nell'acqua, "accumulandoli via", cosa che aumentò la difficoltà di produrre parti solide in carbonato.

 

Gli organismi marini sono più sensibili ai cambiamenti nei livelli di CO2 degli organismi terrestri per svariate ragioni. La CO2 è 28 volte più solubile in acqua di quanto lo sia l'ossigeno. Gli organismi marini funzionano normalmente con concentrazioni di CO2 nel corpo minori di quelli della terraferma, dato che la rimozione di CO2 per gli animali in grado di respirare aria è ostacolata dal bisogno che il gas passi attraverso le membrane del sistema respiratorio (polmoni, trachea e simili). Negli organismi marini, un aumento anche modesto ma sostenuto di CO2 ostacola la sintesi delle proteine, riduce il livello di fertilità e provoca deformità nelle parti solide calcaree.

 

È difficile analizzare i tassi di estinzione e di sopravvivenza degli organismi terrestri in dettaglio, perché rimangono pochi fossili del limite Permiano-Triassico. Gli insetti del Triassico sono molto differenti da quelli del Permiano, ma si trova un'interruzione nella serie di fossili di insetti dal Permiano superiore al Triassico inferiore, di circa 15 milioni di anni. La testimonianza più conosciuta di cambiamenti nei vertebrati nel limite Permiano-Triassico si trova nella zona del Karoo in Sudafrica, ma le analisi statistiche non hanno dato conclusioni chiare."

 

Domanda:

Perchè ho collegato i guai attuali della posidonia del Mediterraneo con un fattaccio ben più grave e più esteso avvenuto milioni di anni fà?

 

Risposta:

Perchè c'è la possibilità abbastanza concreta che il riscaldamento delle acque superficiali del Mediterraneo abbia a che vedere con uno stato di relativa ipercapnia e ipossia che minerebbero (..il condizionale è obbligatorio!) la sopravvivenza della Posidonia più di altre specie. Ma in questo caso l'asteroide non c'entra niente perchè il danno l'avremmo fatto noi umani. :boxed:

 

Conclusioni:

Non sono un biologo marino e non ne capisco niente ma se io fossi un biologo marino andrei a vedere se al "calo di vitalità" della posidonia nel Mediterraneo è associato un calo analogo per i molluschi dotati di conchiglia e i coralli. Dal testo infatti emerge che l' "acidificazione" dell' acqua dovuta a un eccesso di anidride carbonica e il contemporaneo calo della presenza di ossigeno mettono in stato di particolare sofferenza tutte le creature marine che dipendono dalla formazione di complesse strutture fatte di carbonato di calcio. Sarebbero molto più in crisi di tutte le altre, posidonia compresa. "Conchiglie-sentinella", mi verrebbe da pensare.

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già molti scienziati parlano di una grande estinzione di massa in corso nell'era attuale proprio a "causa nostra" la posidonia potrebbe essere una delle potenziali vittime. Certo che le analisi "scientifiche" evidenziate in questo post meriterebbero una pubblicazione in qualche rivista. :smartass: :smartass: , alla fine però non sono ancora riuscito a capire da andrea se queste isole di posidonia bianca erano dovute alla loro morte oppure erano aree riccamente colonizzate dai briozoi come avevamo ipotizzato noi!!

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già molti scienziati parlano di una grande estinzione di massa in corso nell'era attuale proprio a "causa nostra" la posidonia potrebbe essere una delle potenziali vittime. Certo che le analisi "scientifiche" evidenziate in questo post meriterebbero una pubblicazione in qualche rivista. :smartass: :smartass: , alla fine però non sono ancora riuscito a capire da andrea se queste isole di posidonia bianca erano dovute alla loro morte oppure erano aree riccamente colonizzate dai briozoi come avevamo ipotizzato noi!!

Mi sembra di aver capito che l'autore del thread abbia successivamente confermato che le chiazze bianche da lui rilevate siano state causate dal silestro dei polpari. Sulle analisi scientifiche da relegare a sterili dibattiti tra soloni sulle riviste specializzate sono molto scettico. Visto come viene gestita la conoscenza scientifica in questo Paese, se si vuole condividere una preoccupazione reale sullo stato dell' ambiente naturale, ritengo sia molto più utile discuterne tra semplici appassionati di attività sportive e ludiche. Tra diretti interessati e non tra impiegati della PU, proprio come facciamo noi ora. Sono gli scienziati che devono venire qui a discuterne con noi, non noi da loro. Che se la guadagnassero la stozza... :sbadiglio:

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già molti scienziati parlano di una grande estinzione di massa in corso nell'era attuale proprio a "causa nostra" la posidonia potrebbe essere una delle potenziali vittime. Certo che le analisi "scientifiche" evidenziate in questo post meriterebbero una pubblicazione in qualche rivista. :smartass: :smartass: , alla fine però non sono ancora riuscito a capire da andrea se queste isole di posidonia bianca erano dovute alla loro morte oppure erano aree riccamente colonizzate dai briozoi come avevamo ipotizzato noi!!

Mi sembra di aver capito che l'autore del thread abbia successivamente confermato che le chiazze bianche da lui rilevate siano state causate dal silestro dei polpari. Sulle analisi scientifiche da relegare a sterili dibattiti tra soloni sulle riviste specializzate sono molto scettico. Visto come viene gestita la conoscenza scientifica in questo Paese, se si vuole condividere una preoccupazione reale sullo stato dell' ambiente naturale, ritengo sia molto più utile discuterne tra semplici appassionati di attività sportive e ludiche. Tra diretti interessati e non tra impiegati della PU, proprio come facciamo noi ora. Sono gli scienziati che devono venire qui a discuterne con noi, non noi da loro. Che se la guadagnassero la stozza... :sbadiglio:

 

Si le piante erano morte....non c'entrano i briozoi.....

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Lo stato di conservazione delle praterie di posidonia nei nostri mari è considerato di vitale importanza dai vertici della MMI. Il Servizio Idrografico della MMI in collaborazione con l' Università di Genova ha messo in piedi un censimento delle praterie di posidonia aperto all'intervento dei volontari civili.

Questo è il questionario da riempire quando un pescasub ritiene che la "propria" prateria è minacciata o messa in stato di sofferenza. Unica avvertenza: attenetevi scrupolosamente alla procedura di prelievo indicata in calce a pg.1.

 

Modalità di raccolta dati per la Densità media all'interno di una prateria:

 

Identificare all'interno di una prateria, in un'area campione di densità omogenea e significativa, un quadrato di 50 cm di lato (vedi figura). Contare, partendo da uno dei lati, il numero di piante per fila (n) e calcolare il numero totale di piante N (dato dalla somma di tutti gli n).

 

Moltiplicando il valore N per 4 si ottiene il valore della Densità della prateria da riportare nella scheda.

 

E' importante sennò è solo un lavoro inutile!

 

http://s7.imagestime.com/out.php/i873010_MMIposidoniaform.jpg

COLLABORATE TUTTI PER LA TUTELA DELL' AMBIENTE MARINO COMPILANDO COPIA DI QUESTA SCHEDA DA INVIARE A:

Istituto Idrografico della Marina Militare Italiana

Passo dell'Osservatorio, 4 - 16135 Genova

- Tel. +39/01024431

- Fax +39/010261400

- e.mail maridrografico.genova@marina.difesa.it

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  • 1 anno dopo...

Scusate l'insistenza ma secondo me la difesa delle praterie di posidonia è il nodo principale della difesa dell'ambiente marino a noi caro e per questo motivo che insisto su questo argomento. Riguarda tutti, anche coloro che non pescano corvine e saraghi proprio perchè le praterie di posidonia sono il cuore stesso dell'ecosistema Mediterraneo: senza posidonia il Mediterraneo cessa di esistere per diventare o un' insenatura semi-desertificata dell' Atlantico o un annesso del Mar Rosso. Qualcosa non và come deve nel Mare Nostrum e ciò succede solo da pochi anni. L'inquinamento ambientale dovuto alle attività umane e il cambiamento del clima sono cause note ma che non bastano da sole a spiegare il perchè di un deterioramento così rapido dell' ecosistema Mediterraneo.

 

Questo vecchio documento già spiegava molte realtà volutamente ignorate dai media.

 

Questa immagine termografica delle acque superficiali del Mediterraneo orientale spiega benissimo chi è il principale killer della Posidonia:

 

Il Canale di Suez! I dragaggi e la rimozione delle chiuse realizzati dopo il conflitto del 1974 per permettere il transito delle superpetroliere stanno uccidendo il Mediterraneo nel silenzio e nell'indifferenza generali.

 

 

A proposito di Canale di Suez e di specie aliene... Riprendo questa vecchia discussione postata sul sub-forum "Ambiente" (a proposito, dov'è finito???) condividendo questa notizia appena appresa da La Repubblica.

 

http://www.repubblica.it/ambiente/2015/01/18/news/iucn_il_raddoppio_del_canale_di_suez_mette_in_pericolo_il_mediterraneo-105202705/

 

Al peggio non c'è mai fine...

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In realtà è la solita non-notizia perchè il raddoppio di Suez è in corso da anni, anzi oramai siamo al raddoppio del raddoppio..

I danni che lo stupro crea all'ambiente sono stra-arci-noti e stra-denunciati da anni da tutti gli addetti ai lavori e dai ricercatori ma è solo ora che Repubblica se ne accorge perchè i nostri giornalettisti da strapazzo stampano per buone solo le notizie regolate dagli "apparatčik" dell'"orgburo"del sistema economico internazionale.

Ed è anche colpa di noi normali utOnti itaGliani che continuiamo imperterriti a comprare questi giornalazzi del kako e per giunta prendiamo per buone solo le veline che hanno l'"imprimatur" della stampa di regime.

Eppure non serve un gran cervello e nemmeno una grande istruzione per capire che i disastri causati da questo clima impazzito sono dovuti anche all'opera dell'uomo in tempi assai recenti e in luoghi poi non così lontani da casa nostra, anzi...vicini.

Ci sono fenomeni climatici di scala globale, fenomeni di scala locale e fenomeni intermedi cioè di scala regionale e il Mediterraneo è una regione climatica omogenea.

Quindi lo stupro del Canale di Suez è un fenomeno di scala regionale e per la stampa regimentata non esisteva perchè il Mediterraneo era già di suo una regione nel casino totale per altri motivi non climatici e più di moda (guerre, rivolte, omicidi, golpe et cetera) per cui andava bene non parlarne proprio per niente.

Quest' anno ha nevicato in Marocco e penso che dopo i disastri di Genova ci vuole una buona dose di culo in faccia per arrivare ad asserire che tutto ciò sia normale.

Modificato da OLOTURIA
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  • 2 mesi dopo...

Quando il gioco si fà duro i duri cominciano a giocare e nessuno è più duro dei sardi. Anzi.. delle sarde.

 

 

8 marzo, premiata al Colle Daniela Ducato, l'imprenditrice che tutela l'ambiente

 

http://www.adnkronos.com/rf/image_size_400x300/Pub/AdnKronos/Assets/Immagini/Daniela%20Ducato_Quirinale.jpg

 

Il presidente Mattarella e Daniela Ducato

 

 

Articolo pubblicato il: 07/03/2015

La Posidonia marina spiaggiata, gli scarti della lana di pecora, il latte e varie altre eccedenze vegetali e della pastorizia, da problema ecologico trasformate in materiale ecocompatibile per l’edilizia. L’idea vincente è di Daniela Ducato, imprenditrice sarda, il cui identikit corrisponde a quello delineato oggi dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, rispetto alla capacità delle donne di unire tutela, ambiente e sviluppo. E non caso, oggi, a Daniela Ducato è stata conferita l’onorificenza di Ufficiale all'Ordine "Al Merito della Repubblica Italiana" dallo stesso Capo dello Stato, in occasione della celebrazione della "Giornata Internazionale della Donna", dedicata quest'anno al tema "Donne per la Terra", al Quirinale.

Campione della green economy italiana, con le sue linee produttive Edilana ed Edimare, Ducato coordina il polo produttivo “La Casa verde CO2.0” che raduna un gruppo di 73 aziende (42 con sede in Sardegna) specializzate in materiali edili sostenibili, come i pannelli termoisolanti con il più alto valore termico, ad alta densità in edilizia, mai prodotti al mondo. Si tratta di una realtà industriale molto particolare, ispirata a una filosofia di fondo, a un'etica dichiarata in un protocollo di intenti che tutte le imprese hanno sottoscritto e che si avvicina al tema “Nutrire il Pianeta, energia per la vita” dell'Expo di Milano.

“Crediamo in una ‘Architettura di Pace’ – spiega all’Adnkronos Ducato - perché non usa i prodotti derivati dal petrolio, prima causa di guerra nel mondo. Un’'Architettura di Pace' perché non utilizza neanche le risorse coltivate nei campi ma solo le eccedenze provenienti dal regno vegetale e animale. Scarti e sotto lavorazioni che, terminato il loro ciclo di vita, devono tornare alla terra e fecondarla”.

L’edilizia è un settore altamente inquinante, si stima che il 70% dell’inquinamento in Europa derivi proprio dalle costruzioni. “Noi vogliamo farci carico di questa realtà per cambiare dal basso un simile scenario" sostiene ancora Daniela Ducato, da anni determinata a combattere la sua battaglia per l'ambiente e il benessere di chi vive in ambienti salubri.

L'imprenditrice ecologista indica anche una possibile strada per conseguire questi importanti e nobili obiettivi. "In Italia abbiamo l’Icea, l’Istituto Certificazione etica e ambientale, che è un fiore all'occhiello, tra i più rigorosi al mondo e del quale dobbiamo andare orgogliosi”. L’idea è quella di sostenere l'Icea in Europa facendo in modo che “il nostro rigore scientifico diventi un modello per altri paesi, cercando anche di allargare allarghi la platea dei produttori che rispettano l'ambiente”.

Tuttavia, conclude Ducato, per arrivare a tale obiettivo “sarebbe importante che il governo italiano si attivi e si faccia portavoce di un tale rigore scientifico”.

 

...alla fine coltivare la posidonia diventerà un business!

Modificato da OLOTURIA
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