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Suggerimenti per Calzari caldi caldi


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personalmente trovo più confortevoli i calzari che hanno lo spaccato interno, per ovvie motivazioni di durata li preferisco con la fodera esterna, poi un'altra caratteristica che richiedo al calzare e la fodera interna sotto la pinta del piede, in modo da non "scivolare" al suo interno, una porzione di fodera (sempre interna) anche sulle unghie comporta ad allungare di gran lunga la durata del calzare, e al contempo si può evitare la giuntura sulle dita.

Per quianto concerne l'esterno, trovo che il materiale liscio sia efficace solo fuori dall'acqua dove la fodera imbibita si raffredda in pochi minuti, restando invece bagnata a lungo contribuisce ad una continua e fastidiosa dissipazione del calore corporeo, non muovendomi in gommone d'inverno li preferisco foderati, con la pianta in supratex per avere una maggiore resistenza alle abrasioni.

Una nuova prescrizione che darò al mutaio per la realizzazione dei prossimi riguarderà il tallone, dove farò inserire un ritaglio di supratex esterno e spaccato interno dello spessore di 5 mm anche sui calzari da 3 mm per un maggiore comfort e durata in quel punto dove ho notato che l'azione della pinna è usurante. La scarpetta della pinna preferisco non sia troppo aderente, ma giusta, fattore che comporta un minimo di gioco durante la pinneggiata andando ad usurare precocemente il calzare nel punto dove finisce la scarpetta sul tallone.

Per l'inverno adotto calzari da 5 mm sempre sfoderati internamente indossando una scarpetta di una taglia più grande rispetto a quelle estive per evitare la vasocostrizione.

 

Adesso vorrei fare una considerazione sul potere coibente del materiale:

Secondo me per aumentare il potere coibente del neoprene, bisognerebbe adottarne uno a due strati di spessore e densità diverse tra loro, questa considerazione nasce dall'ossevazione dei vetri delle finestre i C.D. doppi vetri, se vengono fatti con due vetri dello stesso spessore il loro potere isolante è minore, soprattutto per il suono, se uno dei due vetri è un millimetro più spesso dell'altro aumenta l'isolamento.

Adesso non ricordo se il principio vale anche per il potere termico, però io credo che si possa sperimentare un calzare (o anche una muta) costituita da due strati di neoprene di spessore e densità differenti ad esempio i 4 mm interni più morbidi e due esterni più densi, senza fodera e vedere come funziona. esistono mute realizzate con il neprene a due strati con la fodera nel mezzo, però comportano problemi per l'asciugatura.

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Io ho detto che la conduzione avviene tra due corpi di diversa temperatura, che abbiano o meno lo stesso materiale è ininfluente.

Quanto alla fodera bagnata secondo te, con le dovute -minime- approssimazioni la sua temperatura sarà pari a quella del neoprene o a quella dell'acqua?

E, dal momento che stiamo parlando di conduzione, la fodera la devo considerare un corpo unico con il neoprene (come hai affermato sopra: "l'unico corpo è il neoprene-fodera che sono saldati") o, piuttosto, con l'acqua data la -sostanziale- identità di temperature (come, sembrerebbe, tu abbia sostenuto in una diversa risposta "quindi secondo te non vi è conduzione tra neoprene e fodera. e per quale motivo?")?

E, infine, hai abbandonato la "teoria delle alette di raffreddamento" riferita alla fodera?

che significa temperatura del neoprene e temperatura dell'acqua? chiariscitelo prima

i vari strati di neoprene avranno tutti una temperatura diversa (altrimenti non avrebbe senso usare vari spessori) e lo stesso per l'acqua prossima alla superficie della muta, quale porzione non so ma è sicuro che sia così, perchè il calore non svanisce dentro la muta ma si trasferisce

quindi la fodera entra a far parte del sistema che scambia calore, vuoi o no vuoi

per il resto non trovo la logicità della tua obiezione, quindi non saprei che risponderti

 

Il discorso è semplice ed è stato ripetuto più volte ma tu cerchi sempre di svicolare con considerazioni che evitano il confronto (e la risposta) su pochi e chiari concetti; onestamente trovo inutile ribadire le stesse cose e penso sia il caso di passare la parola, se ne avranno voglia, ad altri utenti ai quali abbiamo lasciato un bel pò di materiale su cui discutere.

Per chiarezza, preciso che i miei studi di fisica si fermano al liceo e tutto quello che ho sostenuto l'ho ricavato dai due lavori (sulla conducibilità termica delle mute) che ho menzionato all'inizio; non ho formulato -purtroppo- alcuna originale teoria a differenza di quello che hai fatto tu con "la fodera che funge da alette di raffreddamento" che, sbaglierò, ma non mi pare sia stata dimostrata.

:bye:

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Quelli che ho io (un vecchio modello tigullio) sono foderati esternamente ma con la banda stagna, internamente sono lisci con una fodera sotto la pianta ed un pezzo di fodera -applicato da me- all'altezza dell'unghia dell'alluce. In pratica simili a quelli di Leonardo e devo dire che mi sono trovato molto bene.

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Credo che apparte una calzata troppo stretta la questione dei piedi e mani freddi sia piu che altro una questione fisica personale

Cioè c'è chi soffre piu o meno freddo forse dovuto alla circolazione,alle estremita del corpo,percio' c'è chi sta bene con un calzare da 3 e chi gli serve quello da 5,per questa stessa teoria si dice che è sbagliata una scarpetta troppo stretta,alla fine questa non fa altro che rallentare la circolazione del sangue

 

per quanto riguarda la muta è evidente che fuori dall'acqua è piu fredda perche l'azione del vento(e credo solo quello) essendo la fodera bagnata toglie del calore dalla muta,una liscia asciugandosi non è soggetta a questa cosa

 

in acqua non essendoci l'azione del vento che come ho scritto prima credo sia l'unico agente veramente responsabile della maggior dispersione termica,il fatto che ci sia o meno la fodera se è influente lo sara' in valori molto trascurabili

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