Rijkaardt Inviato Marzo 2, 2011 Segnala Condividi Inviato Marzo 2, 2011 Visita il mio sito L'aragosta? Cibo da fast food Arriva anche il panino farcito con i crostacei e il formaggio e le grandi catene offrono le combinazioni più stravaganti Pesca da record nell'Oceano Atlantico e i prezzi crollano. A New York diventa un piatto popolare FRANCESCO SEMPRINI NEW YORK «Aragoste a prezzi popolari». Non è l’ultima trovata di qualche ristorante in crisi della Grande Mela o di un mercato del pesce del New England, ma un altro aspetto dei mutamenti socio-ambientali che coinvolgono il nostro Pianeta. La progressiva riduzione nel numero di predatori del mare, e le severe regolamentazioni introdotte dalle autorità statali in materia di tutela delle aragoste, hanno favorito, negli ultimi 15 anni, una notevole proliferazione dei crostacei. Ma c’è pure una spiegazione di carattere climatico, ossia l’innalzamento della temperatura media delle masse oceaniche: uno stimolo per il metabolismo dei crostacei, che partoriscono sempre più in anticipo anche durante le stagioni fredde. Così già in estate le piccole aragoste sono sufficientemente cresciute per poter essere pescate. Ecco allora che le flotte provenienti dai porti del New England entrano in attività con largo anticipo inondando i mercati del pesce anzi tempo. Il fenomeno riguarda in particolare il Maine, considerato l’epicentro dell’attività di pesca e allevamento dei crostacei con un giro di affari che non ha pari. Secondo le stime del Dipartimento delle risorse marine dello Stato, lo scorso anno sono state pescate 45 mila tonnellate di aragoste, il 15% in più rispetto al 2009. «Per ogni aragosta che arriva sul mercato tre vengono nuovamente rigettate in acqua per la loro conservazione. - spiega Dane Somers, del Maine Lobster Council -. Ciò dà un’idea concreta della disponibilità nell’oceano». «E’ stata un’annata eccezionale», dice Ron Francoeur, un pescatore di Kennebunkport. In 30 anni di lavoro non aveva mai visto una stagione tanto generosa: «Fosse stato così anche in passato, sarei miliardario, ma ora i prezzi si sono dimezzati». Come le leggi di mercato insegnano, la vasta offerta del prodotto non può che portare a un abbassamento del valore, fenomeno che da alcuni anni ha segnato un’inversione di tendenza rispetto al caro-aragoste prima della crisi finanziaria. Nell’estate del 2009 Francoeur è stato costretto a vendere il pesce appena pescato a 2 dollari al pound (poco meno di mezzo chilo), salvo poi assistere a un aumento, la scorsa estate, a 3,131 dollari. Ben lontano però dai 4,63 dollari del 2006, in pieno boom di prezzi e alla vigilia della peggiore crisi finanziaria dai tempi della Grande depressione. Ma se il crollo dei prezzi ha portato a un ridimensionamento dei ricavi, costringendo alcuni pescatori ad uscire dal mercato, dall’altra ha dato vita a un’invasione di aragoste nei menu di ristoranti e di fast food. Le catene «Ruby Tuesday» e «Panera», hanno introdotto l’ambito crostaceo nelle loro ricette, mentre alcuni addetti ai lavori hanno dato il via alla promozione in Cina delle aragoste di Maine e dintorni. Ovviamente non mancano le ricette stravaganti: «lobster mac and cheese» ad esempio, ovvero i maccheroncini al formaggio e aragosta offerti nei supermercati e pronti all’uso. Così, con la complicità dei mutamenti climatici e della crisi economica, l’aragosta fa il suo ingresso nel forno a microonde. Cita Link di questo messaggio Condividi su altri siti
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