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Battaglia dà ragione al dimenticato Milancovic


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Battaglia potrebbe avere davvero ragione perchè il riscaldamento globale potrebbe essere di origine non antropica. Il condizionale è d'obbligo però se si accetta il principio che mille indizi fanno una prova allora Battaglia ha e non avrebbe ragione. La oramai dimenticatissima ipotesi di Milankovic come la descrive magistralmente Isaac Asimov in "Il libro di Fisica - Cap IV La Terra - Cause delle glaciazioni" che vi potete scaricare liberamente da ISAAC ASIMOV - IL LIBRO DI FISICA .pdf

 

....Nel 1920 un fisico jugoslavo, Milutin Milankovic, ipotizzò l'esistenza di un ciclo, della durata di 40 mila anni, con una «grande primavera», una «grande estate», un «grande autunno» e un «grande inverno», ciascuno della durata di 10 mila anni. Secondo questa teoria, la terra sarebbe particolarmente suscettibile alle glaciazioni durante il «grande inverno», e quando concorressero altre condizioni favorevoli una glaciazione si verificherebbe effettivamente. Una volta verificatasi la glaciazione, la terra avrebbe maggiori probabilità di uscirne durante una «grande estate», sempre se altre condizioni favorevoli fossero in atto.

 

La proposta di Milankovic non incontrò molto favore ai suoi tempi. Nel 1976, però, il problema fu affrontato negli Stati Uniti da J. D. Hays e John Imbrie e in Gran Bretagna da N. J. Shackleton; essi lavorarono su lunghe «carote» di sedimenti dragate in due diversi punti dell'Oceano Indiano - relativamente poco profondi e abbastanza lontani dalla terraferma per garantire che non vi arrivasse materiale contaminante dalle zone costiere più vicine o da fondali marini ancora meno profondi.

 

Queste carote erano costituite di materiale che si era andato depositando in continuazione durante un periodo di 450 mila anni. Man mano che si consideravano strati più profondi delle carote, si tornava indietro nel tempo. Era possibile studiare gli scheletri di minuscoli animali unicellulari appartenenti a specie diverse, che prosperano in habitat con temperature differenti. Da tale studio si poteva stabilire la temperatura alla quale si era formato ciascuno strato.

 

Inoltre gli atomi di ossigeno si presentano in due differenti varietà, il cui rapporto quantitativo varia in funzione della temperatura; misurando tale rapporto in punti diversi della carota, era quindi possibile determinare la temperatura dell'oceano in tempi diversi. I due metodi per la ricostruzione delle temperature diedero risultati concordi, che sembravano accreditare qualcosa di molto simile al ciclo di Milankovic. Può quindi darsi che la terra abbia, a intervalli molto lunghi, un grande inverno con una glaciazione, proprio come ha ogni anno un normale inverno, in cui si ricopre di nevi. Ma allora, perché il ciclo di Milankovic avrebbe operato durante il Pleistocene, e non durante i duecento milioni di anni antecedenti, nei quali non vi fu alcuna glaciazione? Nel 1953, Maurice Ewing e William L. Donn pensarono che la soluzione di tale quesito poteva essere rintracciata nella peculiare geografia dell'emisfero settentrionale. La regione artica è quasi completamente occupata dall'oceano, però si tratta di un oceano chiuso dalla terraferma e circondato da tutte le parti da enormi masse continentali.

 

Immaginiamo che l'Oceano Artico sia appena un poco più caldo di quanto è oggi, ricoperto da un esiguo strato di ghiaccio o addirittura scoperto, che si presenti cioè come una distesa liquida ininterrotta. In tal caso esso sarebbe una fonte di vapor acqueo, che si raffredderebbe nelle zone superiori dell'atmosfera, per poi cadere sotto forma di neve: la neve finita sulle acque dell'oceano si scioglierebbe, ma quella finita sulle circostanti masse continentali si accumulerebbe, innescando la glaciazione: la temperatura diminuirebbe e l'Oceano Artico congelerebbe. Il ghiaccio non produce una quantità di vapor acqueo pari a quella prodotta dall'acqua liquida alla stessa temperatura. Una volta congelatosi, l'Oceano Artico immetterebbe nell'aria meno vapor acqueo e cadrebbe meno neve. I ghiacciai comincerebbero a ritirarsi, e, una volta innescata la deglaciazione, il processo verrebbe accelerato. Potrebbe quindi darsi che il ciclo di Milankovic dia adito a periodi di glaciazione solo nel caso che vi sia un oceano racchiuso dalle terre a uno o a entrambi i poli. Possono trascorrere anche centinaia di milioni di anni in cui, non verificandosi tali condizioni, non ci sono glaciazioni; ma, a lungo andare, sarebbe la deriva delle zolle tettoniche a creare una situazione favorevole, dando inizio a un periodo di un milione di anni, o anche più, in cui i ghiacciai seguiterebbero ad avanzare e a retrocedere regolarmente. Questa interessante ipotesi non è stata ancora accettata completamente. Naturalmente vi sono anche cambiamenti meno regolari della temperatura terrestre e fattori abbastanza imprevedibili che determinano tendenze al raffreddamento o al riscaldamento....

 

 

 

Cicli di Milankovitch Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. I cicli di Milankovitch sono gli effetti collettivi delle variazioni dei moti della Terra sul suo clima. Prendono il nome dall'ingegnere civile e matematico serbo Milutin Milanković.

L'eccentricità orbitale, l'inclinazione assiale e la precessione dell'orbita terrestre variano in base ad alcuni schemi, che hanno dato luogo a glaciazioni ogni circa 100 000 anni durante l'era glaciale del Quaternario. L'asse terrestre completa un ciclo di precessione circa ogni 26 000 anni e, allo stesso tempo, l'orbita ellittica ruota compiendo un ciclo ogni 22 000 anni. Inoltre, l'angolo tra l'asse terrestre e la normale del piano orbitale varia ciclicamente tra 21,5º e 24,5º, con un periodo di 41 000 anni. Attualmente, quest'angolo misura a 23,44º. La teoria di Milanković sui cambiamenti climatici non è tuttavia ancora perfezionata; in particolare la risposta climatica più grande è relativa ad una scala temporale di 400 000 anni, ma gli effetti su questi periodi, per quanto riguarda le glaciazioni, sono apparentemente lievi e non concordano con le previsioni. Per giustificare questa discrepanza, sono chiamati in causa vari fenomeni, correlati all'anidride carbonica o alla dinamica degli inlandis. Teorie simili sono state avanzate da Joseph Adhemar, James Croll ed altri, ma le verifiche sperimentali sono rese difficoltose dalla mancanza di prove di datazione affidabile, oltre che da perplessità su quali periodi siano da considerare nei rilevamenti. La teoria non avrebbe comunque raggiunto il suo stato attuale se non grazie alle ricerche sui sedimenti oceanici mediante carotaggio da parte di Jim Hays, John Imbrie e Nicholas Shackleton che pubblicarono i loro risultati su Science nel 1976

 

...naturalmente per poter leggere chi veramente fosse Milutin Milankovic tocca andare su Wikipedia in inglese perchè i soliti sinistronzi si guardano bene da mettere in rete informazioni contrarie alla loro gretta propaganda operando una censura de facto che si basa sulla solita molle pigrizia intellettuale degli italiani. :fish:

Modificato da OLOTURIA
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Battaglia potrebbe avere davvero ragione perchè il riscaldamento globale potrebbe essere di origine non antropica. Il condizionale è d'obbligo però se si accetta il principio che mille indizi fanno una prova allora Battaglia ha e non avrebbe ragione. La oramai dimenticatissima ipotesi di Milankovic come la descrive magistralmente Isaac Asimov in "Il libro di Fisica - Cap IV La Terra - Cause delle glaciazioni" che vi potete scaricare liberamente da ISAAC ASIMOV - IL LIBRO DI FISICA .pdf

 

....Nel 1920 un fisico jugoslavo, Milutin Milankovic, ipotizzò l'esistenza di un ciclo, della durata di 40 mila anni, con una «grande primavera», una «grande estate», un «grande autunno» e un «grande inverno», ciascuno della durata di 10 mila anni. Secondo questa teoria, la terra sarebbe particolarmente suscettibile alle glaciazioni durante il «grande inverno», e quando concorressero altre condizioni favorevoli una glaciazione si verificherebbe effettivamente. Una volta verificatasi la glaciazione, la terra avrebbe maggiori probabilità di uscirne durante una «grande estate», sempre se altre condizioni favorevoli fossero in atto.

 

La proposta di Milankovic non incontrò molto favore ai suoi tempi. Nel 1976, però, il problema fu affrontato negli Stati Uniti da J. D. Hays e John Imbrie e in Gran Bretagna da N. J. Shackleton; essi lavorarono su lunghe «carote» di sedimenti dragate in due diversi punti dell'Oceano Indiano - relativamente poco profondi e abbastanza lontani dalla terraferma per garantire che non vi arrivasse materiale contaminante dalle zone costiere più vicine o da fondali marini ancora meno profondi.

 

Queste carote erano costituite di materiale che si era andato depositando in continuazione durante un periodo di 450 mila anni. Man mano che si consideravano strati più profondi delle carote, si tornava indietro nel tempo. Era possibile studiare gli scheletri di minuscoli animali unicellulari appartenenti a specie diverse, che prosperano in habitat con temperature differenti. Da tale studio si poteva stabilire la temperatura alla quale si era formato ciascuno strato.

 

Inoltre gli atomi di ossigeno si presentano in due differenti varietà, il cui rapporto quantitativo varia in funzione della temperatura; misurando tale rapporto in punti diversi della carota, era quindi possibile determinare la temperatura dell'oceano in tempi diversi. I due metodi per la ricostruzione delle temperature diedero risultati concordi, che sembravano accreditare qualcosa di molto simile al ciclo di Milankovic. Può quindi darsi che la terra abbia, a intervalli molto lunghi, un grande inverno con una glaciazione, proprio come ha ogni anno un normale inverno, in cui si ricopre di nevi. Ma allora, perché il ciclo di Milankovic avrebbe operato durante il Pleistocene, e non durante i duecento milioni di anni antecedenti, nei quali non vi fu alcuna glaciazione? Nel 1953, Maurice Ewing e William L. Donn pensarono che la soluzione di tale quesito poteva essere rintracciata nella peculiare geografia dell'emisfero settentrionale. La regione artica è quasi completamente occupata dall'oceano, però si tratta di un oceano chiuso dalla terraferma e circondato da tutte le parti da enormi masse continentali.

 

Immaginiamo che l'Oceano Artico sia appena un poco più caldo di quanto è oggi, ricoperto da un esiguo strato di ghiaccio o addirittura scoperto, che si presenti cioè come una distesa liquida ininterrotta. In tal caso esso sarebbe una fonte di vapor acqueo, che si raffredderebbe nelle zone superiori dell'atmosfera, per poi cadere sotto forma di neve: la neve finita sulle acque dell'oceano si scioglierebbe, ma quella finita sulle circostanti masse continentali si accumulerebbe, innescando la glaciazione: la temperatura diminuirebbe e l'Oceano Artico congelerebbe. Il ghiaccio non produce una quantità di vapor acqueo pari a quella prodotta dall'acqua liquida alla stessa temperatura. Una volta congelatosi, l'Oceano Artico immetterebbe nell'aria meno vapor acqueo e cadrebbe meno neve. I ghiacciai comincerebbero a ritirarsi, e, una volta innescata la deglaciazione, il processo verrebbe accelerato. Potrebbe quindi darsi che il ciclo di Milankovic dia adito a periodi di glaciazione solo nel caso che vi sia un oceano racchiuso dalle terre a uno o a entrambi i poli. Possono trascorrere anche centinaia di milioni di anni in cui, non verificandosi tali condizioni, non ci sono glaciazioni; ma, a lungo andare, sarebbe la deriva delle zolle tettoniche a creare una situazione favorevole, dando inizio a un periodo di un milione di anni, o anche più, in cui i ghiacciai seguiterebbero ad avanzare e a retrocedere regolarmente. Questa interessante ipotesi non è stata ancora accettata completamente. Naturalmente vi sono anche cambiamenti meno regolari della temperatura terrestre e fattori abbastanza imprevedibili che determinano tendenze al raffreddamento o al riscaldamento....

 

 

 

Cicli di Milankovitch Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. I cicli di Milankovitch sono gli effetti collettivi delle variazioni dei moti della Terra sul suo clima. Prendono il nome dall'ingegnere civile e matematico serbo Milutin Milanković.

L'eccentricità orbitale, l'inclinazione assiale e la precessione dell'orbita terrestre variano in base ad alcuni schemi, che hanno dato luogo a glaciazioni ogni circa 100 000 anni durante l'era glaciale del Quaternario. L'asse terrestre completa un ciclo di precessione circa ogni 26 000 anni e, allo stesso tempo, l'orbita ellittica ruota compiendo un ciclo ogni 22 000 anni. Inoltre, l'angolo tra l'asse terrestre e la normale del piano orbitale varia ciclicamente tra 21,5º e 24,5º, con un periodo di 41 000 anni. Attualmente, quest'angolo misura a 23,44º. La teoria di Milanković sui cambiamenti climatici non è tuttavia ancora perfezionata; in particolare la risposta climatica più grande è relativa ad una scala temporale di 400 000 anni, ma gli effetti su questi periodi, per quanto riguarda le glaciazioni, sono apparentemente lievi e non concordano con le previsioni. Per giustificare questa discrepanza, sono chiamati in causa vari fenomeni, correlati all'anidride carbonica o alla dinamica degli inlandis. Teorie simili sono state avanzate da Joseph Adhemar, James Croll ed altri, ma le verifiche sperimentali sono rese difficoltose dalla mancanza di prove di datazione affidabile, oltre che da perplessità su quali periodi siano da considerare nei rilevamenti. La teoria non avrebbe comunque raggiunto il suo stato attuale se non grazie alle ricerche sui sedimenti oceanici mediante carotaggio da parte di Jim Hays, John Imbrie e Nicholas Shackleton che pubblicarono i loro risultati su Science nel 1976

 

...naturalmente per poter leggere chi veramente fosse Milutin Milankovic tocca andare su Wikipedia in inglese perchè i soliti sinistronzi si guardano bene da mettere in rete informazioni contrarie alla loro gretta propaganda operando una censura de facto che si basa sulla solita molle pigrizia intellettuale degli italiani. :fish:

infatti mai sentuto prima d'ora.... pericolosa e parzialissima come sempre, wikipedia.

In compenso, oggi, su Repubblica: grandi spazi e box in onore dell'ultimo studio che conforta la tesi più cara ai catastrofisti de noantri: qui e cioè che c'è sempre una spiegazione antropica alla causa dei mali meteorologici.

La cosa che non torna è che ora siamo passati alle alluvioni, mentre solo due anni fa si scassandrava sulla desertificazione. Ne sa qualcosa un cialtrone che va in giro co na piccozza alla mano, non so se l'avete mai visto.... Global warming e causa umana fino a che anni di nevicate pazzesche come questi, in Usa, mai s'erano visti. Ma niente li fa vergognare, neanche le continue smentite dai bollettini: con un'impressionante rigiro di frittata, anche queste ora diventano conferme alla teoria del GW...Cioè: nel mondo si gela? è il riscaldamento globale.

Modificato da Rijkaardt
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..io sostengo la tesi che i periodi di glaciazione e deglaciazione si stiano avvicinando tantissimo. Il riscaldamento repentino causato dall'effetto serra, sciogliendo i ghiacci aumenterebbe il livello degli oceani ed enormi quantità di acqua fredda potrebbero comportare una variazione delle correnti marine e diminuire o annullare gli effetti delle stesse sul clima..

Per me questo è l'inizio dell'era glaciale.

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..io sostengo la tesi che i periodi di glaciazione e deglaciazione si stiano avvicinando tantissimo. Il riscaldamento repentino causato dall'effetto serra, sciogliendo i ghiacci aumenterebbe il livello degli oceani ed enormi quantità di acqua fredda potrebbero comportare una variazione delle correnti marine e diminuire o annullare gli effetti delle stesse sul clima..

Per me questo è l'inizio dell'era glaciale.

Lo scioglimento dei ghiacci è un'altra di quelle tesi che fa "acqua". Perchè se è vero che negli ultimi decenni si sono liquefatte masse ghiacciate quasi sterminate, basta fare due rapidi calcoli per chiedersi come sia possibile che città rivierasche fondate secoli fa, siano ancora esattamente al loro posto e non siano state spazzate via dai flutti.

 

Chi oggi pontifica di global warming, negli anni 70 era un grande sostenitore dell'imminente glaciazione...come a dire, se non è zuppa...

 

:bye:

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infatti mai sentuto prima d'ora.... pericolosa e parzialissima come sempre, wikipedia.

In compenso, oggi, su Repubblica: grandi spazi e box in onore dell'ultimo studio che conforta la tesi più cara ai catastrofisti de noantri: qui e cioè che c'è sempre una spiegazione antropica alla causa dei mali meteorologici.

La cosa che non torna è che ora siamo passati alle alluvioni, mentre solo due anni fa si scassandrava sulla desertificazione. Ne sa qualcosa un cialtrone che va in giro co na piccozza alla mano, non so se l'avete mai visto.... Global warming e causa umana fino a che anni di nevicate pazzesche come questi, in Usa, mai s'erano visti. Ma niente li fa vergognare, neanche le continue smentite dai bollettini: con un'impressionante rigiro di frittata, anche queste ora diventano conferme alla teoria del GW...Cioè: nel mondo si gela? è il riscaldamento globale.

 

:lol: ..verissimo che la disinformazia trova su Re-Pubica sempre nuove ali di cera da apporre come protesi sui moncherini già bruciati delle pregresse ali sciolte dal sole dei fatti... :ajo: ali di pollo credulone naturalmente :lol:

Risolto il rebus: piove di più :P

le alluvioni colpa dell'uomo :pizza:

Lo studio su Nature: fenomeni legati all'effetto serra, in 50 anni su due terzi dell'emisfero Nord le precipitazioni sono cresciute. ;) I ricercatori: "Stime per difetto, in futuro ci aspettano nubifragi ancora più violenti" di ELENA DUSI :smartass:

 

:lol:Risolto il rebus: piove di più le alluvioni colpa dell'uomo :pile:

 

DOVE le danze della pioggia hanno fallito, il riscaldamento climatico :death:( ma questi ancora non sanno discernere tra meteo e clima :boxed: )si sta rivelando fin troppo efficace. Dal calore in eccesso accumulato nell'atmosfera nascono infatti le nuvole nere che hanno inondato l'Australia a gennaio, trasformato il Pakistan in un'unica pozza l'estate scorsa, fatto esondare il Danubio nel 2010, ucciso tre persone a Massa nel novembre scorso.

 

Che i fenomeni meteorologici estremi siano in aumento era noto. Oggi la copertina di Nature (intitolata proprio "Il fattore umano") conferma che il riscaldamento climatico è il padre dei grandi diluvi, aumentati di 3,5 volte dal 1990 a oggi. E se un grado in più nella temperatura media di un anno o pochi centimetri di crescita dei mari possono lasciarci indifferenti, la violenza delle precipitazioni porta i danni del clima molto più vicino a noi. La Munich Re ha calcolato che i beni assicurati distrutti dal maltempo dal 1980 a oggi equivalgono a 1.600 miliardi di dollari: più 11% ogni anno.

 

"Possiamo dire con relativa certezza che la maggiore intensità delle precipitazioni dell'ultimo mezzo secolo non è frutto del caso" afferma Gabriele Hegerl, la climatologa dell'università di Edimburgo che ha condotto la ricerca. Con i colleghi, ha messo a confronto la mappa delle precipitazioni degli ultimi 50 anni con quella delle piogge che teoricamente sarebbero avvenute se l'atmosfera non fosse stata impregnata dei gas serra prodotti dall'uomo. I dati per un periodo così lungo sono risultati disponibili solo per l'emisfero

nord mentre la seconda mappa, quella teorica, è stata elaborata grazie a statistiche e modelli climatici. Seimila stazioni meteo hanno registrato tra il 1951 e il 2001 le piogge più violente di ogni anno: hanno cioè calcolato i valori massimi delle precipitazioni cadute sia in un arco di tempo di 24 ore che in uno di 5 giorni. Mettendo insieme i dati storici, si è visto che nel 65% dei punti osservati, cioè in quasi due terzi dell'emisfero nord, i valori massimi delle precipitazioni giornaliere sono andati crescendo a partire dal 1951. Le grandi ondate di maltempo monitorate nell'arco di 5 giorni sono invece aumentate del 61 per cento. "Il nostro studio è la prima conferma che l'aumento dell'intensità delle precipitazioni è legato al riscaldamento dell'atmosfera. Anzi, può darsi che abbiamo sottostimato l'andamento, e che in futuro dovremmo aspettarci eventi ancora più violenti" scrivono i ricercatori.

 

Dal generale al particolare, Nature pubblica anche uno studio sulle devastanti inondazioni di Inghilterra e Galles nel 2000. Nel più zuppo fra gli autunni di Oltremanica dal 1766 (anno in cui le precipitazioni iniziarono a essere misurate), le compagnie assicuratrici hanno dovuto rimborsare 1,5 miliardi di euro di danni. Ancora una volta i ricercatori hanno confrontato i dati reali con quelli ottenuti da calcoli che cancellano l'effetto dei gas serra. "Le inondazioni del 2000 - scrivono - avrebbero avuto una probabilità di avvenire più bassa di almeno il 20% senza riscaldamento climatico". Non a caso, stagioni altrettanto piovose si sono susseguite in Gran Bretagna anche nel 1998, 2003 e 2007.

 

In Italia il monitoraggio degli eventi meteo estremi è affidato all'Ibimet (Istituto di biometeorologia) del Cnr. Il direttore Giampiero Maracchi conferma: "Vediamo fenomeni molto intensi dall'inizio degli anni '90. Prima di allora, consideravamo pesante una pioggia da 40-60 millimetri al giorno. Oggi arriviamo anche a 250, come è avvenuto recentemente in Umbria. A Massa sono piovuti 230 millimetri in una mattinata e l'esondazione del Bacchiglione a novembre è stata causata da un regime di 200 millimetri che si è protratto per molti giorni".

 

:lol: :lol: :lol: ...oggi le comiche...

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..io sostengo la tesi che i periodi di glaciazione e deglaciazione si stiano avvicinando tantissimo. Il riscaldamento repentino causato dall'effetto serra, sciogliendo i ghiacci aumenterebbe il livello degli oceani ed enormi quantità di acqua fredda potrebbero comportare una variazione delle correnti marine e diminuire o annullare gli effetti delle stesse sul clima..

Per me questo è l'inizio dell'era glaciale.

 

segui sto sito

e leggi questo: http://www.climatemonitor.it/?p=5746

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Ma guarda che tocca leggere: :D

C’hanno provato con la Danza contro i Cambiamenti Climatici. C’hanno provato con il Concerto per i Cambiamenti Climatici. C’hanno provato con installazioni come una bolla di plastica galleggiante nell’aria.

 

Gore a parte, i successi artistici non sono certo piovuti, per i cambioclimatisti. E adesso, dulcis in fundo, arriva la dèbacle teatrale. Come riportata dal New York Times.

 

Guarda caso, in questo periodo a Londra sono rappresentate due opere teatrali sui cambiamenti climatici, l’una “credulona” e l’altra “scettica”: l’una, universalmente stroncata dai critici, l’altra, una “combinazione di umorismo nero, pathos e osservazioni incisive”.

 

Per i lettori meno inclini al pensiero, la pièce che non è piaciuta ai critici è quella cambioclimatista, “Groenlandia”, definita come una collezione di storie che “non riescono ad aggregarsi”, con un “tono prepotente” che “fallisce nel trasmettere emozioni senza neanche toccare granché l’intelletto”.

 

Dall’altra parte invece c’e’ “L’Eretica”, la cui protagonista, una scienziata che “non ‘crede’ a niente”, si ritrova ostracizzata dopo aver definito il cambiamento climatico come una nuova religione, dove il “credo” ha sostituito l’evidenza scientifica e chi non crede viene denigrato.

Non c’è molto da meravigliarsi, però. A cosa è dovuto il successo del”Eretica?

 

“The Heretic” succeeds where “Greenland” fails because it engages rather than lectures the audience. It is a linear story following a small group of people on personal journeys of self-discovery. Meanwhile, “Greenland” is a rather frayed patchwork of stories that never really interconnect […] “Greenland” makes even the most praiseworthy sentiments of the environmental lobby sound trite to the point of being laughable. At one stage, it even has a cynical Greenpeace eco-warrior talking earnestly about the need for a new economic paradigm — not a phrase often heard on a drama stage.

 

“L’Eretica” riesce dove “Groenlandia” fallisce perché si relaziona con invece che dare lezioni a il pubblico. È una storia lineare, che segue un piccolo gruppo di persone nei loro personali percorsi alla scoperta di se stessi. Invece, “Groenlandia” è un mosaico piuttosto sfilacciato di storie che non si interconnettono mai […] “Groenlandia” fa sembrare banali se non ridicoli persino i più lodevole sentimenti della lobby ambientalista. A un certo punto, ha persino un eco-combattente di Greenpeace che parla seriamente della necessità di un nuovo paradigma economico – non è una frase che si sente spesso su un palcoscenico teatrale.

 

Un tipping point culturale sulla strada del disastro del cambioclimatismo? Probabile.

 

Popularity: 1%

...popularity....arh arh arh :clapping: ..ecco cosa ci sarebbe dietro.. il consenso pilotato dell' asinistra.. ma buttiamola a ridere che è l'unica meta legalmente perseguibile del guitto di mestiere :devil:

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La questione del riscaldamento globale è spesso oggetto di disinformazione e catastrofismo ma non è una invenzione di qualche scienziato pazzo al servizio della politica. Vado a sintetizzare (troppo forse data la complessità) alcuni articoli di climatologi apparsi su serie riviste scientifiche per dare un contributo alla discussione.

 

Le glaciazioni non sono teorie ma fatti testimoniati dalle tracce geologiche e dal sollevamento della crosta liberatasi dall’enorme peso del ghiaccio che ancora avviene in Groenlandia, scandinavia e America settentrionale. “Negli ultimi 800.000 anni il volume delle masse glaciali ha raggiunto un massimo ogni 100.000 anni in accordo con il periodo di variazione dell’eccentricità dell’orbita terrestre, incrementi o decrementi si hanno inoltre ogni 23 e 41 mila anni circa a causa della variazione di inclinazione dell’asse e della precessione degli equinozi. L’ipotesi (geniale) di Milankovic, confermata negli anni 50 con i carotaggi dei sedimenti marini, è la chiave per spiegare i cambiamenti climatici globali ma da sola non basta a comprenderli.

 

I passaggi agli interglaciali (che sono molto più brevi e dunque non sono la norma almeno nell’ultimo milione di anni) sono stati molto bruschi e probabilmente un ruolo fondamentale viene giocato dalla circolazione oceanica profonda che trasporta l’acqua più salata e fredda che sprofonda nell’atlantico settentrionale distribuendola negli altri oceani e liberando là enormi quantità di calore. Negli interglaciali il nastro è attivo ed è responsabile del clima relativamente mite dell’Europa settentrionale (non è la corrente del golfo a farlo). Lo scioglimento delle masse glaciali che avviene alla fine del periodo caldo scarica enormi quantità di acqua dolce in quest’area cruciale interrompendo la corrente e abbassando bruscamente la temperatura atmosferica fino a 10 °C nell’arco di un decennio, dando così avvio alla nuova glaciazione. Circa 11000 anni fa a glaciazione ormai finita si verificò un periodo freddo della durata di quasi 1000 anni (Dryas recente) causato dal blocco improvviso ma temporaneo della corrente fredda atlantica a causa forse dello svuotamento rapido di un enorme lago di origine glaciale nell’area canadese. Gli ultimi 10000 anni sono stati invece molto stabili ma gli scienziati fautori di questa tesi sono preoccupati che l’entità dell’effetto dei gas serra sia un fattore molto più cospicuo dei tanti che sono intervenuti in ogni altro periodo interglaciale.

Il paradosso è che potrebbe essere proprio il riscaldamento eccessivo ad innescare un veloce ritorno ad un clima glaciale, cosa che potrebbe avvenire alla scala temporale delle centinaia di anni”.

Fonte: ( I fattori di controllo dei cicli glaciali – W. Broecker, G. Denton “Le Scienze n. 259, marzo 1990 - Il clima caotico - Wallace S. Broecker, “Le Scienze n 329, gennaio 1996)

 

Il dato certo è che Il riscaldamento è sicuramente in atto come già avvenuto altre volte (500 e 200 mila anni fà fossili dell’area mediterranea (tra gli altri, elefanti e ippopotami) indicano la presenza di faune caldo-tropicali, appena 1000 anni fa la Groenlandia fù colonizzata dai popoli scandinavi grazie ad un parziale ritiro del ghiaccio durato fino alla fine del medioevo) e rientra nei cicli naturali. I pessimisti paventano la scomparsa dei poli, tuttavia altri studi hanno evidenziato che lo scioglimento delle calotte è lento e talvolta si ferma per motivi non spiegati, il livello del mare aumenta in effetti costantemente ma di pochi mm annui. Il problema immediato non è forse quest’ultimo ma una alterazione della circolazione atmosferica che si manifesta con siccità o eventi meteo estremi a seconda del varie zone del globo

 

Il dato incerto è se esiste una accelerazione nel processo dovuta al fatto che il pianetino lo stiamo alterando in gran fretta (gas serra, distruzione degli ecosistemi forestali)

 

In ogni caso a mè pare una buona scusa per invertire la nostra tendenza distruttiva anche se ancora tutto è ridotto solo ad un meschino conteggio della Co2 immessa se fai una cosa invece di una altra perché nessuno si sogna di cambiare i modelli consumistici attuali.

 

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Il dato incerto è se esiste una accelerazione nel processo dovuta al fatto che il pianetino lo stiamo alterando in gran fretta (gas serra, distruzione degli ecosistemi forestali)

 

In ogni caso a mè pare una buona scusa per invertire la nostra tendenza distruttiva anche se ancora tutto è ridotto solo ad un meschino conteggio della Co2 immessa se fai una cosa invece di una altra perché nessuno si sogna di cambiare i modelli consumistici attuali.

Ma si che ogni nuova teoria vien buona, sopratutto quando si gioca con tanti numeri sempre troppo più grossi di noi. Bisogna discuterne e pure tanto e su questo non ci piove (visto che siamo in tema) :lol: Gli scienziati di tutte quelle discipline che affrontano gli abissi delle enormi masse-energie, gli abissi delle enormi distanze e gli abissi del tempo sono dannati dall'impossibilità dell'onere della prova perchè studiano fenomeni comunque irriproducibili in laboratorio. B) Nel migliore dei casi partoriscono una qualche ardita teoria parzialmente riproducibile con il metodo della riduzione dell' entropia informatica cioè potando le troppe variabili in gioco per chiudere all'angolo il problema della dimostrazione di un fenomeno riducendolo alla dimostrazione di un suo modello simile con la beata speranza che il modello sia il più fedele possibile all'originale. Un modello per definizione non riproduce mai la realtà ma la imita secondo la felice intuizione di Frege che proprio con il sistema del "modello ridotto" mitigò il dubbio di Kant sulla effettiva riproducibilità dei fenomeni troppo grandi, troppo lontani, troppo antichi. Russell fece di meglio pechè stabilì le regole matematiche che portano alla riduzione delle infinite variabili reali con un numero congruo di variabili finite applicate al modello più logicamente attinente ma ora questi signori verdastri vogliono stravolgere tutte le regole della scienza a loro uso e consumo. :( Così che sia l'uomo o meno a causare il GW a loro importa una sega perchè vogliono che sia solo l'uomo la causa di tutto in base al sillogismo che " se l'omo face allora l'omo disface pure isso ". :P Ma n'dove stà scritto? :lol: Ma questi credono ancora all' homo faber posto da un qualche dio al centro del mondo ma senza fare neppure la fatica di dover credere che dio ci sia. :angelnot: E anche se il GW lo avesse creato l'uomo per davvero ma poi chi l'ha detto ai ramarri umani che sempre l'uomo poi lo possa fermare? ..ma che parlano con lo stesso dio a cui poi negano di esistere come fà regolarmente quel cretino intellighiotto del "matematico impertinente " Odifreddi proprio dalle pagine di "Le Scienze" che oramai è solo Repubblica travestita + 2 paginette scarse scopiazzate male da Scientific American? :D Ed è proprio su questo sillogismo paradossale dell' "homo faber sed rincoglionitus" che si incaglia la corazzata dei catastrofal-ambientalisti... i ramarri non sanno mai le vere cause però pretendono di conoscere sempre i rimedi. :lol: Fisica ayurvedica? No grazie, io mi drogo da solo che mi diverto di più senza spaccare i marroni a nessuno:rolleyes:

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Umano o no,io più che del riscaldamento della Terra mi preoccuperei dell'inquinamento vero e proprio e delle quantità di rifiuti ingestibili che il mondo produce,dei problemi che ci saranno quando un altro mezzo mondo sarà ricco,della fine dei combustibili fossili, ecc ecc... Qualche grado in piu di fronte a queste minchiate mi sembra poco.

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...Qualche grado in piu di fronte a queste minchiate mi sembra poco.

Se ti riferisci alla temperatura media della superficie degli oceani "qualche grado in più" comporterebbe la scomparsa repentina delle calotte polari e l'innalzamento dei mari di decine di metri. Scomparirebbero subito Venezia e l' Olanda tanto per citare solo chi ci è molto vicino. Il GW non è pertanto un problema da prendere sottogamba o da liquidare con uno slogan perchè il rischio è reale e và affrontato senza pregiudizi e isterismi ma con giudizio sereno. Invece è proprio la capacità di giudizio sereno ciò che più manca all'informazione politicamente pilotata e da qui la mia critica ai suoi troppi eccessi, ma da qui a negare che il problema GW esista ce ne passa. E poi la monnezza c'è e si vede a prescindere dal GW e nessuno di noi comuni mortali ha alcun interesse a nasconderla sotto al tappeto.

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insomma,mi faccio il solare che c'è il gw e quindi il sole aumenta,ma se mi faccio il solare l'inquinamento diminuisce ciao gw e arriva l'ennesima glaciazione,e coi pannelli non ci faccio neppure l'ombra,però ci saranno solo vegani e quindi vai di metano autoprodotto e contemporanea riduzione del verde:l'unica è farsi crescere le branchie e sperare che sti czzo di verdocologisti non vengano pre sott'acqua a rompere i maroni!

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Se ti riferisci alla temperatura media della superficie degli oceani "qualche grado in più" comporterebbe la scomparsa repentina delle calotte polari e l'innalzamento dei mari di decine di metri. Scomparirebbero subito Venezia e l' Olanda tanto per citare solo chi ci è molto vicino. Il GW non è pertanto un problema da prendere sottogamba o da liquidare con uno slogan perchè il rischio è reale e và affrontato senza pregiudizi e isterismi ma con giudizio sereno.

Si lo so,"qualche grado" era un modo di dire. Il fatto é che i big internazionali sembrano orientati ormai solo a questo,e sembra l'unico obiettivo di lungo periodo.Quando io credo che ne avremo di ben più importanti. Partire dal riscaldamento è come partire dal male minore e meno urgente. Il problema é che l'ambiente (parola da astrarre dal significato politico degli ambientalisti) dovrebbe essere allo stesso livello ormai dell'economia di breve e di lungo periodo,per il semplice fatto che ormai ha un impatto altissimo sull'economia mondiale stessa. Ma tranquilli, il G-min**i@ pensa al riscaldamento globale!! <_<

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Ma tranquilli, il G-min**i@ pensa al riscaldamento globale!! <_<

...eppure ce lo sanno anche loro che il petrolio stà finendo e che l'automobilina del progresso rischia di fermarsi con i serbatoi vuoti come fecero i carri di Hitler nelle Ardenne nel 1944. Giunti ad un passo dalla mèta tutti scappati indietro a pedagna. :lol: E quindi io sospetto fortemente che per lorsignori che ci comandano il GW costituisca un pericolo molto più concreto ed imminente del rischio derivante dalla omai certa prossima ventura mancanza di benzina. Forse lorsignori sanno cose che noi non conosciamo oppure che sappiamo ma facciamo finta di non vedere. Brutte cose del tipo che la civiltà industriale come la noi conosciamo verrà messa seriamente in pericolo da disastrosi eventi meteoclimatici tipo "Katrina" che ha messo in ginocchio l'economia di uno dei 54 Stati della superpotentissima Unione Americana. Guai se non facciamo qualcosa entro i prossimi 30 anni! E' un dato di fatto visibile a tutti quanto la Luisiana sia ancora in piena emergenza a distanza di anni dal disastro e che l'economia USA in affanna non riesce a colmare la perdita di una grande città. I cittadini USA percepiscono il rischio di nuovi "Katrina" come se noi italiani avessimo la assoluta certezza che nei prossimi 20 anni altre 5-10 città d' Italia verranno sicuramente rase al suolo da terremoti come quello dell' Aquila. Ora anche i cinesi sono stati svegliati dal tifone e le recenti esondazioni alla foce dello Yang Tzè hanno rallentato la crescita del PIL cinese di un buon 1-2% il che è un'enormità anche per i nostri standard europei. :o Quindi il rischio meteo causato dal GW c'è ed è pressante ma l'ultima cosa che ci serve è l'isteria degli ambientalisti perchè serve disciplina sociale dentro gli Stati tanto quanto serve concordia d'azione tra gli Stati. Ora mancano entrambe le cose. <_<

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...naturalmente per poter leggere chi veramente fosse Milutin Milankovic tocca andare su Wikipedia in inglese perchè i soliti sinistronzi si guardano bene da mettere in rete informazioni contrarie alla loro gretta propaganda operando una censura de facto che si basa sulla solita molle pigrizia intellettuale degli italiani. :fish:

é vero è meglio la Propaganda di Silvio Berlusconi e dei destroidi dove l'Italia è una meraviglia,il mare è pulito Napoli è stata completamente ripulita dalla spazzutura e dove i depuratori di milano trasformano gli scarichi fognari in acqua purissima LEVISSIMA!!

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