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Elba Oggi Ci Ha Ascoltato!


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Ospite walter

Anch'io sono ovviamente Felice e mi complimento con Giorgio, la lettera è fatta veramente bene, onesta e pungente. Credo che chiunque, abbia un minumo di buonsenzo, anche il più accanatito arci-ambientalista abbia ben poco da obbiettare. :clapping::clapping:

Domanda: ma questa iniziativa si può replicare su altre testate??, una maggiore diffusione non potrebbe che far bene...

Saluti

Walter

p.s. Mitico Giorgen, ce ne vorrebbero 2 o 3 come lui e saremmo a posto!! ma forse basta anche lui da solo, non finisce mai di stupirmi è un Grande!!

:robot::robot::robot:

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Amici,

 

vi ringrazio per le belle parole, ma credo che il punto davvero importante sia il commento di Elba Oggi, che segue da tempo tutta la vicenda.

Considerando che su Elba Oggi si leggono i commenti di politici, sindacato, associazioni di categoria, wwf etc..sull'AMP, credo che sia il posto ideale per dire la nostra. Non mi illudo affatto, ma di sicuro sentirsi dare ragione da un giornale "terzo" rispetto alle questioni "pescasub sì, pescasub no" è una cosa che fa sperare.

 

Gli argomenti ci sono e sembrano funzionare....oltretutto ero di corsa ed ho messo giù la lettera in pochi minuti, più per sfogo che altro (sfogo poi ribadito sul Forum). Mai mi sarei aspettato la pubblicazione.

 

Passo successivo? Far arrivare lettere moderate ma incisive su carta intestata FIPSAS con la firma del suo Presidente, che al telefono tempo fa manifestò la sua disponibilità in tal senso.

 

Giorgio

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Grande Giorgio, penso che la cosa più positiva per la pesca in apnea e, come hai fatto tu oggi, parlarne e farla conoscere alle realtà c.d. esterne, cioè estranee all'ambiete della pesca in apena. C'è da considerare che i decenni di silenziosa e discreta esistenza, spesso individualista, in cui abbiamo operato fino ad oggi, non hanno giovato per nulla alla nostra causa. La nostra decennale silenziosa esistenza, come sorella minore, sopravvissuta all'ombra delle più popolari discipline attuate con gli autorespiratori, ha prodotto l'unico risultato di non essere riconosciuti da nessuno come praticanti di una disciplina, difficile, cha ha ormai una certa tradizione.

Infatti, se una volta buona parte dei sommozzatori sportivi proveniva dalle file dei pescatori in apnea, non è più così. I sommozzatori, oggi, vengono partoriti in piscina e non più in acqua di mare e, pertanto, hanno dimenticato la parentela che ci legava, cioè la dipendenza dal mare, da amare e rispettare. Facendo diventare già il mondo delle immersioni con l'autorespiratore una realtà esterna che nulla sa di noi. Figurarsi cosa sanno o immagginano della nostra attività le persone con interessi comuni. Magari l'appassionato di tennis pur non avendo passione per il calcio ne sa tanto, sa per esempio che da parecchi anni non vinciamo i campionati del mondo, sa per esempio che per vincere un campionato italiano ormai le squadre del nostro paese sono compostre anche da numerosi stranieri, è sicuramente a conoscenza della violenza che caratterizza le fazioni di appassionati che seguono più da vicino tale sport, ma a nessuno è mai saltato minimamente in mente di vietare la disciplina. Lo stesso appassionato di tennis quasi mai però sa che l'Italia è sempre ai più alti livelli della pesca subacquea internaionale, con atleti insigniti di riconoscimenti del Presidente della Repubblica per i meriti sportivi all'estero, a cosa servono le medaglie se dopo veniamo esclusi dalle località per noi fondamentali?

Bravo Giorgio, la pubblicità è l'anima del commercio! La nosta disciplina è troppo bella per non ammaliare le persone dei mondi esterni. Quindi è giudto farla conoscere e rappresentarla ad un pubblico sempre più vasto.

Grazie ancora Giorgio

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Dopo tanti complimenti, arrivano anche i miei!

 

Grandioso!

 

Soprattutto nell'aver saputo toccare i "tasti" giusti, considerato che gli elbani vivono di turismo...

Come sempre, ineccepibile l'analisi.

 

Complimenti sinceri!

Sei proprio una :fox:

 

Pepu.

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"L'esclusione della pesca in apnea sembrerebbe riconducibile al così detto "principio di precauzione", in base al quale, in assenza di prove scientifiche, si proibisce comunque un'attività anche solo potenzialmente dannosa, in attesa di una prova contraria"

 

Non sarebbe quindi il caso che la federazione (quindi tutti noi) promuovesse tali studi scientifici?

La mia impressione è che siamo con l'acqua alla gola e le cose da fare sono due: nuotare o affogare!

 

p.s. Bravo Giorgio!

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