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Strascichi barotrauma polmonare...


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Egregio Profeesor Malpieri,

sono Massimiliano Calò da Grosseto e, mio malgrado, Le scrivo una seconda volta sempre a causa del barotrauma polmonare accusato nei primi giorni di giugno; a suo tempo, per stringere i tempi, mi indirizzò al Dr. Brauzzi responsabile della camera iperbarica dell’Ospedale di Grosseto il quale, a seguito di rx toracico e visita medica specifica (polso, auscultazione toracica e densità del sangue), confermò la Sua diagnosi di emottisi a seguito di immersione in apnea, prescrivendomi un periodo di riposo e terapia medica a base cortisonica (Bentelan) e antibiotica (Agmentin), precisando di farmi ricontrollare in caso di ricaduta, stato febbrile o fenomeni di dispnea.

Da inizio giugno non ho più fatto immersioni e mi sono riguardato dal fare attività fisica, sospendendo gli allenamenti in piscina, e solo da quando sono in ferie, ossia dal 7 di agosto sono tornato al mare limitandomi nell’attività fisica a qualche palleggio di pallavolo, a qualche bagno giornaliero e rigorosamente senza nuoto, insomma, tutte attività di villeggiante/bagnante.

Sono abbastanza preoccupato perché nonostante mi sia riguardato, da qualche giorno a questa parte sono ricomparsi alcuni sintomi che non mi convincono affatto: un senso di pesantezza a metà petto nella parte destra del torace, tosse secca senza il fastidioso “raschio”, ma quasi di tipo asmatico, entrambi i fenomeni sono più acuti la mattina, un senso di tensione a livello del collo sotto la glottide, quasi all’attaccatura della clavicola, sempre nella parte destra, difficoltà di riempire a pieno i polmoni facendo la manovra di inspirazione profonda. Tutto questo, ovviamente, senza aver neanche provato a pensare di fare apnea.

Non sono riuscito a parlare con il Dr. Brauzzi che attualmente si trova all’estero e non me la sono sentita di disturbarLa telefonicamente visto il periodo feriale ma non ho potuto non contattarLa perché questa situazione si sta prolungando e mi rende particolarmente preoccupato per la mia salute e per la possibilità di continuare a praticare l’apnea.

Vorrei sapere cosa debbo fare per venire a capo di questa spiacevole situazione fisica e psicologica: devo attendere il ritorno del Dr. Brauzzi; c’è bisogno di un controllo immediato, c’è bisogno di nuovi e più specialistici esami?

La prego di darmi un consiglio e, comunque, La ringrazio per la Sua enorme disponibilità e pazienza dimostrata nei miei confronti e di tutti coloro che, come me, amano il mare, i suoi abitanti e la disciplina dell’apnea in nome della quale ci sta arricchendo con i suoi consigli, mettendo a disposizione degli altri tutta la Sua conoscenza e il suo infinto senso del dovere etico professionale.

Massimiliano Calò

 

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