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Buone vacanze a Calvi!


Messaggi raccomandati

Aumentano le testimonianze dopo il caso dello Yacht crivellato e la denuncia del medico.

 

LA LETTERA DI UN LETTORE

«Buttato in acqua e cacciato dal porto»

Disavventura di un medico italiano a Calvi, in Corsica: «Io e la mia famiglia trattati con violenza dagli ormeggiatori». Il consiglio della polizia: lasciate perdere

MILANO - A seguito dell'articolo firmato da Michele Farina sullo yacht italiano crivellato di colpi e semiaffondatto nella baia di Calvi in Corsica, abbiamo ricevuto, e volentieri pubblichiamo, la seguente lettera firmata di un lettore.

 

 

“Egr. Dott.re,

la disturbo per raccontarle quanto è accaduto, a me e alla mia famiglia, il 2 agosto u.s. mentre mi trovavo in crociera in Corsica con la mia barca.

 

Le preciso la composizione della mia famiglia solo per fugare qualsiasi dubbio sulla mia attendibilità. Io e mia moglie (rispettivamente di anni 59 e 51) siamo medici, mia figlia E. di aa. 26 è laureanda (ottobre p.v) in Scienze Politiche a Roma, mia figlia M. di aa. 24 è laureanda (ottobre p.v.) in Medicina a Roma, mio figlio V. di aa. 21 è laureando in Ingegneria Meccanica (luglio 2010) al Politecnico di Milano.

 

Arrivati a San Florent, dopo aver fatto tappa a Bastia e Macinaggio, mi arrivano le previsioni meteo che davano forte maestrale per il giorno 3/8. Dovendo proseguire sulla costa occidentale, decido di raggiungere Calvi prima dell'arrivo del maltempo che ci avrebbe bloccati per due o tre giorni.

Rispettoso del mare e prudente avendo tutta la famiglia a bordo, prima di partire alla volta di Calvi mi assicuro con numerose telefonate direttamente al comandante del porto di Calvi sulla disponibilità e certezza di trovare ormeggio in porto.

 

Lo stesso mi rassicura e mi da indicazioni di ormeggiare, una volta arrivato, al molo d'onore (riservato ai mega-Yacht) in attesa che si liberasse il posto assegnatomi per la mia barca di 12mt.

Preciso che sono arrivato in porto alle 13 dopo circa 5h di navigazione. Alle 17 si presenta un ormeggiatore, in gommone dicendoci che dovevamo andarcene perché era arrivata la barca proprietaria del posto in banchina dov'ero ormeggiata, provvisoriamente, la mia barca. Rispondo che mi sarei spostato subito e che m'indicasse dove ormeggiare. Mi risponde che non c'è nessun posto e che me ne sarei dovuto andare proprio via. Ritenendo che il ragazzo non fosse al corrente della mia prenotazione fatta con il comandante lo prego di farmi parlare con lo stesso.

 

Dopo qualche minuto si presentano cinque tipi, tutti appartenenti alla società che gestisce il porto, con tanto di divisa (maglietta rossa e calzoncini) e nome della marina sulla maglietta stessa. Uno di questi mi dice di essere il comandante. Per educazione scendo dalla barca per salutarlo e chiedere spiegazioni sull'equivoco sicuro che tutto si sarebbe chiarito. All'improvviso, dopo che il tipo che si era qualificato comandante, ma non lo era, impartisce un ordine agli altri quattro, vengo di peso sospinto sulla passerella con estrema violenza tanto che perdendo l'equilibrio cado in acqua tra la poppa della barca e la banchina, riportando, per fortuna, "solo" una contusione toracica ed una ferita lacero-contusa a livello dell'addome. Mio figlio, incredulo, vedendomi buttato in acqua e ferito, cerca di venire in mio soccorso ma è afferrato per il collo da un'altro dei cinque ed a sua volta buttato in acqua. Nel frattempo, con azione coordinata, e quindi più volte provata e forse messa in atto, i cinque si dividono i compiti e precisamente: due da terra sciolgono le cime d'ormeggio, altri due si portano a prua della barca con un gommone per sciogliere il corpo morto mentre il quinto da terra coordina il raid.

 

Veniamo sospinti, dal loro gommone, fuori dal porto mentre mia moglie tra le lacrime, preoccupata per me che sanguinavo abbondantemente, ma soprattutto preoccupata perchè mia figlia E. era rimasta a terra, gli urlava di consentirci almeno di far risalire a bordo la figlia. Io che urlavo a mio figlio di chiamare la polizia venivo deriso e invitato a chiamare chi volessi ma fuori dal porto. Intanto mia figlia E., senza perdersi d'animo, benché braccata dai tipi che ci avevano buttati a mare, riesce a raggiungere il posto di polizia. Sbigottita, mi racconterà poi, che i gendarmi le consigliano di risalire in barca, accompagnata da loro, perché da quando c'è questo comandante era pericoloso fare denunce o altro. Così avviene e con il buon senso del padre di famiglia decido di lasciare anche il campo boe di Calvi dove nel frattempo mi ero ormeggiato e di fare ritorno a ST Florent che raggiungo alle tre del mattino.

 

Alla luce di quanto riportato dal suo articoloe con la pelle d'oca, pensando a quello che ci sarebbe potuto succedere, ringrazio Dio per come sono andate le cose e la invito, sommessamente, a tener conto di quanto le ho raccontato (se la sua indagine giornalistica avrà un seguito), ed io personalmente escluderei la ventilata ipotesi della polizia locale dell'autoaffondamento per fini assicurativi essendo per altro una barca a nolo (per quanto par di capire). Che cosa possa essere successo all'Elleduevidue, allo stato siamo in due a non poterlo sapere, però posso ipotizzare, che se ci fosse stata una lite, forse, come par di capire, per altri motivi ma di consistenza economica più rilevante, vista la violenza con cui hanno voluto risolvere il nostro piccolo caso, e una reazione meno mite di quanto è stata la mia, da parte dell'equipaggio dell'Elleduevidue, tutto può essere accaduto. Di sicuro forze di polizia, non possono scambiare il foro di un trapano con il foro di un proiettile, nè è pensabile un affondamento a fini assicurativi per conto terzi.

 

Un'ultima amara considerazione. Mentre avveniva tutto ciò, sul molo, praticamente al centro del paese, affollato di gente, ci trovavamo tra due barche d'italiani che non hanno proferito parola in nostra difesa, anzi si preoccupavano di aggiungere parabordi alle loro barche per evitare che la nostra, sospinta dal gommone, le potesse danneggiare. Può verificare anche questo se solo hanno registrato, come dovuto, le barche ormeggiate il 2 agosto 2009 alle ore 14 al molo d'onore.

 

http://www.corriere.it/cronache/09_agosto_...ml?fr=correlati

 

«Cacciato a schiaffi con il mare a forza 7»

«A me il posto lo hanno dato. Pagando»

Nuovi racconti dei lettori su quanto succede nel porto di Calvi. E un impiegata della Capitaneria: «Altri casi»

 

MILANO - L'episodio del medico cacciato in malo modo dal porto di Calvi dopo essere anche stato gettato in mare da addetti della società che gestisce le banchine non sembra essere isolato. Altri lettori hanno scritto a Corriere.it raccontando esperienze analoghe. E che in quell'approdo la gestione dei posti barca sia amministrata spesso con metodi sbrigativi da parte del personale addetto lo conferma in un’intervista all'agenzia Rcd un’impiegata della Capitaneria - che vuole restare anonima - mentre il comandante del porto, Bertrand Mariani, rifiuta di parlare con la stampa italiana. «Ancora il 21 agosto - ha detto l'impiegata - si è verificato un episodio simile a quello denunciato dal medico italiano. Una barca con regolare prenotazione è stata cacciata dal posto assegnato. Solo dopo lunghe trattative e polemiche è stato trovato in porto un nuovo posto e si è così evitato che l’imbarcazione dovesse riprendere il mare» (ascolta l'audio). Nessuna responsabilità, sostiene l’intervistata, è da attribuire al Comandante Mariani, la gestione degli addetti agli ormeggi sarebbe in mano al vice comandante George Hevy.

 

«SCHIAFFI E CIME TAGLIATE» - Ci sono poi le nuove testimonianze pervenute al Corriere. Carlo Guerrieri, ad esempio, segnala come l'11 luglio scorso lui e un amico, entrambi settantenni, abbiano subito un analogo trattamento: «intimazione a lasciare il porto nonostante il vento a 35/40 nodi e il mare a forza 6/7 con la nostra barca di soli 7 metri e 50 e la disponibilità di almeno altri tre posti sulla stessa banchina». Al tentativo di avere spiegazioni, spiega il lettore, «viene replicato con il taglio delle cime di ormeggio, lo strappo del cavo di alimentazione elettrica, un calcio dall'alto della banchina fortunatamente non andato a segno, schiaffo in pieno volto al mio amico, abbordaggio da un gommone a prua per liberare la barca dal corpo morto e traino fuori dal porto». Secondo il signor Guerreri, a coordinare il tutto ci sarebbe stato l'«adjoint» ovvero «il vice comandante della Capitaneria con tanto di divisa». Il settantenne italiano ha contattato la gendarmerie che lo ha invitato a sporgere denuncia. Cosa che il lettore ha fatto, segnalando il caso a tutte le autorità competente e anche alla stampa locale. «La sola risposta finora pervenuta - fa ora notare - è stata quella del ministero dell'Ecologia competente per gli affari marittimi, che ha qualificato il fatto come atto grave ed incivile, invitandomi ad inoltrare denuncia al procuratore della Repubblica di Bastia, ciò che ho fatto». Non trattandosi di episodi isolati, Guerreri invita a «una presa di posizione da parte delle autorità consolari italiane».

 

«PAGANDO IL POSTO C'E'» - Episodio che fa riflettere è anche quello capitato a Massimiliano Spina, che con il personale del porto di Calvi ha avuto a che fare il 6 luglio e nei giorni seguenti. Lui a piazzare la barca c'è riuscito. Ma a caro prezzo. «Con il Mistral in arrivo mi sono affrettato a cercare un rifugio sicuro. Al telefono mi dicono: "non accettiamo prenotazioni telefoniche, monsieur, venga qui e le cerchiamo un posto"». Così fa. Ma nonostante l'attesa che si protrae di due ore in due ore, il posto non si materializza. «Ascolto decine di chiamate radio come la mia - racconta ancora il signor Spina -, tutte barche fuori dal porto che vorrebbero entrare e a tutti viene detto per ora niente posto, i posti sono prenotati dall?inverno scorso: bisogna aspettare!». Tuttavia il vento è già teso e non ci sono più possibilità di rimettersi in mare. «Un amico su un'altra barca - racconta il lettore -, stremato anche lui dalle continue chiamate e rinvii via radio, decide di chiamare per telefono, offrendo alla sconosciuta signora della reception un regalino se le avesse trovato un posto. Il posto miracolosamente salta fuori all'istante. La signora si raccomanda di non chiamare via radio per non farsi sentire e il mio amico ormeggia alla banchina d'onore». «Tengo famiglia - aggiunge - e non potevo passare 5 giorni alla fonda fuori dal porto (il Mistral in genere tanto dura), quindi chiedo al mio amico di vedere cosa poteva fare anche per me una volta dentro. Così ha individuato uno dei "capetti" e gli ha chiesto se avesse potuto trovare un posto anche per me. Risposta testuale del capetto: "Sì, ma il suo amico me la dà una mancia sostanziosa o no? Perché altrimenti il posto non c'è". Il lettore accetta suo malgrado e il posto, dopo versamento di 100 euro, salta fuori. «Ma i posti non erano prenotati dall'inverno? Volevamo restare 5/6 giorni, ma la tangente valeva 3 giorni, poi la signora della reception pretendeva che tornassimo a "versare" altri 50 euro a barca. Cosa che puntualmente siamo stati costretti a fare al terzo giorno, per assicurarci altri 3 giorni. Al 6° giorno però la signora non era in turno e non poteva più "proteggerci", così si è materializzato il capo del porto in persona chiedendo al mio amico di lasciare l'ormeggio. Altra mancia pure a lui e, guarda caso, non c'era più bisogno di liberare il posto».

 

http://www.corriere.it/cronache/09_agosto_...44f02aabc.shtml

 

:blink:

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Ai corsi purtroppo la notizia di essere francesi,europei,occidentali e civilizzati non è arrivata: sono appena tornato dalla Corsica girandomela in lungo e in largo....

In che senso?

Che ti e' successo???

Ho assistito a risse improvvise per motivi inutili,con tanto di lancio di bicchieri e sangue.La polizia è di un'assenza imbarazzante per le cose serie e di una ferocia inaudita per le cose idiote.Per non parlare dello stile di guida: capisco l'essere montanari e abituati alle strade,ma avrò rischiato la vita (e non scherzo) un buon paio di volte.La capitaneria poi non ne parliamo: tornando indietro la tessera Fipsas per pescare li non me la rifarei.Gente che pescava in mezzo ai bagnanti,barche attraccate ovunque e pescatori in zona C (dove manco ti puoi immergere con le bombole): la capitaneria assente anche nelle zone turistiche,e se c'era zitta e mosca.Perciò storie di capitani che in stile mafioso ti buttano fuori dal porto non mi stupiscono.Bei posti,costi economici,ma ripeto,la civiltà non è entrata molto dentro delle persone che vivono li.

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http://www.lefigaro.fr/flash-actu/2009/08/...es-en-fuite.php

 

Corse: 5 voleurs d'amphores en fuite

AFP

24/08/2009 | Mise à jour : 20:09 | Ajouter à ma sélection

Cinq plongeurs italiens surpris vendredi en train de piller un champ d'amphores entre l'île de Cavallo et les îles Lavezzi, dans la Réserve naturelle des Bouches de Bonifacio (extrême-sud de la Corse), ont disparu. "Lorsque nous avons eu besoin de procéder à des vérifications ce week-end, nous avons constaté qu'ils avaient disparu de Cavallo", a indiqué à l'AFP le vice-procureur, Valérie Tavernier.

 

La magistrate, qui a revu à la hausse les sanctions susceptibles d'être infligées aux plongeurs, va convoquer à nouveau les plongeurs. Ils pourraient, s'ils persistent à ne pas donner signe de vie, être recherchés par la police italienne. Dans un premier temps, le vice-procureur avait évoqué des poursuites pour "ramassage sur épaves", une contravention passible de lourdes amendes. Lundi, elle a expliqué envisager une possible comparution devant le tribunal correctionnel pour "détournement d'épaves maritimes", un délit puni d'une peine pouvant aller jusqu'à trois ans de prison et d'une amende de 375.000 euros.

 

 

Corse: cinq Italiens interpellés alors qu'ils pillaient un champ d'amphores

 

AJACCIO, 22 août 2009 (AFP) -

 

Cinq plongeurs de nationalité italienne ont été interpellés après avoir été surpris en train de piller un champ d'amphores entre l'île de Cavallo et les îles Lavezzi, dans la Réserve Naturelle des Bouches de Bonifacio (extrême-sud de la Corse), a-t-on appris samedi de source judiciaire.

Les cinq hommes - dont les identités n'ont pas été communiquées - ont été repérés par des agents de la réserve. En plongeant à leur tour, les agents ont découvert les cinq hommes occupés à ratisser un champ d'amphores dont ils s'employaient à extraire quelques exemplaires en bon état.

"Les cinq hommes seront poursuivis et convoqués devant le tribunal où ils risquent une forte amende", a indiqué samedi à l'AFP le vice-procureur, Valérie Tavernier, qui a déjà ordonné la confiscation de leur matériel de plongée, ainsi que des bateaux et scooters des mers qu'ils utilisaient.

Ils devraient être poursuivis pour plusieurs infractions, notamment ramassage sur épaves, entrée et plongée avec bouteilles dans une zone interdite.

"Les contrevenants affirment qu'ils ne savaient pas qu'ils n'avaient pas le droit de ramasser des amphores, ce qui est a priori peu crédible. Pour le moment, nous ne disposons pas d'éléments laissant supposer qu'ils se livraient à un trafic", a ajouté la magistrate.

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Il milanese Stefano Martelli, 48 anni, è in Costa Azzurra. «Chiarirò tutto con la polizia»

Lo yacht fantasma e la vendetta corsa

L’armatore telefona: sono vivo. Il nipote: attaccati perché italiani

MILANO — L’uomo del gial­lo di Calvi è vivo e vegeto in Costa Azzurra. In Francia, con i figli e l’ex compagna. La solu­zione del mistero dello yacht semiaffondato al largo della Corsica, è tutta nella testa di Stefano Martelli, il 48enne mi­lanese titolare della System Charter.

 

E lui, il propietario dell’im­barcazione da 18 metri trovata crivellata di proiettili venerdì scorso all’imbocco del porto Xavier Colonna, ha garantito all’Interpol che prima o poi chiarirà tutto. Spiegherà il mi­stero della «Lueduevidue», spiegherà che non c’erano pas­seggeri. «La barca non è mai stata noleggiata, erano ancora in corso lavori di restauro». Come ci sia finito lo yacht a picco resta un giallo insoluto. Martelli agli investigatori non lo ha voluto raccontare. Non è ancora rientrato in Italia. Si è parlato di debiti (due protesti a suo carico per 5 mila euro to­tali), si è parlato di un conto non saldato da 13 mila euro al­le autorità portuali, ma soprat­tutto s’è parlato dei modi spic­ci degli ormeggiatori di Calvi. «Un porto da evitare», come hanno raccontato due lettori nei giorni scorsi al Corriere.

 

Lo yacht nelle acque della Corsica c’era arrivato lo scorso aprile. Qui, come racconta il ni­pote Alessandro Martelli, che a Milano lavora come commer­cialista, doveva nascere la ba­se della società di noleggio. In realtà le attività della System Charter non sono mai iniziate: «La barca, un Baia 60, era stata acquistata nell’aprile del 2006 al cantiere Gatto di Salerno. Mio zio l’aveva permutata con un’altra imbarcazione — rac­conta il nipote —. Poi ad apri­le il trasferimento a Calvi. La barca valeva sui 280 mila eu­ro, ma erano necessari alcuni lavori». È stato lo stesso com­mercialista a seguire su delega dello zio il trasferimento in Corsica. Poi gli affari non sono decollati. «Ho rimesso il man­dato professionale, con la so­cietà non ho mai avuto alcun legame. Per me era solo lavo­ro, lavoro contabile».

 

L’azienda di noleggio ha se­de presso lo studio del com­mercialista in viale Abruzzi 11, ma la gestione imprenditoria­le è sempre e solo stata in ca­po a Stefano Martelli e alla ex compagna di origini portoghe­si: «Non so come mio zio stia gestendo questa vicenda. Io l’ho invitato a rientrare in Ita­lia e a chiarire tutto con la poli­zia ». L’ultima telefonata ieri mattina: «Ho capito, chiarirò prima o poi», ha assicurato l’imprenditore.

 

Cosa sia accaduto lo scorso 21 agosto resta un mistero. Ste­fano Martelli ha lasciato Calvi dieci giorni prima. La barca era ormeggiata lungo la ban­china. Lui, venerdì scorso, era già in Costa Azzurra. Per Ales­sandro Martelli la truffa all’as­sicurazione è un’ipotesi remo­ta: «In quel porto succedono cose strane. L’idea di una nuo­va società di noleggio, per giunta italiana, dava fastidio. Gli ormeggi sono stati tagliati di proposito. Non ho dubbi».

 

 

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O ancora:

 

«Minacciati dai titolari di un campeggio»

Disavventura per un altro medico italiano in vacanza con la famiglia in Corsica: «Io e la mia famiglia siamo stati aggrediti e buttati fuori dal campeggio di notte»

 

http://www.corriere.it/cronache/09_agosto_...44f02aabc.shtml

 

 

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Onestamente resto basito!!!

E dall'anno scorso che ho iniziato a frequentare la Corsica volendo evitare il Giglio per la "questione"dell'AMP.Ho trascorso in tutto 5 settimane senza aver avuto la benche' minima percezione di ostilita' da parte dei Corsi,dove non arrivavo con il mio francese arruginito riuscivo tranquillamente a farmi capire in italiano senza suscitare chiusure o fraintendimenti da parte del mio interlocutore esercente o altro che fosse,sulle strade interne onestamente non ho notato fenomeni di pirateria stradale e considerate che a fine giugno ho macinato piu' di 1000 Km in due giorni per girarla quasi completamente + un'altro migliaio da bastia a calvi e ritorno piu' vari giretti,anzi vi diro' che spesso mi scocciava rimanere dietro ad auto che stavano 5/10 KM sotto il limite su sutrade extraurbane.

Sicuramente i Corsi per la loro condizione di "stato nello stato"possono talvolta aver dimostrato con atti incivili e criminosi quello che non e' il vero popolo Corso,poi forse mi sbagliero'chi lo sa,o fatto solo 5 sett.in due anni e non ho avuto modo di conoscere molte persone del luogo.

Pero' se ci guardiamo attorno abbiamo fior fior di mafie in Spagna l'ETA sembra essersi risvegliata ecc...ecc..

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bo non saprei prorio dove stà la verità....sono stato a calvi 3 anni fa in campegigio e mi sono trovato benissimo....certo i corsi sono isolani e fieri della proria terra,propiro per questo appaiono a volte duri e poco socievoli,ma diciamo che noi italiani quando siamo in giro facciamo anche poco per farci amare....con questo non dico che fanno bene a sbatterti fuori dal porto e a prenderti a schiaffi se non te ne vai, ma magari un debito non pagato o un comportamento strafottente può causare tutto questo...

poi si vedrà.....

ciao

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Dimenticavo nei fatti di cronaca ci potranno essere anche tutte le verita di questo mondo,il problema e' che se oggi i media ne parlano tutti a puntare il dito,poi domani tornano sulle zinne della Sabrina Ferilli e ci fanno 10 pagine su un settimanale e 150.000servizi al TG... :cacca:

...se vedemu belandi!!!

 

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http://www.lefigaro.fr/flash-actu/2009/08/...es-en-fuite.php

 

Corse: 5 voleurs d'amphores en fuite

AFP

24/08/2009 | Mise à jour : 20:09 | Ajouter à ma sélection

Cinq plongeurs italiens surpris vendredi en train de piller un champ d'amphores entre l'île de Cavallo et les îles Lavezzi, dans la Réserve naturelle des Bouches de Bonifacio (extrême-sud de la Corse), ont disparu. "Lorsque nous avons eu besoin de procéder à des vérifications ce week-end, nous avons constaté qu'ils avaient disparu de Cavallo", a indiqué à l'AFP le vice-procureur, Valérie Tavernier.

 

La magistrate, qui a revu à la hausse les sanctions susceptibles d'être infligées aux plongeurs, va convoquer à nouveau les plongeurs. Ils pourraient, s'ils persistent à ne pas donner signe de vie, être recherchés par la police italienne. Dans un premier temps, le vice-procureur avait évoqué des poursuites pour "ramassage sur épaves", une contravention passible de lourdes amendes. Lundi, elle a expliqué envisager une possible comparution devant le tribunal correctionnel pour "détournement d'épaves maritimes", un délit puni d'une peine pouvant aller jusqu'à trois ans de prison et d'une amende de 375.000 euros.

 

 

Corse: cinq Italiens interpellés alors qu'ils pillaient un champ d'amphores

 

AJACCIO, 22 août 2009 (AFP) -

 

Cinq plongeurs de nationalité italienne ont été interpellés après avoir été surpris en train de piller un champ d'amphores entre l'île de Cavallo et les îles Lavezzi, dans la Réserve Naturelle des Bouches de Bonifacio (extrême-sud de la Corse), a-t-on appris samedi de source judiciaire.

Les cinq hommes - dont les identités n'ont pas été communiquées - ont été repérés par des agents de la réserve. En plongeant à leur tour, les agents ont découvert les cinq hommes occupés à ratisser un champ d'amphores dont ils s'employaient à extraire quelques exemplaires en bon état.

"Les cinq hommes seront poursuivis et convoqués devant le tribunal où ils risquent une forte amende", a indiqué samedi à l'AFP le vice-procureur, Valérie Tavernier, qui a déjà ordonné la confiscation de leur matériel de plongée, ainsi que des bateaux et scooters des mers qu'ils utilisaient.

Ils devraient être poursuivis pour plusieurs infractions, notamment ramassage sur épaves, entrée et plongée avec bouteilles dans une zone interdite.

"Les contrevenants affirment qu'ils ne savaient pas qu'ils n'avaient pas le droit de ramasser des amphores, ce qui est a priori peu crédible. Pour le moment, nous ne disposons pas d'éléments laissant supposer qu'ils se livraient à un trafic", a ajouté la magistrate.

 

 

Caro jeff des mers

l'idiozia non ha patria, non sono giustificabili i subacquei italiani che vengono a rubare le anfore in corsica,

ma non lo sono neanche coloro che a ceffoni e calci in c..o buttano fuori da un porto in piena tempesta una famiglia e la loro barca (qualunque cosa abbiano eventualmente fatto per meritarsela)..... ti pare?

Con affetto.

Santo Riillo.

 

 

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Pero' se ci guardiamo attorno abbiamo fior fior di mafie in Spagna l'ETA sembra essersi risvegliata ecc...ecc..

 

Appunto ho sentito alcuni giorni fa un'interessante intervento di uno dei maggiori esperti internazionali di Mafie (un italiano che lavora se non ricordo male per l' Onu) che spiegava che per l' ETA il rischio è che si trasformi completamente in organizzazione malavitosa come successo per altri movinenti indipendentisti, ad es. Corsica a suo dire.

 

Io in Corsica ci sono stato tempo fa due volte ... non ho avuto esperienze negative, ma qualche rissa l'ho vista.

Ed ho sentito molti amici pescasub e\o apneisti di Apnea Academy che mi raccontavano di problemi e minacce nel canale di Bonifacio, sapete che Umberto ha base a Santa Teresa di Gallura.

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