> Crisi - Pagina 5 - Pesca in Apnea - AM FORUMS Vai al contenuto

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Tanti posti di lavoro a tempo determinato non riconfermati.....

la situazione del petrolchimico di Porto Torres gravemente problematica.....questa è la situazione nel sassarese........

personalmente per fare gli stessi risultati degli anni passati mi sto smazzando un 30/40% di lavoro in più.........io cerco di pensare che chi sopravviverà a questa incredibile buriana ne uscirà certamente molto più forte professionalmente.......ma purtroppo in tante professioni ci sono dinamiche sfavorevoli talmente profonde e gravi e che soprattutto prescindono dalla volontà del singolo che la vedo molto dura.........speriamo nel 2010 si esca da questo trend......lo spero soprattutto per noi giovani ( non me ne vogliano i più esperti) ,ragazzi preparatissimi con fior di curricula (ormai contano pochissimo...valgono le "biografie") che già avevano difficoltà a trovare un posto di lavoro ma che oggi pensano all'impiego come ad un miraggio.......

 

E' vero purtroppo.

Comunque non bisogna arrendersi.

Ciao Gianpa

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Miglior contributo in questa discussione

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il mio parere..... siamo all'antipasto della crisi :(

 

 

Io per fortuna la crisi la percepisco dagli altri.

Sono un libero professionista che per tanti anni ha lavorato duro ma veramente duro.

Ho ampliato il settore delle competenze andando controcorrente (pagandone le conseguenze per anni). Spiego meglio, negli ultimi 10 - 15 anni, si tendeva sempre più a specializzarsi in un settore per offrire un prodotto qualitativamente migliore. Così facendo si trascuravano altri settori minori e meno remunerativi.

Io in controtendenza, ampliavo le competenze, ma, per non calare nella qualità, ero costretto a lavorare anche 15 ore al giorno accettando anche gli incarichi che gli altri snobbavano (per i quali si lavorava molto e si guadagnava poco).

Vi garantisco che è stata dura.

Ora con la crisi galoppante, chi si era specializzato, vede venire meno il lavoro e cerca di arraffare quello che può, ma, essendo uscito dal settore, offre un risultato scadente.

Mi trovo invece nella condizione che avendo mantenuto in piedi tanti settori, ora continuo a lavorare 15 ore al giorno (anche la domenica), ma a differenza degli altri continuo ad offrire un buon risultato con conseguente costanza di incarichi.

Per ironia della sorte (in verità dovuta alla costanza nel lavoro), chi mi chiama, è disposto a pagare qualcosa in più pur di avere la mia collaborazione.

Il mio è un consiglio a rimboccarsi le maniche, a non piangersi addosso apettando gli aiuti di chiccessia.

Purtroppo c'è da piegarsi la schiena e fare sacrifici, stimolare la fantasia, inventarsi un mestiere, rischiare.

Chi ha paura di rovinarsi le mani con i calli e/o i geloni, continuerà ad apettare.

Mi auguro che la crisi finisca presto, così potrò lavorare qualche ora in meno e andare anche io a pesca.

Ciao Gianpa

 

e chi sei Action Man? :devil:

 

:bye:

 

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il mio parere..... siamo all'antipasto della crisi :(

 

 

Io per fortuna la crisi la percepisco dagli altri.

Sono un libero professionista che per tanti anni ha lavorato duro ma veramente duro.

Ho ampliato il settore delle competenze andando controcorrente (pagandone le conseguenze per anni). Spiego meglio, negli ultimi 10 - 15 anni, si tendeva sempre più a specializzarsi in un settore per offrire un prodotto qualitativamente migliore. Così facendo si trascuravano altri settori minori e meno remunerativi.

Io in controtendenza, ampliavo le competenze, ma, per non calare nella qualità, ero costretto a lavorare anche 15 ore al giorno accettando anche gli incarichi che gli altri snobbavano (per i quali si lavorava molto e si guadagnava poco).

Vi garantisco che è stata dura.

Ora con la crisi galoppante, chi si era specializzato, vede venire meno il lavoro e cerca di arraffare quello che può, ma, essendo uscito dal settore, offre un risultato scadente.

Mi trovo invece nella condizione che avendo mantenuto in piedi tanti settori, ora continuo a lavorare 15 ore al giorno (anche la domenica), ma a differenza degli altri continuo ad offrire un buon risultato con conseguente costanza di incarichi.

Per ironia della sorte (in verità dovuta alla costanza nel lavoro), chi mi chiama, è disposto a pagare qualcosa in più pur di avere la mia collaborazione.

Il mio è un consiglio a rimboccarsi le maniche, a non piangersi addosso apettando gli aiuti di chiccessia.

Purtroppo c'è da piegarsi la schiena e fare sacrifici, stimolare la fantasia, inventarsi un mestiere, rischiare.

Chi ha paura di rovinarsi le mani con i calli e/o i geloni, continuerà ad apettare.

Mi auguro che la crisi finisca presto, così potrò lavorare qualche ora in meno e andare anche io a pesca.

Ciao Gianpa

 

e chi sei Action Man? :devil:

 

:bye:

 

Capisco l'ironia, ma, purtroppo è così.

Oggi invece di andare al mare, sono rimasto a casa, a lavorare. :(

Fortunatamente mi piace il mio lavoro, il sacrificio è contenuto.

Ciao Gianpa

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Scusate,ma parlare di crisi voluta,pilotata,sa troppo di ORWELL.FANTAMONDO O COS'ALTRO,oppure a pensare male azzecchiamo spesso?!

pensaci bene...tutto questo puttanaio è nato dai mutui sub-prime...a luglio i soloni di wall street vendevano i futures sul petrolio a 200$....la motivazione: c'è poca produzione...ora la produzione è ridotta del 30% edl il petrolio è a poco più di 35$..la realtà è che c'è molta economia di carta e poca economia reale... altra realtà è che quando da una parte c'è qualcuno che perde dall'altra c'è qualcuno che guadagna.....meditate gente meditate...

 

io condivido la tua opinione, lavorando in una raffineria di petrolio non posso che darti ragione.

 

 

p.s. 110 milioni di Euro per un calciatore. :huh:<_< forse qualcosa non quadra!

 

 

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Poi qualcuno dovrebbe spiegarmi,e me povero laureando in economia,come é possibile che dei mutui non pagati negli Usa abbiano creato questa crisi devastante!!Ma quanti erano sti mutui "subprime" non pagati?Ci sono stime su questo??Ma poi scusate....in America i mutui li concedono a caso,senza garanzie?Non erano coperti dagli immobili acquistati con i mutui?Mah...ne ho sentite di tutti i tipi su questa crisi,pareri autorevoli e non.E per me nessuno ci sta capendo un c@zzo,specie sul come si sia trasferita dalla finanza all'economia reale.

 

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Per colpa della crisi, che non solo continua a colpire molti settori,a me personalmente mi ribloccherà dal 24/02/09 all' 08/03/09 in ferie forzate,fra quelle di dicembre e gennaio (sempre forzate) più queste,quest'anno addio ferie :( estive,mi hanno succhiato tutto... speriamo solo non chiudiamo "baracche e burattini",li sarebbero caz.... amari...

Che 2009 di mer... :angry: e stiamo ancora ad inizio anno.. visto l'andazzo generale solo un miracolo ci può salvare :angel: .

:bye:

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Ospite maranik

Bah io sono un neo laureato in ing. informatica e devo dire che la crisi si sente anche nel mercato IT.

Io per mia natura la vedo molto come Giampa e secondo quest'ottica mi sto rompendo il sederino lavorando dalle 10 del mattino alle 4 di notte per realizzare alcuni progetti.

Per il momento non ci guadagno una lira, ma anziche' svalutarmi e farmi dare due lire provo ad investire su me stesso.

Se mi andra' bene della crisi potro' anche fregarmene (i miei clienti target sono liberi professionisti) altrimenti non mi piangero' addosso e provero' altre strade.

 

Certo molta gente il mio discorso non lo puo' fare e non lo puo' condividere perche' quando ti mettono in cassaintegrazione o non ti rinnovano il contratto a 50 anni c'e' poco da inventarsi, c'e' solo da portare il pane a casa.

 

Spero fra 30 anni di non dovermi trovare in quella situazione.

 

Saluti

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C'è crisi, è vero. Però la nostra economia reale, a dispetto del forte debito pubblico, è sana. L'indebitamento delle nostre famiglie è tra i più bassi al mondo: fatto 100 l'indebitamento delle famiglie inglesi, il nostro è 38, francia 60, germania 80 per non parlare po degli Stati Uniti. Abbiamo una grande opportunità, basta rimboccarsi le maniche. Poi ovviamente a chi in questo periodo ha perso il lavoro va tutto il mio rispetto e comprensione per il damma che stanno vivendo.

 

Poi è il caso fare una piccola annotazione: in queste situazioni c'è chi se ne approfitta. Questo post ad esempio è stato aperto facendo l'esempio della chiusura della IRIS (produttore leader mondiale di piastrelle). Bene, questa era un'azienda che funzionava e, oltre al normale e fisiologico calo di fatturato degli ultimi tempi, produceva utile. Il proprietario, tale Minozzi, non sa nemmeno dove mettere tutti i suoi soldi e sembra che a breve aprirà un'altra azienda.... con circa 300 dipendenti. Con un'operazione per lui indolore, senza subire barricate e lotte sindacali, si è tolto di mezzo 600 persone che evidentemente gli pesavano.

 

Credo che non dovremmo fare affidamento ai gestori dell'alta finanza ed ai grandi imprenditori ma credere nelle capacità di piccoli e medi imprenditori ed artigiani che sono la nostra vera forza.

 

Buon mare a tutti

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Quando non a scuola cuoco a domicilio....Non scherzo, vi posso assicurare che c'è chi si può permettere di tirare fuori il cartoccio viola....Altro che crisi!!!!

Crisi alterna dico io.....

 

E' vero che si è allargata la forbice della ricchezza; il divario tra la povertà e la ricchezza è diventato esagerato.

La classe media si sta assottigliando; la media borghesia tende a risparmiare per paura; il piccolo borghese è prossimo alla povertà; il povero è estremamente più povero e il ricco sta speculando sul momento. I ricchi fanno finta di essere in crisi, ma, non rinunciano alle grandi barche e alle auto lussuose.

C'è gente che continua ad acquistare abitazioni molto costose, altra che non riesce a pagare l'affitto o il mutuo.

Speriamo in una ripresa veloce per bilanciare le cose.

Ciao Gianpa

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dopo 20 anni di lavorom l'ultima ditta e' in crash, tutti in cigs per 1 anno e poi mobilità per 3 anni.

Ora sto facendo un temporaneo di 3 mesi... a 46 anni devi ricominciare daccapo. Bello.. sarà un po ' di crisi ???

Da luglio non compro piu' una spilla oltre al mangiare. Almeno qualcun altro si renderà conto della "crisi" dal vero... :rolleyes:

 

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Poi qualcuno dovrebbe spiegarmi,e me povero laureando in economia,come é possibile che dei mutui non pagati negli Usa abbiano creato questa crisi devastante!!Ma quanti erano sti mutui "subprime" non pagati?Ci sono stime su questo??Ma poi scusate....in America i mutui li concedono a caso,senza garanzie?Non erano coperti dagli immobili acquistati con i mutui?Mah...ne ho sentite di tutti i tipi su questa crisi,pareri autorevoli e non.E per me nessuno ci sta capendo un c@zzo,specie sul come si sia trasferita dalla finanza all'economia reale.

Ciao Tyler! Da tuo "collega" posso dirti qual'è l'idea che mi sono fatto di tutto quello che sta succedebdo.

L'America è stata caratterizzata da un processo di crescita probabilmente troppo più forte della reale crescita della ricchezza dei cittadini. A questo punto, perchè il sistema non collassi, è necessario che questa crescita sia accompagnata da un eguale incremento dei consumi. Il problema allora è: come è possibile che i cittadini, se non hanno le risorse economiche adeguate, possano supportare un sistema del genere? E la risposta è semplice: credito al consumo. In questi anni (da molti anni), in USA, le varie agenzie hanno concesso crediti a chiunque e per qualsiasi cosa (non solo case, ma anche tv, condizionatori, letti, fucili da pesca, etc....). Questi crediti, a differenza dei mutui, hanno la caratteristica di mettere il creditore nella condizione di non poter accettare un valore diverso dalla moneta per estinguere il debito. Mi spiego: se una banca ti concede un mutuo per una casa e tu salti X rate, la banca si prende la casa; se un'agenzia concede un prestito per un televisore cosa fa se non paghi, si riprende il televisore?Non credo...

Pertanto si sono creati degi enormi pacchetti di debito, che sono stati venduti tra le varie aziende tipo catena di S.Antonio, con il piccolo particolare che quei debiti rappresentavano solamente carta straccia, poichè nella maggior parte dei casi erano debiti che nessuno avrebbe mai potuto pagare. Gira che ti rigira alla fine i nodi sono venuti al pettine e qualcuno ha presentato il conto.

In merito al trasferimento dall'economia finanziaria a quella reale il discorso è un po' più complesso, poichè si potrebbe parlare addirittura di collasso del capitalismo, esasperato fino al limite dalle contraddizioni intrinseche alla sua natura, non più basato su valori reali, ma su quote di aziende, suscettibili a variazioni che non possono essere controllate in modo sistematico. Tuttavia quì il discorso si sposta sui cosiddetti giudizi di valore, che hanno carattere soggettivo.

Il pacchetto anticrisi dell'Italia è, secondo me, iniquo, poichè investire 5o6mln di euro per sostenere imprese e famiglie è decisamente poco, soprattutto se si tiene conto che di quei soldi circa 2mln vengono dall'abbassamento dei tassi di interesse operati dalla BCE e che gli altri paesi europei hanno investito circa 4 volte tanto (in media)

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Il pacchetto anticrisi dell'Italia è, secondo me, iniquo, poichè investire 5o6mln di euro per sostenere imprese e famiglie è decisamente poco, soprattutto se si tiene conto che di quei soldi circa 2mln vengono dall'abbassamento dei tassi di interesse operati dalla BCE e che gli altri paesi europei hanno investito circa 4 volte tanto (in media)

 

 

Sfrutto la frase (cui non è diretta la risposta) per sottolineare una contraddizione che seriamente non riesco a comprendere:

 

Per quale motivo quando le imprese fanno profitti, ogni tentativo di regolamentazione da parte dello Stato (vieppiù quando si tratta di misure dirette a tutelare diritti dei "consumatori") viene vissuto come una vilazione dei "sacrosanti" principi di libero mercato e libera concorrenza, mentre quando 'è crisi tutti sti grandi sedicenti imprenditori vengono a piangere soldi dallo Stato che, tanto per cambiare, gira la cambiale ai cittadini (gli stessi che poi vengono licenziati da quegli imprenditori)?

Vi piace la libera concorrenza (e chi l'ha mai vista????)?, il libero mercato? siete sempre pronti a dispiegare la bandiera del capitalismo/liberismo ad ogni attacco di questo "spettro" che da ormai 1 secolo e passa s'aggira per l'Europa? e mò li BUFFI ve li devo pagare io (comprese auto, aerei, fuoribordo e strisce di cocco) ??????

 

Rispondo con un adagio italiano della prima Guerra Mondiale, quando l'austriaco Francesco Giuseppe reclamava territori: "Cecco piagne rivò la robba sua . . . . l'Italia gli risponde: . . . te damo i morti tua . . . " ecco ci vorrebbe un bel MORT....CCI TUA COLLETTIVO a chi ancora batte cassa e piagne buffi.

 

 

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Sfrutto la frase (cui non è diretta la risposta) per sottolineare una contraddizione che seriamente non riesco a comprendere:

 

Per quale motivo quando le imprese fanno profitti, ogni tentativo di regolamentazione da parte dello Stato (vieppiù quando si tratta di misure dirette a tutelare diritti dei "consumatori") viene vissuto come una vilazione dei "sacrosanti" principi di libero mercato e libera concorrenza, mentre quando 'è crisi tutti sti grandi sedicenti imprenditori vengono a piangere soldi dallo Stato che, tanto per cambiare, gira la cambiale ai cittadini (gli stessi che poi vengono licenziati da quegli imprenditori)?

Vi piace la libera concorrenza (e chi l'ha mai vista????)?, il libero mercato? siete sempre pronti a dispiegare la bandiera del capitalismo/liberismo ad ogni attacco di questo "spettro" che da ormai 1 secolo e passa s'aggira per l'Europa? e mò li BUFFI ve li devo pagare io (comprese auto, aerei, fuoribordo e strisce di cocco) ??????

 

Rispondo con un adagio italiano della prima Guerra Mondiale, quando l'austriaco Francesco Giuseppe reclamava territori: "Cecco piagne rivò la robba sua . . . . l'Italia gli risponde: . . . te damo i morti tua . . . " ecco ci vorrebbe un bel MORT....CCI TUA COLLETTIVO a chi ancora batte cassa e piagne buffi.

In linea prettamente teorica sono d'accordo, però il problema è un'altro...Imprese in deficit vuol dire ridimensionamento della produzione teso all'abbassamento dei costi e il lavoro è un costo, quindi Cassa Integrazione e licenziamementi di milioni di persone. Il vero problema, secondo me è che, al fine di abbassare i costi, si dovrebbe pensare (o meglio ripensare) all'intero processo produttivo, partendo ad esempio dall'energia rinnovabile e dal progresso tecnologico. Investire in questo senso per un'impresa vorebbe dire abbassare notevolmente i costi, ma solo nel lungo periodo, poichè, come tutti sanno, la ricerca è un qualcosa che da risultati soddisfacenti solo dopo parecchi anni. Proprio per questo nessuno inizerà mai a farlo, a meno che non sia FORTEMENTE incentivato dallo Stato; il problema è che lo Stato, ad oggi, sembra aver altro da fare...

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