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Ad Ognuno Le Sue Contrazioni


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Dopo aver letto molte discussioni su questo argomento dove tutti dicono la sua ho notato un ceto sano (sottolineo sano) "allarmismo" verso di esse.

Ma secondo me quelli che dicono "io non ci sono mai arrivato" sono:

- O dei soggetti in cui realmente non si manifestano

- O delle persone poco sincere

- O non sanno cosa esse siano e quindi non sanno riconoscerle

Con questo voglio dire che uno come me che in piscina si appresta a fare una statica e dopo circa 1 minuto e 30 (nel migliore dei casi) inizia gia a sentire la prima(leggera e ben distanziata dalla seconda),non potrei mai intrapendere un miglioramento se non restassi lì a "soffrire" sul fondo della piscina.

Questo per dire che chi soporta le contrazzioni non è un pazzo incoscente.

Ribadisco :IL TUTTO SOLO IN PISCINA E CONOSCENDOSI PIANO PIANO.

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non potrei mai intrapendere un miglioramento se non restassi lì a "soffrire" sul fondo della piscina.

Questo per dire che chi soporta le contrazzioni non è un pazzo incoscente.

Detta così sembra che sopportare le contrazioni diaframmatiche sia l'unico modo per incrementare i propri tempi di apnea...

 

Per curiosità, del tuo allenamento, quanta parte è dedicata all'apnea statica e quanta al resto?

 

:bye:

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Con questo voglio dire che uno come me che in piscina si appresta a fare una statica e dopo circa 1 minuto e 30 (nel migliore dei casi) inizia gia a sentire la prima(leggera e ben distanziata dalla seconda),non potrei mai intrapendere un miglioramento se non restassi lì a "soffrire" sul fondo della piscina.

.

perchè soffrire?

quello che fai in piscina ti fà soffrire?

ma soffrire mentalmente, nel senso nun glela fò o proprio fisicamente?

scusa per le domande, ma non avendo mai fatto corsi è curiosità

:smoke:

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perchè soffrire?

quello che fai in piscina ti fà soffrire?

ma soffrire mentalmente, nel senso nun glela fò o proprio fisicamente?

scusa per le domande, ma non avendo mai fatto corsi è curiosità

:smoke:

 

Massimo la percezione delle contrazioni diaframmatiche è una senzazione per niente piacevole, specialmente se questo avviene durante una seduta di statica (dove stai li a contar le mattonelle perché i secondi non passano mai...) per cui tentare di gestirle è molto spesso fonte di dolore e malessere che accentuano (giustamente) la tua fame d'aria e l'istinto di tirare fuori la testa, opporsi a questo ti fa soffrire sia fisicamente che psicologicamente...

 

Per il resto, credo che la mia personalissima visione dell'apnea da piscina sia un tantino estremistica quindi mi astengo!! :D

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bhe anche io ogni tanto vado in piscina nell'ora di nuotolibero

solo che il bagnino già si inc@zz@ quando mi faccio una vascha senza tirar fuori la testa, figurati se mi trova seduto sul fondo a contare le piastrlle :fish:

poi tutte quelle femmine che mi nuotano a rana in corsia proprio davanti al naso :wub: quelle si che mi fanno soffrire :D:D:D

cmq potrebbere fare dei murales sulle piasrelle nelle vasche, in effetti quei quadratini azzurri tutti uguali sono di una noia!!! :sbadiglio:

:bye:

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non potrei mai intrapendere un miglioramento se non restassi lì a "soffrire" sul fondo della piscina.

Questo per dire che chi soporta le contrazzioni non è un pazzo incoscente.

Detta così sembra che sopportare le contrazioni diaframmatiche sia l'unico modo per incrementare i propri tempi di apnea...

 

Per curiosità, del tuo allenamento, quanta parte è dedicata all'apnea statica e quanta al resto?

 

:bye:

Sono circa tre anni che vado in piscina circa una volta a settimana per 2 ore e cerco sempre di frazionare le due ore per fare sia statica che dinamica spesso la dinamica è mista (stop and go, go stop and go).

Sopportare un minuto di contrazioni non è una sofferenza così estrema ma non è nemmeno piacevole.

Tengo a precisare che faccio questo per ottenere tempi più che normali ,più di una volta corsisti più nuovi di me, mi hanno distanziato anche di molto come tempi.

(Lo dico senza invidia perche penso che l'apnea sia una dote naturale)

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Sono circa tre anni che vado in piscina circa una volta a settimana per 2 ore e cerco sempre di frazionare le due ore per fare sia statica che dinamica spesso la dinamica è mista (stop and go, go stop and go).

Sopportare un minuto di contrazioni non è una sofferenza così estrema ma non è nemmeno piacevole.

Tengo a precisare che faccio questo per ottenere tempi più che normali ,più di una volta corsisti più nuovi di me, mi hanno distanziato anche di molto come tempi.

(Lo dico senza invidia perche penso che l'apnea sia una dote naturale)

Quello che volevo dire è che la statica in sè serve a migliorare l'aspetto mentale e gestionale di un'apnea, non la prestazione che è frutto di un allenamento mirato.

 

Detto in parole povere, se uno ha scarse prestazioni le può ottimizzare con la statica (sempre che sia fatta e seguita a dovere) ma non migliorarle sensibilmente.

 

:bye:

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Dopo aver letto molte discussioni su questo argomento dove tutti dicono la sua ho notato un ceto  sano (sottolineo sano) "allarmismo" verso di esse.

Ma secondo me quelli che dicono "io non ci sono mai arrivato" sono:

- O dei soggetti in cui realmente non si manifestano

- O delle persone poco sincere

- O non sanno cosa esse siano e quindi non sanno riconoscerle

Con questo voglio dire che uno come me che in piscina si appresta a fare una statica e dopo circa 1 minuto e 30 (nel migliore dei casi) inizia gia a sentire la prima(leggera e ben distanziata dalla seconda),non potrei mai intrapendere un miglioramento se non restassi lì a "soffrire" sul fondo della piscina.

Questo per dire che chi soporta le contrazzioni non è un pazzo incoscente.

Ribadisco :IL TUTTO SOLO IN PISCINA E CONOSCENDOSI PIANO PIANO.

Premetto che feci allenamenti di apnea pura(e di statica in particolare) solo l'anno in cui fecero la loro comparsa in Italia le gare di questa disciplina,per pochi mesi(3) e che inoltre i miei erano allenamenti "fai da te",spesso "in solitaria"(cioè tutto l'opposto che si deve fare quando ci si allena all'apnea...).

Non seguivo mai tabelle particolari ma mi limitavo a fare delle semplici apnee con tempi via via crescenti(ho sempre fatto lo stesso numero di ripetizioni).

I tempi approssimativi me li fornivano le contrazioni stesse e non l'orologio.

Mi spiego meglio: nei primi allenamenti ero solito guardare il cronometro per tutto il tempo di apne ma questo mi creava un pò di ansia e non mi rilassavo,per cui,notando che di allenamento in allenamento il rapporto "apnea finale(la più lunga):contrazioni diaframmatiche" non cambiava(l'apnea totale si allungava gradualmente ma le contrazioni giungevano sempre verso la metà del tempo di permanenza),decisi di basare i tempi di ogni apnea(esclusivamente statica) sulle sensazioni e le contrazioni,e non sul cronometro(questo lo guardavo solo dopo le apnee).

Ricordo che la prima apnea la interrompevo dopo la prima leggerissima contrazione,mentre le altre finivano dopo contrazioni via via maggiori per numero e per intensiatà.

L'intensità era in particolare il mio punto di riferimento(anche perchè se mi fossi messo a contare le contrazioni sarebbe stato come guardare l'orologio),perchè col tempo,migliorando il rilassamento,notai diversi "livelli" di contrazione: più tempo passava più la contrazione diventava intensa.

L'ultima apnea di ogni allenamento era quasi sempre il doppio della prima e finiva dopo una contrazione più violenta delle altre, che coinvolgeva addome,torace e spalle...e che io ritenevo quella oltre la quale non spingersi mai(sesto senso...).

In questo modo ricordo che dopo 2-3 mesi la mia apnea raddoppiò rispetto ai primi allenamenti,e sicuramente feci troppi progressi in un tempo troppo breve perchè la mia apnea più lunga fu anche il primo record di statica di un noto recordman del recente passato.

Dopo questa ricordo che feci altri due allenamenti in piscina,ma i tempi anzichè migliorare come al solito,comnciarono a peggiorare.

Forse abbi un blocco psicologico?

Forse raggiunsi il mio limite e per andare oltre occorreva un allenamento specifico?

Non lo so,posso solo dire che in quei giorni,a Palermo,morì un atleta(istruttore?) proprio mentre faceva statica in piscina.

Questa tragedia,associata al fatto che in pesca quegli allenamenti non mi davano alcun beneficio significativo(come inizialmente speravo) e che a mio giudizio(che non sono certo un medico) tutte quelle contrazioni bene non facevano...,mi indusse ad abbandonare la disciplina.

In pratica io fui la cavia di me stesso,un incosciente, e anche se non ebbi mai l'impressione di rischiare(mai avuta una samba nè,tantomeno,una sincope),probabilmente fui solo molto fortunato.

Credo comunque che a tale fortuna abbia contribuito notevolmente il fatto che non ho mai praticato iperventilazioni forzate e lunghe prima di ogni apnea,altrimenti credo proprio che,coi "criteri" che seguivo,un sincopone sarebbe stato assicurato e probabilmente sarei morto in piscina.

 

Trai tu le tue conclusioni da quanto scritto...

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